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“Radici e germogli: complessità culturale e ambivalenze giovanili”

Pubblichiamo parte dell’introduzione del dossier “RADICI E GERMOGLI Complessità culturale e ambivalenze giovanili”, a cura di Cecilia Costa e Giancarlo De Nicolò.

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Come è ovvio che sia, ogni anno NPG mette al centro della sua attenzione un dossier specifico sul mondo dei nostri destinatari, dei nostri “compagni di viaggio”, nelle diverse fasi della loro età fino all’ingresso nel cosiddetto mondo adulto. Vorrebbe essere uno sguardo desto, non sonnolento e dunque incapace di uscire dai quadri in cui la nostra abitudine o recenti ricerche li hanno inquadrati e definiti, e magari ideologizzati. La pigrizia mentale e interpretativa è sempre in agguato, cattiva compagna del nostro agire educativo e pastorale, e facile preda di “ismi” che facilitano e semplificano la lettura ma paralizzano l’azione.

Anche se sono state pubblicate recenti ricerche sul mondo giovanile (ultima di esse quella dell’Istituto Toniolo “La condizione giovanile in Italia. Rapporto giovani 2022”) (qui il comunicato stampa con qualche dato e riflessione: https://www.rapportogiovani.it//new/wp-content/ uploads/2022/06/Comunicato_RG_22_DEF-2.pdf), avvertiamo che – a parte le considerazioni generali (e generiche) circa la praticamente definitiva uscita dalla crisi pandemica con tutte le sue caratterizzazioni (che sono state oggetto di preoccupata analisi da parte di psicologi ed educatori) e l’invito a cogliere il nuovo che ora il tempo presente offre

i giovani ancora “sfuggono”, fanno fatica a essere individuati e colti nei loro specifici bisogni e domande e risorse, perché sempre colloca- ti dentro un ambito sociale dove emergono unicamente mancanza di risorse, “non risposte”, problematiche costanti: insomma giovani quasi inghiottiti e fagocitati da una sorta di buco nero che non permette di intravedere luci e opportunità, possibilità di costruire presente e futuro. A parte dunque alcune caratterizzazione generiche sul presentismo e individualismo (e insieme ansia di comunicazione), sulla ricerca spasmodica di libertà (e ricerca di legami), sul senso soggettivo e prevalente di precarietà esistenziale e sociale (con punte di domande sul senso), su alcuni nuovi valori legati all’ambiente che ci circonda… la via per la comprensione dei giovani oggi passa per una seria determinazione della “globalità” in cui essi sono inseriti, in una specie di liquido culturale e sociale amniotico all’interno del quale la loro identità fatica a precisarsi e definirsi.

Per questa ragione abbiamo bisogno ancora di riflettere e definire- qualificare “quel tutto” all’interno del quale i soggetti si riconoscono e definiscono. Insomma, il discorso che presentiamo è anzitutto sulla cultura sociale che ampiamente determina l’identità del giovane oggi. Situazione molto diversa da quando era più facile vedere – all’interno del sociale e culturale collettivo – l’opposizione che definiva i giovani, quasi controcultura o cultura alternativa (e in parte perseguita da movimenti e tendenze). Adesso i confini sono molto labili, con colori che si confondono e faticano ad emergere dallo sfondo. È forse questa la situazione dei giovani oggi, soggetti-oggetti, senza voce, senza presente, senza futuro, senza opportunità… se pur con grandi risorse.

Qualcuno vede nel nichilismo l’unica (o la migliore) categoria di comprensione, e in esso abbraccia la società e i giovani. Ma non vogliamo cedere a questa facile melodia mortale, a queste semplificazioni banalmente ideologiche anche se sembrano dotte.

Il dossier tenta di analizzare le categorie di comprensione del tempo attuale, mostrando le crepe e le fioriture possibili, dove i giovani si mostrano attenti. In esso si attua una reinterpretazione o comprensione meno unilaterale di categorie come postmoderno, complessità, liquidità, accelerazione, la realtà dell’infosfera… E soprattutto il mondo della comunicazione e della religione, ambiti notoriamente privilegiati per la costruzione del senso, dell’identità, e magari della progettualità.

La prima parte del dossier, prettamente sociologica, troverà la sua equilibratura con altre voci narranti e con la voce stessa dei giovani che si interrogano su “cosa realmente sono”. Una voce finale, rileggendo da prospettiva pastorale le riflessioni proposte dagli autori, tenterà di individuare dei sentieri percorribili di “educazione” e pastorale, o meglio di un dialogo veritiero con i giovani.

 

 

Roma: presentazione della ristampa anastatica dell’opera “Ordinamento scolastico e professionale” di Francesco Tomasetti

Oggi, giovedì 28 aprile 2022, alle ore 16:00 presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi “Roma Tre” (Aula Volpi) si terrà la presentazione della ristampa anastatica dell’opera “Ordinamento scolastico e professionale” di Francesco Tomasetti del 1910, con prefazione di Patrizia Buccino e studio introduttivo di Giorgio Rossi. Di seguito la notizia pubblicata dal sito ANS.

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(ANS – Roma) – È stata edita in questi ultimi tempi, nella serie “Fonti” dell’Istituto Storico Salesiano, edizioni della LAS, la ristampa anastatica dell’opera “Ordinamento scolastico e professionale” di Francesco Tomasetti del 1910, con prefazione di Patrizia Buccino e studio introduttivo di Giorgio Rossi. La presentazione del volume è prevista per domani, giovedì 28 aprile 2022, alle ore 16 (UTC+2), presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi “Roma Tre” (Aula Volpi).

L’evento si aprirà con il Saluto del Direttore del Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd), Lorenzo Cantatore, e sarà introdotto e coordinato da don Francesco Motto, SDB.

I relatori invitati saranno:

Fulvio Ghergo, Ricercatore dell’ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori);

Cecilia Costa, docente dell’Università degli Studi Roma Tre;

Rocco Pinneri, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio;

Patrizia Buccino, dell’Università degli Studi di Salerno;

don Giorgio Rossi, SDB, docente emerito dell’Università degli Studi Roma Tre

A stilare le conclusioni sarà don Thomas Anchukandam, Direttore dell’Istituto Storico Salesiano (ISS).

L’autore del testo, Francesco Tomasetti, è stato per 14 anni (1903-17) direttore dell’Ospizio Sacro Cuore in Roma al Castro Pretorio, Procuratore Generale della Congregazione Salesiana per 29 anni (1924-53) e anche Postulatore della Causa di canonizzazione di Don Bosco.

Il titolo completo dell’opera ne richiama anche il contenuto: Ordinamento scolastico e professionale. Programmi didattici, Programmi professionali degli alunni artigiani dell’Ospizio del S. Cuore di Gesù in Roma.

Il motivo della “opportuna ristampa” è stato egregiamente illustrato nella Prefazione da Patrizia Buccino, già assegnista di dottorato di ricerca in Archeologia Classica, nella quale richiama l’attualità del rapporto scuola-lavoro, l’interesse e la produzione scientifica intorno alla formazione professionale, la funzione della stessa in chiave educativa e sociale, inoltre la grande attività e l’organizzazione da parte dei Salesiani, specie nel periodo dell’industrializzazione, tale da destare interesse e meraviglia.

L’autore e il contenuto sono stati analizzati nell’accurato Studio introduttivo di Giorgio Rossi, dell’Università Roma Tre. Il lavoro del Tomasetti ebbe un immediato e riconosciuto successo nella stampa, sebbene ne fossero state tirate non molte copie per i maggiorenti salesiani, politici, persone influenti nel settore dell’istruzione e della stampa. Il motivo del successo era costituito dal fatto che si trattava di una pubblicazione agile, di utile uso a carattere teorico- pratico. Si presentavano programmi dettagliati, esempi di registri, tabella per la “mancia” agli artigiani, fogli informativi, l’organizzazione per le esposizioni, con richiami comunque di ordine pedagogico e religioso.

L’Osservatore Romano del 3 giugno 1910 scriveva:

“In Italia nessuno fin’oggi aveva pensato a organizzare l’insegnamento professionale in modo che ne risultasse un tutto armonico. Primo tentativo che meritava di essere segnalato, perché esso avvia l’insegnamento professionale su una nuova strada e gli apre più ampi orizzonti”.

Il giornale Perseveranza di Milano del 26 maggio 1910 intitolava addirittura il pezzo:

“Un primo riuscito tentativo di università professionale in Italia”.

Vogliamo inoltre segnalare che nei programmi di insegnamento era inserita anche la materia “sociologia”, ben presente nelle direttive della Congregazione. Si proponeva la conoscenza delle “varie scuole e dottrine sociali”, come il liberismo, il socialismo, la democrazia cristiana; inoltre, l’azione sociale della Chiesa, la soluzione della questione sociale, le varie forme della organizzazione sociale, il contratto di lavoro, le varie forme di salario, la legislazione sociale.

 

 

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