Salesiani per il Sociale APS, a Torre Annunziata un forno per la pizza per dare ai ragazzi un futuro migliore

Insegnare un mestiere ai ragazzi per sottrarli alla malavita e donare loro un futuro certo. Il prossimo 4 Novembre verrà inaugurato il “Pizzoratorio”, un laboratorio formativo per apprendisti pizzaioli destinato ai ragazzi accolti nelle due case famiglia di Torre Annunziata.

Sessanta metri quadrati allestiti nei locali dell’oratorio salesiano con al centro un forno moderno a cui hanno contributo i benefattori di Salesiani per il Sociale APS .  e la Fondazione Don Bosco Nel Mondo. «Ogni giorno il nostro obiettivo è togliere i giovani dalla strada – racconta Don Antonio Carbone, salesiano responsabile del progetto – li salveremo dai clan grazie a un laboratorio gastronomico che insegnerà loro a cucinare e a infornare pizze. E grazie a questa qualifica potranno trovare un lavoro onesto».

Un’opportunità per i circa trenta giovani dai 14 ai 21 anni già ospiti delle due comunità “Mamma Matilde” e “Peppino Brancati” ma che nel tempo vorrà ampliarsi a quei ragazzi che frequentano quotidianamente l’oratorio in cerca di occasioni formative. Gli allievi del corso, seguiti da un formatore professionale, otterranno un attestato di qualifica riconosciuto dalla regione Campania.

“Ci troviamo in un territorio dove tante sono le difficoltà e difficili sono anche le prospettive di lavoro e di impegno – dice Don Antonio -. Vogliamo impegnarci perché nessun ragazzo resti escluso, allora ecco il sogno di realizzare questo laboratorio che permetterà a molti ragazzi di avviarsi ad un futuro migliore”.

Riforma del Terzo Settore, Salesiani per il Sociale APS organizza un corso di formazione

Dal 23 al 25 ottobre, all’istituto Sacro Cuore di Roma, si svolgerà il seminario di formazione “La riforma del terzo settore il codice del terzo settore ed i profili civilistici, fiscali ed organizzativi”, organizzato da Salesiani per il Sociale APS.

L’obiettivo, vista la recente riforma del settore del non profit in Italia è acquisire una maggiore ed adeguata conoscenza con focus specifico sul D. Lgs. 117/2017 e successive modifiche per poter essere in grado di orientare le scelte organizzative più adeguate per le proprie organizzazioni. Possedere gli strumenti adatti per un maggiore e proficuo posizionamento nell’ambito del lavoro sociale per dare risposte ai bisogni dei territori rinnovando l’agire salesiano.

Contenuti:

  • aspetti civilistici codice terzo settore (associazioni riconosciute e non, fondazioni, impresa sociale,…) 
  • aspetti fiscali codice terzo settore (attività commerciali e non commerciali, regimi fiscali agevolati)
  • aspetti organizzativi codice terzo settore: RUNTS, decreti attuativi
  • bilancio sociale: cosa è e come va redatto

Programma:
23 Ottobre 2019
10.30 – 12.00 A che punto è la Riforma del terzo Settore e l’interlocuzione con il Governo e Regioni – Maurizio Mummolo

12.00 – 13.00 La Riforma nel suo complesso e decreti attuativi – Monica Poletto

13.00 – 14.30 Pausa pranzo

14.30 – 16.30 Aspetti civilistici del Codice Terzo Settore: gli ETS, le APS, le ODV –  Monica Poletto

17.00 – 19.00 Aspetti civilistici del Codice Terzo Settore: l’impresa sociale – Monica Poletto

24 Ottobre 2019
09.00 – 11.00 Aspetti fiscali del Codice Terzo Settore: regime fiscale per gli ETS – Monica Poletto

11.30 – 13.30 Aspetti fiscali del Codice Terzo Settore: specificità per ODV e APS e la fiscalità dell’impresa sociale – Monica Poletto

13.30 – 15.00 Pausa pranzo

15.00 – 17.00 Le erogazioni liberali e il cinque per mille alla luce della riforma – Corrado Colombo

17.30 – 19.30 Obblighi contabili per gli ETS  – Corrado Colombo

25 Ottobre 2019
09.00 – 11.00 Obblighi contabili degli ETS – Corrado Colombo

11.30 – 13.30 Il bilancio e il bilancio sociale degli ETS – Corrado Colombo

13.30 – 15.00 Pausa pranzo

15.00 – 16.00 Ricadute organizzative interne a livello nazionale, regionale e locale – Don Roberto Dal Molin e Andrea Sebastiani

I docenti

Maurizio Mummolo
Direttore Generale Forum Nazionale Terzo Settore

Monica Poletto
Laureata in Economia e Commercio presso l’Università di Torino, è Dottore Commercialista. È socio dello studio Triberti Colombo e Associati, presso il quale si occupa di consulenza tributaria per società ed enti non profit. Dal 2010 è Vice Presidente dell’associazione Compagnia delle Opere, che riunisce imprese, enti di Terzo Settore e professionisti, in Italia e all’estero (https://www.cdo.org/). Dal 2009 a marzo 2019 è stata Presidente dell’associazione CDO Opere Sociali, associazione di secondo livello che riunisce associazioni, fondazioni, cooperative sociali (http://www.cdooperesociali.org/). Per la stessa associazione, oggi ha la delega alla rete internazionale.  Dal 2010 è membro del tavolo legislativo del Forum Nazionale del Terzo Settore e dal 2015 è membro del suo Coordinamento; ne coordina altresì il Tavolo Tecnico Legislativo. Dal 2018 è membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore, organi di consultazione sulle politiche relative al Terzo Settore italiano. È autrice di alcuni libri e altre pubblicazioni in materia di enti non profit. Ha svolto docenze in diritto degli enti non profit presso master universitari in Italia e in materia di gestione di enti non profit all’estero.

Corrado Colombo
Laureato con lode all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in Economia e commercio nel luglio 1984. È iscritto all’ Albo dei Dottori Commercialisti sotto la giurisdizione del Tribunale di Milano dal 1985; è iscritto al Registro dei Revisori contabili. Socio fondatore dal 1991 dello Studio Triberti Colombo e Associati, si occupa in particolare di consulenza fiscale e societaria, di valutazioni di azienda e operazioni straordinarie, e di assistenza ad Enti non commerciali. Partecipa a Collegi Arbitrali. Ricopre la carica di Sindaco e revisore in società di capitali e fondazioni, nonché di membro di Organismi di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001, è relatore a Convegni e docente a Master Universitari in materia tributaria e del non profit. E’ stato presidente della Commissione Non Profit dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano.

Salesiani per il sociale APS, al via il secondo anno del progetto contro la povertà educativa

Con l’appuntamento a Roma dei primi giorni di ottobre rivolto alle equipe territoriali dell’Italia centrale e della Campania, si è conclusa la formazione per i responsabili delle sedi del progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno” (un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile) di Salesiani per il Sociale APS, in preparazione delle attività del II anno. A metà settembre la formazione si era svolta in Puglia e Sicilia di metà settembre. Il 30 settembre, invece, a Roma si è svolta la seconda Cabina di regia.

“Stiamo acquisendo una visione ecologica e complessa del tema della povertà educativa. I ragazzi che perdiamo, che abbandonano la scuola sono un problema di tutti, della scuola, delle famiglia, del privato e o lo affrontiamo tutti insieme o non lo risolviamo. In questo, riecheggia la voce di don Lorenzo Milani in Lettera a una professoressa: “Affrontare il problema da soli è avarizia, affrontarli insieme è politica” – spiega il responsabile del progetto, Andrea Sebastiani -. Ci stiamo accorgendo che la povertà educativa non è tanto dei ragazzi quanto degli adulti, genitori, docenti e operatori, sono loro che vanno aiutati nella capacità di comprendere la vita dei ragazzi e il desiderio di vita che essi esprimono”.

Questi numeri del primo anno di progetto: sono stati raggiunti 1.021 genitori, 1.462 minori e 574 insegnanti

 

Mons. Néstor Montesdeoca, padre sinodale: “La Chiesa presente in Amazzonia per accompagnare i popoli che la abitano”

Stamattina lo staff nazionale di Salesiani per il Sociale Aps ha accolto Mons. Néstor Vidal Montesdeoca Becerra SDB, Vicario Apostolico di Méndez, vescovo titolare di Celle di Mauritania, vescovo salesiano dell’Ecuador e padre sinodale della prossima assemblea convocata da Papa Francesco.

Ha parlato dei temi che affronterà l’ormai prossimo Sinodo sull’Amazzonia, dal rispetto dell’ambiente al rispetto dei popoli, raccontando l’esperienza della Chiesa nell’America Latina, il rapporto con i popoli indigeni, la difficile situazione politica e la lotta per difendere il polmone verde del mondo, la foresta Amazzonica. Inoltre, ha illustrato il processo che ha portato a un sinodo così speciale, come quello sull’Amazzonia: questo evento, infatti, ha radici lontane. Nasce dalla V Conferenza Episcopale dell’America Latina svoltasi ad Aparecida, sotto la guida di Papa Benedetto XVI, dove per la prima volta nel documento appare il termine “Amazzonia”, per dare rilievo al fatto che è patrimonio comune di nove Paesi dell’America Latina, oltre che una riserva mondiale di biodiversità. Successivamente, durante la GMG di Rio de Janeiro del 2013, subito dopo la sua elezione, Papa Francesco ha rilanciato l’idea dell’importanza dell’Amazzonia, incontrando i Vescovi del Brasile: “La Chiesa è presente in Amazzonia per restarci e accompagnare i popoli che la abitano”.

Nel 2017 in Ecuador è nata, da parte di alcuni Vescovi, l’idea di creare una rete ecclesiale per l’Amazzonia, la REPAM (Rete ecclesiale per l’Amazzonia), nata sotto la guida del Celam, il consiglio episcopale dell’America Latina di cui Mons. Vidal faceva parte. Questa rete è stata presa sotto la cura del Papa, che ha nominato un presidente e il suo vice: da lì è nata l’dea di convocare un Sinodo sull’Amazzonia per fare delle valutazioni sulla situazione attuale e progettare delle strategie per il futuro.  A Gennaio 2018, durante la visita in Cile e Paerù, Papa Francesco ha annunciato ufficialmente i lavori per il Sinodo sull’Amazzonia.

#pizzaoratorio: il laboratorio di cucina per dare un futuro ai ragazzi di Torre Annunziata

Un laboratorio gastronomico per togliere i ragazzi dalla strada e dare loro una possibilità: don Antonio Carbone, salesiano a Torre Annunziata, da luglio sta allestendo un forno per insegnare ai giovani il mestiere del pizzaiolo. I lavori termineranno a novembre, quando si celebrerà il 90mo anniversario della nascita in città dell’oratorio salesiano.

I locali, allestiti grazie alle donazioni di Salesiani per il Sociale APS e Fondazione Don Bosco nel mondo, ospiteranno corsi di cucina riconosciuti dalla Regione Campania. Parallelamente, è partita una raccolta fondi via social, lanciata proprio dalla pagina Facebook  di “Piccoli passi grandi sogni”. “Il nostro obiettivo – racconta Don Antonio – è quello di formare non solo dei semplici pizzaioli, ma dei veri imprenditori che sappiano sfruttare al meglio i tanti prodotti biologici che la nostra terra ci regala. Un’opportunità che offriremo ai giovani in difficoltà di Torre Annunziata e dei paesi limitrofi”.

Il riciclo per risvegliare la creatività dei ragazzi contro la povertà educativa

A Cagliari va in scena il riciclo per risvegliare la creatività dei ragazzi. Per il progetto “Insieme” di Salesiani per il Sociale APS, Emanuele racconta la sua avventura come collaboratore:

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Sono Emanuele Marras collaboratore del progetto “IN.S.I.E.ME”. In particolare mi occupo di realizzare attività che mirino allo sviluppo di capacità quali lavoro di squadra e ascolto; che permettano di creare delle relazioni tra i ragazzi e valorizzino i loro interessi. Dunque propongo giochi di gruppo in cui sono assegnati dei ruoli di responsabilità, in cui è essenziale la collaborazione, ma anche attività sportive affinché sfoghino lo stress dovuto allo studio. Sono presenti anche il laboratorio di riciclo con lo scopo di far sviluppare in loro la creatività che in queste generazioni (compresa la mia) è sempre più debole o meglio è sempre più assopita.
Personalmente lo reputo un cammino di crescita non indifferente anzi… I ragazzi hanno tutti tra gli 11 e i 13 anni, probabilmente l’età più complicata nella quale, a volte, si fatica ad instaurare un dialogo con loro. Spetta a noi trovare la chiave che faccia scattare in loro quell’interesse nel lavoro che svolgiamo. Con il progetto non posso far altro che migliorarmi
e cercare di essere il più d’aiuto possibile a questi ragazzi.

Servizio civile con i Salesiani: 1.157 posti disponibili per 90 progetti in Italia e all’estero

Salesiani per il Sociale APS mette a disposizione 1.157 posti per i giovani tra i 18 e i 28 anni che vorranno svolgere il servizio civile in 90 progetti, tra Italia ed estero.

In particolare:

  • 64 progetti ordinari di servizio civile in Italia per 752 posti disponibili
  • 20 progetti con misure aggiuntive di servizio civile in Italia per 365 posti disponibili (progetti con misure aggiuntive che consentiranno ai giovani di collaudare alcune novità  introdotte dalla recente riforma del servizio civile universale. Si tratta, nello specifico, di un periodo di tutoraggio, fino a tre mesi, finalizzato a facilitare l’accesso al mercato del lavoro dei volontari; di misure che favoriscono la partecipazione dei giovani con minori opportunità ).
  • 6 progetti ordinari di servizio civile all’Estero per 40 volontari (Spagna, Albania, Romania, Francia)

“Il sistema educativo di Don Bosco oggi interviene contro le dipendenze, soprattutto dei minori”: la testimonianza della comunità Soggiorno Proposta

“Presentiamo la realtà di Soggiorno Proposta, comunità educativa a Ortona. Forti dell’esperienza passata di lavoro contro le dipendenze dell’area adriatica, ci stiamo impegnando in un cambiamento guardando alla realtà attuale, nella lotta contro le nuove dipendenze, attività nuova anche per la nostra realtà salesiana. Ma il sistema preventivo di Don Bosco può intervenire ancora oggi nelle situazioni di disagio, di lotta alle dipendenze, soprattutto nei minori. Stiamo lavorando sul desiderio di vita, da riconoscere nel loro percorso”: è stata questa la testimonianza di don Daniele Pusti, salesiano della comunità Soggiorno Proposta di Ortona al convegno “Liberare la speranza”, del Tavolo Ecclesiale Dipendenze (di cui fa parte Salesiani per il Sociale APS), che si è svolto il 21 giugno scorso a Roma.

“In questo momento – spiega don Daniele – abbiamo circa 20 ospiti. I nostri numeri ovviamente variano parecchio. I nostri ospiti sono divisi in due comunità e rimangono con noi 15 mesi nei casi di recupero da tossicodipendenza, oppure 12 mesi per il recupero della dipendenza da alcool. Vengono dal centro Italia, zona adriatica, ma anche dal Lazio e dal Molise”. Nonostante le difficoltà con la Regione Abruzzo per l’accreditamento come struttura terapeutica, don Daniele guarda al futuro: “Ci stiamo aprendo a nuove progettualità, grazie al supporto del prof. Giancarlo Cursi che con i suoi studenti dell’UPS ha fatto dei tirocini da noi. Abbiamo giovani tirocinanti anche dalle università di Chieti e Pescara, giovani studenti di psicologia. Vorremmo avviare dei progetti nelle scuole, con le famiglie del territorio, con le parrocchie. Vorremmo anche proporre una soluzione di residenzialità: è una cosa molto impegnativa ma è urgente, in Italia ce n’è tanto bisogno. Inoltre, ci stiamo aprendo anche alle nuove dipendenze: da tecnologia e da gioco”. La comunità è sostenuta da moltissimi volontari, che vengono dagli ambienti salesiani – Ancona, L’Aquila, Vasto, Terni – ma anche da altre realtà laicali. “Noi accogliamo chi ci invia il sert: spesso anche persone più grandi, tra i 30 e i 50 anni con problemi di alcolismo. Lavoriamo perché il loro disagio possa diventare uno scalino dal quale ripartire“.

Questo il comunicato del Tavolo Ecclesiale Dipendenze:

 

Liberare la speranza

L’incontro con le persone in strada e in comunità

 Il 5 e 12 ottobre gli Open Day delle comunità: 
“Saranno processioni laiche dove si incontrano le persone, le loro storie, i loro sogni”

Roma, 21 giugno 2019 – “Con gli Open Day i poveri ci invitano a casa loro, nelle loro comunità”: don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, ha aperto così il convegno “Liberare la speranza – L’incontro con le persone in strada e in comunità”, con il quale il Tavolo Ecclesiale Dipendenze lancia gli Open Day del  5 e 12 ottobre, l’iniziativa promossa dal Tavolo per aprire le comunità all’esterno. “Il tema è la relazione, la via educativa è la relazione: le comunità sono luoghi, tempi, spazi di ritrovamento del proprio io”, ha concluso don Francesco Soddu.

Il dibattito, coordinato da Giampiero Forcesi, è iniziato con l’intervento del prof. Pierpaolo Triani, professore associato di Didattica generale presso la Facoltà di Scienze della Formazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore. “I giovani oggi vivono sulla loro pelle il passaggio da una regolazione esterna a una interna, con la fatica di avere criteri di riferimento –  ha detto il prof. Triani – . Vivono una lettura semplicistica dell’umano, l’espressione come valore, l’autoaffermazione come valore principale e la connessione come modo di sentirsi vivi”. L’azione educativa, sottolinea il prof. Triani, è un “connubio tra azione di consegna e arte di accompagnamento: l’educazione è la consegna all’altro delle ragioni per vivere e se non faccio questo non do loro una speranza. Accompagnare vuol dire stare con: ecco il tema della relazione, della comunità che vive e che spera”.  “La necessità di fare rete è condivisibile –  ha concluso – , perché l’educazione mette in relazione. Sono sempre più convinto che parlare di educazione in senso forte sia una controcultura, perché l’educazione richiede tempo, sbaglia, non ha sempre successo. Ha a che fare con la precarietà dell’azione umana. Mentre si coltiva specializzazione, si deve coltivare anche la convivialità”.

Don Armando Zappolini ha concluso i lavori: “Abitiamo luoghi di speranza, dove chi viene accolto non viene giudicato. Dove si cerca di rafforzare le belle energie che ciascuno ha dentro di sé e dove si riaccende il sogno dentro le persone. È importante che in questi luoghi si aprano le porte: pensiamo agli open day di ottobre come delle processioni laiche, dove il Corpus Domini lo incontri nelle persone. Quando le persone vengono a trovarci se ne vanno con un “sapore” bello, che si trova anche sulla strada che non è solo il luogo degli scarti, ma anche degli incontri. La nostra deve essere una resistenza che costruisce, dove respirare l’ossigeno buono delle relazioni belle”.

LE TESTIMONIANZE

Comunità Emmaus di Foggia (CNCA): “Dopo 40 anni, la realtà si è ampliata, ci siamo chiesti come tornare sul territorio. Abbiamo investito con una equipe territoriale sul mondo della scuola e della prevenzione. Abbiamo incontrato 1.200 studenti, abbiamo parlato delle dipendenze e di un altro modo di vivere. Il rimando è stato molto positivo, siamo riusciti in parte a riaccendere l’idea di speranza che attraversa le generazioni, per dire dove va a finire tutta questa esperienza”.

CASA DEI GIOVANI: “Le dipendenze oggi non sono solo più quelle dalle sostanze, ma dalle fragilità. Dobbiamo rafforzare quello che il territorio offre, soprattutto nella chiesa che per prima si è occupata delle periferie umane, come chiesto da Papa Francesco. Cerchiamo di superare gli steccati che ci hanno isolato dagli altri, l’idea di essere migliori di altri. Il lavoro fondamentale è quello di prenderci cura del ‘sistema” uomo”.

FICT: “Importanza della formazione degli operatori. Pensare a questa per noi ha voluto dire proprio occuparci di chi si occupa, di chi cura. Negli anni ci siamo occupati molto delle cose pratiche, amministrative e burocratiche ma abbiamo perso la nostra centratura educativa: il nostro compito è stare con le persone, per costruire questo percorso formativo ci siamo concentrati sulla dimensione spirituale, siamo tornati lì. Abbiamo ripreso a stimolare gli operatori perché diventino a loro volta capaci di farlo nei loro contesti. Le persone così recuperano la voglia di stare insieme e il valore del lavoro che fanno”.

CDO – Opere Sociali: “Curare il tossicodipendente vuol dire anche accogliere, curare, aiutare il padre e la madre, i fratelli, i fidanzati; vuol dire seguire questa persona a lungo negli anni, aiutarlo a trovare lavoro, casa, affetti, sostenerlo, accompagnarlo, ‘rialzarlo’. Pertanto credo che è responsabilità nostra cercare di riporre all’attenzione della società, della Chiesa e di tutte le agenzie educative del ‘muto’ grido di aiuto che viene da queste persone che non sono più in grado di consumare sostanze, ma soprattutto di vivere la propria vita serenamente. Il metodo credo più efficace che possiamo usare, oltre alla sensibilizzazione sulla gravità dei fenomeni, è la testimonianza dei molti tentativi che le nostre comunità possono presentare di persone accolte, curate ed accompagnate nel proprio dramma”.

Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII: “Uscire dai nostri luoghi sicuri per esserci, per condividere, per creare relazioni. L’azione educativa è reciproca, siamo continuamente educati dalle persone con le quali condividiamo la vita, e in queste azioni il linguaggio è fondamentale. Dalle interviste che abbiamo fatto tra i nostri ragazzi, la mancanza di speranza è la base della dipendenza, tutti sono alla ricerca della ‘ricetta’ che risolva il problema. Molti di loro non sentono di essere in relazione con i loro familiari. Da sottolineare è la relazione è il bisogno centrale della nostra vita, viviamo sempre questo bisogno autentico. La cura della relazione perché è il cuore della vita delle comunità”.

Comunità Emmanuel: “‘Accogliere e condividere’ e mettere ‘Vita con vita”’sono divenuti due motti che da quasi quarant’anni sospingono e orientano i volontari a uscire da culture individualistiche e da contesti ristretti, per aprirsi alle relazioni e incontrare le persone sin nelle periferie e nei luoghi della povertà e dell’emarginazione, per ascoltare e condividere i bisogni e le domande delle comunità locali e della società, impegnandosi per costruire insieme agli altri modelli di sviluppo e qualità della vita sostenibili, solidali e inclusivi. È così che dalla prima casa di accoglienza di Lecce, la Comunità si è messa in cammino per tutta la Puglia e in altre regioni d’Italia, per poi spargersi sino al Lussemburgo, all’Albania e all’Equador, aprendo tanti altri luoghi di accoglienza, cura e promozione delle persone”.

 

 

Giornata mondiale contro la droga, la testimonianza di Salesiani per il Sociale APS al convegno del Tavolo Ecclesiale Dipendenze

Si svolgerà il 21 giugno, dalle ore 10 alle ore 13, il convegno annuale del Tavolo Ecclesiale Dipendenze, sul tema della speranza. Il TED, di cui Salesiani per il Sociale APS è parte, vuole dare una testimonianza di quanto si fa nelle comunità ogni giorno per riaccendere la speranza nelle persone: per questo, la comunità Soggiorno Proposta di Ortona, socio di Salesiani per il Sociale APS, farà una testimonianza. Racconterà la sua storia trentennale, fatta da un percorso terapeutico caratterizzato dallo spirito educativo salesiano.  

l Tavolo Ecclesiale Dipendenze, in occasione della Giornata Internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe del 26 giugno, organizza il proprio seminario annuale sul tema della speranza.  L’uso smisurato di farmaci e l’assunzione sempre più estesa di droghe sono il sintomo di una società in grave difficoltà che non sa trovare la strada della propria guarigione. Nell’esperienza quotidiana sulla strada, nella condivisione delle storie di molte persone fragili e schiacciate dalla vita, incontriamo tanta disperazione, tanta solitudine. La vita nelle comunità terapeutiche e nei nostri servizi, però, ci racconta anche un’altra storia, fatta di incontro, di ascolto e soprattutto di relazioni. Attraverso di esse si può riaccendere la speranza.

Nel seminario verranno presentate alcune storie di speranza riaccesa e di vita ritrovata. Su questo tema nel prossimo autunno organizzeremo la seconda edizione dell’Open Day delle Comunità.

Iscrizioni:
Ci si può iscrivere online al link https://iniziative.chiesacattolica.it/LiberareLaSperanza

Pizzoratorio, un’opportunità per i ragazzi della comunità per minori di Torre Annunziata

“Ai giovani, soprattutto quelli più fragili, non va trovato solo un lavoro ma vanno anche educati a quel lavoro investendo sulle loro passioni”. Sono le parole di don Antonio Carbone, vice-presidente di Salesiani per il Sociale, e attuale coordinatore delle comunità per minori Mamma Matilde e Peppino Brancati di Torre Annunziata.

Qui ogni anno arrivano minori fragili, in stato di abbandono o con situazioni problematiche all’interno della famiglia di origine. Grazie all’impegno e alla passione di educatori e operatori vengono seguiti nel loro percorso scolastico, formati al mondo del lavoro e accompagnati nel diventare adulti responsabili.

Come Pasquale che grazie alla comunità sta inseguendo il suo sogno di aprire una pizzeria. “Anche se all’inizio è stato difficile inserirsi, oggi la comunità è la mia seconda famiglia. In casa siamo in otto, il più piccolo ha 9 anni e il più grande 18: c’è chi va a scuola, chi lavora e chi, come me partecipa a dei corsi di formazione. Una delle cose più belle della vita di comunità è ridere e scherzare insieme agli operatori ma anche insieme ai coordinatori e ai sacerdoti che ci stanno molto vicino. Ogni mattina vado a Napoli per il laboratorio da pizzaiolo mentre il pomeriggio sono impegnato con i ragazzi dell’oratorio. Il mio sogno è quello di aprile una pizzeria, so che è un lavoro molto impegnativo e faticoso ma è la mia passione!”.

Per dare sempre più opportunità lavorative a giovani come Pasquale, l’associazione “Piccoli passi grandi sogni” (che coordina queste due comunità) ha ideato un nuovo progetto chiamato “Pizzoratorio”, un laboratorio formativo allestito nei locali dell’Oratorio salesiano: un centro di formazione che permetterà ai partecipanti di acquisire una qualifica professionale da pizzaiolo.

“Ci troviamo in un territorio dove tante sono le difficoltà e difficili sono anche le prospettive di lavoro e di impegno” dice Don Antonio Carbone. “Vogliamo impegnarci perché nessun ragazzo resti escluso, allora ecco il sogno di realizzare questo laboratorio che permetterà a molti ragazzi di avviarsi ad un futuro migliore”. Il progetto ha già ricevuto il sostegno di Salesiani per il Sociale e della Fondazione Don Bosco nel mondo.