Inaugurazione anno accademico Istituto Teologico San Tommaso di Messina

Il 25 settembre con la solenne celebrazione eucaristica presieduta da Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Accolla, Arcivescovo di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela e membro del Consiglio di Direzione dell’ITST, è stato ufficialmente inaugurato l’anno accademico 2024-2025 dell’Istituto Teologico San Tommaso di Messina.

Don Giovanni Russo, direttore dell’Istituto Teologico e della Scuola Superiore di Bioetica e Sessuologia, unite all’UPS di Roma, nel saluto iniziale ha espresso un profondo benvenuto e ringraziamento ai presenti e, in modo particolare, a Monsignor Accolla per aver presieduto l’Eucaristia inaugurale.

Durante l’omelia, Monsignor Accolla ha sottolineato l’importanza di un approccio sempre più profondo e dialogico allo studio della teologia, evidenziando come oggi, più che mai, sia necessario che la riflessione teologica dialoghi con le sfide complesse che il mondo contemporaneo sta affrontando.

Inoltre, l’arcivescovo ha invitato studenti e docenti a considerare lo studio della teologia non solo come un percorso accademico, ma come un’occasione per rispondere con saggezza e fede alle questioni del nostro tempo.

Durante la Santa Messa, i docenti hanno emesso la loro Professione di fede, un momento solenne che sancisce il loro impegno nell’insegnamento teologico secondo i principi della fede cattolica.

A conclusione della celebrazione, Monsignor Accolla ha esortato tutti a coltivare una fraternità viva, fondata sulla conoscenza di Cristo, che deve rimanere il centro e il punto di riferimento di ogni percorso di studio e di vita.

L’inizio delle lezioni per il nuovo anno accademico è previsto per oggi. Con la speranza che questo percorso formativo continui a generare frutti di conoscenza, fede e servizio alla comunità.

Italia – Una formazione tecnica per il personale dell’Ufficio di Pianificazione e Sviluppo dell’Ispettoria ucraina

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Lunedì 23 settembre 2024 è iniziata a Roma la formazione tecnica per il personale dell’Ufficio di Pianificazione e Sviluppo (PDO, in inglese) della Visitatoria “Maria Ausiliatrice” dell’Ucraina greco-cattolica (UKR), che ha sede a Leopoli.

La formazione rientra nell’ambito del progetto portato avanti dagli enti salesiani italiani attivi nella solidarietà internazionale – “Fondazione DON BOSCO NEL MONDO” (con sede a Roma), “Fondazione Opera Don Bosco onlus” (Milano), “Fondazione Opera Don Bosco nel Mondo” (Lugano, afferente all’Ispettoria dell’Italia Lombardo-Emiliana – ILE), “Missioni Don Bosco” (Torino), e “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” (VIS – Roma) – che, poco dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, si sono uniti per fornire un supporto concreto ai Salesiani rimasti sul campo accanto alla popolazione.

Il percorso durerà due settimane e si svilupperà in tre tappe. Il personale del PDO svolgerà la prima parte di formazione presso il VIS a Roma per poi spostarsi dapprima a Torino, in visita a Missioni Don Bosco, e poi a Milano, presso la sede della Fondazione Opera Don Bosco onlus.

La formazione, che toccherà gli ambiti progettuale, amministrativo, quello sulla sicurezza, risorse umane e comunicazione, sarà alternata da incontri e visite che saranno una importante occasione per i partecipanti per approfondire la loro conoscenza del mondo salesiano.

L’avvio della formazione, tenutosi presso la sede del VIS nella giornata di lunedì 23 settembre, è stato dato da don Luca Barone, Consigliere del VIS, affiancato da Alberto Rodríguez, Presidente della Fondazione DON BOSCO NEL MONDO e da don Jose Joseph Marottiyakulam, Referente del PDO presso la Congregazione salesiana.

Tra i destinatari della formazione ci sono anche l’Economo Ispettoriale di UKR, don Ivan Mazurkevych, e alcuni membri dello staff del VIS attivi in Ucraina.

Giornata della Meraviglia, invito dell’associazione “Per far Sorridere il Cielo”

L’Associazione “Per far Sorridere il Cielo” – Claun il Pimpa – Odv, che nasce con l’obiettivo di prendersi cura di bambini che hanno subito traumi fisici e psichici in conseguenza di una guerra vissuta o che stanno ancora vivendo, e in collaborazione a numerose associazioni italiane e estere, che condividono il medesimo obiettivo, organizza la “Giornata della Meraviglia”. Questo progetto nasce per sensibilizzare tutti quanti sul fatto che ogni bambino debba poter godere del dono grande della Meraviglia, così da poter crescere esercitando la propria curiosità ed esprimendo la propria fantasia. 

Tutto questo purtroppo è negato ai bimbi che vivono la guerra, che spesso hanno come unico loro orizzonte le macerie dei conflitti. Tener viva la Meraviglia del Bambino fa sì che egli stesso possa andare oltre le macerie così da immaginare un mondo quantomeno diverso, alternativo alla desolata distruzione che quotidianamente lo circonda, convinti che: “un Bimbo a cui regali Meraviglia, sarà portatore sano di Pace.”

Il 13 ottobre 2024 la Giornata della Meraviglia si terrà in Italia e, a partire dal 13 ottobre, nel mondo con una particolare attenzione alle zone di guerra. 

A tal proposito proponiamo anche a tutti gli Enti del Terzo Settore di unirsi alla “Giornata della Meraviglia” e nella settimana entrante la domenica 13 ottobre, o il 13 ottobre stesso, di disegnare una Meraviglia che possa simbolicamente aiutare una delle 12 Fatiche dei Bimbi della Guerra presenti nel Manifesto delle 12 Fatiche de noi creato. 

Con questo semplice laboratorio vogliamo innanzitutto far disegnare e colorare a tutti la propria “Meraviglia” che poi donerà simbolicamente ai Bimbi della guerra.

Il tutto è raccontato in questo video:  https://youtu.be/BI-DnVVWzeU              

Quest’anno la fatica su cui porteremo una riflessione particolare sarà il “NO GIOCO”.

Come aderire alla Giornata della Meraviglia: 

 – Adesione della Sede del Terzo Settore tramite apposita mail di iscrizione:  Info@giornatadellameraviglia.it con:

  • Nome della organizzazione o delle organizzazioni aderenti con indirizzo, data e ora dello svolgimento del laboratorio nel caso fosse aperto al pubblico.
  • Nominativo Referente

 – Visione in Sede, con la guida di un operatore , del “Manifesto delle 12 fatiche dei Bimbi della guerra” e se possibile del video del Claun il Pimpa, nel quale viene spiegato il manifesto delle 12 fatiche: 

 – Elaborazione del disegno di una Meraviglia che aiuti la dodicesima fatica del Manifesto, quella di “Non poter giocare” (ognuno potrà produrre un disegno personale da inserire all’interno del file inviato);

 – Dopo una riflessione con gli operatori, saranno invitati tutti insieme a proporre una soluzione di pace da scrivere nel file del disegno sulla dodicesima fatica.

I disegni potranno essere fotografati singolarmente ed inviati in una cartella zippata, indicando la sede al seguente indirizzo email: info@giornatadellameraviglia.it  entro giovedì 10 ottobre 2024. (Sui disegni, per la legge sulla privacy, è possibile esclusivamente apporre il nome.)

Vi alleghiamo inoltre il link della “Canzone della Meraviglia” così da poterla cantare e concludere la giornata in modo Meraviglioso. Tutti i disegni realizzati saranno esposti in modalità video in occasione dell’evento conclusivo della Giornata della Meraviglia, che si terrà il 13 ottobre 2024 in più di 100 piazze in Italia. (info piazze su www.giornatadellameraviglia.it)

 

Argentina – Radio Manantial presenta il podcast “Siamo un sogno vivente”

Dall’agenzia ANS.

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Formosa, Argentina – settembre 2024 – Quante vite sono state ispirate dal sogno di Don Bosco? È incalcolabile il numero delle persone il cui cammino è stato segnato per sempre dal carisma salesiano. Questa produzione di Radio Manantial, l’emittente radiofonica salesiana situata a Formosa, in Argentina, appartenente all’Ispettoria dell’Argentina Nord (ARN), cerca di far conoscere quelle esperienze di vita trasformate da Don Bosco. Nel corso degli episodi si può conoscere la storia di persone provenienti da tutto il mondo che dedicano il loro tempo a lavorare in diversi ambiti della Famiglia Salesiana. Il podcast nasce dall’esigenza di riflettere in modo attraente e accessibile sul tema della Strenna 2024 del Rettor Maggiore, oltre a servire da ispirazione e motivazione per tutti. “Siamo un sogno vivente” ha già cinque episodi in cui si può trovare di tutto, dalla storia di Franco, un giovane medico di Corrientes che ha fatto volontariato in Angola, a quella di María Laura, una giovane donna che lavora in comunità all’Avana, Cuba. Trovate gli episodi su Spotify attraverso il seguente link:

https://open.spotify.com/show/1DNlhfDbFt0FxusUKbX4OA?si=c3c119cfab9944a6

Ogni due giorni una nuova storia!

RMG – 100 anni di santità salesiana all’ombra di Maria: l’8 settembre 2024 in Slovenia e Slovacchia

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Don Bosco è stato un grande innamorato della Madonna e il “filo” della sua presenza, forte e discreta, di mamma, maestra e ausiliatrice, non è mai venuto meno per ciascuno dei suoi figli. Non deve dunque meravigliare che anche tanta santità salesiana sia intessuta di profondissimi legami con Maria: ogni Servo o Serva di Dio, ogni beato e santo della Famiglia Salesiana intrattiene con lei un legame speciale, alcune volte totalizzante, come è stato per don Silvio Galli, SDB, o suor Antonietta Böhm, FMA. Questo 2024 è contraddistinto anche da due anniversari direttamente connessi ad alcune figure di santità salesiana: quelli del Santuario di Maria Ausiliatrice a Lubiana-Rakovnik, consacrato l’8 settembre 1924, e quello dell’arrivo nel 1924 dei Salesiani presso il Santuario mariano nazionale di Šaštín, in Slovacchia, dedicato all’Addolorata.

Questi eventi incisero in modo determinante su alcuni giovani le cui Cause sono oggi seguite dalla Postulazione: quella del Servo di Dio don Andrej Majcen (sloveno, missionario in Oriente) e quella del Beato don Titus Zeman (slovacco, martire per le vocazioni). Ad unirle, la figura umile e discretissima del Venerabile don Ignác Stuchlý, legato a entrambi e uomo di collegamento tra territori diversi – Polonia, Boemia, Moravia, Slovacchia, Slovenia, Italia – e che fu presente a Rakovnik il giorno dell’inaugurazione del Santuario, a cui aveva contribuito con grandi sforzi.

In particolare, il cammino salesiano del giovane Andrej Majcen cominciò proprio l’8 settembre di 100 anni fa e a Rakovnik, nei giorni scorsi, i salesiani lo hanno ricordato attraverso iniziative diverse – soprattutto la Messa Solenne di consacrazione del nuovo altare, presieduta da parte del Vescovo di Murska Sobota, Mons. Peter Štumpf.

Nella notte tra il 7 e l’8 settembre 1924, a poche ore dall’inaugurazione del santuario, Andrej Majcen, fino a poco prima maestro presso i Salesiani di Radna, muoveva i primi passi nella vita salesiana. Egli avrebbe iniziato poco dopo il noviziato e il santuario di Rakovnik sarebbe restato un forte punto di riferimento nella sua vita: sia al momento del distacco dalla patria per partire per le missioni, quando il suo ultimo sguardo fu ancora una volta tutto per il Santuario e Maria; sia da anziano, quando vi divenne confessore ricercatissimo, uomo di Dio stimato anche dal vescovo, che gli mandava sacerdoti in crisi. Quando un Superiore aveva voluto capire se poter ammettere Andrej al noviziato, gli aveva semplicemente chiesto se amasse la Madonna: “Ami Maria?”. “Sì”. “Allora puoi entrare in noviziato”.

Un legame tutto speciale con la Vergine fu anche quello di Titus Zeman e, quasi in simultanea all’evento a Ljubljana-Rakovnik, in Slovenia, domenica scorsa, 8 settembre 2024, alle ore 11, i salesiani della Slovacchia hanno fatto memoria del centenario del loro arrivo in Slovacchia con una Messa Solenne nel Santuario di Šaštín, presieduta dal Nunzio Apostolico nel Paese, Mons. Nicola Girasoli, alla presenza anche del Vicario del Rettor Maggiore.

Nella primavera del 1925, quindi a pochi mesi dall’arrivo dei salesiani in Slovacchia, il piccolo Titus, che all’epoca aveva 10 anni, era malato. Quell’anno avrebbe tanto voluto unirsi ai pellegrini che si recavano a Šaštín ma, impossibilitato, volle vivere il pellegrinaggio come “cammino interiore”, affidandosi a Maria: quando i pellegrini ritornarono, egli chiese al papà di prenderlo in braccio e portarlo sulla soglia di casa, per partecipare della benedizione e della grazia del pellegrinaggio. Gli bastò qualche istante, quindi chiese di essere riportato in casa. In quel momento, con tanta fede, Titus ottenne la grazia della guarigione.

Egli infatti “tornò miracolosamente in buona salute e dopo questa guarigione divenne del tutto immune a tutte le malattie”. In quel miracolo di Maria trovò inoltre la sua stessa vocazione salesiana: “la Madonna mi ha guarito!” sapeva Titus.

“I salesiani abitano nella casa di Maria [a Šaštín], allora anche io diventerò Salesiano” sosteneva, inoltre. E quando il Direttore dei Salesiani di Šaštín gli disse: “Tu sei ancora piccolo, non ce ne abbiamo di piccoli come te, qui. Fa freddo, il convento è situato in una palude e ci laviamo ogni giorno con l’acqua fredda. Quando piangerai e vorrai andare dalla mamma, che faremo?”, Titus semplicemente gli rispose: “Che cosa dice? Io so bene che la mamma terrena non ci sarà, ma qui c’è la madre di tutte le madri – la Santa Vergine Maria Ausiliatrice – e lei mi farà da madre!”.

All’ombra di Maria e del suo manto sono dunque fiorite queste vocazioni, ed è significativo come in entrambi i casi la Vergine abbia donato ai salesiani, non appena essi le abbiano dedicato una chiesa o abbiano abitato nei pressi di essa, una vocazione santa direttamente connessa ad altre vocazioni: don Titus Zeman salverà sotto il comunismo numerosi chierici salesiani, arrivando poi ad affermare che se anche uno solo di essi fosse divenuto sacerdote al posto suo non sarebbe stato invano; don Andrej Majcen fu maestro dei novizi in Vietnam, gettando le basi della Congregazione in quelle terre, sino ad essere chiamato il Don Bosco del Vietnam.

Lodovica Maria Zanet,
Postulazione Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana
 

Brasile – Iniziato l’Incontro Continentale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani d’America

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Aparecida) – È iniziato lunedì 9 settembre ad Aparecida do Norte, nello Stato di Aparecida, in Brasile, l’Incontro Continentale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani d’America. L’evento è organizzato dalla Rete America Sociale Salesiana (RASS) e dalla Rete Salesiana del Brasile (RSB), con l’obiettivo centrale di promuovere il lavoro in rete delle opere e dei servizi sociali salesiani per i giovani e le comunità in situazioni di vulnerabilità ed esclusione in America, affrontando le realtà giovanili e la sostenibilità carismatica dei processi necessari ai loro bisogni. In secondo luogo, l’evento permette anche di celebrare i 25 anni di azione della RASS.

I partecipanti all’incontro sono arrivati a San Paolo nella giornata di domenica 8 settembre, pieni di aspettative per l’indomani. Poi, lunedì 9, la mattinata è iniziata con un momento di preghiera che ha messo sul tavolo il tema del “Lavoro in Rete”, ed è proseguito con i discorsi di benvenuto di don Rafael Bejarano, del Settore per la Pastorale Giovanile salesiana, e dai saluti di apertura di varie personalità, quali il Consigliere per la Regione Interamerica, don Hugo Orozco; il Consigliere per la Regione America Cono Sud, don Héctor Gabriel Romero; del Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Miguel Ángel García Morcuende; della Figlia di Maria Ausiliatrice Delegata presso l’Ufficio dei Diritti Umani di Ginevra, suor Sarah Garcia; e dei Rappresentanti dell’Azione Sociale Salesiana in Brasile, suor Adriana Gomes e don Felipe Bauziére.

Successivamente le due reti RASS e RSB sono state poi presentate dai rispettivi Direttori, don Alex Figueroa (RASS), suor Silvia Aparecida da Silva (RSB) e don Sérgio Augusto Baldin Júnior (RSB); e sono stati poi riletti e ricordati gli accordi di Torino scaturiti dal Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani tenutosi nell’ottobre 2022 a Torino-Roma.

Dopo la pausa, don García Morcuende ha guidato la prima conferenza della giornata, portando riflessioni sul tema “Realtà giovanile – Cosa dice la Congregazione?”. Dopo la conferenza il Consigliere Generale ha condiviso i suoi desideri per le azioni delle Opere Sociali Salesiane nel continente: “In primo luogo, che le Ispettorie siano in grado di comunicare l’importanza di lavorare con i giovani più poveri […]. In secondo luogo, un maggiore senso di appartenenza alla rete, della consapevolezza che siamo tutti sulla stessa barca, che abbiamo progetti simili, difficoltà simili e un contesto globale a cui tutti dobbiamo prestare ascolto perché è molto impegnativo. In terzo luogo, è importante generare qui linee di azione concrete, operative, reali, affinché le reti siano forti. È bene fare analisi, ma dobbiamo poi metterle in pratica”.

La seconda conferenza è stata una continuazione della prima, e ha portato al centro del dibattito i contributi del professor Maurício Perondi dell’Università Federale di Rio Grande do Sul, sul tema “Realtà giovanili dell’America – Cosa dice l’accademia?”. È stato così gettato uno sguardo più accademico sulle realtà giovanili rispetto alla visione più salesiana affrontata da don García Morcuende, che ha permesso di ampliare le percezioni dei partecipanti sulle sfide attuali di bambini, adolescenti e giovani in situazioni di vulnerabilità sociale nel continente americano.

La Messa di chiusura della giornata è stata celebrata da don Juan Linares, con l’Ispettoria salesiana dell’Ecuador (ECU) incaricata della liturgia. La serata del primo giorno ha comportato anche un momento di celebrazione del 25° anniversario della Rete Salesiana America Sociale (RASS), ricco di scambi culturali e di gioia salesiana.

L’incontro continentale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani d’America si svolge dal 9 al 13 settembre presso il Centro per Eventi “Padre Vitor Coelho” di Aparecida do Norte.

Janaína Lima,
Analista de Comunicación de la Red Salesiana Brasil

Convegno Mondiale di Comunicazione Sociale “Shaping Tomorrow”: don Gildasio Mendes ai Delegati: “La vostra presenza è profetica”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Soddisfazione, gratitudine, entusiasmo, programmazione e futuro: è stato all’insegna di questi elementi che il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, don Gildasio Mendes, ha sintetizzato e concluso i lavori del Convegno Mondiale di Comunicazione Sociale “Shaping Tomorrow”, andato in scena nell’ultima settimana (1-7 agosto 2024) presso l’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma. Un appuntamento che ha segnato uno spartiacque nell’impegno salesiano per la comunicazione al servizio dell’educazione e dell’evangelizzazione dei giovani.

Ha ripetuto più volte e in più lingue “Cari amici”, il Consigliere Generale per la CS, nel dare il via al suo discorso conclusivo dell’evento: non solo un incipit tradizionale, ma una conferma del messaggio che stava per consegnare, quello, cioè, che riconosce il massimo valore comunicativo e la centralità alle persone. “I nostri Delegati per la Comunicazione sono il miglior tesoro in nostro possesso. Voi siete la parte più importante, e lo siete stati sin dall’inizio!” ha infatti aggiunto subito dopo.

“Lavoriamo insieme da molto tempo – ha proseguito – e come ricorderete, durante la pandemia di Covid-19, abbiamo dato inizia alla scuola di Comunicazione Sociale. Alcuni erano increduli, pensavano che le persone non avrebbero aderito, ma siamo andati avanti lo stesso. Ebbene, all’inizio di quel percorso io vi dissi che avremmo celebrato la fine di questa scuola di comunicazione a Roma, all’UPS, in estate. Ed eccoci qua, ora: siete venuti in oltre 100”.

“La vostra presenza – ha continuato – è profetica. Avete lasciato i vostri Paesi, fatto le valigie, lavorato per avere i visti, i fondi dalle comunità… Questo per me è il messaggio migliore della comunicazione!”.

Successivamente, ha voluto ripercorrere il cammino compiuto dal Settore per la Comunicazione Sociale negli ultimi anni, inserendo così i lavori di “Shaping Tomorrow” nel più ampio panorama di lavoro adottato. Pertanto, ha indicato i quattro assi fondamentali del lavoro portato avanti da lui stesso insieme ai suoi primi collaboratori (don Ricardo Campoli, don Harris Pakkam e don Maciej Makuła):

–        rafforzare, aver cura, dare priorità alle relazioni umane;

–        perseguire la formazione alla comunicazione dei salesiani e dei loro collaboratori, attraverso incontri online e in presenza;

–        favorire la strutturazione della CS nel mondo salesiano, attraverso lo sviluppo di un coordinamento per ogni Regione, gli incontri e i progetti nelle reti di comunicazione;

–        accompagnare la trasformazione digitale.

“Siamo molto orgogliosi di tutto questo” ha aggiunto, poi, con riferimento a quanto condiviso durante le giornate di Shaping Tomorrow. “Cercate di concretizzare a tutto quello che abbiamo ascoltato qui: due, tre progetti, non di più, ma che diano continuità a questo convegno”. E in tal senso, ha lanciato una proposta: che ogni Delegato di CS possa promuovere una seconda Scuola di Comunicazione organizzata a livello regionale o ispettoriale, coordinarne i lavori nei prossimi anni, attraverso incontri mensili, online o in presenza, e favorire così la diffusione delle competenze veicolate e la convergenza dell’azione salesiana nella comunicazione sociale.

Ancora, dopo aver ringraziato tutti gli organizzatori dell’evento – a partire da don Makuła e il suo “Dream Team” e proseguendo con le varie autorità dell’UPS – ha esortato i presenti a richiedere ai loro Superiori di considerare i corsi offerti dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’UPS, riconoscendo il loro valore formativo e i benefici che possono offrire per la missione salesiana.

“I giovani e i poveri devono stare sempre al centro della nostra comunicazione – ha ricordato in seguito –. Se lo faremo, prenderemo il nostro giusto ruolo nella Congregazione e nella storia. E già lo facciamo: state facendo un lavoro eccezionale!”.

Da ultimo, ha colto l’occasione per presentare tre diversi testi: il nuovo documento elaborato dal Settore “La comunicazione sociale a servizio della Missione Salesiana nella Chiesa”, che verrà consegnato al Capitolo Generale 29°, definito un testo “semplice, pratico, aggiornato, frutto del vostro lavoro, dei vostri contributi”, che contiene le basi bibliche della comunicazione, quelle teologiche e cristologiche, quella antropologiche, gli aspetti etici, il dialogo tra la comunicazione, l’evangelizzazione e il mondo digitale, il sistema che ispira la comunicazione, la metodologia del Delegato, l’amministrazione della comunicazione e tanto altro ancora.

E poi altri due volumi ancora: “Parallels 15 and 20”: un libro in inglese che costituisce un dialogo tra Don Bosco e neuroscienziati, fisici quantistici ed esperti di Intelligenza Artificiale, la cui prima copia è stata consegnata ad una giovane partecipante incinta; e “Come se vedesse l’invisibile”, dedicato a Don Bosco e relativo ai suoi sogni sui giovani, che è stato offerto ad una suora argentina attiva presso la comunità del Sacro Cuore a Roma.

In conclusione, il Consigliere Generale ha ricordato l’importanza di partecipare e diffondere il progetto del Settore del “Don Bosco Global Youth Film Festival” (DBGYFF), la cui finale è prevista nei giorni 17-18 ottobre 2024, e ha invocato su tutti la protezione e benedizione di Maria Ausiliatrice.

Al convegno ha partecipato anche una delegazione delle ispettorie italiane e dell’ufficio nazionale.

Sulle ALI della speranza

Pubblichiamo il messaggio del Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio.

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IL MESSAGGIO DEL VICARIO DEL RETTOR MAGGIORE, don Stefano Martoglio

Con molta semplicità, tranquillamente e in totale continuità, rimanendo nel mio servizio di Vicario, nei prossimi mesi supplirò il Rettor Maggiore portando la Congregazione al Capitolo Generale, il 29°, nel febbraio 2025.

Cari lettori,

mi accingo a scrivere queste righe con trepidazione perché, essendo un lettore del Bollettino Salesiano fin da quando ero bambino nella mia famiglia, ora mi trovo in una pagina diversa a dover scrivere nel primo articolo, quello riservato al Rettor Maggiore.

Lo faccio volentieri, perché questo onore mi permette di rendere grazie a Dio per il nostro Don Ángel, ora Cardinale di Santa Romana Chiesa, che ha appena terminato 10 anni di prezioso servizio alla Congregazione e alla Famiglia Salesiana, dopo la sua elezione al Capitolo Generale 27° nel 2014.

A distanza di 10 anni da quel giorno, ora è pienamente al servizio del Santo Padre, per quanto Papa Francesco gli affiderà. Noi lo portiamo nel cuore e lo accompagniamo con la preghiera riconoscente, per il bene che ci ha fatto, perché il tempo non diminuisce, ma rafforza la riconoscenza. La sua storia personale è un evento storico per lui, ma anche per tutti noi.

Il suo andare via, nel senso canonico per un servizio ancora più grande alla Chiesa, è un rimanere sempre con noi e dentro di noi.

In totale continuità

E adesso come Congregazione, e per estensione come Famiglia Salesiana, come andiamo avanti? Con molta semplicità, tranquillamente e in totale continuità. Il Vicario del Rettor Maggiore secondo le Costituzioni Salesiane ha anche il compito di sostituire, o supplire al Rettor Maggiore in caso di necessità. Così sarà, fino al prossimo Capitolo Generale.

Le Costituzioni Salesiane lo dicono in modo più organico e articolato, ma il concetto fondamentale è questo. Rimanendo nel mio servizio di Vicario nei prossimi mesi supplirò il Rettor Maggiore portando la Congregazione a Capitolo Generale, il 29°, nel febbraio 2025.

Questo sì è un compito impegnativo, per cui vi chiedo subito preghiere e invocazione allo Spirito Santo per esser fedeli al Signore Gesù Cristo, con il cuore di Don Bosco.

Mi chiamo Stefano

Prima di passare alle cose importanti, due parole per presentarmi: io mi chiamo Stefano, son nato a Torino, da una famiglia tipica della nostra terra; figlio di un papà exallievo salesiano, che ha voluto mandarmi alla stessa scuola dove era passato lui ai suoi tempi, e di una mamma maestra, anche lei exallieva di una scuola cattolica. Da loro ho ricevuto la vita e la vita di fede, semplice e concreta. Così siamo cresciuti io e mia sorella, siamo solo due.

I miei genitori sono già in cielo, nelle mani di Dio, e si faranno dei grandi sorrisoni a vedere le cose che capitano al loro figlio…commenteranno sicuramente: dun Bosch tenje nà man sla testa! (Don Bosco tienigli una mano sulla testa!)

Salesianamente parlando, son stato sempre parte dell’Ispettoria salesiana del Piemonte-Valle d’Aosta, fin a quando al CG27 mi è stato chiesto di coordinare la Regione Mediterranea (tutte le realtà Salesiane intorno al Mar Mediterraneo, sui tre continenti che vi si affacciano, ma includendo anche il Portogallo ed alcune aree dell’est Europa).

Un’esperienza salesiana bellissima, che mi ha trasformato, rendendomi internazionale nel modo di vedere e sentire le cose. Il CG28 ha fatto il secondo passo, chiedendomi di diventare Vicario del Rettor Maggiore, e qui siamo! 10 anni a fianco di Don Ángel imparando in questi anni a sentire il cuore del mondo, per una Congregazione che è veramente diffusa su tutta la terra.

Il futuro prossimo

Il servizio di questi mesi prossimi, fino al febbraio 2025 è quindi di accompagnare la Congregazione al prossimo Capitolo Generale, che si celebrerà a Torino-Valdocco dal prossimo 16 febbraio 2025.

Cari amici, il Capitolo Generale è il momento più alto ed importante della vita della Congregazione, in cui si raduno i rappresentanti di tutte le Ispettorie della Congregazione (stiamo parlando di più di 250 confratelli) essenzialmente per tre cose: conoscersi, pregare e riflettere per “pensare il presente ed il futuro della congregazione” ed eleggere il prossimo Rettor Maggiore e tutto il suo Consiglio.

Un momento quindi molto importante che il nostro Don Ángel ha indirizzato nella riflessione sul tema “Appassionati di Gesù Cristo e dedicati ai giovani”.

Questo tema che il Rettor Maggiore ha scelto per la Congregazione si articolerà in tre aspetti diversi e complementari: la centralità di Cristo nella nostra vita personale, la consacrazione religiosa; la dimensione della nostra vocazione comunitaria, nella fraternità e nella corresponsabilità laicale a cui è affidata la missione; gli aspetti istituzionali della nostra congregazione, la verifica dell’animazione e del governo nell’accompagnare la Congregazione. Tre aspetti per un unico tema generativo.

La nostra Congregazione ha molto bisogno di vivere questo Capitolo Generale, che viene dopo tante vicende che tutti ci hanno toccato. Pensate che lo scorso Capitolo Generale è stato celebrato a ridosso della Pandemia, e proprio dal Covid è stato anticipatamente chiuso.

Costruire la Speranza

Celebrare un Capitolo Generale è celebrare la Speranza, costruire la Speranza tramite le decisioni istituzionali e personali che consentono di proseguire il “sogno” di Don Bosco, di dargli presente e futuro.

Ogni persona è chiamata ad esser un sogno, nel cuore di Dio, un sogno realizzato.

Nella tradizione salesiana, c’è quella bella frase che Don Bosco disse a Don Rua, richiamato a Valdocco per prendere concretamente il posto di Don Bosco: “Hai fatto Don Bosco a Mirabello. Adesso lo farai qui, all’Oratorio”.

Questo è ciò che veramente conta: “Essere Don Bosco oggi” ed è il dono più grande che possiamo fare a questo mondo.

Il Rettor Maggiore raccontato da chi lo conosce bene: alcune testimonianze

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Madrid) – In vista della fine del mandato del Rettor Maggiore – prevista per il prossimo 16 agosto 2024, secondo quanto indicato dal Santo Padre Francesco – diverse personalità della Famiglia Salesiana stanno condividendo le loro testimonianze personali sul Cardinal Ángel Fernández Artime. Ecco di seguito come si sono espressi tre salesiani spagnoli che ben conoscono il X Successore di Don Bosco, e cioè il Consigliere per la Regione Mediterranea, don Juan Carlos Pérez Godoy, il Superiore dell’Ispettoria Spagna-San Giacomo Maggiore (SSM), don Fernando García, e il Superiore dell’Ispettoria Spagna-Maria Ausiliatrice (SMX), don Fernando Miranda.

Così parla il primo dei tre, don Pérez Godoy, Consigliere Regionale:

“Se devo fare una valutazione di questi anni di Rettorato di don Ángel e del mio rapporto con lui, devo iniziare ringraziando il Signore per il dono che la sua persona, come Rettor Maggiore, ha significato per la Congregazione. Nei miei anni da Ispettore a Madrid mi sono sempre sentito molto accompagnato. È stato un Rettor Maggiore, almeno nella mia esperienza, molto vicino agli Ispettori. E lo è stato sia dal punto di vista del rapporto personale, sia per la capacità di creare di spazi, come l’incontro a metà del sessennio, che permettano questa vicinanza e l’accompagnamento degli Ispettori. In seguito, ho avuto la grazia di collaborare con lui come membro del Consiglio Generale.

Mi sono sempre sentito libero di esprimere la mia opinione sui diversi temi, perché lui crea un clima che incoraggia tale atteggiamento. Apprezzo la sua grande determinazione nell’affrontare alcune questioni delicate che la Congregazione doveva risolvere e che grazie a lui – a mio avviso – sono state risolte. Ammiro il suo cuore salesiano che ha sempre al centro i giovani, la sua capacità di lavoro, di relazione, la sua disponibilità e la semplicità, il suo amore per la Chiesa e, in particolare, per il Papa; il suo amore per i confratelli e la sua visione del presente e del futuro della Congregazione in relazione a temi come i giovani più bisognosi, la corresponsabilità con i laici e la nostra identità salesiana, in particolare quella di noi salesiani consacrati. Senza dubbio è stato un grande dono per la Congregazione e per tutta la Famiglia Salesiana”.

Gli fa eco, da parte sua, don García, Ispettore SSM:

“Conservo un ricordo molto vivo dei giorni in cui si svolgeva il Capitolo Generale 27°: in modo per me inaspettato, il nome di Ángel venne fuori nelle conversazioni sul possibile Rettor Maggiore. Ho vissuto la sua nomina con emozione e con quell’atmosfera familiare che tanto ci caratterizza quando parliamo del successore di Don Bosco.

Senza dubbio, il mio ricordo più intenso con lui si colloca in quel giorno in cui ricevetti la sua chiamata in cui mi chiese di assumere il servizio di Ispettore. In quel momento, e in tanti altri, ho trovato in lui confidenza e vicinanza, ascolto e familiarità. Il mio sentimento è di gratitudine per questi anni, e di fiducia per il nuovo servizio che ora svolgerà per la Chiesa”.

Conclude, infine, don Miranda, Ispettore SMX:

Penso che Ángel, nel suo periodo di servizio alla Congregazione come Rettor Maggiore, abbia affrontato situazioni particolarmente impegnative e difficili. E di fronte ad esse è stato coraggioso e fedele al carisma.  Non sono state decisioni prese alla leggera e senza discernimento. Inoltre, ha portato semplicità nei rapporti, vicinanza ai giovani e ai salesiani. Personalmente, come Ispettore, mi sono sentito ascoltato e accompagnato da lui, soprattutto in alcuni momenti specifici del servizio ispettoriale.

Apprezzo molto e credo che faccia bene anche al nostro carisma il valore e l’affetto che ha dato alla Famiglia Salesiana, aiutando noi SDB a riscoprire il legame carismatico che ci caratterizza. Sono anche grato per il suo sguardo e il senso di fede di fronte alle diverse situazioni che dobbiamo affrontare e che ci sfidano come istituzione. Almeno, questo è ciò che ho scoperto nei suoi interventi, soprattutto nelle Strenne. E chiedo al Signore e a Maria Ausiliatrice di aver cura di lui e di continuare ad accompagnarlo nel suo nuovo servizio”.

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RMG – Pubblicato un nuovo numero di “Ricerche Storiche Salesiane”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – È stato pubblicato il numero 82, relativo al semestre gennaio-giugno 2024, di “Ricerche Storiche Salesiane” (RSS), la rivista semestrale di storia religiosa e civile, pubblicata dall’Istituto Storico Salesiano (ISS). Come sempre, tanti sono i contributi rilevanti e di spessore, per appassionati e non.

La rivista accoglie, nel settore STUDI di questo numero, quattro saggi:

Il primo contributo è di Ana Martín García che tratta: “Dalla narrazione, all’immagine, all’immaginario salesiano: l’iconografia del Sogno dei Nove Anni di Don Bosco nelle arti visive”. In occasione del Bicentenario del Sogno dei Nove Anni di Don Bosco, questo articolo approfondisce la storia e l’iconografia di questo avvenimento (1824). La scena è stata ufficialmente costituita tra la beatificazione (1929) e la canonizzazione (1934), periodo in cui stata rappresentata per la prima volta nelle arti. Pertanto, l’obiettivo principale di questa ricerca è l’analisi dell’inizio e dell’evoluzione della rappresentazione iconografica del sogno nelle arti visive. L’interesse di questo studio risiede nel fatto che queste immagini formulano una parte importante dell’essenza dell’immaginario salesiano: le opere sono incorporate nel campo della cultura visuale come elementi efficaci per la narrazione e la configurazione dell’identità visiva della vita del santo.

Segue la ricerca della storica Grazia Loparco: “I collegi delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia tra continuità e cambiamenti”. Lo studio, presentato in due parti, riguarda i collegi delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) in Italia. Come istituzione educativa tipica per l’educazione delle ragazze nel XIX e metà del XX secolo, i numerosi collegi contribuirono alla diffusione dell’istruzione femminile. Essi andavano incontro alle esigenze delle famiglie e alle difficoltà poste dalla mobilità per raggiungere le scuole. Per la Chiesa costituirono ambienti educativi preziosi e diffusi sul territorio, per non disperdere la fede in tempi di profondi cambi culturali. L’analisi delle fonti ricostruisce la vita e l’offerta formativa tipica dello spirito salesiano per preparare madri e maestre cristiane in grado di esercitare un influsso in famiglia e nella società avviata alla secolarizzazione. Nella valutazione di quest’opera, tra le molte altre promosse dalle FMA, resta il fatto che nella loro comprensione i collegi esprimevano in modo più compiuto l’educazione integrale secondo il Sistema Preventivo, preparando le educande alle responsabilità della vita adulta.

Il terzo articolo, di Paolo Pieraccini, presenta: “Don Antonio Belloni e gli orfani di Palestina (1863-1890). Un’opera di beneficenza troppo a lungo ignorata, propedeutica all’approdo dei Figli Di Don Bosco in Terra Santa (15 Giugno 1891)”. Don Antonio Belloni iniziò la sua attività educativa e assistenziale nell’area di Betlemme nel 1863.  Egli dovette presto far fronte a complicazioni di ogni genere, prima fra tutte quella di reperire adeguate risorse per garantire strutture e servizi educativi adeguati a un numero sempre più cospicuo di giovani assistiti. Fin dal 1869 iniziò ad accarezzare il progetto di cedere il suo orfanotrofio a qualche solida congregazione religiosa cattolica, che avrebbe potuto farsene carico molto meglio di un semplice prete privo di protezioni politico-religiose, di adeguate risorse finanziarie e di coadiutori capaci e numerosi. Solo verso la fine dell’ottavo decennio dell’Ottocento maturarono le condizioni che permisero a Belloni di realizzare il progetto di affidare le sue istituzioni ai salesiani: innanzitutto la morte di Don Bosco (gennaio 1888) – che si era sempre mostrato titubante a rispondere ai reiterati inviti di Belloni stesso – e quella del patriarca latino di Gerusalemme Vincenzo Bracco (giugno 1889), che non gradiva l’arrivo dell’ennesima ingombrante congregazione religiosa in diocesi.

Questo settore si chiude con l’articolo di don Thomas Anchukandam, SDB: “José Luis Carreño Etxeandia Sdb – Un modello missionario salesiano in un contesto pluralista e globalizzato”. José Luis Carreño Etxeandìa SDB raggiunse l’India nel giugno del 1933 e, grazie alle sue doti di natura e di grazia, si dimostrò uno dei missionari più intrepidi e creativi che abbiano mai raggiunto un Paese noto per il suo contesto multiculturale e plurireligioso. Grazie al duro lavoro e all’impegno, si dimostrò l’architetto di quello che sarebbe diventato il Campus del Sacro Cuore a Tirupattur, la culla dei salesiani nell’India meridionale. Ma soprattutto, grazie alla sua apertura di cuore e di mente, don Carreño riuscì a stringere amicizia e a conquistare l’affetto e la collaborazione della popolazione, di cui solo una minima parte professava la fede cristiana. Inoltre, sebbene il termine “missionario” sia spesso associato a coloro che predicano il proprio credo religioso per convertire gli altri alla propria fede, già nel periodo precedente al Concilio Vaticano II, don Carreño, attraverso i suoi sforzi di dialogo pratico, dimostrò di essere un missionario di stampo post-conciliare. Il presente studio è un tentativo di presentare questo grande Figlio di Don Bosco a un pubblico più ampio, anche se la Congregazione Salesiana continua a muoversi in nuovi territori di missione e quindi è chiamata ad affrontare nuove e sempre diverse sfide culturali e sociali. In verità, don Carreño, attraverso la sua vita e le sue attività, ha mostrato come si possa portare la Buona Novella ai poveri, accogliere e sollevare gli orfani, moltiplicare il riso per le masse, predicare una visione più gioiosa della vita agli oppressi e ai rassegnati e incarnare la compassione e l’amore di un Salvatore crocifisso e sacramentato a un mondo tormentato.

Nel settore FONTI è presentato un testo originale: lo studioso salesiano don Aldo Giraudo ha elaborato criticamente: “I manoscritti francesi delle conferenze di Don Bosco ai cooperatori di Marsiglia (1880-1881)”. La fondazione dell’opera salesiana di Marsiglia (luglio 1878) si colloca in un contesto politico particolarmente delicato per la Chiesa francese. L’“Oratoire Saint-Léon”, sollecitato dall’intraprendente abbé Guiol curato di Saint-Joseph, e strenuamente sostenuto dal generoso contributo del laicato cattolico cittadino, che aveva costituito la “Societé Beaujour per la tutela delle opere sociali cattoliche”, era destinato al ricovero e all’istruzione dei ragazzi di ceto operaio e dei fanciulli immigrati italiani abbandonati a sé stessi. I due discorsi di Don Bosco ai cooperatori marsigliesi (20 febbraio 1880 e 17 febbraio 1881) mostrano la sintonia del santo con le istanze e gli ideali che animavano le varie componenti del cattolicesimo locale, in reazione alla svolta laicistica del governo repubblicano; nello stesso tempo ne documentano lo zelo pastorale, la lucida percezione delle problematiche, insieme all’ampiezza di vedute, alla capacità di adattamento e all’abilità pratica e progettuale. Attorno a lui si sviluppa un movimento di ammirazione, attrazione e adesione, che ne amplifica il prestigio, favorito dalla fama taumaturgica: egli lo orienta in prospettiva caritativa, educativa e pastorale, secondo il suo inconfondibile carisma.

Nel settore PROFILI sono contenuti due saggi. Il primo è della ricercatrice Piera Cavaglià, che presenta: “Madre Caterina Daghero al governo dell’Istituto FMA per 43 anni”. Invece il secondo è della studiosa Margarita Acedo: “In memoriam di sor María Felipa Nuñez Muñoz (1930-2023). Maestra, Licenciada en Filosofia y Letras y en Historia Contemporanea y Doctora en Historia Contemporanea”.

Nel settore NOTA c’è un articolo di don Stanisław Zimniak, SDB: “Annotazioni e riflessioni su alcuni elementi metodologici per lo studio della memoria storica salesiana”.

Nel settore RECENSIONI sono state recensite pubblicazioni sugli argomenti relativi alle personalità ed all’attività salesiane: Petr Zelinka, “Salesiáni Dona Boska v Československu (1924-1939) [Salesiani di don Bosco in Cecoslovacchia (1924-1939)]. Olomouc, Vydavatelství FF UP 2021; Paola Cuccioli – Grazia Loparco (a cura di), “Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia (1872-2022). Case e opere. (Centro Studi Figlie di Maria Ausiliatrice – Associazione Cultori di Storia Salesiana, Percorsi 7/1-2). 2 voll. Teramo, Edizioni Palumbi 2023; Penny Rose Chinir – Euginia Laloo – Lily Perumpettikunnel (ed.), “History of the FMA in Northern India 1923-1983. 3 voll. Shillong, Vendrame Institute Publications, Sacred Heart Theological College 2023.

Nel settore SEGNALAZIONI si presentano i seguenti volumi: salesiani di Jaén, “50 años 1970-2020. Salesianos Jaén. ¡Aquí con pocos medios, se evangeliza! Historia de los Salesianos en Jaén. Cincuenta años narrados desde el corazón de quiénes lo han vivido. Jaén, Casa Salesiana San Juan Bosco de Jaén 2021; Eliane Anschau Petri, “Maria Domenica Mazzarello, donna forte e resiliente. (Percorsi 6). Teramo, Edizioni Palumbi 2023; Philomena D’Souza (ed. by), “FMA India. History of Her Growth. South India 1922-1982. Vol. I. 1922-1945. Daughters of Mary Help of Christians – FMA (Salesian Sisters of Don Bosco)” Chennai. The New Leader Publications 2023.

A cura di don Stanisław Zimniak, caporedattore delle RSS

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