Orientamenti e direttive sull’accompagnamento personale salesiano saranno presentati e distribuiti durante il CG28

Pubblichiamo la lettera di don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione sul libretto Giovani Salesiani e Accompagnamento: Orientamenti e direttive che verrà distribuito ai Capitolari.

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Frutto di un lungo e fruttuoso lavoro di equipe tra i dicasteri della Formazione e della Pastorale Giovanile, gli Orientamenti e direttive sono stati approvati dal Rettor Maggiore e dal suo Consiglio nel mese di giugno 2019. Nel processo sono confluiti il lavoro e la riflessione di due seminari internazionali, un ampio sondaggio che ha coinvolto giovani e salesiani in formazione iniziale insieme alle loro guide spirituali (oltre 4.000 risposte), la pubblicazione dei risultati (M. Bay, Giovani Salesiani e Accompagnamento: risultati di una ricerca internazionale), una prima bozza di possibili orientamenti e direttive da parte di un piccolo gruppo coordinato dal Dicastero per la Formazione, lo studio e i contributi del Rettor Maggiore e dei membri del Consiglio che hanno portato al testo approvato.

La struttura del testo segue il processo di discernimento. Una prima parte, “riconoscere”, presenta lo studio dell’accompagnamento personale salesiano e gli aspetti più rilevanti che emergono dalla ricerca. Una seconda parte, “interpretare”, riflette su quanto è emerso, alla luce della tradizione salesiana. Una terza parte, “scegliere”, presenta strategie per migliorare l’accompagnamento personale nei processi di formazione.

Lo studio ha messo in luce lo stretto legame tra Pastorale Giovanile e Formazione iniziale. Se la Pastorale Giovanile che si porta avanti nelle Ispettorie si prende cura dell’accompagnamento personale e facilita un buon discernimento vocazionale, le vocazioni salesiane che sorgono da questi processi sono molto meglio preparate per il loro itinerario formativo.

Un punto emerso con forza è stata la richiesta insistente da parte di coloro che sono in formazione di una vera libertà di scelta della guida spirituale. Gli Orientamenti e direttive rispondono a questa istanza riproponendo con vigore il Sistema Preventivo come modello di formazione e modificando alcune parti della Ratio che parlano del direttore della comunità di formazione come direttore spirituale proposto, sebbene non imposto, ai salesiani in formazione. Quando succede che la formazione tende a rimanere a livello di conformità esterna piuttosto che scendere al livello delle motivazioni, da cui nascono atteggiamenti e convinzioni, e quando c’è paura piuttosto che fiducia e confidenza reciproca, c’è il rischio di ridurre l’accompagnamento spirituale personale a “uno degli obblighi da rispettare” se si vuole “andare avanti” e “sopravvivere”. Invitando i formatori a ottenere la fiducia di coloro che sono loro affidati, gli Orientamenti e direttive stanno tornando al cuore del Sistema Preventivo, espresso meravigliosamente da Don Bosco nella sua lettera da Roma del 1884.

Una strategia importante che ne deriva come logica conseguenza è la preparazione di formatori e guide spirituali. Nel corso degli anni, la Congregazione in tutto il mondo ha imparato a preparare gli insegnanti per le sue case di formazione. La sfida da vincere è allora rendere altrettanto sistematica la preparazione specifica di formatori in grado di accompagnare bene i giovani loro affidati.

Uno dei risultati concreti è la “Scuola di accompagnamento spirituale salesiano” a tre moduli, con il primo in inglese già in calendario per settembre 2020; lo stesso modulo sarà offerto in italiano in aprile-maggio 2021.

Figlie di Maria Ausiliatrice – Online il nuovo sito web dell’Istituto

L’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), in occasione della festa di San Giovanni Bosco, ha annunciato la buona notizia della creazione di un nuovo spazio di “InFormazione” Istituzionale: il sito web www.cgfmanet.org. Ecco la notizia proveniente da InfoAns:

L’Istituto FMA vive un tempo di grazia, in cammino verso il Capitolo Generale XXIV, sollecitato da Maria «Fate tutto quello che Egli vi dirà» (Gv 2,5) e in sintonia con Papa Francesco che chiama alla novità con lo spirito del Vangelo “A vino nuovo, otri nuovi”. È lo stesso contesto contemporaneo con le sfide edu-comunicative, le culture giovanili, le nuove frontiere educative che sfida ad abitare l’Ecosistema Comunicativo Digitale con consapevolezza e forza profetica, per dare visibilità alla missione.

Papa Francesco per la 54ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2020 con il tema “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2). La vita si fa storia”, sottolinea come è particolarmente prezioso, nella comunicazione, il patrimonio della “Memoria”. “Non c’è futuro senza radicamento nella storia vissuta. La memoria non va considerata come un ‘corpo statico’, ma piuttosto una ‘realtà dinamica’. È la memoria che ci consegna storie, speranze, sogni ed esperienze da una generazione ad un’altra”.

L’intenzione del sito web come un nuovo spazio “InFormativo” è quella di allargare lo sguardo ad un mondo in continuo cambiamento, interagendo con i diversi pubblici, perché tutti siano interlocutori capaci di dare senso e significato al vissuto e “co-creatori di Buone Notizie”.

Il cuore del sito web è l’ambiente “Infosfera”, una rete di informazioni tra loro interconnesse, che interpella l’Istituto FMA ad essere presente nel cuore della contemporaneità, arricchendo l’universo della sua missione edu-comunicativa, evangelizzatrice, socio-politica, ecologica, offrendo opportunità “InFormative” di condivisione di vita e di cultura, di significato e di opinione, di dialogo e di partecipazione.

L’IFMA, generando notizie e raccontandole, dà visibilità al carisma salesiano nel tessuto di relazioni ed espressioni multiculturali, favorendo la Formazione all’Interculturalità, lo sviluppo della Cultura Vocazionale, la ricerca di nuove vie di Educazione, Comunicazione ed Evangelizzazione.

“Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri” afferma Papa Francesco nel Messaggio per la 54ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.

I racconti segnano, plasmano le convinzioni e i comportamenti, aiutano a comprendersi e a definirsi. Attraverso il rinnovato sito web ciascuna FMA, i membri della Famiglia Salesiana e i giovani possono raccontare le Buone Notizie sulla vita e sulla missione delle Ispettorie, nei diversi contesti dell’Istituto FMA.

InfoAns.org
Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice

54a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: il messaggio di Papa Francesco

Nel giorno della festa di San Francesco di Sales, avvenuta il 24 gennaio, Papa Francesco ha dedicato un messaggio ai giovani per la 54a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali riguardo al tema delle narrazioni, affinchè possano comprendere la bellezza e la necessità di raccontare storie.

Si riporta l’articolo pubblicato in data odierna dell’Agenzia Info SalesianaAns“.

Fin dalle origini l’umanità ha coltivato l’arte della narrazione. Le storie sono un’attività che è alla base di ogni relazione umana. Negli ultimi anni, l’industria della comunicazione ha preso in mano quest’arte, rendendola nota con il nome di “storytelling”. Il 24 gennaio 2020, festa di San Francesco di Sales, Papa Francesco ha inviato un messaggio per la 54a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, dal titolo: “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria. La vita si fa storia”. “Desidero dedicare il Messaggio di quest’anno al tema della narrazione”, afferma il Papa in apertura.

Chi è educatore per natura e vocazione sa che raccontare storie a bambini, adolescenti e giovani è un elemento fondamentale. Don Bosco stesso, nelle Memorie dell’Oratorio scrive: “Ho continuato a occuparmi dei ragazzi, intrattenendoli con racconti…”.

Le narrazioni oggi sono di moda. Tutti ci raccontano storie. Tutti fanno racconti. E la rete è piena di storie che catturano. Ma è questo che chiede il Papa nel suo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali?

“Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita”.

Il documento presenta in modo didattico e chiaro la bellezza e la necessità di raccontare storie, o meglio, di “tessere storie”, perché “immergendoci nelle storie, possiamo ritrovare motivazioni eroiche per affrontare le sfide della vita”.

Non tutte le storie sono uguali, avverte il Papa:

“Quante storie ci narcotizzano, convincendoci che per essere felici abbiamo continuamente bisogno di avere, di possedere, di consumare. Quasi non ci accorgiamo di quanto diventiamo avidi di chiacchiere e di pettegolezzi, di quanta violenza e falsità consumiamo”.

Per questo c’è bisogno di pazienza e di discernimento per riscoprire le storie che trasformano.

Il messaggio specifica che “non si tratta perciò di inseguire le logiche dello storytelling, né di fare o farsi pubblicità, ma di fare memoria di ciò che siamo agli occhi di Dio, di testimoniare ciò che lo Spirito scrive nei cuori”.

Il messaggio si concentra sul fatto che l’uomo è chiamato a raccontare e a fissare nella sua memoria la grande storia d’amore tra Dio e l’umanità, che ha al centro Gesù,

“la sua storia porta a compimento l’amore di Dio per l’uomo e al tempo stesso la storia d’amore dell’uomo per Dio”.

Come Don Bosco, tutti sono invitati ad apprendere a “raccontare storie edificanti”, le “storie meravigliose” di Dio.

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Il nuovo “Manuale del direttore salesiano” nel CG28 in edizione limitata

Il nuovo “Manuale del direttore salesiano” sarà presentato e distribuito durante il Capitolo Generale 28° (CG28), in edizione limitata, e messo a disposizione dei membri del Capitolo in varie lingue, per poi essere disponibile a tutta la Congregazione a fine Capitolo.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna dall’Agenzia Info SalesianaAns

La tanto attesa versione rivista del “Manuale del direttore salesiano” sarà presentata e distribuita durante il Capitolo Generale 28° (CG28), in edizione limitata. Sarà messa a disposizione dei membri del Capitolo in varie lingue, e dopo il Capitolo a tutta la Congregazione. Ciò consentirà l’inserimento di possibili aggiunte o modifiche che il CG28 potrebbe promulgare riguardo alla figura del direttore della comunità salesiana, in particolare in riferimento alla missione condivisa con i laici.

Dato che il manuale è pensato non solo per il direttore, ma anche per la comunità, è nato con un nuovo titolo: Animazione e governo della comunità: il servizio del direttore salesiano. Il direttore e i suoi confratelli sono tutti coinvolti nell’animazione e nel governo della comunità. Ecco perché il Rettor Maggiore desidera che ogni salesiano riceva una copia del Manuale.

La parola “comunità” nel titolo è polivalente: si riferisce alla comunità religiosa, ma anche alla comunità educativa e pastorale. Ciò si riflette nella struttura del Manuale: la prima parte si sofferma sulla identità consacrata salesiana, la seconda parte è dedicata alla comunità religiosa e la terza alla condivisione della missione con i tanti laici e membri della Famiglia Salesiana attivamente presenti nelle Ispettorie.

La missione condivisa non comporta affatto un perdersi o svanire delle identità: al contrario, la prima parte, sull’identità salesiana consacrata, si collega molto bene con la terza, sulla comunità educativo-pastorale. La seconda parte è forse quella in qualche modo più vicina alla versione del Manuale del 1986. Nello spirito del Vaticano II, e seguendo l’invito di Per vino nuovo otri nuovi, c’è una forte consapevolezza che l’autorità oggi deve tener conto della dinamica della fraternità. Il discernimento comunitario, molto ben esemplificato nel film “Uomini di Dio” (2010), che tratta di Christian de Chergé e dei monaci di Tibhirine, è una dinamica del vivere insieme che il direttore e la comunità salesiana devono prendere a cuore.

La revisione del Manuale del direttore, che ora può forse essere meglio definito come “Manuale della comunità”, è stata chiesta dal precedente Capitolo Generale, CG27. Il testo precedente era dal 1986. Il nuovo testo ha cercato di integrare gli apporti di diversi Capitoli Generali, del magistero di almeno tre Papi e di diversi Rettori Maggiori, di molti importanti documenti della Chiesa e della Congregazione, e ha dovuto tenere conto della rivoluzione digitale.

Il processo di revisione ha comportato un questionario per direttori, Ispettori e loro Consigli (con molte risposte elaborate insieme dal gruppo di tutti i direttori di una ispettoria), due seminari internazionali, la stesura di una prima bozza da parte di un gruppo redazionale più ristretto, e diverse fasi di lavoro e redazione di successive bozze, con il coinvolgimento diretto dei membri del Consiglio Generale, fino a giungere al testo definitivo approvato dal Rettor Maggiore e dal Consiglio il 21 aprile 2019.

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Avvenire: “Salesiani per i giovani, oggi” – CG28

Nella giornata di ieri, 23 gennaio, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana (CG28) presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, alla presenza del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, del card. Cristóbal López Romero sdb arcivescovo di Rabat, di don Stefano Vanoli, regolatore dei lavori del 28° Capitolo Generale,  e di don Giuseppe Costa sdb, giornalista e già Direttore della Libreria Editrice Vaticana.

Nella giornata di oggi, il quotidiano Avvenire dedica un articolo sul prossimo Capitolo Generale della Congregazione Salesiana con particolare riferimento alla presenza di alcuni ragazzi che saranno parte attiva dei lavori del Capitolo sul tema “Quali salesiani per i giovani d’oggi?“.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna da Avvenire, a cura di Gianni Cardinale.

Salesiani per i giovani, oggi

A Valdocco (Torino) dal 16 febbraio al 4 aprile prossimi il 28° Capitolo generale
Tra le novità più importanti la partecipazione attiva ai lavori di alcuni ragazzi

(Roma – 24/01/2020 Pag. 22) – «Quali salesiani per i giovani d’oggi?». È questo il tema del 28° capitolo generale della Congregazione salesiana in programma a Torino dal 16 febbraio al 4 aprile.

Per il rettor maggiore don Angel Fernández Artime sarà l’occasione per individuare le priorità dei figli di don Bosco nel lavoro apostolico dei prossimi sei anni. Con due cardini specifici propri per questo Capitolo: la sintonizzazione con i giovani in un mondo che cambia a ritmi sempre più vertiginosi, e la consapevolezza di lavorare insieme con i laici in questa missione.

Ieri la presentazione dell’evento presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, nell’opera del “Sacro Cuore”, coordinato da don Giuseppe Costa, giornalista e già direttore della Libreria Editrice Vaticana. Presenti, oltre al rettor maggiore, il cardinale Cristobal López Romero, arcivescovo di Rabat, e don Stefano Vanoli, Regolatore del Capitolo, che ha offerto alcuni dettagli sull’assise, tra cui la novità della presenza di alcuni giovani e laici che parteciperanno, in due diverse settimane, ai lavori.

Il capitolo si terrà a Valdocco.

«È un ritorno a casa, alle origini, lì c’è Don Bosco. Non è la stessa cosa fare un incontro lì o altrove»,

ha spiegato don Fernández Artime, che ha ribadito l’impegno che contraddistingue i salesiani da sempre e che vuole essere mantenuto anche in futuro, quello di vivere il proprio carisma con concretezza e realismo, per ottenere sempre il massimo possibile in favore di tutti i giovani del mondo – cristiani, musulmani, induisti, agnostici… – e specialmente di quelli più poveri e privi di risorse. Soprattutto attraverso l’educazione.

«Quando la Chiesa, la Congregazione fanno qualcosa che non va, – ha precisato il rettor maggiore – quando ci sono errori, sbagli e fragilità, è giusto dirlo. Ma in oltre 100 nazioni ho visto davvero anche quanto bene viene fatto dai salesiani e dalla Chiesa». Il decimo successore di don Bosco, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha illustrato l’impegno dei salesiani in alcune regioni particolari, come il Venezuela, dove la Congregazione ha aiutato – anche economicamente – non solo alle opere salesiane ma anche le famiglie e le realtà più bisognose, come la Siria, con i salesiani che non hanno abbandonato quella popolazione martoriata dalla guerra, e l’Africa dove «sicuramente la vita di migliaia di giovani non sarebbe la stessa senza l’educazione salesiana».

Per il cardinale López Romero, che l’altra sera è stato ricevuto in udienza dal re del Marocco,

«oggi come mai è necessario che i salesiani continuino a essere presenti nelle periferie, nelle frontiere, nei luoghi di guerra, proprio come ci ha indicato don Bosco, il cui carisma è stato missionario fin dal primo momento».

L’arcivescovo di Rabat, che papa Francesco ha onorato con la porpora nell’ultimo Concistoro, ha ricordato che i salesiani hanno

«una grande capacità di adattarsi ai diversi contesti anche politici e di essere realisti, in quanto il loro unico obiettivo è quello di agire per il bene dei giovani».

«Ciò – ha spiegato – non significa però non essere critici. Vediamo le difficoltà ma cerchiamo di superarle con l’educazione e la formazione. Così come i radicalismi che sono generati esclusivamente dall’ignoranza».

Citando il celebre invito di don Bosco a formare “buoni cristiani e onesti cittadini” il cardinale ha poi osservato che esso si applica felicemente anche nei contesti a maggioranza musulmana.

«Sono convinto – ha osservato – che se don Bosco fosse oggi nei Paesi musulmani, trasformerebbe il suo famoso slogan dicendo: “Onesti cittadini e buoni credenti”».

Don Bosco infatti «avrebbe assimilato il Concilio Vaticano II e lo avrebbe messo in pratica, evitando il proselitismo (che all’epoca era normale) e impegnandosi nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso».

Da sapere

Ordinariamente il Capitolo generale dei salesiani si raduna ogni sei anni per fare il punto della situazione, tracciare le linee per il sessennio successivo, ed eleggere il rettor maggiore e gli altri membri del Consiglio Generale. Quest’anno i capitolari saranno 243 tra aventi diritto di voto e in vitati. Lo spagnolo don Angel Fernandez Artime, 60 anni, è stato eletto rettor maggiore nel precedente Capitolo del 2014 ed è rieleggibile per un altro mandato.

La presenza dei «figli» di Don Bosco 14.618 i salesiani nel mondo (132 vescovi, 14.056 professi e 430 novizi) 1.392 coadiutori, con 28 diaconi permanenti, in 1.802 opere erette canonicamente 3.643 scuole e istituti con 940mila allievi e 68mila docenti e formatori 830 centri di formazione professionale, 200mila allievi e 15mila docenti.

Avvenire

Conferenza Stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale (CG28)

Nella giornata di oggi, 23 gennaio, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana (CG28) presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, alla presenza del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, del card. Cristóbal López Romero sdb arcivescovo di Rabat, di don Stefano Vanoli, regolatore dei lavori del 28° Capitolo Generale,  e di don Giuseppe Costa sdb, giornalista e già Direttore della Libreria Editrice Vaticana.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

(ANS – Roma) – Vivere il carisma salesiano con concretezza e realismo, per ottenere sempre il massimo possibile in favore di tutti i giovani del mondo – cristiani, musulmani, induisti, agnostici… – e specialmente di quelli più poveri e privi di risorse. È questo l’impegno che contraddistingue i salesiani da sempre e che vuole essere mantenuto anche in futuro. Lo hanno ribadito oggi, 23 gennaio, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e il card. Cristóbal López Romero, SDB, arcivescovo di Rabat, nella conferenza stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana (CG28).

L’incontro con giornalisti e media, svoltosi presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, nell’opera del “Sacro Cuore”, è stato aperto da don Giuseppe Costa, SDB, giornalista e già Direttore della Libreria Editrice Vaticana, il quale in apertura ha presentato i relatori – oltre al Rettor Maggiore e al card. López, anche don Stefano Vanoli, Regolatore del CG28 – e introdotto un breve video con dei dati statistici sulla presenza salesiana nel mondo.

Successivamente ha preso la parola Don Á.F. Artime, che ha spiegato la natura del Capitolo Generale – “una grande assemblea democratica, che raccoglie innumerevoli lingue, culture ed esperienze” – e ne ha sintetizzato i fini: individuare le priorità della Congregazione per il lavoro dei prossimi 6 anni. Con due cardini specifici propri per questo CG28: la sintonizzazione con i giovani in un mondo che cambia a ritmi vertiginosi; e la consapevolezza di lavorare insieme con i laici in questa missione.

Il card. López, da parte sua, ha arricchito il dialogo, forte della sua variegata esperienza: nell’Europa secolarizzata, nella fede popolare dell’America Latina, nei contesti dove il Cristianesimo è netta minoranza, come il Marocco, dove serve attualmente. Proprio la realtà dei salesiani in quel Paese è divenuta il paradigma per illustrare alcune caratteristiche proprie del lavoro salesiano.

“I salesiani sono sempre stati uomini delle frontiere… Siamo stati e siamo più del Sud che del Nord, più degli estremi che dei centri, più del quartiere popolare che del centro della città”.

Citando il celebre motto di Don Bosco – tema della Strenna di quest’anno, “Buoni Cristiani e Onesti Cittadini” – il porporato ha osservato che esso si applica felicemente anche nei contesti a maggioranza musulmana:

“Sono convinto che se Don Bosco fosse oggi nei Paesi musulmani, trasformerebbe il suo famoso slogan dicendo: ‘Onesti Cittadini e Buoni Credenti’. Don Bosco avrebbe assimilato il Concilio Vaticano II e lo avrebbe messo in pratica, evitando il proselitismo (che all’epoca era normale) e impegnandosi nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso”.

Il tutto, ovviamente, senza rinnegare la propria identità, ma anzi valorizzando e dando spessore ad un altro motto propriamente salesiano: “Educare evangelizzando ed evangelizzare educando”.

Anche il Rettor Maggiore, nelle domande libere che sono susseguite, ha ribadito che nella Congregazione l’annuncio esplicito è e resta un punto fermo, nelle realtà in cui esso è possibile ed efficace; ma ha ricordato come la miglior forma di evangelizzazione oggi passi sempre più attraverso la testimonianza di vita che fa sorgere delle domande.

In risposta agli interrogativi dei presenti, Don Á.F. Artime ha anche spiegato perché il CG28 si svolgerà a Valdocco:

“È un ritorno a casa, alle origini, lì c’è Don Bosco. Non è la stessa cosa fare un incontro lì o altrove”;

mentre don Vanoli ha offerto alcuni dettagli sull’assise capitolare, tra cui la novità della presenza di alcuni giovani e laici che parteciperanno, in due diverse settimane, ai lavori del capitolo.

Prima di concludere sono state prese in esame alcune specifiche realtà di servizio, come le presenze in Venezuela o in Africa. In merito alla prima Don Á.F. Artime ha parlato del sostegno concreto – anche economico – che viene offerto dai salesiani non solo alle opere salesiane, ma anche direttamente alle famiglie bisognose; e ha ricordato che, com’è accaduto con l’Ebola in Africa Occidentale o in Siria durante la guerra, “i salesiani nei momenti di difficoltà restano sempre al fianco della popolazione”.

Quanto al contesto africano – dove i salesiani sono presenti in 42 Paesi – dopo aver illustrato diversi esempi di lavoro pastorale ed educativo, ha affermato:

“Noi salesiani non risolviamo i problemi dell’Africa e non possiamo eliminare le disuguaglianze. Ma sicuramente la vita di migliaia di giovani non sarebbe la stessa senza l’educazione salesiana”.

E il card. López ha aggiunto che i Figli di Don Bosco in Africa hanno anche la missione specifica di “dare speranza” a un continente dove i giovani sono, sì, tantissimi, ma spesso si sentono ingabbiati in un futuro privo di opportunità.

In conclusione, il Rettor Maggiore ha condiviso con i giornalisti:

“Quando la Chiesa, la Congregazione fanno qualcosa che non va, quando ci sono errori, sbagli e fragilità, è giusto dirlo. Ma in oltre 100 nazioni ho visto davvero anche quanto bene viene fatto dai salesiani e dalla Chiesa”.

ANS

Servizio sul TG2

Il servizio al Tg2 di ieri dedicato alla Conferenza Stampa di presentazione del 28° #Capitolo #Generale della Congregazione Salesiana.

💥Il servizio al Tg2 di ieri dedicato alla #Conferenza #Stampa di presentazione del 28° #Capitolo #Generale della Congregazione Salesiana. 💥Bisogna vivere il #carisma #salesiano con concretezza e realismo, per ottenere sempre il massimo possibile in favore di tutti i #giovani del mondo. Questo è l’#impegno che contraddistingue i salesiani da sempre e che vuole essere mantenuto anche in futuro. Concetto ribadito alla #Conferenza #Stampa di presentazione del 28° #Capitolo #Generale della Congregazione Salesiana. 👇

Publiée par MGS don Bosco al Sud sur Vendredi 24 janvier 2020

Editoria religiosa. Don Costa: “Contro la crisi iniziative culturali ed educazione alla lettura”

Filippo Passantino, dell’agenzia SIR, ha intervistato don Giuseppe Costa docente ed esperto di editoria, per dieci anni direttore della Libreria editrice vaticana, che ha recentemente pubblicato un libro dal titolo “Editoria religiosa. Lezioni brevi” (ed. Salvatore Sciascia). Riportiamo l’intervista

Qual è la situazione attuale dell’editoria cattolica?
C’è una crisi di fondo che è data dalla non obbedienza al carisma di alcuni istituti religiosi relativamente ai mass media e alla diffusione del libro. La maggior parte dell’editoria religiosa è proprietà di istituti religiosi, che all’origine con i loro fondatori hanno avuto come punto di riferimento per la diffusione del Vangelo lo ‘strumento’ libro. Don Bosco, ad esempio, puntò sui libri per le scuole, don Alberione sull’evangelizzazione attraverso la buona stampa. Era un investimento immediato. Questo slancio ideale oggi è venuto meno per motivazioni organizzative, finanziarie e anche per una sensibilità diversa.

Oltre a una crisi esterna, dunque, ce n’è una interna al mondo religioso…
Sì, una crisi interna che non è stata affrontata.

Le difficoltà dell’editoria religiosa derivano anche dalla lettura spirituale presso i religiosi in calo, come nel caso dell’uso dei libri per le meditazioni mattutine. E si verifica anche quando viene meno il desiderio di conoscere le opere fondamentali dell’editoria religiosa.In passato la direzione spirituale di una persona cominciava con il suggerimento di un libro da leggere. Una consuetudine che è cambiata. E si assiste a una diminuzione della lettura. Poi, sono subentrati altri strumenti come gli smartphone e internet. Che, però, non hanno sostituito spiritualmente il libro. Sono solo cambiati i supporti per la lettura. Il mercato si è miscelato. Non è legato soltanto al libro religioso o laico. Diminuendo la lettura ne risente quel settore che è considerato culturalmente più debole.

Come è possibile per l’editoria religiosa colmare questo gap?
Puntando su buoni autori, sul contatto con centri culturali e università, organizzando convegni e su librerie trasformate in centri culturali veri e propri.

L’editoria religiosa deve sapere utilizzare tutti gli strumenti e supporti informatici che esistono sia nella produzione che nel mercato stesso.

Si può offrire sempre sui temi del libro una serie di servizi per altri linguaggi, come quello elettronico o filmico.

C’è un disinteresse dei laici per l’editoria religiosa tale da renderla una nicchia per pochi?

C’è una secolarizzazione galoppante che porta i laici a non avvicinarsi al libro religioso. E ciò ha una ricaduta negativa anche sul mercato generando un disinteresse generale.

I ragazzi si abituano a leggere se sono educati a farlo o per iniziativa personale di alcuni insegnanti o in famiglia. Se vogliamo evangelizzare grandi masse le dobbiamo portare a riflettere e a utilizzare questi strumenti.

Che non possono essere i libri dei Papi pubblicati da editori laici…
La lettura dei libri dei Papi a volte è un fatto di curiosità e perciò hanno un mercato occasionale. Ciò non significa, infatti, che gli stessi lettori leggano anche le Confessioni di sant’Agostino o gli scritti di Papa Leone. Non c’è di fondo un interesse concreto al tema del libro. L’editore laico ha capito che quando indovina il volume e il momento, facendo un battage pubblicitario, guadagna parecchio. Soprattutto, se riesce a inserire la pubblicazione in un contesto di attesa e polemica.

Su quali autori, a suo avviso, occorre puntare per il rilancio dell’editoria religiosa?
Carlo Carretto con “Lettere dal deserto” si medita sempre con estrema attenzione, ma c’è anche tutta la spiritualità di Charles de Foucauld, il tormento di un uomo che si era dato all’apostolato tradizionale e all’impegno politico ma che nell’esperienza del deserto riscopre la centralità dell’amore cristiano.

Bisogna aiutare i giovani a costruire personalità e sensibilità attraverso la lettura, mettendo a fuoco determinati temi, non scommettere solo su scrittori in voga al momento.

L’editore deve fare una proposta unitaria su argomenti come il deserto, la preghiera e l’impegno politico. Poi, il contenuto di un libro ha bisogno di un lettore attento che approfondisca la figura e le proposte dell’autore, leggendo altri libri dello stesso o di altri autori.

Qual è stato da un punto di vista editoriale l’errore compiuto nella pubblicazione del libro del card. Sarah con lo scritto di Benedetto XVI?
I diritti sia del Papa emerito che del Papa regnante sono della Libreria editrice vaticana. Un contatto dell’editore con la Lev prima della pubblicazione sarebbe stato opportuno. Invece, ciò sembra che non sia avvenuto. Evidentemente c’era una volontà di provocare reazioni. Adesso, una soluzione sarebbe ritirare la pubblicazione.

Firmato un Protocollo d’Intesa tra Università Pontificia Salesiana e Guardia di Finanza

Fonte: Università Pontificia Salesiana 

Lunedì 20 gennaio, nell’Aula San Matteo del Comando Generale della Guardia di Finanza di Roma, Giuseppe Zafarana, Comandante Generale, Generale di Corpo d’Armata e don Ángel Fernández Artime, Gran Cancelliere dell’UPS e Rettor Maggiore dei Salesiani, hanno firmato un Protocollo d’Intesa volto a sancire il legame tra le due Istituzioni e la realizzazione di percorsi formativi di interesse comune.

In particolare, l’UPS e la Guardia di Finanza si impegnano ad attuare percorsi di formazione, counseling e forme di collaborazione nell’ambito della psicologia, psicologia clinica, psicologia dell’emergenza, psicodiagnostica e psicologia della formazione degli adulti.

Una collaborazione che deriva dalla stima e l’interesse che la Guardia di Finanza nutre nei confronti della ricerca scientifica proposta dall’Università Pontificia Salesiana, come dichiarato dal Comandante Generale Zafarana durante la cerimonia.

Con il Protocollo d’Intesa, gli studenti dell’UPS verranno supportati per lo sviluppo di studi e ricerche su tematiche di comune interesse e potranno svolgere un periodo di tirocinio/praticantato presso le Articolazioni del Corpo.

Al momento della firma, il prof. don Mauro Mantovani, Rettore dell’Università, ha espresso profonda soddisfazione per il traguardo raggiunto, che arriva proprio nell’anno in cui l’UPS festeggia gli ottanta dalla sua fondazione. Un passo importante per ricordare il servizio che l’Università, attraverso la ricerca e la formazione, si impegna a fornire ai giovani, al territorio e allo Stato.

Oltre al Rettore, alla cerimonia hanno preso parte il Rappresentante Legale dell’UPS, don Giacinto Ghioni, il Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione, il prof. don Mario Oscar Llanos, il Direttore dell’Istituto di Psicologia, il prof. don Antonio Dellagiulia, e la prof.ssa Cinzia Messana, Direttrice della Scuola Superiore di Psicologia clinica e psicoterapia.

Concluse le XXXVIII GSFS: concretezza, coraggio e impegno

Pubblichiamo da ANS il resoconto delle XXXVIII Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana.

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Continuare a crescere come la Famiglia di Don Bosco; mettere in atto nelle diverse realtà e con i propri tratti caratteristici la “politica del Padre Nostro”; dare visibilità al bene che si compie. Questi sono i tre messaggi conclusivi che Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani e centro di unità della Famiglia Salesiana, ha lanciato ieri, domenica 19 gennaio, dal palco del teatro di Valdocco, a conclusione delle XXXVIII Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana.

Già nei giorni precedenti le diverse centinaia di partecipanti si erano potuti arricchire di tante testimonianze e condivisioni, che avevano invitato tutti a proseguire la propria missione apostolica all’insegna della concretezza, del coraggio e dell’impegno.

Significativa è stata anche la partecipazione a queste Giornate non solo del Rettor Maggiore, ma anche del Consiglio Generale quasi al completo, insieme anche a tutti e 10 gli Ispettori della Regione Mediterranea.

Il programma delle attività comuni ha previsto un ampio tempo all’ascolto di esperienze e buone pratiche di impegno cristiano, sociale e politico:

  • Il vescovo di Maiorca (Spagna), mons: Sebastia Taltavull Anglada, exallievo salesiano, ha parlato dell’appassionato Pastorale Giovanile realizzata nella sua diocesi;
  • I giovani dell’oratorio salesiano di Aleppo (Siria) hanno raccontato le attività portate avanti con coraggio e gioia anche durante la guerra;
  • Salesiani Cooperatori ed Exallievi di Don Bosco d’Italia hanno presentano la “Scuola di formazione per l’impegno socio-politico” ispirata al Beato Alberto Marvelli;
  • Emma Ciccarelli, Salesiana Cooperatrice, ha condiviso il suo impegno nella Commissione Famiglia della Conferenza Episcopale Italiana;
  • Joaquin Martin Calleja, Salesiano Cooperatore, a partire dalla sua esperienza in un Centro di Formazione Professionale e con i giovani a rischio, ha parlato della spiritualità dell’educatore;
  • Jorge Santos, Exallievo, giudice in pensione in Portogallo, ha testimoniato il suo impegno per la formazione dei giudici nei paesi africani;
  • Nico Lotta, Presidente della ONG salesiana VIS, ha raccontato la dura battaglia contro la tratta di esseri umani;
  • Exallieve ed exallievi delle FMA di Cuneo hanno illustrato il loro impegno oratoriano, dove tanti giovani stanno diventando animatori delle generazioni più giovani.

Alternati alle relazioni e alle tavole rotonde, non sono mancati i momenti di spiritualità condivisa e di festa, nel tipico clima salesiano.

Durante i lavori di gruppo, suddivisi in ben 23 gruppi linguistici, inoltre, sono state portate alla luce le necessità individuate per vivere tutti insieme la “politica del Padre Nostro”: trovare il giusto equilibrio tra spiritualità e impegno, tra buon cristiano e onesto cittadino; dare risposte concrete alle necessità attuali dei giovani; dare testimonianza come credenti credibili; lavorare in unità, nelle comunità, così come nei gruppi della Famiglia Salesiana.

Haiti – 12 gennaio 2020: una commemorazione a 10 anni dal terremoto

Dal sito di ANS

Domenica 12 gennaio 2020, radunati attorno al loro Superiore, don Jean-Paul Mésidor, i Salesiani della Visitatoria “Beato Filippo Rinaldi” di Haiti si sono riuniti per celebrare l’Eucaristia nella cappella di San Giovanni Bosco a Pétion-Ville, un sobborgo di Port-au-Prince. La celebrazione è stata l’occasione per ricordare le circa 250.000 persone, tra cui tre salesiani, che sono morte nel terremoto del 12 gennaio 2010.

Durante l’omelia don Mesidor ha fatto notare che i segni fisici del terremoto non sono più ben visibili, eppure tutti lo ricordano come se fosse ieri. “Abbiamo davvero imparato la lezione durissima che ci è arrivata in quei pochi secondi? […] Certamente, attraverso questo disastro ci è stato rivolto anche un appello. Una chiamata ad essere fedeli alla nostra responsabilità” ha detto.

Dopo la Messa è stata organizzata una cerimonia dalla Fondazione Rinaldi, l’Ufficio di Pianificazione e Sviluppo della Visitatoria di Haiti (HAI). Essa è servita per consegnare delle targhe in segno di gratitudine e di riconoscimento ad alcune organizzazioni e individui che hanno collaborato in questi dieci anni a favore dei più poveri. Tali istituzioni e persone sono:

1. Via Don Bosco (Belgio)

2. Misiones Salesianas (Spagna)

3. Don Bosco Mondo (Germania)

4. Coopération Espagnole

5. Caritas (Spagna)

6. Vis (Italia)

7. Don Bosco Mission (Germania)

8. Jugend Hilfe Welweit (Germania)

9. Jovenes Y Desarollo (Spagna)

10. JEW

11. Missioni Don Bosco (Italia)

12. Salesian Missions (Usa)

13. Fondazione Don Bosco Nel Mondo (Italia)

14. Asbl Farnières Haiti (Belgio)

15. Fundacion Don Bosco (Repubblica Dominicana)

16. Soutien Aux Oeuvres Salésiennes D’haiti (Francia)

17. Missieprocuur Don Bosco (Paesi Bassi)

18. Secours Catholique

19. Don Pascual Chávez Villanueva, SDB

20. Mons. Ducange Sylvain, SDB

21. Don Jacques Charles, SDB

22. Don Orlando Gonzales, SDB

La Fondazione Rinaldi ha inoltre pubblicato un catalogo per presentare i principali risultati raggiunti a distanza di 10 anni, nonché le sfide e le prospettive ancora da perseguire. Il direttore della Fondazione, don Victor Auguste, ha così manifestato: “In questo senso, a nome dei salesiani di Don Bosco ad Haiti, la direzione della Fondazione Rinaldi presenta la sua gratitudine prima di tutto a don Pascual Chávez Villanueva, all’epoca Rettor Maggiore, che un mese dopo il terremoto ha visitato il Paese e poi ha mobilitato tutta la nostra Congregazione per sostenere l’opera di Don Bosco ad Haiti. Questo è stato fatto! Siamo molto grati a tutto il mondo salesiano.

La nostra gratitudine va poi a tutti i nostri sostenitori e benefattori, ai nostri collaboratori in Italia, Spagna, Germania, Belgio, Francia, Austria, Svizzera, Stati Uniti, Canada, a tutti i paesi della Regione Interamerica, nella Repubblica Dominicana e ad Haiti.

Nel presentarvi la nostra gratitudine per questi dieci anni di solidarietà e collaborazione, vi annunciamo anche che continuiamo a contare sul vostro sostegno per portare avanti questo nobile compito di educazione e formazione, che si rinnova costantemente”.