Forti nella tribolazione: il testo della Via Crucis del Papa

La Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato il testo con le meditazioni della Via Crucis che Papa Francesco farà venerdì santo in Piazza San Pietro. Il testo, scaricabile, è disponibile in cinque lingue.

Cinque detenuti, una famiglia vittima di omicidio, la figlia di un ergastolano, un’educatrice, un magistrato di sorveglianza, la madre di un carcerato, una catechista, un sacerdote accusato ingiustamente, un frate volontario, un poliziotto, tutti collegati alla Cappellania della casa di Reclusione “Due Palazzi” di Padova: sono questi gli autori delle meditazioni.

Il libro pensato dal Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede  è disponibile gratuitamente sul sito internet della Libreria Editrice Vaticana: un compendio ausiliario per condividere, meditare e pregare assieme. “La fede – scrive Andrea Tornielli nell’introduzione – non annulla il dolore, non annulla la sofferenza e non toglie automaticamente l’angoscia. Però aiuta ad avere una speranza”.

La Via Crucis si svolgerà venerdì santo e verrà trasmessa in diretta TV su Rai Uno, a partire dalle ore 21.

Negli archivi dei Salesiani i Faenza ritrovata la grammatica latina di Dino Campana

Pubblichiamo un articolo uscito su “Buon senso – Faenza” dove viene raccontata la storia del ritrovamento di una grammatica latina appartenuta a Dino Campana, ex allievo dei Salesiani di Faenza.

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Sono già trascorsi quasi venti anni da quando i salesiani lasciarono Faenza. Avevano abitato la nostra città per oltre un secolo, dal 1883 al 2001, segnando lungamente la nostra storia e la nostra vita quotidiana. Tutti noi faentini non più giovanissimi abbiamo frequentato più o meno assiduamente quell’oratorio e altre generazioni di concittadini l’hanno fatto prima di noi. I cortili, il campo sportivo, le sale, il cinematografo, la cappella: ampi spazi nel cuore del nostro centro storico, lunghe vicende nella nostra memoria. Il collegio, poi, attirò a lungo convittori da tutta la regione e anche da altre regioni italiane. Queste memorie, però stanno già sbiadendo. I locali ristrutturati ora sono intensamente riutilizzati da altre istituzioni, ma gli archivi non si trovano più qui: trasferiti a Milano, non sono più accessibili. Ricordiamo, fra i documenti più appetibili e non più reperibili, i registri scolastici di un alunno ribelle, che qui diede fin dalle elementari le prime prove del suo pessimo carattere: Benito Mussolini. Ora possiamo consultare solo carte di seconda mano: gli archivi dell’associazione ex alunni, le copie degli elenchi di studenti diligentemente acquisite prima della chiusura da don Giuseppe Battello, memoria storica dell’istituto, ora ospite del Santa Teresa di Ravenna.

Ad altre vicende e altri personaggi rimandano le iscrizioni commemorative che si affacciano sul porticato del primo cortile, nella sede di via San Giovanni Bosco. Alcune grandi, in marmo, rievocano alunni caduti in guerra. Una più piccola, in ceramica, è stata affissa di recente; rievoca un altro alunno, che qui frequentò il ginnasio per tre, o forse quattro anni (dal 1897, o forse dal 1896, fino al 1900). Stiamo parlando del personaggio più leggendario di tutta la nostra letteratura novecentesca, il poeta marradese Dino Campana, che alla nostra città dedicò pagine memorabili e a cui la nostra città ha dedicato nel 2016 un percorso in quattordici targhe disposte in vari punti del centro storico.

Anche sugli anni trascorsi da Campana ai salesiani, non sappiamo molto. Anche i suoi registri sono sepolti a Milano: ci rimangono solo quelli degli esami finali, sostenuti al Torricelli. Abbiamo poi la testimonianza di un coetaneo compagno di collegio, che era anche suo lontano cugino. Si chiamava Michele Campana, era anche lui poeta, oltre che lo scrittore e giornalista. Ci ha lasciato il racconto di lunghe ricreazioni comuni nel “vasto cortile” dell’istituto: salti, corse, tamburello, palla avvelenata e anche giochi di ruolo in cui i futuri poeti interpretavano le parti di personaggi ariosteschi e tassiani.

A Milano ritrovata una grammatica latina appartenuta a Dino Campana

Ebbene, da qualche settimana, a questi sparuti documenti se ne è aggiunto un altro e per i non pochi appassionati campaniani è stato un ritrovamento prodigioso. Per una curiosa coincidenza proviene sempre da Milano: in questi tristi giorni è un’occasione gradita per parlare della capitale lombarda a proposito di argomenti che non siano letalmente virali. Nel sistemare vecchi archivi di famiglia, il signor Stefano Bacchiani,milanese di adozione ma originario di Verucchio, ha trovato in una cassapanca un consunto manuale scolastico: la grammatica latina redatta da uno dei primi collaboratori di don Bosco, padre Celestino Durando (1840-1907). Sul frontespizio del libro, accanto alla data di acquisto (1895), spicca appunto il nome di Dino Campana, che, dopo averlo usato per anni, lo cedette a un antenato dell’attuale possessore. Nel 1895 il futuro poeta aveva dieci anni e frequentava ancora le elementari: evidentemente acquistò in anticipo il manuale che all’epoca era adottato in tutte le scuole gestite dai salesiani e in particolare nell’istituto faentino che Dino si riprometteva di frequentare. Sorprendentemente, la grafia di Campana bambino è già assai simile a quella dell’adulto. Allo stato attuale delle ricerche, non risultano altre carte superstiti di Campana bambino, né adolescente.

In quello scorcio di fine secolo furono allievi del collegio di Faenza anche il nonno di Bacchiani, Guglielmo Cinti, e almeno due dei suoi fratelli, proziii di Stefano Bacchiani. Il nome di un prozio, Luigi Cinti, appare infatti sulla rilegatura; come e quando il libro sia passato di mano non ci è dato saperlo: si può ragionevolmente ipotizzare il 1900, anno in cui Campana terminò il ginnasio e passò al liceo Torricelli. Ma le numerose scritte, gli scarabocchi che riempiono le controcopertine e i margini delle pagine interne sono di mano del primo possessore, del poeta marradese. «I maestri dei Salesiani lo giudicavano di grande ingegno, ma era uno scarabocchione disordinato» racconterà di lui una zia, tanti anni più tardi. Non possiamo che confermare.

Sulla grammatica, rinvenuto un epitaffio profetico: “Campana prefigura qui la propria vita”

Oltre a ripetere compulsivamente la propria firma, Campana riempie i margini con esempi, frasi latine con traduzione, presumibilmente scritte su dettatura o copiate dalla lavagna, non di rado con qualche imprecisione. Fra le tante scritte, però, ce n’è una che inquieta e non ha nessuna attinenza con la routine scolastica. È nascosta presso una cucitura come si nasconde un segreto, segue il margine interno di una pagina slabbrata e consunta, quindi fu certamente apposta quando il libro era già abbondantemente consumato: viene in mente quell’anno 1900 che, secondo testimonianze convergenti, vide la prima esplosione di un malessere che gli avrebbe consumato e distrutto la vita (Campana morirà nel 1932, dopo avere trascorso gli ultimi quattordici anni in manicomio).  È una specie di epitaffio, scritto con correzioni, apparentemente in più tempi: «Dino Campana, nacque nel 1885 morì nel 1936. – Visse infelice». La data di morte è sbagliata di quattro anni, ma l’affermazione finale è quanto mai veritiera, profetica. In un primo tempo, tutti noi che ci siamo trovati il volumetto fra le mani abbiamo dato per scontato che la scritta fosse stata apposta da qualcun altro. Ma da chi, e quando? E poi quella scrittura è troppo simile alla sua, e poi ci sono diversi altri indizi su cui non possiamo qui soffermarci. Non troviamo un’alternativa che regga: quello può essere solo l’esercizio di fantasia di un ragazzo non ancora quindicenne, che si prefigura il proprio destino e la propria morte.

A oltre cento anni dalla pubblicazione del capolavoro e a quasi novanta anni dalla scomparsa, Dino Campana non cessa di emozionarci. Prendiamo questa annotazione nascosta dentro un libro nascosto dentro una cassapanca come un messaggio per i posteri, come un biglietto pervenuto alle nostre spiagge in una bottiglia, dall’isola lontana e vicina dove abitano i poeti.

La Rai propone lo speciale su Don Bosco

“Passato e presente”, il programma di Paolo Mieli su Rai3 e Rai Storia dedica (in replica) tutta la Settimana Santa ad argomenti di storia del cristianesimo. Domenica 5 aprile, delle Palme, tocca allo speciale su Don Bosco.

La programmazione

Lunedì su Rai3 (ore 13.15) è la volta di Ignazio di Loyola e i Gesuiti: difensori dei poveri e servitori dei potenti; liberi pensatori, ma fedeli a Cristo fino alla morte. Martedì (Rai3, ore 13.15) Paolo di Tarso, ebreo convertito, il più instancabile annunciatore del Vangelo di Cristo. Mercoledì (Rai3, ore 13.15) si parlerà delle persecuzioni di Diocleziano contro i cristiani. Mentre giovedì (Rai3, ore 13.15) il tema saranno gli ultimi giorni di Gesù: quali sono le fonti più significative, in ambito non cristiano, che testimoniano la figura storica di Gesù? Venerdì (Rai3, ore 13.15) la storia e le vicende del Santo Sepolcro fatto costruire da Costantino. E proprio Costantino e la Chiesa sarà la puntata conclusiva di sabato su Rai Storia alle 20.30.

 

COVID-19, il messaggio del Rettor Maggiore

Il messaggio del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, per il tempo di emergenza sanitaria che sta vivendo il mondo: “Don Bosco continua ad accompagnarci e la nostra Madre Ausiliatrice ci porta nelle sue braccia. Preghiamo gli uni per gli altri”

Canale Youtube ANS

Pastorale Giovanile CEI: Il messaggio per la Domenica delle Palme

Si riporta di seguito il messaggio rivolto alle realtà di Pastorale Giovanile e dedicato alla Domenica delle Palme di Don Michele Falabretti, responsabile del servizio nazionale per la Pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana.

Cari amici,
si avvicina la Domenica delle Palme, appuntamento tradizionale per la pastorale giovanile che quest’anno avrà inevitabilmente una versione inedita.
Nessuno di noi avrebbe mai immaginato una situazione del genere: le parole non sono sufficienti a dire ciò che ci abita il cuore e nello stesso tempo sono necessarie perché qualcosa cominci a essere raccontato e riconosciuto. Stiamo per ripercorrere la grande settimana in cui Gesù patisce, muore e risorge e forse mai come quest’anno vediamo il suo dolore nell’esperienza di molti ammalati, dei loro cari, di chi si sta prendendo cura di loro. La morte, in diverse zone d’Italia, non ha risparmiato nessuna famiglia: tutti hanno avuto almeno un parente o un amico caro da salutare. L’ombra della morte si prolungherà ancora per molto tempo anche a causa dell’impossibilità di celebrare i riti del congedo: è un’esperienza di morte che in un certo senso si raddoppia.

La Settimana Santa ci viene incontro come la risposta cristiana al desiderio di speranza, di vita, di respiro che tutti cerchiamo in questo tempo. Per questo sarà ancora più importante aiutare i ragazzi, gli adolescenti, i giovani a non perdere la possibilità di pregare insieme. Le forme che questo tempo ci offre sono un dono: la tecnologia aiuta a non perdersi di vista, ad accorciare le distanze, a ritrovarsi vicini; anche se non poter essere fisicamente presenti alle celebrazioni rende la preghiera non solo inedita, ma anche più faticosa. La figura di Papa Francesco nella Piazza vuota, ci ha però caricato di fiducia e di speranza.

Mi rendo conto che parlare in questo contesto di GMG diocesana può sembrare fuori luogo, ma è necessario che vi dica poche parole.
Non ho idea di come il Papa ricorderà questa domenica: la messa delle Palme trasmessa dalle televisioni sarà la sua. Ci metteremo in ascolto delle sue parole. Vi avviso, però, che quest’anno era previsto il passaggio della Croce dalla diocesi di Panamá a quella di Lisbona. Il gesto è stato rinviato alla domenica di Cristo Re il 22 novembre p.v.

Se lo riterrete opportuno, potrete utilizzare quella domenica come punto di riferimento per un appuntamento “fisico”. Altri – ho saputo – stanno organizzando iniziative on line: credo che sia bello. In questi tempi sto seguendo molti dei vostri siti che con grande creatività offrono percorsi di vicinanza a accompagnamento per i piccoli e i più grandi. Vi ringrazio per la vostra creatività, testimonianza di una passione che nemmeno la pandemia riesce a spegnere. Vi chiedo, se lo desiderate, di condividere con noi un messaggio, una riflessione su questo tempo. Stiamo continuando ad utilizzare il titolo del convegno ‘dare casa al futuro’ perché crediamo che mai come in questo momento, la parola casa e la parola futuro siano così vicine. Potete caricare i vostri video su Instagram con l’hashtag #darecasaalfuturo e taggando il nostro account (@pg_ita), oppure inviarli sulla mail giovani@chiesacattolica.it

Ricordo a tutti che abbiamo pubblicato sul sito e sui social il link per leggere o scaricare il Messaggio del Papa per la GMG di domenica prossima: potrete utilizzarlo per le iniziative a cui state pensando.

Restiamo vicini con la preghiera, ma anche con il ricordo e l’amicizia. Molti si stanno augurando che un tempo così difficile ci renda migliori e ci permetta di tornare alle nostre cose con un rinnovamento interiore. Me lo auguro anche io, anche se credo che non sarà un automatismo: ci dovremo lavorare e spero che lo si possa fare insieme. Intanto ci lasciamo avvolgere dal mistero di Gesù che entra in Gerusalemme: il suo ingresso nella nostra storia, vita, città segni uno spazio di silenzio dove sentiamo di poter essere vicini a lui e vicini tra di noi.

Vi abbraccio: almeno da qui si può!

Don Michele Falabretti

Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile

Il Messaggio del Rettor Maggiore dal Sacro Cuore di Roma

Il Messaggio del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, dalla Basilica del Sacro Cuore di Roma per vivere il 24 del mese uniti nella preghiera con Maria Ausiliatrice.

Qui don Bosco ha celebrato l’ultima eucaristia, già molto anziano e ha pianto quando ha capito la forte presenza della Madonna nella sua vita.

Vi propongo di pregare questa Ave Maria per chiedere giustamente questa presenta di Dio che dà speranza e ci dà la forza per affrontare un momento difficile per la storia umana. Con fede e speranza vi invito a pregare con me.

(Retto Maggiore)

Info ANS

Venerdì 27 marzo – Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia

Papa Francesco ha annunciato che oggi, venerdì 27 marzo 2020, alle ore 18.00, da Piazza San Pietro, completamente vuota, il Papa, esporrà il SS. Sacramento e sarà impartita a tutto il mondo la Benedizione “Urbi et Orbi” a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria.

È un fatto epocale di importanza cruciale. L’invito è di fermarsi in quel momento per seguire la preghiera del Papa.

Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia

Ore 18.00  – Piazza San Pietro

Vatican.va

Don Bosco comunicatore: Intervista a don Gildásio Mendes dos Santos

Si riporta di seguito l’Intervista ANS effettuata durante il 28° Capitolo Generale a don Gildásio Mendes dos Santos, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale.

“Don Bosco comunicatore, ci insegna oggi a comunicare per i giovani, parlando il linguaggio dei giovani”

Visita il sito ufficiale

Custodi della “Casa di tutti”: la lettera di don Juan Carlos Pérez Godoy, nuovo consigliere per la Regione Mediterranea

L’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19 sta colpendo molte famiglie in Italia e in Europa, non risparmiando nemmeno la nostra Famiglia Salesiana. Ci arrivano notizie di Salesiani ricoverati e la preghiera per loro è che guariscano per tornare al più presto alle loro attività. Purtroppo arrivano anche notizie di salesiani deceduti: li affidiamo alla misericordia del Signore, certi che Don Bosco abbia preparato per loro un posto in Paradiso.

Il nuovo incaricato della Regione Mediterranea, don Juan Carlos Pérez Godoy SDB ha scritto, per la prima volta dalla nomina,  una lettera a tutti i salesiani della regione: ci affidiamo alle sue parole per esprimere il dolore per le perdite.

Affidiamo al Signore questi nostri fratelli e tutti quelli che potrebbero essere morti in altre ispettorie della nostra regione e di tutta la Congregazione, nella speranza del Signore Risorto, affinché possano già godere con Don Bosco del Paradiso promesso. Affidiamo anche a nostra Madre Ausiliatrice i nostri confratelli, parenti e amici che sono malati a causa di questa pandemia.

Don Juan Carlos Pérez Godoy prosegue poi ripercorrendo l’esperienza del CG28: 

Ho ancora nel mio cuore e nella mia memoria i giorni vissuti con i giovani, rappresentanti di tutto il mondo salesiano, che hanno condiviso con noi una settimana capitolare. La loro presenza, le loro parole, i loro messaggi, le loro testimonianze, ciò che ci hanno chiesto – almeno per me – è stata una nuova “lettera di Roma”. È come se lo stesso Don Bosco da sua propria iniziativa ci avesse inviato questi giovani per chiederci: “tornate agli origini, al primo amore; tornate a stare in mezzo a noi “. 

La Regione Mediterranea, culla della Congregazione, ha davanti a sé delle sfide:

Consapevoli anche delle nostre debolezze, partiamo dalle grandi potenzialità della nostra Regione: la prima, le persone, tutti i salesiani, di tutte le età e condizioni, i laici innamorati di Don Bosco, la Famiglia Salesiana che uniti e in convergenza di intenzioni e sinergia di forze lavoriamo per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani. Stare con loro, in mezzo a loro, contare con loro è il segreto della nostra fedeltà. Senza di loro non saremo fedeli al prezioso tesoro della vocazione salesiana che ci è stato donato. Essi sono la garanzia del nostro futuro.

Abbiamo la sfida di una maggiore sinergia nel campo della comunicazione, soprattutto le case editrici; un’attenzione particolarissima, con una maggiore sinergia, alla formazione, sia iniziale che permanente dei confratelli e dei laici, e in particolare, come indicava dal Rettor Maggiore nel suo discorso finale, con riferimento all’identità salesiana. E continuare con ciò che è già iniziato in questo sessennio passato: collaborazione tra i Centri Nazionali di PG, formazione dei direttori, studio delle case di formazione, ecc. 

Concludo, cari confratelli, mettendomi a disposizione di tutti. Vi assicuro che mi darò con tutte le mie energie alla missione che mi è stata affidata.

Scarica la lettera

 

 

 

 

 

“Formazione, Solidarietà e Prevenzione”: la lettera del Consigliere Generale per la Formazione per affrontare COVID-19

Riportiamo la lettera di don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione, pubblicata dall’agenzia di informazione salesiana ANS sull’emergenza COVID-19.

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In poche settimane la vita di tutti noi è cambiata a causa di un virus che dilaga sempre più velocemente e che, nel mondo, affligge tantissime persone. È un’emergenza globale che sta cambiando le nostre abitudini e che, inevitabilmente, riguarda anche tutti i prenovizi, novizi e salesiani nelle comunità di formazione in Italia. A loro, don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione, ha indirizzato una lettera con alcune raccomandazioni e con l’invito a coltivare la comunione nello spirito “con intensità tanto più grande in questo tempo”.

“Vi scrivo anzitutto per esprimere la vicinanza e solidarietà del Rettor Maggiore, del Consiglio e degli altri confratelli che vivono qui, in condizioni che qualche settimana fa sarebbero state impensabili”, scrive don Coelho, prima di porre l’attenzione sulle misure igieniche che sono state prese nella comunità del “Sacro Cuore” e, indubbiamente, in tutte le case di formazione in Italia: si seguono dei turni, vengono usati ambienti diversi per la preghiera e per i pasti e sono stati installati distributori con liquido igienizzante per le mani.

“Non è un eccesso di prudenza – prosegue don Coelho –. È un dovere di cittadinanza in linea con la Strenna di quest’anno e, ancor più, in solidarietà con lo sforzo immane che si sta facendo nei nostri Paesi per contenere la diffusione del virus”.

Il Consigliere Generale per la Formazione, ricordando che COVID-19 si è diffuso anche all’interno di alcune case di religiose a Roma, contagiando praticamente tutti i membri di quelle comunità, invita quindi alla prudenza, soprattutto per non aggravare un sistema sanitario che si trova già ai limiti delle proprie capacità.

Tuttavia, prosegue la lettera, in questo tempo durante il quale gli spostamenti di tutti sono limitati, la vita comunitaria non deve fermarsi e “la carità e il sostegno reciproco possono trovare nuove forme”.

Don Coelho spiega infatti che nella comunità del Sacro Cuore sono state ideate nuove forme “digitali” per partecipare alla Messa, che ogni giorno viene video-trasmessa via internet, e che viene seguita sia dall’Italia, sia dall’estero.

A conclusione della lettera il Consigliere Generale per la Formazione invita a prepararsi alla Pasqua restando tutti uniti e sostenendosi a vicenda con la preghiera e, soprattutto, vivendo questo tempo come un tempo di “Passione e Resurrezione, unico nel suo genere rispetto a tutti gli anni precedenti”.

La lettera completa