Don Stefano Martoglio è il nuovo Vicario del Rettor Maggiore

Il CG28 ha eletto don Stefano Martoglio come Vicario del Rettor Maggiore. Gli auguri di don Roberto Dal Molin, segretario generale della Conferenza Ispettorie Salesiane Italia (CISI):

Don Stefano Martoglio è stato eletto dal 28° Capitolo Generale dei Salesiani come Vicario del Rettor Maggiore. E’ una scelta davvero importante per tutta la Congregazione ma per l’Italia salesiana lo è in modo particolare. Don Stefano negli ultimi sei anni è stato il Consigliere per la Regione Mediterranea (Spagna, Italia, Portogallo e Medioriente), ha potuto visitare tutte le 10 ispettorie che la compongono e ha conosciuto tutti i confratelli salesiani e le opere che ne fanno parte. Abbiamo tanto apprezzato la sua sapiente e amorevole vicinanza, il suo accompagnamento fraterno ed efficace, la sua conduzione brillante e sempre in comunione con il Rettor Maggiore. Pur non avendolo più come Consigliere siamo molto contenti di questo nuovo servizio che inizia per la Congregazione e tutti noi; gli assicuriamo affetto, preghiera e filiale collaborazione per camminare uniti nel dono del carisma di don Bosco a tanti giovani.

Di seguito pubblichiamo la notizia dell’agenzia di informazione salesiana ANS:

(ANS – Roma) – Il Capitolo Generale 28° della Congregazione Salesiana ha eletto come Vicario del Rettor Maggiore, per il sessennio 2020-2026, don Stefano Martoglio, finora Consigliere per la regione Mediterranea.

Don Stefano Martoglio è nato il 30 Novembre 1965 a Torino. Entrato nel 1984 al Noviziato “Monteoliveto” di Pinerolo, ha emesso i primi voti nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino l’8 Settembre 1985 e i voti perpetui il 27 Settembre 1992 a Castelnuovo Don Bosco. È stato ordinato sacerdote a Torino l’11 Giugno 1994.

Ha servito la comunità salesiana come Consigliere dell’opera di Pinerolo e dell’opera San Domenico Savio di Valdocco, prima di diventare, nel 2004, il Direttore della Casa Madre della Congregazione, sempre a Valdocco.

Nel 2008 è stato nominato Superiore della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta.

Ha partecipato al Capitolo Generale 25 e ha fatto parte della Commissione precapitolare del Capitolo Generale 27.

Il Capitolo Generale 27 lo elesse come primo Consigliere regionale per la regione Mediterranea.

 

 

Don Ángel Fernández Artime confermato Rettor Maggiore

Tutta l’Italia salesiana abbraccia don Ángel Fernández Artime rieletto come 10mo successore di Don Bosco. A lui, con obbedienza di figli, tutto il nostro affetto e la nostra preghiera per proseguire la missione di don Bosco per i giovani.

Il saluto di don Ángel alla Famiglia Salesiana:

Di seguito pubblichiamo il comunicato di ANS:

(ANS – Roma) – Il Capitolo Generale 28° della Congregazione Salesiana ha rinnovato a Don Ángel Fernández Artime il mandato di Rettor Maggiore, per il sessennio 2020-2026. L’elezione è avvenuta al primo scrutinio.

Don Ángel Fernández Artime, 59 anni, è nato il 21 agosto 1960 a Gozón-Luanco, nelle Asturie, Spagna; ha emesso la sua prima professione il 3 settembre 1978, i voti perpetui il 17 giugno 1984 a Santiago de Compostela ed è stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1987 a León.

Originario dell’Ispettoria di Spagna-León, ha conseguito la Laurea in Teologia Pastorale e la Licenza in Filosofia e Pedagogia.

È stato Delegato di Pastorale giovanile, Direttore della scuola di Ourense, membro del Consiglio e Vicario ispettoriale e, dal 2000 al 2006, Ispettore. È stato membro della commissione tecnica che ha preparato il Capitolo Generale 26. Nel 2009 è stato nominato Ispettore dell’Argentina Sud, e grazie a tale incarico ha anche avuto modo di conoscere e collaborare personalmente con l’allora arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco.

Nel dicembre del 2013 venne nominato Superiore dell’Ispettoria “Spagna-Maria Ausiliatrice” – incarico che tuttavia non ha mai svolto perché prima di essere insediato come Ispettore è stato eletto dal Capitolo Generale 27, anche in quel caso al primo scrutinio, come Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana. Era il 25 marzo del 2014.

 

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Le Messe e altre preghiere tutti i giorni in tv: come (e dove) seguirle

Pubblichiamo un articolo di Avvenire con le indicazioni per seguire le Messe e le altre preghiere in tv e in radio ogni giorno.

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Le chiese sono aperte ma in tutta Italia le celebrazioni sono sospese fino al 3 aprile. Ecco come si può seguire da casa ogni giorno la Messa e le altre devozioni:

Tv2000, in palinsesto 3 Messe al giorno

Tv2000 incrementa gli appuntamenti religiosi: le Messe quotidiane in diretta su Tv2000 (canale 28, 157 Sky e in streaming https://www.tv2000.it/live/) diventano tre.

1) Alle ore 7.00 la Messa celebrata da papa Francesco nella cappella di Santa Marta.

2) Alle 8.30 dalla Cappella del Policlinico Gemelli dal lunedì al venerdì e dalla Chiesa del Crocifisso di Cosenza il sabato e la domenica

3) Da mercoledì 11 marzo alle ore 19.00 ci sarà una Messa dal Santuario del Divino Amore celebrata per tutta la prima settimana dal vicario del Papa per la Diocesi di Roma, il cardinale Angelo De Donatis.

Su Tv2000 si può seguire anche il Rosario alle 5.00, alle 6.50, alle 18.00 in diretta da Lourdes e alle 20.00 a Maria che scioglie i nodi.

Nuovo programma di Radio Vaticana

“In prima linea – vivere con fede al tempo del coronavirus”. È il nuovo programma di Radio Vaticana per dar voce alle tante persone che in questi giorni testimoniano il Vangelo aiutando gli altri. “Ci siamo lasciati interrogare dal Papa – sottolinea Massimiliano Menichetti, Responsabile di Radio Vaticana Vatican News – che oggi ha deciso di celebrare in diretta la Messa a Casa Santa Marta, permettendo a tutto il mondo di pregare con lui. Francesco ha offerto la Messa per ‘gli ammalati, per i medici, gli infermieri, i volontari che tanto aiutano, i familiari, per gli anziani che stanno nelle case di riposo, per i carcerati che sono rinchiusi‘”: saranno loto i protagonisti di “In prima linea”. Il nuovo programma audio che si potrà ascoltare da questa sera alle 17:05 sulle frequenze di 105 Fm e 103.8 Fm, sulla radio digitale (DAB+) in tutta Italia, e sarà anche scaricabile in podcast e sulle nostre App ‘RADIO VATICANA’ e ‘VATICAN NEWS'”.
“Non vogliamo raccontare solamente le tante situazioni che l’Italia, il mondo vive a causa di questa epidemia da COVID-19, a ascoltare, raccogliere, condividere storie e voci, soprattutto portare quello sguardo più grande che sgorga dal Vangelo, capace di riempire i cuori, per non lasciare nessuno da solo. Un programma che abbiamo pensato per tutti, anche se guarderà in particolare agli anziani, ai carcerati, agli ammalati, e soprattutto a chi è in ‘Prima Linea’ contro l’epidemia”.

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Giornata Missionaria Salesiana 2020, ecco il libretto guida

“Rallegratevi nel Signore, sempre, ve lo ripeto ancora, rallegratevi”: questo il tema della Giornata Missionaria Salesiana 2020 che dà il titolo alla pubblicazione appena uscita.

I giovani di ieri e di oggi sono un prolungamento del sogno di Don Bosco che si continua a realizzare negli oratori e centri giovanili dell’Europa. Sono vere “stazioni missionarie” in un contesto culturale, alle volte segnato dall’indifferenza religiosa, da situazioni di famiglie ferite, da carenze affettive. Le case salesiane dalle “porte aperte” sono una vera opportunità per crescere nell’amore e nella fede

Questo un passaggio dell’introduzione e della spiegazione del poster contenute nella pubblicazione.

Scarica il libretto

Coronavirus: la posizione della CEI

Pubblichiamo il comunicato stampa della CEI in merito alle disposizioni del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri per contrastare il contagio del COVID-19.

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È in vigore un nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, finalizzato a definire in modo unitario il quadro degli interventi per arginare il rischio del contagio del “coronavirus” (COVID-19) ed evitare il sovraccarico del sistema sanitario. 

Il testo conferma le misure restrittive emanate lo scorso 1 marzo – e destinate a restare in vigore fino a domenica 8 marzo inclusa – con le quali in tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e in alcune province (Savona, Pesaro e Urbino) sono state stabilite limitazioni anche per i luoghi di culto, la cui apertura richiede l’adozione di misure tali da evitare assembramenti di persone. Alla luce del confronto con il Governo, in queste realtà la CEI chiede che, durante la settimana, non ci sia la celebrazione delle Sante Messe. 

Il nuovo decreto, inoltre, stabilisce – per l’intero territorio nazionale, fino al 3 aprile – la “sospensione delle manifestazioni, degli eventi e degli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro” (DPCM, art. 1, b). Tra le misure di prevenzione, si evidenzia, in particolare, l’“espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro” (DPCM, art. 2, b). 

Nelle aree non a rischio, assicurando il rispetto di tali indicazioni in tutte le attività pastorali e formative, la CEI ribadisce la possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima. 

Le misure adottate mettono in crisi le abituali dinamiche relazionali e sociali. La Chiesa che è in Italia condivide questa situazione di disagio e sofferenza del Paese e assume in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus. Attraverso i suoi sacerdoti e laici impegnati continua a tessere con fede, passione e pazienza il tessuto delle comunità. Assicura la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio; a quanti sono preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica. 

Roma, 5 marzo 2020 

Procede la Causa di martirio di don Elia Comini, SDB

Pubblichiamo da ANS

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Martedì 25 febbraio 2020 i Consultori storici della Congregazione delle Cause dei Santi hanno espresso parere positivo in merito alla Positio suppletiva super martyrio del Salesiano sacerdote don Elia Comini (1910-1944): Positio redatta dopo che in data 22 febbraio 2019 la medesima Congregazione aveva concesso che tale Causa, iniziata super virtutibus, potesse appunto essere studiata super martyrio, anche alla luce di nuove evidenze storico-documentali.

La Positio suppletiva consegnata in data 8 ottobre 2019 alla Congregazione delle Cause dei Santi fa emergere con chiarezza la vicenda del Servo di Dio legata all’eccidio nazista di Monte Sole (ottobre 1944): don Elia Comini e il Dehoniano padre Martino Capelli decisero lucidamente, la mattina del 29 settembre 1944, di accorrere verso la località “Creda di Salvaro” in comune di Grizzana (Bologna) per amministrare gli ultimi conforti della fede a un gruppo di agonizzanti vittime della barbarie nazista.

Lo fecero rimanendo chiaramente identificabili come sacerdoti, con la stola, gli oli santi e una teca contenente l’Eucaristia: erano invece consapevoli che restando in chiesa o nell’adiacente canonica non avrebbero corso alcun rischio. Subito catturati, furono spogliati delle loro insegne sacerdotali e pesantemente umiliati dalle SS, anche con il lavoro coatto duro: sono costretti a trasportare le munizioni su sentieri di montagna e vengono visti da poche testimoni sovraccarichi, stanchi, quasi deformati dallo sforzo, vicino a catene che forse li legavano. Sono quindi tradotti in prigionia e successivamente uccisi insieme a un gruppo di vecchi e inabili, in località Pioppe di Salvaro.

Negli istanti finali, una SS colpisce duramente le mani di don Elia Comini per obbligarlo a lasciare il Breviario; e don Elia stesso accompagna i morenti intonando le Litanie, mentre padre Capelli invoca il perdono e, colpito anch’egli, nei suoi ultimi istanti benedice i caduti e i compagni di agonia. Era la sera del 1° ottobre 1944.

Sulla base testimoniale e documentale si è cercato di accertare e dimostrare il martirio dei due religiosi, che esposero la propria vita solo per adempiere ai doveri sacerdotali e amministrare gli ultimi sacramenti ai moribondi. Nei giorni dopo l’eccidio della Botte di Pioppe di Salvaro, pur avendovi ucciso oltre 40 persone, le SS pare si siano vantate della sola morte dei due preti, con le parole “Zwei Pastoren kaputt” (due pastori spezzati).

Acutis sarà beato, un libro lo presenta

Il 21 febbraio scorso, Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle cause dei santi a promulgare i rispettivi decreti riguardanti il miracolo attribuito all’intercessione del giovane Carlo Acutis, morto a 15 anni per una leucemia fulminante.

La Voce e il Tempo dedica un articolo al futuro beato e al libro che racconta la sua vita pubblicato dall’Editrice Elledici, a cura del salesiano don Umberto De Vanna. Si riporta di seguito l’articolo che sarà pubblicato domenica 1 marzo 2020, a cura di Michele Gota.

Acutis sarà beato, un libro lo presenta

«È stato un giovane libero e lieto, Carlo Acutis, contento della vita, capace di compassione e di gratuità. Ha vissuto i suoi 15 anni ‘alla grande’, all’altezza dei suoi desideri più veri».

Così scrive mons. Paolo Martinelli, Vescovo ausiliare di Milano, nella presentazione di questo libro.

Carlo Acutis nasce nel 1991 a Londra, dove i genitori si trovano per motivi di lavoro; poi, la famiglia si trasferisce a Milano; lui frequenta scuole cattoliche; è appassionato di sport ed informatica (realizza programmi, crea siti web, cura la redazione di giornalini); ha una valanga di amici; muore di leucemia acuta, a Monza, ad appena 15 anni, nel 2006. Per suo desiderio è sepolto ad Assisi, nel santuario della Spogliazione. Da poco, Papa Francesco lo ha dichiarato venerabile e parlando di lui, ha detto che «ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza». Basterebbero questi cenni per intuire che «Carlo è il santo che non ti aspetti perché ha tutte le caratteristiche dei ragazzi d’oggi», e anche per- ché è «innamorato di Dio».

I suoi gesti, la sua testimonianza quotidiana, anche negli ultimi giorni in ospedale, lasciano tutti meravigliati. E chi lo ha conosciuto, a scuola, nell’oratorio, al Meeting di Rimini, sul web, in ospedale appunto, ne parla con le lacrime agli occhi. Una citazione tra le tante: per il suo fidato Rajesh, l’induista che vive in casa sua come domestico, Carlo è un tale esempio di spiritualità e santità – «perché un ragazzo così giovane, così bello e così ricco normalmente preferisce fare una vita diversa» – che si fa battezzare.

Ed oggi sono tantissime le persone, non soltanto in Italia, che si rifanno alla testimonianza di Carlo per vivere la fede con gioia ed entusiasmo. Un adolescente, dunque, da portare come esempio e soprattutto da imitare. In questo aiutati anche dal bel volumetto del salesiano Umberto De Vanna, autore di numerosi libri di catechesi e spiritualità giovanile e già direttore di riviste Elledici.

Il testo propone, com’è comprensibile, una biografia di Carlo, ma in modo quanto mai giovanile, con frasi, scritti, commenti suoi e delle persone che lo hanno conosciuto, alternati a tante foto a colori. Immagini quasi in ogni pagina, dove lui – già da bambino, ma ancor più adolescente – è sempre allegro e sorridente, e sembra chiedere a chi le guarda: perché non anche tu? Perché Carlo «era affascinato da una forte spiritualità che ha vissuto senza complessi, respirando il mondo della fede con la spontaneità di uno che si direbbe caduto giù dal cielo». Perché, come è stato scritto, Carlo è «il vero ‘scandalo’ di oggi: un giovane che aspira alla santità». Perché ha vissuto «la sua adolescenza come occasione per portare il Vangelo».

Sono testi e immagini che non lasciano indifferenti, anzi commuovono il lettore. A questo vanno aggiunti i suggerimenti, presenti alla fi ne di ogni capitolo, per la riflessione personale e di gruppo. Un libro, quindi, utile per conoscere la vita di Carlo, stimolante anche per i meno giovani e un valido strumento per educatori e animatori di gruppi.

Michele GOTA

Umberto De Vanna,
«Carlo Acutis. 15 anni di amicizia con Dio», Elledici

 

Carlo Acutis - Elledici
La Voce e il Tempo

Migranti in transito, percorsi di formazione: il convegno al Sacro Cuore di Roma

L’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori a chiusura del progetto finanziato dalla Regione  Lazio volto a favorire l’inclusione dei migranti transitati sul territorio della Regione ha organizzato la tavola rotonda dal titolo “Migranti In Transito Percorsi di Integrazione” che si terrà il 6 marzo 2020 dalle 15:00 alle 18:00 presso l’Istituto Salesiano Sacro Cuore (Via Marsala 42, Roma). 

L’evento vuole da una parte offrire uno sguardo d’insieme del progetto che ha visto la cooperazione di 4 Enti (Cnos-Fap Lazio, Borgo Ragazzi Don Bosco, Ospizio Salesiano Sacro Cuore e Associazione “Naturalmente”) impegnati, nell’ambito delle rispettive competenze (accoglienza, orientamento, consulenze legali) a rendere effettiva l’inclusione e l’integrazione dei giovani migranti, dall’altra parte evidenziare le criticità e le risorse relative al sistema inclusivo. Interverranno come relatori la Dott.ssa Stafania Congia – Dirigente Divisione Politiche di integrazione e tutela minori stranieri del Ministero del lavoro e delle politiche sociali – che introdurrà il tema della sfida dell’inclusione; la Dott.ssa Anna Clara De Martino – Ufficio Ricerche e Progetti, Area Immigrati Caritas di Roma – che illustrerà le criticità e le risorse del sistema di accoglienza e dei percorsi di integrazione nella Capitale. L’analisi del concetto “essere migranti in transito” sarà l’oggetto dell’intervento del Prof. Lluis Peris Cancio – Dipartimento di scienze sociali ed economiche Sapienza Università di Roma – e un approfondimento dei problemi legati all’integrazione dei neomaggiorenni migranti sarà affrontato dal Dott. Stefano Scarpelli – Ufficio Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Modera l’incontro l’Avv. Prof. Andrea Farina – Coordinatore dell’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori – . 

Nel corso della Tavola Rotonda verrà ascoltata la testimonianza di un giovane che ha seguito il percorso di integrazione nell’ambito del progetto realizzato. 

Per le iscrizioni è necessario inviare una e-mail all’indirizzo osdirittiminori@gmail.com entro il 29 febbraio 2020. 

Scarica la locandina

 

 

 

25 febbraio: 90° del martirio di San Luigi Versiglia e San Callisto Caravario

Pubblichiamo da ANS l’articolo sul 90° anniversario del martirio di San Luigi Versiglia e San Callisto Caravario

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In uno dei suoi sogni profetici Don Bosco aveva visto elevarsi al Cielo due grandi calici con i quali i suoi figli avrebbero innaffiato la missione salesiana in Oriente: uno era pieno di sudore e l’altro di sangue. Trascorsi alcuni decenni, dalla Cina don Luigi Versiglia avrebbe scritto ad un altro salesiano che gli aveva inviato un calice sacro in dono: “Il nostro venerabile Padre, Don Bosco, quando ha sognato la Cina, vide due calici pieni del sudore e del sangue dei suoi figli… Possa il Signore far sì che io restituisca ai miei superiori e alla nostra Pia Società il calice che mi è stato offerto. Che trabocchi, se non del mio sangue, almeno del mio sudore!”.

Luigi Versiglia, nato a Oliva Gessi (Pavia) il 5 giugno 1873, a dodici anni entrò nell’oratorio di Valdocco dove conobbe Don Bosco. Ordinato sacerdote (1895), dopo essere stato Direttore e maestro dei novizi a Genzano di Roma, nel 1906 guidò la prima spedizione missionaria salesiana in Cina. Nel 1918 i Salesiani ricevettero dal Vicario apostolico di Canton la missione di Shiu Chow. Don Luigi Versiglia ne fu nominato Vicario Apostolico e il 9 gennaio 1921 fu consacrato Vescovo. Fu un vero pastore, tutto dedito al suo gregge. Diede al Vicariato una solida struttura con un seminario, case di formazione, progettando egli stesso varie residenze e ricoveri per anziani e bisognosi. Curò con convinzione la formazione dei catechisti.

Callisto Caravario nacque a Cuorgné (Torino) l’8 giugno 1903 e fu allievo all’oratorio di Valdocco. Ancora chierico, nel 1924, partì per la Cina come missionario. Venne mandato a Macao, e poi per due anni nell’isola di Timor, edificando tutti per la sua bontà e il suo zelo apostolico. Il 18 maggio del 1929 mons. Versiglia lo ordinò sacerdote.

Il 25 febbraio 1930 i due missionari viaggiavano in barca per una visita pastorale alla missione di Linchow. Al momento dell’Angelus una banda di pirati bolscevichi li intercettò, esigendo un salvacondotto o il pagamento di un’ammenda elevata. Durante le trattative, i comunisti salirono a bordo e, trovando tre giovani catechiste, vollero portarle con loro. I due missionari si interposero eroicamente e furono attaccati col calcio delle armi da fuoco e con bastonate, fino a quando non caddero feriti. Mons. Versiglia e don Caravario furono legati, mentre i pirati saccheggiavano i loro beni e bruciavano libri e breviari. Uno dei banditi, strappando i crocifissi che una catechista aveva in mano, gridò: “Perché ami queste croci? Noi non le tolleriamo, le odiamo con tutta l’anima, non le vogliamo in alcun modo e ci opponiamo a loro tanto quanto possiamo!”. Le giovani poterono vedere i missionari confessarsi a bassa voce l’un l’altro, prima di essere fucilati in un vicino bosco di bambù. Così i due calici sognati da Don Bosco furono elevati al Cielo!

Giovanni Paolo II li beatificò il 15 maggio 1983 e li canonizzò il 1° ottobre 2000. In occasione della beatificazione disse parole di grande valore: “Il sangue dei due Beati sta alle fondamenta della Chiesa cinese, come il sangue di Pietro sta alle fondamenta della Chiesa di Roma. Dobbiamo quindi intendere la testimonianza del loro amore e del loro servizio come un segno della profonda convenienza tra il Vangelo e i valori più alti della cultura e della spiritualità della Cina. Non si può separare, in tale testimonianza, il sacrificio offerto a Dio e il dono di sé fatto al popolo e alla Chiesa della Cina”. Quel popolo che oggi soffre come altri per l’epidemia del coronavirus e soprattutto desidera il riconoscimento di una vera libertà civile e religiosa.

A motivo di quest’anniversario, il Superiore dell’Ispettoria “Maria Ausiliatrice” con sede a Hong Kong ha diramato un messaggio nel quale afferma: “Nel 2020 la nostra Congregazione celebra il 90° anniversario del martirio dei Santi Luigi Versiglia e Callisto Caravario. Ricordiamo il loro contributo alla nostra congregazione salesiana e in particolare alla nostra Ispettoria CIN. Dal 25 febbraio al 13 novembre 2020 si svilupperanno celebrazioni e attività per i nostri protomartiri salesiani. Spero che sapremo imparare lo spirito del martirio da questi due Santi, attraverso le diverse attività che stiamo organizzando quest’anno.

A volte si dice che la vita religiosa è un ‘martirio bianco’, incruento; ma direi che ogni cristiano partecipa al ‘martirio bianco’, se mette in pratica il Vangelo e porta la propria croce. Cari fratelli e sorelle, modelliamoci sull’esempio dei santi Luigi Versiglia e Callisto Caravario!”

Il Card. Cristóbal López Romero ha preso possesso cardinalizio del Titolo di San Leone I

Pubblichiamo da ANS l’articolo sul cardinale Romero, arcivescovo di Rabat, il quale ha preso possesso cardinalizio del Titolo di San Leone I

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Domenica 16 febbraio, durante la celebrazione dell’Eucaristia, il salesiano Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat (Marocco), ha preso possesso cardinalizio del Titolo di San Leone I, che gli è stato concesso da Papa Francesco quando lo ha nominato cardinale il 5 ottobre 2019.

Il card. López Romero è nato a Vélez Rubio (Spagna), nel 1952. Attualmente presiede una piccola comunità cattolica di poco più di 20.000 fedeli, tutti stranieri, per lo più giovani dei Paesi sub-sahariani.

In un messaggio inviato all’Agenzia iNfo Salesiana (ANS) il Cardinale ha rivolto un pensiero a tutti i salesiani del mondo: “Oggi prendo possesso di quella che è la mia parrocchia a Roma. Il Santo Padre mi ha dato questa Parrocchia per essere legato alla Chiesa di Roma, che è il centro di riferimento universale. Colgo l’occasione per salutare tutto il mondo salesiano, sempre unito al Papa. Sono vescovo a Rabat, e la nostra Chiesa vive la fede con grande entusiasmo. Vi chiedo una preghiera perché possiamo essere una Chiesa che dà testimonianza in Marocco, dove la maggioranza è musulmana, e dove lavoriamo insieme per costruire il Regno di Dio. Che Don Bosco e Maria Ausiliatrice ci aiutino”.

Il primo atto della presa di possesso cardinalizio ha avuto luogo alla porta della parrocchia “San Leone I”, in via Prenestina 104, su cui insiste il titolo cardinalizio. Il Cardinale Lopez è entrato in compagnia del parroco di San Leone I, don Vito di Nuzzo, ha baciato il crocifisso ed è poi entrato nella chiesa, dove una moltitudine di fedeli lo ha accolto con un applauso. Il porporato si è poi recato all’altare del Santissimo Sacramento per trascorrere qualche momento in preghiera. Subito dopo si è vestito per la celebrazione eucaristica, durante la quale è stato letto il decreto di titolarità cardinalizia, nell’ordine dei “cardinali presbiteri”.

Come è noto, i cardinali sono nominati in maniera sovrana dal Papa, il quale al momento della nomina assegna loro la titolarità di una parrocchia della diocesi di Roma o di una sede suburbicaria, a simboleggiare l’unità del Collegio dei cardinali come supporto all’attività pastorale del Vescovo di Roma.

Da ieri la parrocchia di San Leone I è ornata con due stemmi: su una porta della chiesa c’è lo stemma episcopale del Papa, e su un’altra lo stemma del cardinale López Romero, da cui dipende simbolicamente.

I cardinali hanno numerosi compiti, ma tra i principali c’è sicuramente l’elezione del Successore di Pietro. Papa Paolo VI ha limitato l’età dei cardinali elettori, e quindi eleggibili, a 80 anni e il loro numero a 120.

La parrocchia di San Leone I è una chiesa della diocesi di Roma ed è stata fondata il 7 ottobre 1952.