Da Leopoli a Torino, e adesso anche ritorno – Famiglia Cristiana

Alcune famiglie Ucraine, accolte a Valdocco da Missioni Don Bosco in seguito all’emergenza della guerra in Ucraina, stanno per tornare a casa nelle zone più calme del Paese, ma la situazione rimane disperata. Di seguito l’articolo di Famiglia Cristiana a cura di Giusi Galimberti.

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Prosegue la nostra serie che accompagna il programma su Canale 5 la domenica mattina: sesta tappa, dall’Ucraina a Valdocco in fuga e accolte da Missioni Don Bosco, alcune famiglie Ucraine ora tornano a casa. “Ma solo nelle zone più calme: la situazione è ancora tragica, siamo pronti a tutto”, spiega il salesiano Don Czaban.

Non si può mai parlare di belle notizie quando si tratta di un Paese invaso e in guerra, ma ciò che ci spiegano i missionari salesiani di don Bosco, che da quando è iniziata l’offensiva russa in Ucraina ospitano nella sede torinese diverse famiglie di profughi, è di un certo sollievo: alcuni di loro cominciano anche a ritornare a casa. Abbiamo approfittato di un brevissimo passaggio dalla Casa di Valdocco di don Michajlo Czaban, missionario ucraino di Leopoli, per conoscere meglio la situazione nel suo Paese e comprendere insieme con l’argentino don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, come vengono ora organizzate emergenza e accoglienza di chi fugge dai territori invasi.

«Purtroppo, la situazione continua a essere tragica. Dobbiamo prepararci a tempi ancora più duri: non sappiamo quanto a lungo continuerà la guerra e dobbiamo essere pronti a tutto»

dice don Michajlo.

«Ora scappano soprattutto dalle zone calde della guerra, come Kharkiv e il Donbass»,

aggiunge padre Daniel.

«Quelli che prima vivevano in aree che sembrano ora più tranquille, cercano di rientrare. Sanno che se la situazione dovesse aggravarsi anche lì, qui da noi avranno sempre qualcuno ad accoglierli: così ripartono verso l’Ucraina con uno spirito più leggero. In questo momento vivono qui a Valdocco una quarantina di persone, tutte mamme con bambini. Con i vari flussi sono passate da qui circa 80 persone. Sedici ragazzini sono ospiti della scuola. ll primo pensiero di tutti, comunque, è sempre quello di tornare a casa appena possibile. Come li abbiamo aiutati a fuggire dalla guerra, ora aiutiamo alcuni – per ora purtroppo una minoranza – a rientrare in patria. Si sta verificando ai nostri occhi una sorta di controtendenza, ma per molti una casa non c’è più. Chi ce l’ha bombardata o sa che è ancora sotto le bombe, non ha un posto dove tornare. La nostra sfida, ne abbiamo parlato con don Michajlo nella speranza che la pace arrivi pre sto, è pensare proprio al futuro di queste famiglie dopo la guerra».

«Ci sono sei milioni di ucraini fuori dal Paese» , continua don Michajlo con un nodo nella voce.

«A Leopoli abbiamo organizzato un campo che accoglie fino a 300 mila persone in fuga dal fronte. Dalla Polonia sono arrivati centinaia di container, trasformati in case per i profughi: una sorta di cittadella dove il Comune ha fatto arrivare acqua e la luce. L’abbiamo chiamata Piccola Mariupol, in onore di una delle città simbolo di questa guerra».

Nel frattempo anche a Valdocco si è creata una piccola comunità.

«A gestire l’accoglienza nella Casa di Don Bosco siamo solo noi “due Daniel”»,

dice scherzando don Antúnez, riferendosi anche al padre missionario bosniaco don Danijel Vidovic:

«Sono le mamme ucraine che a turno preparano pranzi e cene, riordinano e tengono tutto pulitissimo. Proprio come se fossero a casa loro. E devono sentirsi a casa loro: deve essere così soprattutto per i loro bambini».

 

-Giusi Galimberti

Italia – L’Assemblea Generale del “Don Bosco Network” a Valdocco, nel cuore della Congregazione Salesiana

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Nei giorni 1 e 2 giugno scorsi si è svolta a Valdocco l’Assemblea Generale semestrale del Don Bosco Network (DBN), la rete di organizzazioni ed enti salesiani impegnati per lo sviluppo. I rappresentanti delle diverse ONG e Procure Missionarie salesiane si sono radunati a Torino provenienti dall’Europa, da New York e dall’India. “Per la prima volta dallo scoppio della pandemia di Covid-19, siamo riusciti a riunire tutti i rappresentanti – ha affermato Fonny Grootjans, Coordinatore della rete salesiana –. Siamo stati anche molto contenti di accogliere don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni, e il sig. Jean-Paul Muller, Economo Generale, come ospiti alle nostre riunioni, nonostante avessero già molto impegni con la sessione estiva del Consiglio Generale. Ma anche questo dimostra l’importanza del DBN per la Congregazione”.

“Questa Assemblea Generale è stata anche l’inizio di una nuova fase per il DBN, con l’elezione di un nuovo Consiglio Direttivo. Siamo molto grati per l’impegno attivo di Angel Gudiña (per “Misiones Salesianas”, Spagna) e don Noel Maddhichetty, SDB, (con “BoscoNet”, India) e siamo felici di dare il benvenuto a Silvia Cromm (di “Don Bosco Mondo”, Germania), Chiara Lombardi (del “VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, Italia) e don Santhanaraj Ubagram, SDB, (di “BoscoNet”, India). Che Dio e Don Bosco li guidino nella loro nuova missione all’interno del Don Bosco Network” ha aggiunto ancora il Coordinatore del DBN.

Altro elemento fondamentale dei due giorni di assemblea generale è stato il lancio del nuovo piano strategico 2022-2026.

Si tratta, infatti, di un piano ricco di stimoli e obiettivi, che mira, tra l’altro, a:

–     sviluppare una cooperazione e un coordinamento più forti tra i membri della DBN, gli Uffici di Pianificazione e Sviluppo, le Procure Missionarie, le ONG, e i Settori salesiani per Pastorale Giovanile, le Missioni e l’Economato;

–     trovare strategie efficienti per la condivisione di conoscenze, competenze ed esperienze;

–     creare opportunità di sviluppo delle competenze per il personale delle organizzazioni parte della rete, anche per tutti i partner salesiani nel mondo.

Con questo nuovo piano, il DBN può continuare con fiducia la sua missione nel campo della cooperazione salesiana allo sviluppo, all’educazione, all’animazione missionaria, per la risposta alle emergenze…

“Non poteva esserci posto migliore per fare questo incontro che il cuore materno della Congregazione, Valdocco – ha infine commentato il signor Grootjans –. La visita al ‘Museo Casa Don Bosco’ e la possibilità di ritrovare tante persone fonte di ispirazione salesiana hanno contribuito a rendere il raduno molto costruttivo, aperto e ben orientato. Siamo già in attesa del prossimo, ma nel frattempo continuiamo a servire i giovani di tutto il mondo”.

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“Le Storie D’Estate” e della buona notte: i podcast di Don Bruno Ferrero

Per vivere al meglio l’estate sono disponibili i podcast delle buone notti “Le Storie D’Estate” e “La Buona Notte di Don Bruno” di Don Bruno Ferrero, ripresi dai suoi racconti pubblicati per ELLEDICI: un valido strumento per aiutare a far addormentare i più piccoli durante i mesi estivi con una dolce storia ed un buon pensiero.

Tutte le puntate dei podcast sono disponibili sulle principali piattaforme streaming:

 

Spreaker
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ADMA: “l’inno della Mamma Celeste risuona in tutto il Mondo” – Testimonianze

In seguito alla festa di Maria Ausiliatrice da poco conclusa, l’Associazione di Maria Ausiliatrice ADMA ha raccolto alcune testimonianze da tutto il mondo su come è stata vissuta questa felice ricorrenza. Tra le realtà salesiane interpellate troviamo il Burandi, l’Ucraina e l’Argentina. Di seguito l’articolo gentilmente fornito dall’ADMA.

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“Anche noi abbiamo festeggiato la Festa Patronale della nostra casa intitolata a Maria Ausiliatrice con la S.Messa e una processione con il quadro di Maria Ausiliatrice, così la padrona di casa ha potuto vedere tutte le sue proprietà e benedire la città di Kiev, cuore dell’Ucraina”.

Questo il saluto che ci è giunto con gioioso affetto dall’Ucraina, così come da tanti fratelli e sorelle appartenenti ai diversi gruppi della Famiglia Salesiana sparsi nel mondo, dal Burundi all’Argentina.

Ancora una volta constatiamo come Maria nostra Madre, fonte delle gioie e sostegno nei travagli di questi tempi, non abbandoni nessuno dei Suoi figli riscaldando il cuore con il suo affetto e suscitando pensieri di gratitudine da tutta la Sua numerosa famiglia.

Anche nella festa di Maria Ausiliatrice di quest’anno abbiamo vissuto l’unità e la vicinanza al cuore di don Bosco, che continua ad essere per tutti noi Maestro ed Amico nell’indicarci il cammino delineato e sostenuto dalle due colonne, Maria e Gesù.

Al termine di quanto vissuto in queste giornate di Festa e con il cuore colmo di gioia per le eco giunte da tutto il mondo, non possiamo che dirci grati perché “Ha fatto tutto Lei” e affidati, nella certezza che “Farà tutto Lei”!

Sanctuaire Marial de Buterere Bujumbura – Burundi

Casa Salesiana Maria Ausiliatrice di Kiev – Ucraina

Basilica Maria Auxiliadora y San Carlos – Buenos Aires

ADMA

Disponibili online alcuni materiali storici sul futuro santo Artemide Zatti

Dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS – L’Archivio Storico Salesiano dell’Ispettoria “Beato Zeffirino Namuncurá” dell’Argentina Sud ha deciso di mettere a disposizione della Famiglia Salesiana e della comunità di ricerca, una serie di materiali sul beato e prossimo santo Artemide Zatti, al fine di favorire la divulgazione della sua vita e della sua opera. Sebbene queste informazioni siano sempre state disponibili, a motivo della recente approvazione da parte di Papa Francesco di un miracolo che lo porterà alla proclamazione come santo, i lavori archivistici sono stati potenziati.

Questi materiali (testi, fotografie, iconografie e cartoline), che rappresentano un punto di partenza per conoscere Artemide Zatti e lasciarlo parlare alla propria vita, sono una raccolta di materiali storici del suo lavoro pastorale e professionale a Viedma, nella Provincia di Río Negro, Patagonia, Argentina, conservati nella sede di Bahía Blanca dell’Archivio Salesiano.

Questo mini-sito web è stato concepito affinché storici, ricercatori, catechisti, coordinatori pastorali, insegnanti e altre persone interessate all’argomento possano avere a portata di mano questi materiali, che permetteranno loro di conoscere meglio Artemide Zatti. Ma non è tutto: nel corso del tempo, l’équipe dell’Archivio Storico Salesiano continuerà a caricare e aggiungere a mano a mano altri materiali.

Forte di un’esperienza pluriennale nella conservazione del patrimonio storico della Congregazione nella propria realtà locale, (nel 1956 sono stati fondati l’Archivio Storico della Patagonia del Nord, con sede a Bahía Blanca, e l’Archivio Centrale Salesiano, con sede presso la Casa Ispettoriale di Almagro), l’attuale Archivio Storico Salesiano dell’Argentina Sud organizza e conserva i documenti prodotti dall’Ispettoria, per preservare e valorizzare, anche attraverso la diffusione, quelle fonti che registrano il passato salesiano in Argentina, dall’arrivo dei primi missionari inviati da Don Bosco nel 1875, fino ai giorni nostri.

Ogni anno centinaia di ricercatori e studenti passano per le sue due sedi per ripercorrere quasi 150 anni di storia salesiana in Argentina.

Chi è interessato a collegarsi al sito dell’Archivio Storico Salesiano, può farlo da qui.

Info ANS

Annunciato il IX Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice

Nell’incontro finale della Consulta Mondiale della Famiglia Salesiana, l’Associazione di Maria Ausiliatrice annuncia il prossimo Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice dal 29 agosto al 1° settembre 2024 a Fatima, che coinvolgerà tutta la Famiglia Salesiana, unita dalla figura di  Maria che accompagna e segna ogni giorno il cammino.

Di seguito l’articolo pubblicato su ANS.

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Nell’incontro finale della Consulta Mondiale della Famiglia Salesiana – tenutasi a Valdocco dal 19 al 22 maggio – l’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA) Primaria di Torino-Valdocco ha annunciato con gioia ai superiori dei 32 gruppi della Famiglia Salesiana presenti la data ed il luogo del prossimo Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice: avrà luogo a Fatima, in Portogallo, dal 29 agosto al 1° settembre 2024.

L’annuncio arriva dopo la conferma da parte dell’equipe della Famiglia Salesiana del Portogallo, che ha il compito di coordinare la preparazione dell’evento, dopo aver raccolto il testimone al termine del precedente Congresso tenutosi a Buenos Aires nel 2019.

Quello a Fatima – luogo mariano e profetico per eccellenza, in cui il 13 maggio del 1917, per la prima volta, tre pastorelli (Lucia, Francisco e Jacinta), vedono la Vergine Maria con un Rosario in mano – sarà il IX Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice.

Il Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice è un momento forte, che coinvolge ed unisce tutta la Famiglia Salesiana, che a Maria vuole affidare il proprio impegno educativo, missionario e caritativo, per puntare all’unico obiettivo di Don Bosco: “Miei carissimi figliuoli in Gesù Cristo, vicino o lontano io penso sempre a voi. Uno solo è il mio desiderio, quello di vedervi felici nel tempo e nell’eternità”.

Dal 1988 ad oggi, si sono celebrati otto Congressi Internazionali:

–     1988 – Torino-Valdocco (Italia), nel centenario della morte di Don Bosco;

–     1995 – Cochabamba (Bolivia);

–     1999 – Siviglia (Spagna);

–     2003 – Torino-Valdocco (Italia) – centenario dell’incoronazione di Maria Ausiliatrice;

–     2007 – Città del Messico (Messico);

–     2011 – Czestochowa (Polonia);

–     2015 – Torino-Valdocco/Colle Don Bosco (Italia) – bicentenario della nascita di Don Bosco;

–     2019 – Buenos Aires (Argentina)

Maria ha accompagnato e segnato il cammino della Famiglia Salesiana anche grazie a questi appuntamenti, che hanno avuto come filo conduttore quello di scoprire la profondità della dimensione mariana del carisma salesiano e di rinnovare l’affidamento a Maria Ausiliatrice nell’impegno che le diverse generazioni hanno di ricevere e trasmettere il dono della fede.

Il congresso a Fatima segnerà un altro passo in avanti a partire proprio dal messaggio conclusivo del congresso di Buenos Aires, che Don Ángel Fernández Artime aveva così riassunto nel suo intervento finale: “Prima di tutto conta l’autenticità della nostra vita e della nostra testimonianza di vita… La nostra Famiglia Salesiana, con lo sguardo di Maria donna credente, può dare qualcosa agli altri se noi offriamo un modo di essere, una vita sana, credibile, sensibile… Come essere mariani, ognuno personalmente e nella Famiglia Salesiana, possiamo riassumerlo in questi punti:

–     Dobbiamo essere sempre più e più mariani, più e più di Maria.

–     Senza Maria non siamo i figli e le figlie che Don Bosco sognò (saremo altro, ma non il sogno di Don Bosco).

–     Abbiamo il dovere di annunciare e proporre senza timore e vergogna Gesù e sua Madre Maria (Don Bosco aveva sempre il nome di Maria sulle labbra. I primi salesiani erano pazzi di amore per Maria Ausiliatrice. Noi lo siamo oggi?).

–     Nel nostro cammino Maria non può essere un elemento decorativo ma è essenziale.

–     Senza di Lei la nostra educazione e la nostra pastorale saranno vuote, povere e senza consistenza.

–     Facciamo più annuncio esplicito di Gesù e teniamo più Maria sulle nostre labbra”.

Sotto la benedizione di Maria Ausiliatrice, inizia ora dunque, il lavoro dell’equipe e di tutti coloro che saranno chiamati a collaborare per la preparazione e la riuscita di questo grande evento di famiglia.

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Salesiani Cooperatori, il Consiglio mondiale si riunisce in presenza a Valdocco: “Da qui offriamo il meglio di noi”

Si è da poco concluso l’incontro del Consiglio Mondiale dei Salesiani Cooperatori che si è svolto dal 26 al 29 maggio a Valdocco.
All’importanza della convocazione si è aggiunto un aspetto particolare che ha caratterizzato le giornate di lavoro, cioè lo svolgimento in presenza dopo lo stop imposto dall’emergenza sanitaria della pandemia: dall’incontro fissato a maggio 2020, infatti, sono trascorsi due anni e dopo tante riunioni online il consiglio mondiale si è potuto ritrovare e abbracciare nuovamente.
“Come è ormai tradizione per i nostri incontri di Consiglio, alle attività tipicamente organizzative aggiungiamo sempre momenti formativi da condividere insieme. Questa volta abbiamo potuto ascoltare con piacere le parole di Don Morand Wirth, Salesiano di Don Bosco, eccellente conoscitore di San Francesco di Sales, che ci ha dato degli “assaggi” su aspetti particolari della figura del laico secondo San Francesco, inoltre, avendo scelto Valdocco come sede per questo incontri di Consiglio, non potevamo non dedicare una mezza giornata alla visita del museo “Casa Don Bosco”.
I Consiglieri riuniti hanno poi potuto eleggere i nuovi Amministratore e Segretario mondiale dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori: sono stati eletti Raul Fernandez, Consigliere della Regione Iberica come Amministratore e Carlo Pellegrino, Consigliere della Regione Italia Medio-Oriente Malta, come Segretario. Abbiamo poi ringraziato Cinzia Arena e Filippo Servilli, per il loro puntale e competenze servizio di Amministratore e Segretario”, spiega Antonio Boccia, Coordinatore mondiale dell’Associazione.
Sono stati presenti all’incontro Sr. Lesye Sandigo, Consigliera per la Famiglia Salesiana delle FMA e Don Joan Lluis Playa, Delegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana.  Per alcuni dei presenti è stata l’ultima partecipazione al Consiglio perché nel corso di quest’anno si svolgeranno i Congressi in alcune Regione che leggeranno i nuovi Consiglieri Mondiali.
Aver pregato ai piedi del quadro dell’Ausiliatrice vicino all’urna di Don Bosco ci ha dato l’entusiasmo necessario per poter offrire il meglio di noi al servizio dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori perché ognuno possa portare ai giovani frutti sempre abbondanti del nostro carisma laicale. Siamo tutti unanimi nel dire che questo di fa “solo per Amore e nulla per forza”. ha concluso Antonio Boccia.

“Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”: lunedì 30 maggio la presentazione alla LUMSA di Roma

Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo” (Nema Press) , l’ultima fatica letteraria di don Giuseppe Costa, Salesiano di Don Bosco Co-portavoce della Congregazione Salesiana, verrà presentato oggi lunedì 30 maggio, alla sede della Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA) di Roma. Di seguito la notizia riportata dal sito ANS.

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Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”, edito da Nema Press, è l’ultima fatica letteraria di don Giuseppe Costa, Salesiano di Don Bosco, Co-portavoce della Congregazione Salesiana. Il testo, che raccoglie numerosi articoli scritti da don Costa nel corso di quarant’anni di attività professionale, verrà presentato lunedì 30 maggio, presso la sede della Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA), a Roma.

Alla presentazione del libro saranno presenti numerose personalità della comunicazione e del giornalismo religiosi, noti professionisti della televisione e della stampa nazionale.

Interverranno infatti, in qualità di relatori:

  • Massimo Milone, direttore di RAI Vaticano
  • Cinthia Wooden, Responsabile di Catholic News Service – Italia
  • Enzo Romeo, caporedattore TG2
  • Vania De Luca, vaticanista TG3
  • Gianni Cardinale, vaticanista Avvenire

Ad introdurre e coordinare la presentazione sarà Neria De Giovanni, direttrice editoriale di Nemapress; mentre all’autore del testo, don Costa, saranno affidate le conclusioni.

Come scrive, a mo’ di conclusione, lo stesso autore nella quarta di copertina del libro, il volume ha un fine dichiarato: “Ai tanti giovani che affollano i corsi di giornalismo, alla ricerca di un futuro posto di lavoro sempre più arduo e raro, va forse detto che il giornalista di ogni giorno non è l’uomo dello spettacolo e dell’immagine, ma quello di un professionista da costruire con buoni studi e con altrettanta pratica. Va anche raccontato della dura ferialità di un dovere quotidiano, da coniugare sì con la novità di un prodotto che si rinnova ad ogni dispaccio d’agenzia, ma soprattutto con parole che si chiamano coscienza, responsabilità sociale e obiettività”.

Per tutti gli interessati l’appuntamento è per lunedì 30 maggio 2022, alle ore 17:00 (UTC+2), presso gli spazi della LUMSA a Roma (Via di Porta Castello, 44 – Sala Giubileo).

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Portogallo: visita di animazione del Consigliere per la Regione Mediterranea

Il Consigliere per la Regione Mediterranea, don Juan Carlos Pérez Godoy, in visita all’Ispettoria, ha tenuto un momento di formazione per la Famiglia Salesiana, ricordando a tutti che non c’è futuro se non si rafforza la comunione nella Famiglia Salesiana, sottolineando l’importanza dell’impegno di responsabilità di ciascuno invitando tutti a fare la propria parte in tal senso.

In seguito si riporta l’articolo pubblicato su ANS

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(ANS – Fatima) – Dal 20 al 27 maggio, il Consigliere per la Regione Mediterranea, don Juan Carlos Pérez Godoy, è in visita all’Ispettoria “Sant’Antonio” del Portogallo (POR).

Nel fine settimana scorso, 21 e 22 maggio, don Juan Carlos Pérez Godoy ha presieduto il Pellegrinaggio Nazionale della Famiglia Salesiana al Santuario di Fatima. Dapprima, nella Cappella delle Apparizioni ha presieduto la cerimonia di saluto alla Madonna e di accoglienza dei pellegrini della Famiglia Salesiana. Poi, nel tardo pomeriggio del primo giorno ha partecipato all’incontro nazionale dei giovani del Movimento Giovanile Salesiano (MGS).

Domenica mattina, nell’Aula del Buon Pastore del Centro Paolo VI, la Famiglia Salesiana si è riunita per un momento di formazione guidato proprio da don Pérez Godoy. Nell’occasione il Consigliere Regionale ha osservato che “il presente e il futuro della missione salesiana passano attraverso la Famiglia Salesiana” e, ha ricordato che “non c’è futuro se non rafforziamo la comunione nella Famiglia Salesiana”. Per questo, ha sottolineato l’importanza dell’impegno responsabile di ciascuno, e ha invitato tutti a fare la propria parte in tal senso.

Lunedì 22 maggio don Pérez Godoy ha proseguito la sua visita raggiungendo le presenze di Mogofores, dove ha incontrato i salesiani della comunità locale e quelli giunti appositamente da Porto.

Martedì 24 maggio il Consigliere Regionale ha presieduto le celebrazioni per la Festa di Maria Ausiliatrice presso l’opera dei Salesiani a Lisbona. A seguire ha potuto fare una breve visita per conoscere la più recente presenza salesiana dell’Ispettoria POR, quella di Setúbal.

La tappa successiva del suo viaggio è stata Funchal, dove don Pérez Godoy ha vissuto dei momenti di incontro e di dialogo sia con i giovani e sia con i salesiani del luogo.

Oggi, venerdì 27 maggio, ultimo giorno della sua visita, il Consigliere Regionale lo dedica ad un raduno di riflessione e confronto con i Direttori delle case salesiane dell’Ispettoria.

Messaggio del Santo Padre Francesco per la 56ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: ascoltare con l’orecchio del cuore

Pubblichiamo il messaggio del Santo Padre per la 56ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.

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Cari fratelli e sorelle!

Lo scorso anno abbiamo riflettuto sulla necessità di “andare e vedere” per scoprire la realtà e poterla raccontare a partire dall’esperienza degli eventi e dall’incontro con le persone. Proseguendo in questa linea, desidero ora porre l’attenzione su un altro verbo, “ascoltare”, decisivo nella grammatica della comunicazione e condizione di un autentico dialogo.

In effetti, stiamo perdendo la capacità di ascoltare chi abbiamo di fronte, sia nella trama normale dei rapporti quotidiani, sia nei dibattiti sui più importanti argomenti del vivere civile. Allo stesso tempo, l’ascolto sta conoscendo un nuovo importante sviluppo in campo comunicativo e informativo, attraverso le diverse offerte di podcast e chat audio, a conferma che l’ascoltare rimane essenziale per la comunicazione umana.

A un illustre medico, abituato a curare le ferite dell’anima, è stato chiesto quale sia il bisogno più grande degli esseri umani. Ha risposto: “Il desiderio sconfinato di essere ascoltati”. Un desiderio che spesso rimane nascosto, ma che interpella chiunque sia chiamato ad essere educatore o formatore, o svolga comunque un ruolo di comunicatore: i genitori e gli insegnanti, i pastori e gli operatori pastorali, i lavoratori dell’informazione e quanti prestano un servizio sociale o politico.

Ascoltare con l’orecchio del cuore

Dalle pagine bibliche impariamo che l’ascolto non ha solo il significato di una percezione acustica, ma è essenzialmente legato al rapporto dialogico tra Dio e l’umanità. «Shema’ Israel – Ascolta, Israele» (Dt 6,4), l’incipit del primo comandamento della Torah, è continuamente riproposto nella Bibbia, al punto che San Paolo affermerà che «la fede viene dall’ascolto» (Rm 10,17). L’iniziativa, infatti, è di Dio che ci parla, al quale noi rispondiamo ascoltandolo; e anche questo ascoltare, in fondo, viene dalla sua grazia, come accade al neonato che risponde allo sguardo e alla voce della mamma e del papà. Tra i cinque sensi, quello privilegiato da Dio sembra essere proprio l’udito, forse perché è meno invasivo, più discreto della vista, e dunque lascia l’essere umano più libero.

L’ascolto corrisponde allo stile umile di Dio. È quell’azione che permette a Dio di rivelarsi come Colui che, parlando, crea l’uomo a sua immagine, e ascoltando lo riconosce come proprio interlocutore. Dio ama l’uomo: per questo gli rivolge la Parola, per questo “tende l’orecchio” per ascoltarlo.

L’uomo, al contrario, tende a fuggire la relazione, a voltare le spalle e “chiudere le orecchie” per non dover ascoltare. Il rifiuto di ascoltare finisce spesso per diventare aggressività verso l’altro, come avvenne agli ascoltatori del diacono Stefano i quali, turandosi gli orecchi, si scagliarono tutti insieme contro di lui (cfr At 7,57).

Da una parte, quindi, c’è Dio che sempre si rivela comunicandosi gratuitamente, dall’altra l’uomo al quale è richiesto di sintonizzarsi, di mettersi in ascolto. Il Signore chiama esplicitamente l’uomo a un’alleanza d’amore, affinché egli possa diventare pienamente ciò che è: immagine e somiglianza di Dio nella sua capacità di ascoltare, di accogliere, di dare spazio all’altro. L’ascolto, in fondo, è una dimensione dell’amore.

Per questo Gesù chiama i suoi discepoli a verificare la qualità del loro ascolto. «Fate attenzione dunque a come ascoltate» (Lc 8,18): così li esorta dopo aver raccontato la parabola del seminatore, lasciando intendere che non basta ascoltare, bisogna farlo bene. Solo chi accoglie la Parola con il cuore “bello e buono” e la custodisce fedelmente porta frutti di vita e di salvezza (cfr Lc 8,15). Solo facendo attenzione a chi ascoltiamo, a cosa ascoltiamo, a come ascoltiamo, possiamo crescere nell’arte di comunicare, il cui centro non è una teoria o una tecnica, ma la «capacità del cuore che rende possibile la prossimità» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 171).

Tutti abbiamo le orecchie, ma tante volte anche chi ha un udito perfetto non riesce ad ascoltare l’altro. C’è infatti una sordità interiore, peggiore di quella fisica. L’ascolto, infatti, non riguarda solo il senso dell’udito, ma tutta la persona. La vera sede dell’ascolto è il cuore. Il re Salomone, pur giovanissimo, si dimostrò saggio perché domandò al Signore di concedergli «un cuore che ascolta» ( 1 Re 3,9). E Sant’Agostino invitava ad ascoltare con il cuore ( corde audire), ad accogliere le parole non esteriormente nelle orecchie, ma spiritualmente nei cuori: «Non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore». [1] E San Francesco d’Assisi esortava i propri fratelli a «inclinare l’orecchio del cuore». [2]

Perciò, il primo ascolto da riscoprire quando si cerca una comunicazione vera è l’ascolto di sé, delle proprie esigenze più vere, quelle inscritte nell’intimo di ogni persona. E non si può che ripartire ascoltando ciò che ci rende unici nel creato: il desiderio di essere in relazione con gli altri e con l’Altro. Non siamo fatti per vivere come atomi, ma insieme.

L’ascolto come condizione della buona comunicazione

C’è un uso dell’udito che non è un vero ascolto, ma il suo opposto: l’origliare. Infatti, una tentazione sempre presente e che oggi, nel tempo del social web, sembra essersi acuita è quella di origliare e spiare, strumentalizzando gli altri per un nostro interesse. Al contrario, ciò che rende la comunicazione buona e pienamente umana è proprio l’ascolto di chi abbiamo di fronte, faccia a faccia, l’ascolto dell’altro a cui ci accostiamo con apertura leale, fiduciosa e onesta.

La mancanza di ascolto, che sperimentiamo tante volte nella vita quotidiana, appare purtroppo evidente anche nella vita pubblica, dove, invece di ascoltarsi, spesso “ci si parla addosso”. Questo è sintomo del fatto che, più che la verità e il bene, si cerca il consenso; più che all’ascolto, si è attenti all’audience. La buona comunicazione, invece, non cerca di fare colpo sul pubblico con la battuta ad effetto, con lo scopo di ridicolizzare l’interlocutore, ma presta attenzione alle ragioni dell’altro e cerca di far cogliere la complessità della realtà. È triste quando, anche nella Chiesa, si formano schieramenti ideologici, l’ascolto scompare e lascia il posto a sterili contrapposizioni.

In realtà, in molti dialoghi noi non comunichiamo affatto. Stiamo semplicemente aspettando che l’altro finisca di parlare per imporre il nostro punto di vista. In queste situazioni, come nota il filosofo Abraham Kaplan, [3] il dialogo è un duologo, un monologo a due voci. Nella vera comunicazione, invece, l’io e il tu sono entrambi “in uscita”, protesi l’uno verso l’altro.

L’ascoltare è dunque il primo indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione. Non si comunica se non si è prima ascoltato e non si fa buon giornalismo senza la capacità di ascoltare. Per offrire un’informazione solida, equilibrata e completa è necessario aver ascoltato a lungo. Per raccontare un evento o descrivere una realtà in un reportage è essenziale aver saputo ascoltare, disposti anche a cambiare idea, a modificare le proprie ipotesi di partenza.

Solo se si esce dal monologo, infatti, si può giungere a quella concordanza di voci che è garanzia di una vera comunicazione. Ascoltare più fonti, “non fermarsi alla prima osteria” – come insegnano gli esperti del mestiere – assicura affidabilità e serietà alle informazioni che trasmettiamo. Ascoltare più voci, ascoltarsi, anche nella Chiesa, tra fratelli e sorelle, ci permette di esercitare l’arte del discernimento, che appare sempre come la capacità di orientarsi in una sinfonia di voci.

Ma perché affrontare la fatica dell’ascolto? Un grande diplomatico della Santa Sede, il Cardinale Agostino Casaroli, parlava di “martirio della pazienza”, necessario per ascoltare e farsi ascoltare nelle trattative con gli interlocutori più difficili, al fine di ottenere il maggior bene possibile in condizioni di limitazione della libertà. Ma anche in situazioni meno difficili, l’ascolto richiede sempre la virtù della pazienza, insieme alla capacità di lasciarsi sorprendere dalla verità, fosse pure solo un frammento di verità, nella persona che stiamo ascoltando. Solo lo stupore permette la conoscenza. Penso alla curiosità infinita del bambino che guarda al mondo circostante con gli occhi sgranati. Ascoltare con questa disposizione d’animo – lo stupore del bambino nella consapevolezza di un adulto – è sempre un arricchimento, perché ci sarà sempre una cosa, pur minima, che potrò apprendere dall’altro e mettere a frutto nella mia vita.

La capacità di ascoltare la società è quanto mai preziosa in questo tempo ferito dalla lunga pandemia. Tanta sfiducia accumulata in precedenza verso l’“informazione ufficiale” ha causato anche una “infodemia”, dentro la quale si fatica sempre più a rendere credibile e trasparente il mondo dell’informazione. Bisogna porgere l’orecchio e ascoltare in profondità, soprattutto il disagio sociale accresciuto dal rallentamento o dalla cessazione di molte attività economiche.

Anche la realtà delle migrazioni forzate è una problematica complessa e nessuno ha la ricetta pronta per risolverla. Ripeto che, per vincere i pregiudizi sui migranti e sciogliere la durezza dei nostri cuori, bisognerebbe provare ad ascoltare le loro storie. Dare un nome e una storia a ciascuno di loro. Molti bravi giornalisti lo fanno già. E molti altri vorrebbero farlo, se solo potessero. Incoraggiamoli! Ascoltiamo queste storie! Ognuno poi sarà libero di sostenere le politiche migratorie che riterrà più adeguate al proprio Paese. Ma avremo davanti agli occhi, in ogni caso, non dei numeri, non dei pericolosi invasori, ma volti e storie di persone concrete, sguardi, attese, sofferenze di uomini e donne da ascoltare.

Ascoltarsi nella Chiesa

Anche nella Chiesa c’è tanto bisogno di ascoltare e di ascoltarci. È il dono più prezioso e generativo che possiamo offrire gli uni agli altri. Noi cristiani dimentichiamo che il servizio dell’ascolto ci è stato affidato da Colui che è l’uditore per eccellenza, alla cui opera siamo chiamati a partecipare. «Noi dobbiamo ascoltare attraverso l’orecchio di Dio, se vogliamo poter parlare attraverso la sua Parola». [4] Così il teologo protestante Dietrich Bonhoeffer ci ricorda che il primo servizio che si deve agli altri nella comunione consiste nel prestare loro ascolto. Chi non sa ascoltare il fratello ben presto non sarà più capace di ascoltare nemmeno Dio. [5]

Nell’azione pastorale, l’opera più importante è “l’apostolato dell’orecchio”. Ascoltare, prima di parlare, come esorta l’apostolo Giacomo: «Ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare» (1,19). Dare gratuitamente un po’ del proprio tempo per ascoltare le persone è il primo gesto di carità.

È stato da poco avviato un processo sinodale. Preghiamo perché sia una grande occasione di ascolto reciproco. La comunione, infatti, non è il risultato di strategie e programmi, ma si edifica nell’ascolto reciproco tra fratelli e sorelle. Come in un coro, l’unità non richiede l’uniformità, la monotonia, ma la pluralità e varietà delle voci, la polifonia. Allo stesso tempo, ogni voce del coro canta ascoltando le altre voci e in relazione all’armonia dell’insieme. Questa armonia è ideata dal compositore, ma la sua realizzazione dipende dalla sinfonia di tutte e singole le voci.

Nella consapevolezza di partecipare a una comunione che ci precede e ci include, possiamo riscoprire una Chiesa sinfonica, nella quale ognuno è in grado di cantare con la propria voce, accogliendo come dono quelle degli altri, per manifestare l’armonia dell’insieme che lo Spirito Santo compone.

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