Di seguito il racconto di alcune esperienze estive dei giovani del Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia centrale.
Campo Bosco 2022
Definire il Campo Bosco in poche parole sarebbe molto riduttivo; ripensando però a tutto ciò che ho vissuto, la prima parola che a pelle mi è venuta in mente è “instabilità”. Il Campo Bosco mette in crisi un po’ tutte le certezze che potresti avere pensando a Don Bosco, pensando a te e, soprattutto, pensando all’oratorio. Ho incontrato tante persone che mi hanno fatto bene al cuore: sia tra i nuovi amici di tutto il MGS IC, sia tra quelle persone di cui sentivo parlare, ma che mi sembravano quasi immaginarie, come Domenico Savio o Bartolomeo Garelli… ma è grazie a loro se oggi posso dire chiaramente che l’oratorio altro non è che un luogo per anime allegre.
Paolo Marcelli, Latina, gruppo mamma Margherita.
Il Campo Bosco è un’esperienza unica nella vita. Poter rivivere la storia di San Giovanni Bosco e Santa Maria Mazzarello nei luoghi stessi in cui loro hanno operato non ha eguali. Con il nostro gruppo abbiamo rivissuto tutte le tappe principali di un’incredibile storia che ci ha portato a conoscerci, nel loro nome! Tanti aneddoti, storie e sogni li conoscevo già, ma poterli vivere nei luoghi santi in cui tutto è successo ha avuto un valore completamente diverso, soprattutto vivendoli con un gruppo di ragazzi che fanno della loro fede un pilastro della loro vita. La grazia che Don Bosco e Maria Mazzarello ci hanno donato è proprio questa credo, un movimento di giovani che credono e camminano tutti sulla stessa strada, quella per la santità e la salvezza dei giovani. Sarò sempre grato di aver potuto vivere quest’esperienza fantastica con un gruppo di ragazzi davvero speciali e con un’equipe che ha saputo trasmettere al meglio la spiritualità, e la storia da cui proveniamo. E ora non finisce qui, perché da oggi 84 ragazzi sono ancora più pronti e formati per portare Don Bosco Madre Mazzarello nella vita dei giovani dei loro oratori!
Mattia Cimolato, Varazze, gruppo Giovannino.
Campo Bivio 2022
Racconto e testimonianza a cura di Maria Fiorella Boi, Cagliari
Dal 24 al 30 luglio 2022, io e altri trenta tra ragazzi e ragazze provenienti da Abruzzo, Lazio, Liguria, Marche, Sardegna e Toscana, ci siamo riuniti presso la casa Don Bosco di Castagno d’Andrea (FI) e abbiamo condiviso l’ultimo campo di Formazione Animatori: il Campo Bivio.
Gesù diceva “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.”
Ecco, ci siamo chiesti “chi sono io?”, “per chi sono io?”.
Abbiamo iniziato a cercare risposte alle nostre domande, a scavare in noi stessi per conoscerci meglio e scegliere di essere (e non solo fare) l’animatore salesiano. Abbiamo bussato e in primis aperto i nostri cuori per accogliere il Signore e scoprire la nostra missione.
In tanti abbiamo definito questo campo come una boccata d’aria fresca di cui avevamo fortemente bisogno dopo questi anni difficili, mettendoci in gioco dal primo all’ultimo giorno.
È difficile spiegare a parole cosa ha significato per noi questa esperienza. C’è chi ha fatto i conti con il passato e ha iniziato ad aggiustare i pezzi del proprio cuore che si erano sgretolati durante la frenetica quotidianità. Alcuni hanno ritrovato la propria strada, il proprio io. Altri si sono riavvicinati alla Fede e ai Sacramenti dopo tanto tempo. C’è chi ha trovato conforto in uno sguardo, in un sorriso e in un abbraccio sincero. Più di uno ha capito di non essere solo e si è lasciato andare ad un pianto liberatorio. Qualcuno non si è fermato alle apparenze e ha scoperto il punto accessibile al bene del proprio compagno di squadra. La maggior parte di noi è partita con una valigia piena di dubbi, paure e insicurezze ed è tornato a casa con più consapevolezza di chi è e di chi vuole essere.
Il tempo è volato, abbiamo condiviso un pezzo di cammino insieme in un clima gioioso, amorevole e familiare, accompagnati e guidati da un’équipe spettacolare.
Ma il vero Campo Bivio è ogni giorno, nelle nostre piccole realtà, in oratorio, in Chiesa, all’università, al lavoro, in famiglia e con gli amici. In ogni luogo e in ogni momento siamo chiamati ad essere semplicemente e meravigliosamente noi stessi: animatori salesiani.
Campi Base 2022
Nel mese di giugno tra Col Di Nava, Loreto e Arcinazzo, si sono svolti i tre Campi Base MGS del nostro territorio Italia Centrale. Abbiamo chiesto a tre ragazzi che hanno partecipato di descriverci la loro esperienza per la prima volta ad un campo territoriale e in particolare a questo, il primo dei tre livelli di formazione (preceduto in alcune zone dal campo biennio).
Margherita Polenta – Ancona – Campo Base Col Di Nava:
Se dovessi trovare una sola parola per descrivere il campo base probabilmente direi profondità. È stata una settimana ricca di spunti, divertimento, preghiera e momenti personali, una settimana che mi ha fatta crescere non solo come animatrice ma anche come persona, facendomi conoscere lati di me che non credevo di avere. Ho incontrato persone e animatori che hanno contribuito a rendere ancora più speciale questa esperienza, che sicuramente non dimenticherò. Probabilmente la cosa che mi ha colpito di più è stata l’avere la possibilità di prendersi dei momenti da soli o accompagnati da un animatore, quando ne avevamo la necessità.
Livia De Vito – San Marco Latina – Campo Base Arcinazzo:
L’idea di mettere da parte i consueti giochi spaventa la maggior parte dei ragazzi, ma alla fine del percorso ci si rende davvero conto di quanto questa esperienza valga ai fini della propria crescita. E così messe da parte le preoccupazioni, chiunque è riuscito a parlare e a mettere a disposizione di tutti una parte di sè, la propria storia.
Non sono ovviamente mancati momenti di svago, tra serate, servizi e tempo libero, che hanno reso il tutto ancora più divertente e leggero, proprio come Don Bosco voleva, e ci hanno permesso di creare legami profondi e sinceri. Il campo Base ci ha dato modo di incontrare ragazzi simili a noi ma, al contempo, tanto diversi: sebbene accomunati dalla fede in Dio e dal cammino, ognuno affronta il percorso in maniera diversa. Ci siamo confrontati con città, abitudini e ideali nuovi, con persone cresciute in ambienti e contesti tanto differenti e, per questo, tanto speciali. Insieme all’ accompagnamento di un’incredibile equipe, siamo cresciuti insieme, scoprendo gli altri ma soprattutto noi stessi. Inizialmente sconosciuti, si è creata infine una grande famiglia, in cui ognuno è accettato e amato per quello che è ed ha imparato a fare altrettanto. Ci sono state risate, lacrime, canzoni, carezze e abbracci (oltre a numerose cadute e sbucciature) che non si sono limitati al campo ma continuano tutt’ora, alcuni di noi piú vicini altri piú lontani (quest’ultimo solo fisicamente, mai col cuore).
Il Campo Base ci ha aiutato a pensare, ci ha permesso di trattare argomenti banali eppure di cui non si parla nella frenetica routine, ci ha insegnato cose nuove su Don Bosco, su ciò che facciamo tutti i giorni. Siamo diventati animatori migliori, non esclusivamente per l’oratorio ma per la vita: l’animatore non è solo colui che gioca con i ragazzi il pomeriggio, ma chi ogni giorno porta nella quotidianità ciò in cui crede e lo trasmette agli altri, chi ama la vita e ama il prossimo come fosse se stesso, trova in ogni persona il punto accessibile al bene.
Io, personalmente, associo questo campo ad una frase (della mia canzone preferita) dei Thegiornalisti: “In cerca della gente come te/Che si abbraccia senza un motivo /E non discute mai di niente /Ma che si prende a cuore e si sente, e lo sente”, perché per un’intera settimana erano i cuori a parlare e non contava nient’altro se non noi e Dio.
Giorgio Bello – Livorno SDB – Campo Base Loreto:
Le mie aspettative per il campo base erano piuttosto alte, dato che in molti del mio oratorio me ne avevano parlato bene. Arrivato al campo mi sono trovato davanti a tanti giovani di altri oratori, e all’inizio non è stato facile, ma dopo che mi sono ambientato il campo si è rivelato quello che in tanti mi avevano detto: una bella esperienza. Da anni sono in oratorio, ma molte cose non le sapevo ancora e il campo base mi ha aiutato a scoprirle e a comprenderle; alcune cose ne avevo solo sentito parlare ma questa esperienza mi ha aiutato a comprenderle meglio.
Le formazioni sono state tutte molto interessanti, ma quelle che mi hanno colpito e coinvolto di più sono state quelle sulla “Conoscenza di Sé” e sul “Sistema Preventivo”, sistema che avevo solo sentito per nome e che non sapevo cosa fosse. Il laboratorio che mi è piaciuto di più è stato quello su “Tecniche e Giochi” che mi ha insegnato molte cose. I momenti liturgici sono stati molto belli, mi è piaciuto il buongiorno, durante il quale pregavamo le lodi, divise in piccole parti, e ogni giorno ci veniva spiegato un pezzettino in più e arrivati alla fine della settimana le abbiamo pregate complete avendo più consapevolezza di cosa stessimo pregando.
Ci sono stati due momenti giornalieri molto belli: il primo era il diario, dove ogni sera scrivevamo tutto quello che avevamo fatto, questo mi ha aiutato a ripercorrere l’intera giornata, ed ancora oggi rileggo quelle pagine per ripensare a quei giorni, il secondo era quello sulle Pillole di MGS, dove ho capito che cos’è il MGS, che per anni pensavo essere solo una sigla, ma grazie a questo momento ho capito che c’è molto di più e mi hanno fatto capire che “io sono MGS”.
Con i ragazzi degli altri oratori, dopo essermi ambientato, ho stretto una bella amicizia. I membri dell’Equipe sono stati molto bravi, alcuni li conoscevo già grazie ad esperienze passate, gli altri che ho conosciuto al campo si sono dimostrati subito molto simpatici, si vedeva che gli piaceva essere lì, e mi hanno passato molto della loro esperienza come animatori salesiani, e ne farò tesoro. L’esperienza del CAMPO BASE è stata molto bella e non vedo l’ora di andare l’anno prossimo al CAMPO BOSCO.