Il salesiano don Alberto Maria De Agostini al centro di un convegno internazionale di studio
Dal 25 al 27 aprile 2022 si terrà a Roma, presso l’Università Pontificia Salesiana, un convegno su Don Alberto Maria De Agostino, autore delle ultime foto degli indios Alakaluf, Ona, Tehuelche e Yamana. Diversi studiosi universitari, centri di studio, musei d’Italia , Argentina e Cile andranno a illustrare la figura di Don Alberto Maria.
Di seguito la notizia pubblicata dall’ANS:
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(ANS – Roma) – “Don Alberto Maria De Agostini, l’uomo, la natura, l’arte, la scienza” è il titolo di un convegno internazionale di studio che l’Istituto Storico Salesiano terrà a Roma, presso l’Università Pontificia Salesiana, dal 25 al 27 aprile 2022. Studiosi di università, centri di studio, musei d’Italia, Argentina e Cile prenderanno la parola per illustrare la figura di questo salesiano, morto 62 anni fa, ma la cui eredità culturale continua ad essere attuale.
A lui si devono le ultime foto degli indios Alakaluf, Ona, Tehuelche e Yamana, popolazioni ormai estinte. Se oggi sappiamo di quanto si sono ritirati i ghiacci alla fine del continente americano è grazie al confronto fra le foto attuali del satellite e quelle che lui fece agli inizi del secolo. Le sue riprese fotografiche e filmiche hanno permesso di stabilire quasi un secolo fa i confini sulle cime delle Ande Argentino-cilene. Se oggi vi è un flusso turistico imponente nella Patagonia e Terra del Fuoco è grazie anche alle sue guide turistiche, ai suoi film, ai suoi libri.
Nato a Pollone-Biella nel 1883 e fattosi salesiano sedicenne, appena ordinato sacerdote, nel 1910, partì missionario per la Patagonia Meridionale. Lavorò come insegnante all’interno delle opere salesiane, ma durante i mesi estivi si dedicò all’esplorazione delle terre, delle acque, delle tribù che vivevano al di qua e al di là dello Stretto di Magellano. Scalatore appassionato, cartografo per nascita, esperto fotografo, esploratore impenitente si improvvisò pure antropologo, geologo, botanico, zoologo, scrittore. Nel 1920 rientrò in Italia per stampare il suo primo libro “I miei viaggi nella terra del fuoco”. Fu un successo clamoroso, internazionale, che si sarebbe rinnovato anche per le altre pubblicazioni nei tre decenni seguenti.
Alla “fine del mondo” don de Agostini tornò otto volte, dal 1928 al 1958, accompagnato da studiosi e dalle migliori guide alpine. Ogni volta si soffermava alcuni mesi o alcuni anni. Nelle lunghe pause in Italia dava una mano come insegnante e confessore nelle case salesiane di Torino, mentre dedicava tempo ad ordinare le sue ricerche, a pubblicare libri, a scrivere articoli su riviste specializzate, a tenere conferenze, a partecipare a convegni scientifici. Non si dette pace finché coronò il suo sogno: a 74 anni organizzò con successo un’impresa sognata da 35 anni: la conquista del mitico monte Sarmiento (2235 m).
Dopo tanto girovagare in luoghi inesplorati ora poteva riposare all’ombra del santuario di Maria Ausiliatrice a Torino, dove la morte lo colse il giorno di Natale del 1960. Don Patagonia, come è stato soprannominato, è un salesiano che ha fatto onore alla Congregazione salesiana, alla Chiesa, alla scienza.