Borgo Ragazzi Don Bosco Roma, da 74 anni il presidio di Don Bosco voluto da Pio XII
di Alfonso Tesoro, Vice Presidente della Unione Exallievi del Borgo Don Bosco – dal sito Abitare a Roma.
Ci vorrebbe Don Bosco!
E il Vicario di Cristo volse ai Figli di Don Bosco il proprio sguardo di predilezione, manifestando con accorate espressioni questo Suo desiderio: “Dite ai Salesiani che desideriamo che essi si prendano cura di questi ragazzi abbandonati o traviati e facciano quanto Don Bosco ispirerà loro – Pio XII”. L’appello a Don Bosco otteneva, così, la più alta sanzione che si fosse potuta desiderare. Esso suonava umano e divino insieme: non si doveva soltanto nutrire, vestire e alloggiare i piccoli infelici, ma si doveva cercare di rieducarne lo spirito con una nuova formazione religiosa, morale, culturale e sociale. Questo appello è raccolto e ufficialmente e autorevolmente diramato ai Salesiani da una circolare del 25 gennaio 1945, dal Vicario del Rettor Maggiore, a Roma.
Un giorno alcuni giovani salesiani, tra i quali Don Cadmo Biavati divenuto poi primo direttore del Borgo Don Bosco, furono avvinti da uno spettacolo: a due passi dal Quarticciolo, a pochi passi dal Tiburtino III, dalla Borgata Gordiani, da Centocelle, da Tor Sapienza. Sulla via Prenestina, sorgeva una distesa di capannoni in fila come vecchie sentinelle, come soldati in attesa. Luogo ideale per costruire la nuova casa dei ragazzi accolti. Così, il 20 marzo 1947, si diede il via ufficiale ai lavori. L’opera venne terminata esattamente l’anno seguente, il 22 marzo 1948: il sogno diventa realtà.
Da quel giorno i Salesiani cominciarono allora un lavoro paziente e faticoso: 150 ragazzi interni, 200 semiconvittori, 500 esterni. Un piccolo esercito bisognoso di tutto: cibo, vestiti, libri, giocattoli, attrezzi di lavoro, educazione morale e religiosa.
Qui i ragazzi trovarono una casa, una chiesa, campi di pallone, scuole e soprattutto luoghi dove creare relazioni significative. Contemporaneamente, partì l’attività della formazione professionale che continua oggi, anche se mutata nei settori, con il Centro di Formazione Professionale.
Nel 2008, cinquantesimo compleanno del Borgo Don Bosco, fu scoperta la targa marmorea che sanciva la nuova denominazione del parco ex Forte Prenestino: “Parco Don Cadmo Biavati, primo Direttore del Borgo Don Bosco”. Naturalmente fu possibile anche grazie alla sensibilità delle Amministrazioni locali del momento.
Purtroppo, durante un forte temporale verificatosi nel dicembre 2019, un grosso pino adiacente l’insegna, rovinò su di essa mandandola in frantumi. A nulla valsero le segnalazioni inviate il 6 marzo 2020 all’allora Assessore con delega al Verde Pubblico affinché la targa marmorea potesse nuovamente ritrovare la sua degna collocazione.
Mi sono permesso di inoltrare lo scorso dicembre 2021, la stessa richiesta, all’attuale Assessore con delega al Verde Pubblico, Edoardo Annucci, mostrando subito sensibilità al problema e mi ha assicurato il suo interessamento presso il Dipartimento della Toponomastica. Siamo fiduciosi.