Vaticano – Educare nello spirito di Don Bosco: a colloquio con gli animatori dell’Estate Ragazzi in Vaticano
Dall’agenzia ANS.
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(ANS – Città del Vaticano) – È senza dubbio affascinante il ruolo di educatore, soprattutto quando il luogo in cui si svolge è l’ambiente vaticano. Ne sanno qualcosa i salesiani che stanno portando avanti l’Estate Ragazzi 2023. Sono giovani che sono diventati educatori per scelta e per missione. Fedeli al carisma di Don Giovanni Bosco e di Maria Domenica Mazzarello, cercano di portare alle nuove generazioni il messaggio evangelico e, al contempo, di formare e stimolare la creatività per far maturare le coscienze.
Iniziano al mattino presto a guidare i ragazzi in quello che è a tratti un gioco, uno svago e un momento di riflessione e approfondimento. È l’iniziativa promossa in Vaticano apposta per le nuove generazioni, che si svolge dal 3 luglio al 4 agosto. Il compito degli educatori è di coinvolgere i piccoli in un viaggio che ha come sfondo l’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco. Lo fanno attraverso il gioco, lo sport, gli spettacoli e i laboratori di gruppo. Il tema scelto quest’anno è, infatti, “Bee heroes – Squadre di eroi”, dove le api aiutano a comprendere certi valori divertendosi.
Suor April Hoffman proviene dagli Stati Uniti d’America, dove insegnava in una scuola primaria e secondaria. Ha 36 anni, attualmente è a Roma per seguire un corso sulla spiritualità salesiana. “Sono molto contenta di fare questa esperienza in Vaticano con tanti bambini” confida. Durante questo periodo di studio a Roma, infatti, le mancava il contatto diretto con i ragazzi, perché parlare loro di Gesù secondo lo spirito di Don Bosco è per lei “fare insieme esperienza di famiglia”. Infatti, il santo torinese, spiega suor Hoffman, voleva portare i giovani a Gesù e viceversa. Per questo, si sente privilegiata di poter svolgere il ruolo di educatrice nell’ambiente in cui vive il Papa e dove si trovano tesori di fede e di arte, come la basilica di San Pietro, i Musei e i Giardini Vaticani.
Il salesiano Avil Correia, invece, ha 30 anni e proviene da Mumbai, India. È studente di Teologia al terzo anno presso la Pontificia Università Salesiana. A Mumbai ha già frequentato l’aspirantato per il discernimento vocazionale e l’anno di noviziato. Adesso, si sta preparando al sacerdozio. Anche per lui l’esperienza vaticana “è unica, diversa da quelle che ho fatto negli ultimi due anni. Qui si collabora molto con i laici, è un nuovo modo di lavoro anche se lo stile è salesiano”. È molto contento di vedere che i bambini si sentono a casa all’Estate Ragazzi e si divertono e imparano con le attività e i laboratori, i giochi e gli eventi speciali.
Il ruolo degli educatori, spiega, è quello “di stare insieme agli animatori responsabili. Fin dal mattino quando ci sono i giochi, durante i pasti, fino ai momenti formativi”. Il compito fondamentale è stare vicino a tutti per offrire lo spirito salesiano, che è “portare l’amore di Cristo ai bambini, ed essere segno e portatori di questo amore”. Correia sottolinea che “stiamo vivendo questo spirito nel condividere il tempo con i ragazzi e con le loro famiglie, nella nostra presenza e vicinanza”. Infatti, quello che è importante è la collaborazione con i laici. Su questo aspetto, prosegue, “stiamo puntando molto e stiamo imparando a vicenda, applicando il metodo di Don Bosco”.
Il più “grande” della squadra è don Joseph Benny, anch’egli originario dell’India, che ha 43 anni. È sacerdote da 12 e vive nella comunità salesiana delle catacombe di San Callisto a Roma. È il coordinatore dell’Estate Ragazzi ed è il secondo anno che svolge questo ruolo. Anche per lui questa esperienza è “molto arricchente e piena di benedizioni sia per i bambini, sia per gli adulti”. Quello che lo sta colpendo di più in questa edizione 2023 è vedere l’impegno dei 20 quindicenni che stanno affiancando gli animatori. Sono quelli che hanno già partecipato all’Estate ragazzi nelle stagioni precedenti e che, essendo cresciuti, tra due anni potranno essere animatori a loro volta.