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La scuola d’italiano per migranti dell’opera Sacro Cuore a Roma: una mano tesa in aiuto di tanti giovani “invisibili”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Dal 2017, cioè da quando l’opera del Sacro Cuore di Gesù a Roma ospita al suo interno anche la Sede Centrale Salesiana, molte delle persone che varcano il suo cancello d’ingresso sono personalità chiamate a vario titolo ad interagire con il governo centrale della Congregazione – il Rettor Maggiore, il suo Consiglio e tutti gli uffici centrali. Ma insieme ad esse, tutti i giorni, passano per il medesimo cancello anche alcune tra le persone più umili e spesso “scartate” dalla società: senzatetto, migranti o rifugiati, giovani bisognosi di una mano per dare una prospettiva al proprio futuro.

È per loro, infatti, che i salesiani hanno avviato il progetto della scuola d’italiano per migranti e rifugiati, che ha luogo nei locali a disposizione della parrocchia del Sacro Cuore, e che beneficia complessivamente circa 140 persone per ogni ciclo di corsi – ma solo perché di più non si riescono ad accogliere, dato cha la domanda supera costantemente l’offerta.

Sono corsi offerti in forma totalmente gratuita da una composita équipe di volontari, dove si mescolano laici, soprattutto – tra cui ragazzi e ragazze del Servizio Civile Universale e giovani universitari della vicina Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre; ma anche salesiani, membri della Famiglia Salesiana e religiosi di altre famiglie spirituali – tutti accomunati da un’esperienza di servizio che lascia qualcosa, in primis, a chi la fa.

Seguendo un’antica prassi salesiana (lodata anche da Papa Francesco) i corsi sono di breve durata, in questo caso trimestrali, e al Sacro Cuore vanno in scena a ciclo pressoché continuo: ogni pomeriggio dei giorni lavorativi, dal lunedì al venerdì, con due “lunghe” il martedì e il giovedì, dove le lezioni da 1 ora e mezza canonica arrivano anche a quattro ore e mezza.

“Ci sono diversi livelli, sulla base delle necessità: corso di base, medio e avanzato.  D’altra parte, bisogna considerare che alcuni di questi giovani sono analfabeti anche nella loro lingua madre” spiega don Enrico Lupano, SDB. Piemontese, con un passato come guida e accompagnatore dei gruppi sui Luoghi Salesiani di Torino, oggi è lui a coordinare questo percorso di educazione e integrazione, insieme a suor Cristina, delle Missionarie di Cristo Risorto, consacrate con cui i salesiani del Sacro Cuore portano avanti tutta una serie di attività educative, di evangelizzazione e promozione sociale nell’ambito del Progetto Missionario “Sacro Cuore”.

Sempre don Lupano, con la sua conoscenza dei luoghi originari di Don Bosco, individua alcune significative suggestioni. “La nostra esperienza ricorda un po’ quella dell’oratorio itinerante di Don Bosco, o dei primissimi tempi a Valdocco, quando ancora non c’era molta stabilità. Anche qui noi ci vediamo costretti a muoverci in spazi in costante evoluzione, per via dei lavori di ristrutturazione, e certamente questi sono giovani di quelli più amati da Don Bosco. Inoltre, questi ragazzi arrivano letteralmente da tutto il mondo fin dentro al cuore della Congregazione, e con la loro presenza ci tengono fedeli al carisma, affinché poi dal centro si possa ridare energia a tutte le presenze sparse per il mondo. È come un doppio movimento: dal mondo al Sacro Cuore e dal Sacro Cuore al mondo”.

In effetti i ragazzi che lo frequentano rappresentano uno spaccato della società multietnica e globale di oggi, anche se limitato alle fasce più deboli. Nelle aule dove si tengono i corsi abbiamo incontrato Tenin, l’unica ragazza e la più brava della classe, che però per via della timidezza non se la sente di presentare la sua esperienza. C’è poi Mamadou, 23enne della Guinea Conakry, che ha saputo di questi corsi giocando a pallone con un volontario; o Bernard, 25enne arrivato dalla Repubblica Democratica del Congo, che frequenta il corso da un mese e che spera che in breve tempo, continuando ad imparare, potrà farsi capire per bene e trovare un lavoro per mantenersi; o Suleyman, arrivato dal Gambia tre mesi fa: sembra un giovane sorridente come tanti, ma se poi gli chiedi di come è arrivato in Italia accenna rapidamente alla traversata del Nord Africa, ai tanti rimasti in Tunisia e al viaggio in barca, salvo trincerarsi poi dietro lo sguardo basso e una frase impossibile da dimenticare: “È una storia lunga… E se te la racconto poi finisco a piangere”.

In effetti la scuola d’italiano, seppure non possa rilasciare attestati ufficiali, per molti di loro è un trampolino di lancio per un percorso più ampio e virtuoso: i salesiani e i volontari che li accompagnano, infatti, non si fermano alla lingua, ma aiutano a tutto tondo: nella scrittura di un curriculum vitae, nella ricerca del lavoro e della casa; dando lezioni di scuola guida, per avviare migranti e rifugiati verso una sempre maggiore autonomia; e, per quanto possibile, dando una mano anche nell’affrontare la burocrazia e le sfide con i permessi di soggiorno…

Per ragazzi e giovani con storie di grande sofferenza alle spalle e un presente fatto di incomprensione – anche linguistica – e marginalità, non è poco. E infatti in tanti tornano successivamente per restituire qualcosa di quanto ricevuto: alcuni, diventando a loro volta insegnati d’italiano per i loro connazionali; altri, aiutando nelle varie attività presenti presso il Sacro Cuore. Per tutti c’è comunque un’esperienza di gratuità e servizio che rimane impressa, e che in più di una circostanza ha anche fatto scoprire o riaffiorare cammini di maturazione della fede.

“Sono ragazzi che hanno grande voglia di imparare, sanno che potrebbe essere la loro unica opportunità e per questo manifestano tutti grande attenzione e gentilezza” testimonia da parte sua Cristina, una giovane cresciuta all’oratorio salesiano di Macerata e ora parte attiva come volontaria del progetto. Per lei quest’esperienza rappresenta anche un primo approccio a quello che spera possa essere la sua vita professionale, che intende sviluppare proprio nell’educazione degli stranieri, ma c’è molto di più: “A me sta dando tanti strumenti per conoscere meglio le loro vite e le loro storie e per capire come possiamo farci davvero casa per loro… Non è solo l’italiano o il servizio che tu fai per loro: ogni giorno ti dà un colore in più per capire le loro vite e le loro realtà qui a Roma e in Italia, tra difficoltà e sfide quotidiane”.

Festa di Maria Ausiliatrice, la Sede Centrale promuove la Novena con un libretto di accompagnamento

In occasione della preparazione alla festa di Maria Ausiliatrice, la Sede Centrale sta promuovendo la realizzazione della novena che quest’anno, oltre ai video che accompagneranno il cammino giorno per giorno, vedrà la elaborazione di un volume. Per ogni giorno della Novena verrà pubblicato un testo con il riferimento biblico da cui partire per la riflessione, l’attualizzazione del brano del Vangelo, un episodio tratto dalla vita di Don Bosco e la preghiera finale.

C’è la possibilità di poter acquistare il libretto completo della novena, con i testi a colori. Per informazioni sull’acquisto contattare l’incaricato di Comunicazione sociale delle ispettorie entro il 30 aprile.

L’invio Missionario Straordinario

Lunedì 1° febbraio si è tenuto “l’invio Missionario Straordinario” presso la Cappella della Sede Centrale Salesiana alla presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani don Ángel Fernández Artime, la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat, il Consigliere per le Missioni SDB, don Alfred Maravilla, la Consigliera per le Missioni FMA, Suor Alaide Deretti, le loro équipe e un piccolo gruppo rappresentativo di salesiani e FMA. Di seguito l’articolo oggi pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

L’invio missionario si fa tradizionalmente nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino alla fine di settembre. A causa di Covid-19 l’invio missionario della 151° Spedizione Missionaria è stato posticipato dopo Pasqua. Siccome la situazione sanitaria continua ad essere precaria, si è pensato ad un “Invio Missionario Straordinario”. È straordinario perché è stato celebrato nella Cappella della Sede Centrale Salesiana e perché non tutti i membri della spedizione erano fisicamente presenti, ma lo spirito missionario è stato lo stesso che ha animato tutte le spedizioni missionarie.

Così, nella serata di ieri, lunedì 1° febbraio il Rettor Maggiore dei Salesiani (SDB), Don Ángel Fernández Artime, ha presieduto l’Eucaristia, cui hanno partecipato anche con la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat, il Consigliere per le Missioni SDB, don Alfred Maravilla, la Consigliera per le Missioni FMA, suor Alaide Deretti, le loro équipe e un piccolo gruppo rappresentativo di salesiani e FMA, in conformità con il protocollo sanitario vigente.

Durante l’Eucaristia, in una semplice ed evocativa cerimonia, il Rettor Maggiore ha benedetto le croci missionarie e le ha consegnate ai 2 missionari salesiani presenti, mentre altri 22 si trovano nelle loro rispettive nazioni, aspettando la croce e il visto per partire per le loro terre di missione. A questa 151ª spedizione, infatti, sono 24 i nuovi missionari salesiani.

Madre Reungoat, da parte sua, ha consegnato le croci anche alle 7 FMA di questa spedizione missionaria – e altre due missionarie sono già partite. “Come tutti gli anni questa realtà dei neo-missionari e missionarie è un grande dono” ha sottolineato don Maravilla.

Nell’omelia il Rettor Maggiore ha raccontato la sua esperienza personale di Ispettore in Argentina, dove toccò con mano i luoghi che testimoniano le sfide che i primi missionari hanno dovuto affrontare nella Patagonia, luoghi che oggi invitano all’umiltà e alla fedeltà. “Sono profondamente convinto che se Don Bosco non avesse avuto lo spirito missionario, oggi la nostra Congregazione sarebbe probabilmente solo una piccola Congregazione con pochi e vecchi membri”. Ha anche sottolineato che “è la missionarietà che ha reso universale e vivo il carisma di Don Bosco.” Prima della benedizione finale la Madre si è rivolta all’assemblea sottolineando “la missionarietà come una dimensione importante del carisma salesiano”.

Le croci saranno ora inviate alle Ispettorie dei missionari, dove gli Ispettori e le Ispettrici, a nome del Rettor Maggiore e della Madre Generale, le consegneranno ai missionari nel corso di semplici celebrazioni. Quindi essi dalle proprie Ispettorie partiranno per le loro destinazioni missionarie, secondo le possibilità e in base ai protocolli sanitari dei diversi Paesi.

Nel frattempo, è iniziato il processo preparatorio per la scelta dei membri della 152a spedizione missionaria salesiana, a settembre 2021.

Info ANS