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Avvenire – La «Stella del cammino» che invita i giovani a rinnovare la propria vita

Dal quotidiano Avvenire, un articolo su “La stella del cammino”, casa famiglia di Salesiani per il Sociale.

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Una casa dove l’accoglienza verso l’altro è uno stile di vita quotidiano, dove amore verso minori e famiglie e solidarietà sono distribuite a piene mani. Questo è il profilo umano Casa famiglia “La Stella del Cammino” di Santa Severa, presieduta da Eleonora Brandi e diretta da Loredana Rocchi, in cui operano affinati da anni ed anni di formazione continua e specifica i Cooperatori Salesiani per il Sociale, persone che vivono appieno la spiritualità di Don Bosco e il suo metodo educativo. Per valorizzare la presenza di questa realtà come segno evangelico sul litorale e rispondere al grande afflusso di vacanzieri, don Stefano Fumagalli, parroco di Sant’Angela Merici nel cui territorio ha sede la struttura, in accordo con il vescovo Gianrico Ruzza, ha accettato la proposta delle responsabili della casa di proporre ogni domenica alle 19 la celebrazione eucaristica nel giardino della struttura d’accoglienza. Domenica scora è stato il vescovo a presiedere la prima Messa in questo spazio, con la concelebrazione del parroco assieme a padre Stefano Seri, cappellano del carcere “Giuseppe Passerini” di Civitavecchia, e a don Maurizio Modugno con il servizio del diacono Enzo Ferraccioli, direttore della Caritas di Civitavecchia Tarquinia. Con l’occasione il pastore ha benedetto l’edicola progettata da Gianluigi Saddi, direttore dell’ufficio tecnico di Porto-Santa Rufina, con una croce all’esterno che custodisce un cuore e un presepe all’interno con la stella. L’omelia del vescovo incentrata sulla Parola del giorno ha avuto nel Vangelo di Matteo apostolo terreno fertilissimo soprattutto quando il Signore ci dice: «Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato», «E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Quale Parola è più efficace di questa? È per tutti, particolarmente per coloro che vivono la realtà dell’accoglienza verso l’altro, chiunque esso sia. Il presule ha rivolto poi un pensiero ai migranti scomparsi in mare nell’ultimo dolorosissimo naufragio: «trecento, erano trecento tra bambini, anziani, donne, uomini, scomparsi e volatilizzati come se non fossero mai esistiti!». Come non sentire il peso di queste parole? Malato, immigrato, migrante in mare, carcerato, affamato, profugo, povero, abbandonato e solo; tutti i presenti si sono sentiti chiamati ad essere discepoli di Gesù Cristo incarnando le sue parole di accoglienza. Questa «logica evangelica del dono» ci viene garantita dall’amore pieno e totale di Dio che l’apostolo Paolo ai Romani spiega essere espresso dall’intima unione dei discepoli con Cristo: «egli mori , e mori per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Cosi anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù».

Quella “stella” in mezzo alla pandemia: l’esperienza di Stella del Cammino su Avvenire

Pubblichiamo l’articolo di Demetrio Logiudice uscito su Avvenire dove si racconta l’esperienza del lockdown della casa famiglia “Stella del cammino” a Santa Severa che fa parte di Salesiani per il Sociale APS.

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La casa famiglia per minori Stella del Cammino di Santa Severa ha fronteggiato il lockdown grazie all’aiuto di famiglie, amici, volontari. «Nonostante la paura per gli eventi e le notizie che sentivamo al telegiornale si è creata un’unione più forte tra i ragazzi, una collaborazione affettuosa con noi operatori», raccontano a Lazio Sette Eleonora Brandi e Loredana Rocchi, responsabili della casa famiglia, che aderisce alla Federazione Salesiani per il sociale.

Tra problemi legati ai pc non sufficienti per tutti e il collegamento wifi insufficiente per le lezioni a distanza e corsi online, la piccola comunità ha organizzato momenti di svago come tornei sportivi, lezioni di disegno, e ha aiutato ogni ragazzo a sviluppare le proprie attitudini alla luce dei mutati orari ed attività. «A metà lockdown – continuano – abbiamo avvertito un momento di forte pressione, perché si allentavano le restrizioni per i cittadini ma non per le comunità, cosa che ha condizionato fortemente la vita sociale. Fino ai primi di luglio non è stato facile né per loro né per noi operatori che seguivamo e ancora seguiamo procedure di sanificazioni sistematiche, evitando assembramenti, ed effettuando il turno da soli». Per fortuna non è mancato il supporto psicologico, spirituale ed economico della grande famiglia che ruota attorno alla struttura. Come i momenti di preghiera attraverso le videochiamate. O i regali o la spesa donata fuori dal cancello, a dimostrazione dell’affetto per i ragazzi ospitati. «Non è stato un aiuto solo economico – commentano le due donne -, per i ragazzi è stato importante sentirsi “pensati” e “uniti” agli altri. Sono stati veramente splendidi e ringraziando Dio anche le famiglie sono state molto collaborative. Siamo usciti da questa prova più forti come gruppo, come casa-famiglia. I ragazzi sono molto più maturi con più coesione, amicizia e solidarietà. Ringraziamo tutte le attività di Santa Severa, i volontari, gli amici che ci sono stati e ci sono ancora accanto e ci permettono di far crescere i ragazzi spiritualmente e umanamente in un clima di vera accoglienza salesiana fondata sull’amorevolezza».

L’esperienza di Stella del Cammino può di certo aiutare chi ancora non ha smaltito i postumi del duro periodo di restrizione pensando a come la comunità ne sia uscita più forte e matura, segno che la Provvidenza ha ripagato i loro “confinamenti” con una valanga di amore e considerazione.

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