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ICC – Togo: il sorriso dell’Africa

Un gruppo di 3 ragazze e una FMA sono state protagoniste di un’esperienza missionaria e di volontariato in Togo, presso la comunità di Lomè. Di seguito l’articolo apparso sul sito dei Salesiani dell’Italia centrale.

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Questa estate, tra le varie esperienze missionarie e di volontariato, un gruppo di 3 ragazze accompagnate da una FMA, sono andate in Togo per condividere con la comunità di Lomè un’esperienza di servizio. Ecco alcune immagini che ci vengono donate come racconto di ciò che stanno vivendo a circa metà del loro cammino.

Bonjour, comment ca va?”

queste sono le parole che ci stanno accompagnando in questi primi 10 giorni a Lomè in Togo, il sorriso dell’Africa. E’ proprio questo infatti il tratto che ci ha colpito di più dal nostro atterraggio.

Arrivando a Lomè già dai primi passi si può scorgere il fermento di una città piena di colori, di profumi, di musica e di vissuto che ti fanno immergere subito nello spirito togolese. Dopo una bellissima accoglienza da parte della comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice ed un giro per il quartiere, però, abbiamo capito che questa vitalità non appartiene allo stato della città ma veramente all’animo delle persone. La zona in cui viviamo è un’area molto povera pur essendo nel centro della capitale del Togo: molte strade sono fatte di sabbia, le case sono umili e tutto questo suscita tante domande. Abbiamo ritrovato lo spirito salesiano  nella casa che ci sta accogliendo. È un’opera che porta avanti, la scuola, i corsi professionali, l’oratorio, la catechesi e il cammino delle ragazze in discernimento vocazionale (aspirantato e postulato). Il nostro servizio si concretizza nell’aiuto in oratorio e nel contribuire alla vita di comunità, facendo tutto quello di cui c’è bisogno. Ci sentiamo in famiglia grazie a tutti i momenti che stiamo vivendo insieme alle suore, per esempio la preghiera, i pasti, le ricreazioni, le uscite e le attività con i bambini. La gioia fa da sfondo all’esperienza che stiamo vivendo ed è anche il tema dell’estate ragazzi “Avec Marie Dominique jubillons et crions dance la joie”. I ragazzi vengono tutti i pomeriggi a giocare e a fare attività insieme, ed ogni giorno viene offerto loro un pensiero sul tema di riferimento. È bello per noi poter uscire dalle nostre realtà e mettersi in gioco in questa esperienza, ricevendo e donando allo stesso tempo. Grazie al carisma salesiano che annulla le distanze, possiamo dire di sentirci a casa.

-Suor Laura, Gaia, Costanza, Lavinia

Preparativi per la 153ª Spedizione Missionaria Salesiana

Sono in corso i preparativi per la 153ª Spedizione Missionaria Salesiana. In risposta all’appello missionario lanciato nello scorso 18 dicembre 2021 dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, 37 salesiani hanno presentato la loro disponibilità ad essere inviati come missionari. L’invio missionario sarà preceduto dal “Corso di orientamento per nuovi missionari” che si terrà al Colle Don Bosco a partire dal 1° settembre. I nuovi missionari sono ora impegnati negli ultimi preparativi per il viaggio in Italia.

Leggi la notizia sul sito InfoANS

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In risposta all’appello missionario lanciato nello scorso 18 dicembre 2021 dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, 37 salesiani hanno presentato la loro disponibilità ad essere inviati come missionari. Seguendo l’iter ormai consolidato, il Consigliere Generale per le Missioni, don Alfred Maravilla, è passato al livello successivo di discernimento, conferendo con i rispettivi Ispettore e Consiglio, come pure con i rispettivi Direttore e Consiglio della casa locale, in merito all’idoneità missionaria dei candidati, e si è anche assicurato che questi fossero stati precedentemente accompagnati spiritualmente.

“È una parte importante del discernimento, perché conoscono molto bene il candidato. Vogliamo anche assicurare che il candidato sia stato accompagnato per discernere la propria vocazione missionaria

ha spiegato Don Maravilla.

Sebbene sia un requisito essenziale che ogni candidato sia sempre aperto a essere inviato dove il Rettor Maggiore lo mandi, in realtà c’è sempre un buon dialogo con ogni candidato riguardo alla sua possibile destinazione missionaria”

ha aggiunto.

La destinazione di ogni missionario viene poi presentata al Rettor Maggiore e al Consiglio Generale per l’approvazione. Il prossimo invio missionario, che si terrà il 25 settembre nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, sarà composto da 25 missionari, provenienti dalle regioni Africa-Madagascar, Asia Sud, Asia Est – Oceania e Interamerica della Congregazione, e che saranno inviati in Africa, Asia Est, America-Cono Sud e Europa Centro Nord.

L’invio missionario sarà preceduto dal “Corso di orientamento per nuovi missionari” che si terrà al Colle Don Bosco a partire dal 1° settembre. I nuovi missionari, membri della 153ª spedizione missionaria, sono ora impegnati negli ultimi preparativi per il viaggio in Italia.

Osservatore Romano – Costruendo il futuro

In un articolo de l’Osservatore Romano sulla vita delle persone in Congo, si parla anche dell’impegno dei missionari salesiani per la formazione professionale dei ragazzi di strada.

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La gente è poverissima. Sbarca il lunario con lavoretti quotidiani che li aiutano a tirare avanti. Una contraddizione in una terra ricca di materie prime (oro, coltan, diamanti, eccetera), ma sconvolta da un’instabilità politica e militare profonda causata dalla presenza di milizie e criminalità comune. Come ha testimoniato l’uccisione di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, e del carabiniere Vittorio Iacovacci. Questo è il Kivu, regione orientale del Paese africano, un luogo in cui la presenza dei missionari cattolici non è mai mancata e continua sempre a fianco degli ultimi. In particolare i più fragili come le donne e i bambini.

Bernard Ugeux, 75 anni, padre bianco, lavora insieme alle ragazze che hanno subito violenze sessuali. In quest’area, dove domina la violenza, le donne sono le vittime sacrificali. Nelle foreste del Nord e del Sud Kivu, che il governo fatica a tenere sotto controllo, si registrano sistematici casi di abusi. Le Nazioni Unite hanno contato oltre quindicimila stupri in un anno nello Stato: il più alto numero di crimini sessuali registrati al mondo. La violenza ferisce le ragazze e le donne nel corpo e nella psiche. Non solo, ma lo stigma sociale le allontana dalla loro comunità. La Chiesa cattolica si è così trovata in prima linea di fronte a questa brutalità. Nell’aprile 2017, l’Unione internazionale dei superiori generali, con il supporto dell’ambasciata britannica, ha formato una quarantina di consacrati (dei quali alcuni preti) per aiutare le donne vittime di violenza sessuale. Padre Bernard ha promosso, insieme a un’équipe di laici congolesi e alle suore dorotee, un percorso di riscatto per 250 ragazzine in fuga dall’orrore. «Sono ex bambine di strada, vittime di abusi e violenze, orfane o figlie di genitori poverissimi o impossibilitate a crescerle», osserva il religioso. «Ogni giorno le giovani frequentano il centro, che fornisce assistenza sociale e psicologica, istruzione, educazione e formazione professionale. A lezione insegniamo francese, matematica, taglio e cucito, e cucina. Affianchiamo le ragazze nel percorso di reintegrazione nella società, cerchiamo famiglie affidatarie o adottive disposte ad aiutarle, cerchiamo per quanto possibile di autofinanziarci attraverso la vendita di dolci o vestiti realizzati dalle stesse ragazze».

La povertà e la violenza colpiscono anche i giovani. «I ragazzi di strada sono il segno più evidente della povertà», spiegano i missionari saveriani. «Di giorno, si mescolano agli altri negli incroci stradali e nei mercati, ma la notte si trovano in alcuni punti della città e puoi distinguerli chiaramente. Sono bambine e bambini dai sei ai dodici anni malvestiti, malnutriti, a volte abusati e certamente destinati al banditismo». I saveriani hanno deciso di muoversi per ridare loro dignità. Li ospitano in una casa e cercano di dare loro affetto, amicizia e sicurezza. Oltre a una formazione scolastica e una specializzazione professionale per garantire loro un futuro.

Un’attenzione che prestano anche i missionari salesiani che, attraverso la scuola Tuwe Wafundi, offrono loro la possibilità di imparare un mestiere spendibile nel mercato del lavoro, proponendo corsi di carpenteria, edilizia, meccanica e saldatura. La scuola è completamente gratuita, proprio perché accoglie ragazzi e ragazze in situazioni di strada.

Proprio nella casa dei saveriani aveva fatto visita l’ambasciatore Attanasio la scorsa settimana. «Un grande amico e molto, molto aperto ai problemi sociali. Molte volte era venuto a visitare il gruppo degli enfants de la rue, dei ragazzi di strada che noi gestiamo qui a Bukavu. Era stato da noi anche con la famiglia, la moglie e le tre bambine. Una grande perdita veramente», dice padre Sebastiano Amato, missionario saveriano da quasi quarant’anni nel Paese africano, citato dall’agenzia InfoAfrica/ AGI. «Sabato pomeriggio — racconta padre Amato — l’ambasciatore era arrivato a Bukavu in macchina venendo da Goma, aveva visitato alcuni progetti del Programma alimentare mondiale nella città e poi aveva proseguito fino a Bukavu. Nel pomeriggio di sabato abbiamo organizzato un incontro con gli altri italiani che vivono qui, fino a sera siamo rimasti insieme a mangiare, parlare, discutere, ci ha dato una infinità di notizie da Kinshasa. È rimasto fino a domenica, poi hanno preso il battello per andare a Goma».

di Enrico Casale

Si conclude il XXIII Corso di formazione in Pastorale Missionaria

Da ANS

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Un gruppo di 34 missionari provenienti da tutto il mondo – 13 Figlie di Maria Ausiliatrice, 2 suore francescane e 19 Salesiani di Don Bosco – partecipa al XXIII Corso di formazione in Pastorale Missionaria. L’ultima tappa è sulle orme di Gesù a Gerusalemme.

I missionari sono arrivati da India, Congo, Cambogia, Argentina, Siria, Regno Unito, Italia, Spagna, Filippine e Brasile. Alcuni hanno fatto parte della 150a Spedizione Missionaria Salesiana e così hanno ricevuto la Croce Missionaria, il 29 settembre scorso, nella basilica di Maria Ausiliatrice. In un modo o nell’altro, questi mesi di riflessione e approfondimento sono serviti a mantenere vive le parole di Papa Francesco: “Siamo missionari di una Chiesa in uscita… Infatti siamo missione, come la Chiesa è missione”.

Il percorso formativo di tre mesi svoltosi all’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma è iniziato con lo studio delle fonti del carisma salesiano a Valdocco e Mornese.

Non è stata solo un’esperienza di approfondimento dei temi missionari, teologici, pastorali ed ecclesiali, ma “un’esperienza di spiritualità profonda con gli Esercizi Spirituali nella Fraterna Domus di Sacrofano che spontaneamente ci ha invitato alla preghiera e alla profondità”, ha dichiarato suor Liliane Kaputo, FMA, che ha seguito il corso.

Durante le varie settimane i partecipanti hanno avuto l’opportunità di recarsi come pellegrini a Roma e in alcuni importanti luoghi dove sono nati e vissuti grandi figure spirituali, come Assisi (San Francesco), Siena (Santa Caterina) e Subiaco (San Benedetto). “Il pellegrinaggio non solo ci ha motivato, ma ci ha anche invitato ad entrare in comunione con questi grandi santi della Chiesa. Visitare le Catacombe di San Callisto, camminare sulle orme di San Paolo e visitare gli scavi della Tomba di San Pietro in Vaticano ci hanno permesso di entrare in armonia con una Chiesa dei martiri, una Chiesa minoritaria, una Chiesa in uscita” prosegue la religiosa.

I partecipanti al corso sono stati anche vicini a Papa Francesco in un’udienza del mercoledì. “Abbiamo potuto sentirlo così da vicino, sentirci in profonda comunione con lui e sentirci obbligati, sollecitati e anche inviati come missionari”.

Tutti i partecipanti confermano che è stato un momento di ricchezza spirituale e di rinnovamento missionario, grazie ad oltre 200 ore di formazione, con la partecipazione di esperti di vari argomenti importanti per l’impegno missionario.

“Le sfide sono ancora molte, ma siamo sicuri che dopo questo tempo di formazione, riflessione e preghiera, potremo partire con più entusiasmo e fiducia in Dio. Tutti siamo missione”, conclude suor Kaputo.