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Viaggio nelle Sale della Comunità in occasione dei 75 anni di ACEC – Famiglia Cristiana

Si riporta di seguito l’articolo apparso su Famiglia Cristiana.

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Cinema parrocchiali? Siamo luoghi d’incontro

Il Don Bosco nella capitale ha riqualificato un intero quartiere; il Busan nel Trevigiano è un riferimento per l’intera provincia; la città lombarda vanta un primato di sale per numero di abitanti

Come nella sceneggiatura di un film. Scena: Roma, periferia Sud-Est, quartiere Tuscolano dove sorge Cinecittà, epicentro della cultura cinematografica italiana dai primi del ‘900 a oggi.

“A poche centinaia di metri da dove ti parlo, il maestro Sergio Leone passeggiava per i viali di Cinecittà, prima come aiuto regista in grandi produzione internazionali come Ben-Hur e Quo vadis? e poi ultimando film cult come Il buono, il brutto, il cattivo o C’era una volta il West. E non solo lui, qui ha battuto e batte ancora il cuore del cinema italiano. Nonostante ciò, per anni nel quartiere non abbiamo avuto una sala cinematografica”.

A spiegarlo, è Fabio Zenadocchio, direttore del Centro Culturale Salesiano, che per ovviare a questa grave lacuna ha ristrutturato e riaperto a fine anni ’80 la Sala della Comunità Don Bosco.

“Da allora le attività cinematografiche e teatrali non si sono più interrotte. Anzi, sono andate in crescendo sia le iniziative culturali sia la risposta del pubblico”

aggiunge Zenadocchio. Che ricorda:

“Oltre che un presidio culturale, il nostro cinema è un punto di riferimento per i giovani del quartiere, che non hanno mai visto il Colosseo e non vivono immersi nella bellezza dei palazzi rinascimentali del centro di Roma, ma crescono di fianco a una delle piazze di spaccio più grandi della capitale. Per loro gli eventi e le proiezioni sono aria fresca. Sono salvezza“.

E anche un’occasione di lavoro:

“Negli anni”, dice il direttore del Don Bosco, “abbiamo costruito un gruppo di giovani progettisti in ambito culturale che sono stati assunti dalla Sala della Comunità per pensare alle proposte e coordinare i volontari”.

Perché “la qualità va pagata, ma ripaga. Sempre. E la nostra proposta punta a quello“, afferma don Elio Girotto, parroco a Mogliano Veneto e coordinatore della Sala Busan. Lui, che è anche presidente ACEC Triveneto, ha ben chiara la missione delle sale della comunità:

“Portiamo il cinema, quello che fa pensare una comunità cristiana, alle persone. Offriamo un luogo dove confrontarsi sui grandi temi insieme ai registi, attori e critici, ma anche con la persona che vive sul tuo stesso pianerottolo. Il Busan è anche uno spazio dove divertirsi e, mi lasci dire, l’unico cinema di un territorio che è molto ricco, ma povero di occasioni culturali. Basti pensare che pur essendo a pochi chilometri dal Lido, celebre location di uno dei festival di cinema più importanti al mondo, nella nostra sala vengono da tutto il Triveneto, anche da Treviso”.

E il bello è che la proposta culturale

“è accessibile a buon prezzo per le famiglie: mamma, papa e due figli con 20 euro di domenica possono entrare in sala a pochi passi da casa. Una bella differenza economica rispetto ai 60 euro da tirar fuori in un multisala, dove la proposta di visione non è ragionata con cura e si è solo “un cliente”.

L’idea di cinema del Busan va oltre il semplice intrattenimento: il film è un pretesto per creare un legame“, chiosa don Elio, “e per costruire una comunità“.

Questo accade a Busto Arsizio, città lombarda tra Milano e Varese, che vanta un numero record di sale ACEC. E come per ogni allenatore che si rispetti, l’abbondanza non è mai un problema:

“Questa situazione di straordinaria vivacità poteva essere un pretesto per farsi una concorrenza spietata, una corsa per conquistarsi gli spettatori delle altre sale, sovrapponendo eventi, incontri e proiezioni. È stata, invece, l’occasione per creare una rete collaborativa e progettuale tra i cinema Lux, Fratello Sole, Manzoni e San Giovanni Bosco”

testimonia Silvia Salvetti, volontaria responsabile per la sala Lux della gestione e della programmazione.

“Le sale della comunità di Busto si sono unite per offrire una variegata proposta di cinema d’essai “spalmata” durante l’intera settimana, sia al pomeriggio che alla sera. E per tutto l’anno, anche d’estate”, aggiunge Salvetti che coordina un gruppo di circa quaranta volontari attivi nella sala della frazione Sacconago. “Con un programma che va da martedì a domenica, ogni cinema propone una selezione di film, tra cineforum e nuove uscite, senza mai sovrapporre le proiezioni. Questo approccio consente agli appassionati di godere di un’ampia varietà di opere, con un’offerta che si traduce in ben quattro film diversi ogni settimana, per un totale di 270 proiezioni stagionali. Questa proposta culturale è un valore aggiunto che rende la città di Busto Arsizio un punto di riferimento per gli amanti del cinema e, di fatto, la capitale della sale della comunità per concentrazione in rapporto agli abitanti e spirito di collaborazione”.

Avvenire – Il cinema come luogo della comunità

Dal quotidiano Avvenire.

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A Civitavecchia l’incontro nazionale dei Cinecircoli giovanili promossi dai Salesiani . Oltre 12 mila gli spettatori al Buonarroti nell’ultima stagione.

Più di 550 proiezioni, oltre 12 mila ingressi: sono i numeri dell’anno sociale del Cineteatro Buonarroti, la sala di comunità dei Salesiani a Civitavecchia. L’attività, iniziata lo scorso settembre con l’inaugurazione del vescovo Gianrico Ruzza e la gestione nuovamente affidata al Cinecircolo Giovanile Socioculturale (Csg), è stata illustrata sabato scorso, 24 giugno, nell’ambito della manifestazione SAL-Fiction 2023. È stato infatti il cinema civitavecchiese ad ospitare la manifestazione nazionale promossa dai Csg. Nel corso dell’evento, che ha visto confluire nella cittadina tirrenica i delegati e il consiglio direttivo dell’organismo, si è svolta la tavola rotonda «Comunicazione e cultura: costruire una rete efficace per una crescita condivisa».

L’incontro, moderato dalla giornalista Stefania Mangia, ha visto la partecipazione di Cristiano Tanas, presidente nazionale Cgs, Fabio Zenadocchio, del Centro Culturale Salesiano, Alberto Colaiacomo, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali e Domenico Di Giorgio, presidente di “Forte! Festival”. «Le sale di comunità – ha detto Zenadocchio – sono un luogo di confronto e di cultura. Sono anche un luogo di incontro per la comunità cristiana e il territorio: molti di coloro che entrano in un cinema, da anni non varcano la porta di una chiesa». Zenadocchio, che ha curato la nuova organizzazione del Buonarroti, ha parlato anche di una programmazione che che punta a favorire l’incontro e il dialogo, per questo la scelta delle pellicole è lontana dai film di «cassetta».

Cristiano Tanas ha illustrato l’attività nazionale dei Cgs, 45 sale nella Penisola con Civitavecchia che risulta essere la più anziana di iscrizione, anche se alterne vicende ne hanno sospeso l’attività in più periodi. È stato Alberto Colaiacomo ad sottolineare le possibili collaborazioni con l’attività pastorale promossa dalla diocesi, in modo particolare nell’animazione dei giovani e con le scuole. «Da tre anni – ha detto il direttore delle comunicazioni sociali – l’oratorio salesiano e il cineteatro ospitano la rassegna CustodiAmo il Creato nel mese di settembre. Dopo la proposta di spettacoli musicali e teatrali, quest’anno arriverà anche il cinema con la proiezione del film ‘La lettera: un messaggio per la nostra terra’ ispirato all’enciclica Laudato Si’». Domenico Di Giorgio ha evidenziato le difficoltà a proporre progetti culturali, soprattutto rivolti ai giovani, se non si ha il supporto delle istituzioni.

 

Sito CGS