Articoli

La rosa dei venti

di Simone Bosetti [1]

Un punto importante della Christus vivit è la revisione della pastorale giovanile in chiave vocazionale. Nell’esortazione apostolica di Papa Francesco leggiamo infatti: “Siamo chiamati dal Signore a partecipare alla sua opera creatrice, offrendo il nostro contributo al bene comune sulla base delle capacità che abbiamo ricevuto. […] Di conseguenza, dobbiamo pensare che ogni pastorale è vocazionale, ogni formazione è vocazionale e ogni spiritualità è vocazionale”[2].
Per un giovane, specialmente nel momento delle grandi domande, ogni proposta concorre a costruire le scelte fondamentali della vita: un incontro di catechesi sulla politica, sull’accoglienza, sulle relazioni, un’esperienza estiva, una vita comune!
Sappiamo bene che nel momento in cui siamo in ricerca, non è necessario che, per renderla tale, l’etichetta “percorso di discernimento” sia visibile su ogni proposta a cui aderiamo.
È necessario allora che durante la costruzione di ogni proposta, secondo i più svariati argomenti, possa esserci un’attenzione particolare ai risvolti vocazionali e in generale alle domande vitali che essa può suscitare.
In quest’ottica prende forma “La Rosa dei 20”. Nata su un rilancio dell’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, tale iniziativa propone ai giovani un’esperienza di vita comune di nove mesi nei territori della nostra diocesi (nel mese di ottobre 2019 è partita la prima concreta esperienza, alla quale stanno partecipando 5 giovani, in un appartamento messo a disposizione da una parrocchia di Milano).

[1] Vicepresidente giovani dell’Azione Cattolica Ambrosiana

I diritti dei minori e la responsabilità degli educatori

di Andrea Farina  – Silvia Campagna  – Micol Trillo 

L’età contemporanea è caratterizzata da profonde trasformazioni. Non c’è ambito o settore della società che non sia interessato e che non stia passando per un qualitativo processo di cambiamento.
Il presente Dossier si propone di evidenziare, alla luce di un quadro sociale e culturale in movimento, gli strumenti normativi per la promozione e la tutela della persona di minore età.
Il contesto civile, nelle sue varie articolazioni, ha individuato nel “paradigma dei diritti” una sorta di “bussola” in grado di orientare strategie politiche e risposte efficaci ai bisogni dei bambini e degli adolescenti. In modo sintetico l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza afferma: “nel movimento continuo che contraddistingue la società liquida in cui viviamo, i diritti conferiscono stabilità, tengono a galla, sono compatti, non polverizzati, sono effettivi e di tutti. Riconoscere che i bambini e i ragazzi sono titolari di diritti non significa delegarli ad avventurarsi da soli nei meandri della vita, rinunciare a far loro da guida, e da guida solida. Al contrario, i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza chiamano in causa la responsabilità degli adulti La sfida corrente consiste nel ritrovare un nuovo punto di equilibrio nel rapporto tra generazioni”(Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Relazione al Parlamento 2018).
I diritti vengono così intesi come punti di riferimento che tutta la società è chiamata a riconoscere per la protezione, la cura e la promozione dell’infanzia e dell’adolescenza.
Chi opera in ambito pastorale si muove in un contesto ecclesiale che ha sempre più a che fare con altre istituzioni: amministrazioni pubbliche, fondazioni, imprese, associazioni, enti del Terzo Settore.
L’azione ecclesiale non può prescindere da una conoscenza appropriata e da un confronto costruttivo con il “paradigma dei diritti” che offre tanti punti in comune per operare in sinergia e suscita talvolta perplessità per l’enfasi che agli stessi viene data. Il presente lavoro vuole aprire una finestra di conoscenza per un dialogo costruttivo. L’esperienza pastorale della Chiesa e di Istituzioni carismatiche al suo interno vede un ricco patrimonio pedagogico, frutto di secoli di pratica e di studio, che si è sempre confrontato con l’evoluzione culturale e ha contribuito fattivamente, spesso in modo riconosciuto, alla “costruzione della città” a misura della dignità dei “figli di Dio”.