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Presentazione del volume: “Il Carisma della Presenza e della Speranza. Un anno viaggiando con Don ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME”

Martedì 30 maggio 2023 verrà presentato in Vaticano, presso il Collegio Teutonico, il racconto dei viaggi che il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha compiuto nel 2022 e all’inizio del 2023. Il libro è a cura del uo Segretario e Co-portavoce della Congregazione, don Giuseppe Costa. Di seguito la notizia apparsa sul sito InfoANS.

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I viaggi che Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, ha compiuto nel 2022 e all’inizio del 2023 sono oggetto di una pubblicazione a cura del suo Segretario e Co-portavoce della Congregazione, don Giuseppe Costa.

La raccolta va sotto il titolo “Il carisma della presenza e della speranza” e vanta, tra l’altro, una brillante presentazione del sociologo prof. Franco Garelli, dell’Università Statale di Torino.

Avvalendosi della documentazione fotografica e testuale fornita dall’ANS – Agenzia iNfo Salesiana, il curatore offre un volume bello da vedere, ma che soprattutto sottolinea il multiculturalismo delle presenze salesiane in 136 Paesi del mondo.

Martedì 30 maggio 2023 verrà presentato in Vaticano, presso il Collegio Teutonico, in uno speciale incontro con i giornalisti vaticanisti, che potranno a loro volta intervistare Don Á.F. Artime.

Questo il programma dell’appuntamento, con inizio alle ore 11:15 (UTC+2):

  • Introduce
    Don Giuseppe Costa, Segretario e portavoce del Rettor Maggiore.
  • Modera
    Angela Ambrogetti, Direttore di Acistampa.
  • Intervengono
    Domenico Agasso, Vaticanista de La Stampa;
    Gianni Cardinale, Vaticanista di Avvenire;
    Eva Fernández, Corrispondente di Cadena Cope per l’Italia e il Vaticano;
    Javier Martínez-Brocal, Corrispondente di ABC per il Vaticano.

Incontro internazionale dei responsabili del Bollettino Salesiano: una grande rete al servizio della gioventù

Dal 22 al 25 aprile, a Valdocco, si è svolto l’incontro internazionale dei responsabili del Bollettino Salesiano, quasi 80 partecipanti. Alla cerimonia inaugurale erano presenti il Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, don Gildasio Mendes e il Superiore della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta don Leonardo Mancini, il quale ha ricordato come nel 17° volume delle Memorie Biografiche Don Bosco afferma che il Bollettino Salesiano era il miglior mezzo di propaganda mai concepito, perché Don Bosco stesso dava questa rivista sia a chi aveva il piacere di leggere e di essere informato, sia a chi non aveva alcun interesse: è proprio questo il segreto.

La prima sessione dell’incontro si è aperta con l’intervento di don Stefano Martoglio  che ha parlato sul tema “La dimensione carismatica del Bollettino Salesiano”. “Il Bollettino Salesiano è una rivista centenaria nata dal cuore e dalla mente di Don Bosco. Tutti i redattori del Bollettino Salesiano devono essere coinvolti nel cammino e nella missione della Congregazione. Il Bollettino Salesiano è uno strumento per esprimere il cuore della Congregazione e la mente del Rettor Maggiore, che ne è il Capo Redattore”, ha affermato. Don Martoglio ha esortato che il lavoro del Bollettino Salesiano è una missione condivisa. Mentre lavoriamo per la salvezza dei giovani attraverso questo ministero mediatico, dobbiamo collaborare anche con i laici. Fin da quando Don Bosco iniziò il suo lavoro alla Cappella Pinardi, i laici furono attivamente coinvolti nella sua missione. È quindi essenziale lavorare in armonia con i laici, che diventano parte integrante della nostra missione. Questo grande lavoro deve essere sempre fatto come una missione condivisa”.

La seconda giornata dell’Incontro Internazionale è iniziata con il messaggio di don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana, che ha parlato sul tema: “La dimensione salesiana e professionale del Bollettino Salesiano”. Don Costa ha iniziato il suo intervento presentando il contesto in cui assunse questa responsabilità come Direttore del Bollettino Salesiano. Fu un grande passaggio dal bianco e nero alla quadricromia, e furono apportati numerosi cambiamenti. Ha ricordato che in quel periodo il BS aveva il compito di aderire fedelmente al magistero del Rettor Maggiore, alla devozione mariana legata alla basilica, allo sviluppo della missione. Don Costa ha poi fatto un’affermazione suggestiva: “Anche se i salesiani sono di meno, si possono moltiplicare con la presenza del Bollettino Salesiano”, convinto che il BS possa avere un impatto maggiore, comunicare e costruire in un territorio anche se i salesiani sono diminuiti. “Il Bollettino Salesiano è ancora un potente strumento di comunicazione della Missione Salesiana. È stato anche un veicolo per la raccolta di fondi, attraverso il quale i lettori potevano essere trasportati verso un particolare bisogno in una terra di missione, e la propaganda del BS ha portato molto sviluppo e benedizioni alla Missione Salesiana”, ha detto.

C’è stato spazio poi per il confronto sul lavoro fatto nei Continenti: Christoph Sachs, in rappresentanza della Germania e dell’Austria, ha presentato il tema “Come il Bollettino Salesiano può raggiungere le persone in una società sempre più secolare in Europa”, mentre Clarence Watts della Repubblica Sudafricana ha illustrato il tema “Il Bollettino Salesiano al servizio della solidarietà e della pace”. Don Bobby Kannazhath dall’India ha presentato il tema “Comunicare lo spirito salesiano attraverso il Bollettino Salesiano nel contesto della diversità culturale e religiosa”. È stata un’opportunità per conoscere, capire e imparare alcune strategie dagli altri e ha offerto spunti di riflessione su ciò che è necessario fare per rafforzare il Bollettino Salesiano in ciascuna delle Ispettorie.

Nella terza giornata dell’Incontro Internazionale dei Responsabili del Bollettino Salesiano si è svolta la sessione guidata da Flavia Trupia, nota professionista della comunicazione con una forte passione e preparazione sulla retorica. Ha iniziato la sua presentazione descrivendo l’importanza della costruzione del marchio del Bollettino Salesiano che offre la propria identità ed equità. “Il Bollettino Salesiano non è solo una rivista, ma una carta d’identità della Famiglia Salesiana nel mondo”, ha affermato nel suo discorso di apertura. Ha parlato di quanto il BS sia diverso dalle altre riviste, sottolineando la necessità di costruirlo come un marchio internazionale unico e al pari di brand famosi in tutto il mondo come Coca Cola, Ferrari, Tiffany, ecc. Ha indicato i Bollettini Salesiani di varie parti del mondo e ha chiesto ai presenti se fossero in grado di identificarli come un unico marchio. È emerso che erano diversi l’uno dall’altro, e quindi ecco che la volontà di  costruirlo come un unico marchio diventa una necessità. Ha suggerito ai presenti di mantenere un certo rilievo sul mercato accogliendo il cambiamento con i propri tempi, ma li ha anche avvertiti che è importante stare attenti a non perdere l’identità del BS quando si vive una trasformazione simile.

Dopo l’intervento di Flavia Trupia, c’è stato spazio per una tavola rotonda con la relatrice, con  Luca Priuli, Amministratore Delegato dell’editrice salesiana Elledici, insieme a don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione. L’incontro, moderato da don Maciej Makula, ha visto protagonista la platea con domande che hanno stimolato il dibattito. Il nostro modo di comunicare è assolutamente cambiato dopo l’avvento del digitale, si preferisce una comunicazione rapida e magari anche piena di messaggi visuali senza utilizzare tante parole. Ad oggi le persone mostrano pigrizia nell’approfondimento e nell’analisi comunicativa, per questo è necessario modificare la comunicazione adattandola agli interessi comuni dei nostri lettori. Questo vuol dire che se vogliamo fare arrivare un messaggio dobbiamo conoscere i nostri seguaci, dobbiamo studiare un nuovo metodo che possa essere efficace per loro.

Il pomeriggio del terzo giorno è stato dedicato alla relazione di Jean Paul Muller, Economo Generale della Congregazione Salesiana che ha presentato il tema  “Comunicare oggi con identità salesiana, credibilità e visibilità in una società in trasformazione”. Il suo intervento ha toccato tutti i temi di attualità e ha offerto numerosi spunti di riflessione su come il Bollettino Salesiano deve comunicare oggi e sulle sfide da affrontare. Il sig. Muller ha spiegato l’obiettivo e lo scopo del Bollettino Salesiano. Ha detto ai partecipanti: “I nostri lettori devono capire cosa stiamo facendo oggi, quali sono le nostre preoccupazioni, i punti di forza del sistema preventivo, la necessità dei religiosi e l’efficacia della missione dei laici”. Parlando di universalità e di una visione più ampia, il sig. Muller ha affermato: “Dobbiamo affrontare le sfide insieme come Congregazione e Famiglia Salesiana. Non possiamo chiuderci solo nella nostra regione e provincia, perché dobbiamo lavorare come un’unica entità. Siamo chiamati a ispirare i giovani ad assumersi responsabilità e a lavorare insieme in modo sostenibile in un contesto di enorme complessità, creando positività per le generazioni future”.

Don Bosco è stato scrittore, Don Bosco è stato giornalista, Don Bosco è stato un grande comunicatore della Chiesa. Ha scritto una varietà di testi come agiografie, testi storici sulla Chiesa, ma anche scritti di educazione, religione e formazione in genere. Si contano 1.174 suoi documenti. Non solo. Il nostro fondatore è stato anche un giornalista. Nel 1877 fondò il Bollettino Salesiano e vi collaborò fino alla morte”, dice don Gildasio Mendes. “Ogni rete di comunicazione partiva da una pulsione interiore: un sogno, una passione, un proposito. Il suo sistema di comunicare era un vero caleidoscopio. Un mosaico con colori e disegni. Ogni suo gesto era mirato a coinvolgere i suoi giovani, promuovendone il protagonismo e la crescita per la gloria di Dio e grazie all’impulso di Maria Ausiliatrice. Il Bollettino Salesiano di oggi deve essere l’espressione di una rivista che attiva una rete. Deve essere un canale di informazione mondiale, una rivista per creare legami, mostrare il bene che fanno i salesiani per i giovani poveri nel mondo, per esprimere la forza e la bellezza dell’amore. Noi siamo Don Bosco che comunica!”, conclude.

 

 

 

“Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”: lunedì 30 maggio la presentazione alla LUMSA di Roma

Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo” (Nema Press) , l’ultima fatica letteraria di don Giuseppe Costa, Salesiano di Don Bosco Co-portavoce della Congregazione Salesiana, verrà presentato oggi lunedì 30 maggio, alla sede della Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA) di Roma. Di seguito la notizia riportata dal sito ANS.

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Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”, edito da Nema Press, è l’ultima fatica letteraria di don Giuseppe Costa, Salesiano di Don Bosco, Co-portavoce della Congregazione Salesiana. Il testo, che raccoglie numerosi articoli scritti da don Costa nel corso di quarant’anni di attività professionale, verrà presentato lunedì 30 maggio, presso la sede della Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA), a Roma.

Alla presentazione del libro saranno presenti numerose personalità della comunicazione e del giornalismo religiosi, noti professionisti della televisione e della stampa nazionale.

Interverranno infatti, in qualità di relatori:

  • Massimo Milone, direttore di RAI Vaticano
  • Cinthia Wooden, Responsabile di Catholic News Service – Italia
  • Enzo Romeo, caporedattore TG2
  • Vania De Luca, vaticanista TG3
  • Gianni Cardinale, vaticanista Avvenire

Ad introdurre e coordinare la presentazione sarà Neria De Giovanni, direttrice editoriale di Nemapress; mentre all’autore del testo, don Costa, saranno affidate le conclusioni.

Come scrive, a mo’ di conclusione, lo stesso autore nella quarta di copertina del libro, il volume ha un fine dichiarato: “Ai tanti giovani che affollano i corsi di giornalismo, alla ricerca di un futuro posto di lavoro sempre più arduo e raro, va forse detto che il giornalista di ogni giorno non è l’uomo dello spettacolo e dell’immagine, ma quello di un professionista da costruire con buoni studi e con altrettanta pratica. Va anche raccontato della dura ferialità di un dovere quotidiano, da coniugare sì con la novità di un prodotto che si rinnova ad ogni dispaccio d’agenzia, ma soprattutto con parole che si chiamano coscienza, responsabilità sociale e obiettività”.

Per tutti gli interessati l’appuntamento è per lunedì 30 maggio 2022, alle ore 17:00 (UTC+2), presso gli spazi della LUMSA a Roma (Via di Porta Castello, 44 – Sala Giubileo).

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Catania: alla XVII Settimana della Comunicazione la presentazione del libro “Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo” di don Giuseppe Costa, SDB

Venerdì 20 maggio alle 17:00, nella chiesa Sant’Orsola a Catania, si terrà la presentazione del libro “Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”, di don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana. La presentazione è inserita nell’ambito della XVII Settimana della Comunicazione. Di seguito la notizia riportata dal sito di ANS.

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(ANS – Catania) – Nell’ambito della XVII Settimana della Comunicazione, venerdì 20 maggio, alle ore 17 (UTC+2), nella chiesa Sant’Orsola a Catania, si terrà la presentazione del libro “Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”, di don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana.

Oltre all’autore, interverranno:

  • Arianna Rotondo, Professoressa di Storia del Cristianesimo e delle chiese all’Università di Catania,
  • Giuseppe di Fazio, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Catania,
  • Maria Lombardo, professoressa di Teoria e tecnica del giornalismo all’Università di Catania,
  • Luca Caruso, responsabile dell’ufficio stampa della Fondazione vaticana “Joseph Ratzinger – Benedetto XVI”.

Il volume di don Costa rappresenta un frutto maturo di una vita spesa per il giornalismo e l’editoria.

La Settimana della Comunicazione è un’iniziativa promossa dal 2006 dalla Società San Paolo (Paolini) e dalle Figlie di San Paolo (Paoline) – istituzioni fondate dal Beato don Giacomo Alberione – per favorire la riflessione sul tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che quest’anno è stato sviluppato all’insegna del motto: “Ascoltare con l’orecchio del cuore”.

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“Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”- don Giuseppe Costa

Fresco di stampa, è uscito il nuovo libro del co-portavoce della Congregazione Salesiana, don Giuseppe Costa sui suoi quarant’anni di attività professionale e sulla sua passione per il giornalismo: “Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo” (NEMAPRESS EDIZIONI). Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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Come frutto maturo di una vita spesa per il giornalismo e l’editoria, don Giuseppe Costa, SDB, co-portavoce della Congregazione Salesiana, ha dato alle stampe un nuovo libro, dal titolo: “Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”. È un’opera che raccoglie numerosi articoli scritti da don Costa nel corso di quarant’anni di attività professionale.

Come lo stesso autore ricorda nella prefazione biografica, la passione per il giornalismo nacque fin dagli anni in cui l’autore frequentava il liceo, poi crebbe e si rafforzò attraverso esperienze con giornaletti ciclostilati e la fondazione di un primo giornale presso l’oratorio salesiano di Catania.

Vennero successivamente le collaborazioni con Avvenire, l’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti come Pubblicista, nel 1980, la Direzione del Bollettino Salesiano (dal 1982 al 1992) e i rapporti via via più intensi con i maggiori quotidiani nazionali e il coinvolgimento sempre maggiore con le penne di spicco del giornalismo italiano.

L’esperienza come Direttore del Bollettino Salesiano fu di grande arricchimento per don Costa:

“Potei viaggiare per vari Paesi alla ricerca di personalità, salesiane e non, da poter pubblicare sul Bollettino – racconta egli stesso –. Incontrai i salesiani formidabili educatori ed apostoli negli Stati Uniti, in America Latina, in Africa, in Asia, in Europa. Celebrai con grande impegno pubblicistico il centenario della morte di Don Bosco, nel 1988, e le beatificazioni a San Pietro di Don Filippo Rinaldi e dei martiri salesiani monsignor Luigi Versiglia e Callisto Caravario. Partecipai ad eventi di grande significato ecclesiale, come le Giornate Mondiali della Gioventù di Roma, Buenos Aires e Santiago de Compostela”.

Altra tappa importante della crescita professionale dell’autore di questo testo fu quella vissuta a Milwaukee, dove don Costa andò nel 1991 per conseguire un Master di valore accademico presso la Marquette University, la più antica scuola di giornalismo cattolico d’America, animata dai Gesuiti.

“Ben presto imparai che valeva la pena sopportare il freddo del Lago Michigan in cambio della conoscenza del mondo universitario americano, con stage a Notre Dame (Indiana), Catholic University (Washington) e Stanford (Palo Alto). E conobbi poi, con il mio advisor e maestro, William Thorn, i media americani, con tutti i loro dinamismi”.

Parallelamente, don Costa affiancava all’attività giornalistica quella editoriale: se già nel 1982 aveva lavorato alla LDC di Leumann, al ritorno dagli States gli fu affidata la direzione della Società Editrice Internazionale (SEI) di Torino, una missione che intraprese “con coraggio e speranza”, creando nuove collane di varia e narrativa, sperimentando nuovi libri di didattica scolastica ed incontrando e relazionandosi con grandi autori nazionali e internazionali.

L’attività nel mondo dell’editoria raggiungerà poi il suo culmine nel decennio tra il 2007 e il 2017, quando don Costa sarà Direttore della Libreria Editrice Vaticana (LEV). Di quell’esperienza oggi afferma:

“Conoscere da vicino i Papi Benedetto XVI e Francesco, condividerne pareri e sentirne opinioni editoriali e soprattutto tradurre in libri per il mercato editoriale internazionale è stata per me una grande sfida che oggi posso dire d’aver vinta a servizio della Chiesa. Sono stati anni di grande attività internazionale, con contatti fra i più alti ai quali l’editoria possa aspirare”.

E in questi 40 anni non è mancato nemmeno l’impegno nella docenza: già nel 1991 don Costa ha dato lezioni di comunicazione presso l’allora neonata Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana, incarico che ha ripreso come Docente Straordinario, dopo la parentesi americana, fino al 2007, e a cui ha affiancato per tre anni l’insegnamento anche presso l’Università di Catania, alla Facoltà di Lingue e Comunicazione Internazionale, e alla LUISS di Roma, per il Corso di Giornalismo Religioso.

Il testo ora dato alle stampe, edito da Nema Press, costituisce una raccolta di “un’infinità di pezzi dalle cronache più varie…”, tolti quelli del Bollettino Salesiano, “facilmente rinvenibili in biblioteche o in siti salesiani”. Per agevolare il lettore, inoltre, i contributi sono inoltre raccolti attorno a sei aree tematiche: Don Bosco, Corrispondenze americane, i viaggi, i Giovani, la Sicilia ed i mass media. Un prezioso indice analitico arricchisce ulteriormente il volume.

Come scrive, a mo’ di conclusione, l’autore nella quarta di copertina, il volume ha un fine dichiarato:

“Ai tanti giovani che affollano i corsi di giornalismo, alla ricerca di un futuro posto di lavoro sempre più arduo e raro, va forse detto che il giornalista di ogni giorno non è l’uomo dello spettacolo e dell’immagine, ma quello di un professionista da costruire con buoni studi e con altrettanta pratica. Va anche raccontato della dura ferialità di un dovere quotidiano, da coniugare sì con la novità di un prodotto che si rinnova ad ogni dispaccio d’agenzia, ma soprattutto con parole che si chiamano coscienza, responsabilità sociale e obiettività”.

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Don Giuseppe Costa nella segreteria del Rettore Maggiore e co-portavoce della Congregazione Salesiana

Pubblichiamo la notizia riportata dall’agenzia salesiana ANS sulla nomina di don Giuseppe Costa a co-portavoce della Congregazione.

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(ANS – Roma) – Il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ha chiamato a collaborare nella sua Segreteria il salesiano don Giuseppe Costa, anche con il compito di essere co-portavoce della Congregazione.

Don Giuseppe Costa è già noto nell’ambito della Comunicazione per i suoi molteplici e apprezzati servizi nella Chiesa e nella Congregazione.

È stato Docente nell’Università Pontificia Salesiana. Ha insegnato anche alla Luiss e alla Lumsa. Negli Stati Uniti, alla Marquette University di Milwaukee, ha conseguito un master di due anni in Giornalismo.

Per dieci anni è stato Direttore della LEV – Libreria Editrice Vaticana.

Dal 1983 al 1991 è stato Direttore del Bollettino Salesiano, e sempre in ambito di Congregazione, è stato Direttore della SEI – Società Editrice Internazionale.

È autore di pubblicazioni con specifica attenzione all’editoria religiosa e alla realtà giovanile.

Recentemente ha partecipato al Capitolo Generale 28° della Congregazione.

 

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Avvenire: “Salesiani per i giovani, oggi” – CG28

Nella giornata di ieri, 23 gennaio, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana (CG28) presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, alla presenza del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, del card. Cristóbal López Romero sdb arcivescovo di Rabat, di don Stefano Vanoli, regolatore dei lavori del 28° Capitolo Generale,  e di don Giuseppe Costa sdb, giornalista e già Direttore della Libreria Editrice Vaticana.

Nella giornata di oggi, il quotidiano Avvenire dedica un articolo sul prossimo Capitolo Generale della Congregazione Salesiana con particolare riferimento alla presenza di alcuni ragazzi che saranno parte attiva dei lavori del Capitolo sul tema “Quali salesiani per i giovani d’oggi?“.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna da Avvenire, a cura di Gianni Cardinale.

Salesiani per i giovani, oggi

A Valdocco (Torino) dal 16 febbraio al 4 aprile prossimi il 28° Capitolo generale
Tra le novità più importanti la partecipazione attiva ai lavori di alcuni ragazzi

(Roma – 24/01/2020 Pag. 22) – «Quali salesiani per i giovani d’oggi?». È questo il tema del 28° capitolo generale della Congregazione salesiana in programma a Torino dal 16 febbraio al 4 aprile.

Per il rettor maggiore don Angel Fernández Artime sarà l’occasione per individuare le priorità dei figli di don Bosco nel lavoro apostolico dei prossimi sei anni. Con due cardini specifici propri per questo Capitolo: la sintonizzazione con i giovani in un mondo che cambia a ritmi sempre più vertiginosi, e la consapevolezza di lavorare insieme con i laici in questa missione.

Ieri la presentazione dell’evento presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, nell’opera del “Sacro Cuore”, coordinato da don Giuseppe Costa, giornalista e già direttore della Libreria Editrice Vaticana. Presenti, oltre al rettor maggiore, il cardinale Cristobal López Romero, arcivescovo di Rabat, e don Stefano Vanoli, Regolatore del Capitolo, che ha offerto alcuni dettagli sull’assise, tra cui la novità della presenza di alcuni giovani e laici che parteciperanno, in due diverse settimane, ai lavori.

Il capitolo si terrà a Valdocco.

«È un ritorno a casa, alle origini, lì c’è Don Bosco. Non è la stessa cosa fare un incontro lì o altrove»,

ha spiegato don Fernández Artime, che ha ribadito l’impegno che contraddistingue i salesiani da sempre e che vuole essere mantenuto anche in futuro, quello di vivere il proprio carisma con concretezza e realismo, per ottenere sempre il massimo possibile in favore di tutti i giovani del mondo – cristiani, musulmani, induisti, agnostici… – e specialmente di quelli più poveri e privi di risorse. Soprattutto attraverso l’educazione.

«Quando la Chiesa, la Congregazione fanno qualcosa che non va, – ha precisato il rettor maggiore – quando ci sono errori, sbagli e fragilità, è giusto dirlo. Ma in oltre 100 nazioni ho visto davvero anche quanto bene viene fatto dai salesiani e dalla Chiesa». Il decimo successore di don Bosco, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha illustrato l’impegno dei salesiani in alcune regioni particolari, come il Venezuela, dove la Congregazione ha aiutato – anche economicamente – non solo alle opere salesiane ma anche le famiglie e le realtà più bisognose, come la Siria, con i salesiani che non hanno abbandonato quella popolazione martoriata dalla guerra, e l’Africa dove «sicuramente la vita di migliaia di giovani non sarebbe la stessa senza l’educazione salesiana».

Per il cardinale López Romero, che l’altra sera è stato ricevuto in udienza dal re del Marocco,

«oggi come mai è necessario che i salesiani continuino a essere presenti nelle periferie, nelle frontiere, nei luoghi di guerra, proprio come ci ha indicato don Bosco, il cui carisma è stato missionario fin dal primo momento».

L’arcivescovo di Rabat, che papa Francesco ha onorato con la porpora nell’ultimo Concistoro, ha ricordato che i salesiani hanno

«una grande capacità di adattarsi ai diversi contesti anche politici e di essere realisti, in quanto il loro unico obiettivo è quello di agire per il bene dei giovani».

«Ciò – ha spiegato – non significa però non essere critici. Vediamo le difficoltà ma cerchiamo di superarle con l’educazione e la formazione. Così come i radicalismi che sono generati esclusivamente dall’ignoranza».

Citando il celebre invito di don Bosco a formare “buoni cristiani e onesti cittadini” il cardinale ha poi osservato che esso si applica felicemente anche nei contesti a maggioranza musulmana.

«Sono convinto – ha osservato – che se don Bosco fosse oggi nei Paesi musulmani, trasformerebbe il suo famoso slogan dicendo: “Onesti cittadini e buoni credenti”».

Don Bosco infatti «avrebbe assimilato il Concilio Vaticano II e lo avrebbe messo in pratica, evitando il proselitismo (che all’epoca era normale) e impegnandosi nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso».

Da sapere

Ordinariamente il Capitolo generale dei salesiani si raduna ogni sei anni per fare il punto della situazione, tracciare le linee per il sessennio successivo, ed eleggere il rettor maggiore e gli altri membri del Consiglio Generale. Quest’anno i capitolari saranno 243 tra aventi diritto di voto e in vitati. Lo spagnolo don Angel Fernandez Artime, 60 anni, è stato eletto rettor maggiore nel precedente Capitolo del 2014 ed è rieleggibile per un altro mandato.

La presenza dei «figli» di Don Bosco 14.618 i salesiani nel mondo (132 vescovi, 14.056 professi e 430 novizi) 1.392 coadiutori, con 28 diaconi permanenti, in 1.802 opere erette canonicamente 3.643 scuole e istituti con 940mila allievi e 68mila docenti e formatori 830 centri di formazione professionale, 200mila allievi e 15mila docenti.

Avvenire

Conferenza Stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale (CG28)

Nella giornata di oggi, 23 gennaio, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana (CG28) presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, alla presenza del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, del card. Cristóbal López Romero sdb arcivescovo di Rabat, di don Stefano Vanoli, regolatore dei lavori del 28° Capitolo Generale,  e di don Giuseppe Costa sdb, giornalista e già Direttore della Libreria Editrice Vaticana.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

(ANS – Roma) – Vivere il carisma salesiano con concretezza e realismo, per ottenere sempre il massimo possibile in favore di tutti i giovani del mondo – cristiani, musulmani, induisti, agnostici… – e specialmente di quelli più poveri e privi di risorse. È questo l’impegno che contraddistingue i salesiani da sempre e che vuole essere mantenuto anche in futuro. Lo hanno ribadito oggi, 23 gennaio, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e il card. Cristóbal López Romero, SDB, arcivescovo di Rabat, nella conferenza stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana (CG28).

L’incontro con giornalisti e media, svoltosi presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, nell’opera del “Sacro Cuore”, è stato aperto da don Giuseppe Costa, SDB, giornalista e già Direttore della Libreria Editrice Vaticana, il quale in apertura ha presentato i relatori – oltre al Rettor Maggiore e al card. López, anche don Stefano Vanoli, Regolatore del CG28 – e introdotto un breve video con dei dati statistici sulla presenza salesiana nel mondo.

Successivamente ha preso la parola Don Á.F. Artime, che ha spiegato la natura del Capitolo Generale – “una grande assemblea democratica, che raccoglie innumerevoli lingue, culture ed esperienze” – e ne ha sintetizzato i fini: individuare le priorità della Congregazione per il lavoro dei prossimi 6 anni. Con due cardini specifici propri per questo CG28: la sintonizzazione con i giovani in un mondo che cambia a ritmi vertiginosi; e la consapevolezza di lavorare insieme con i laici in questa missione.

Il card. López, da parte sua, ha arricchito il dialogo, forte della sua variegata esperienza: nell’Europa secolarizzata, nella fede popolare dell’America Latina, nei contesti dove il Cristianesimo è netta minoranza, come il Marocco, dove serve attualmente. Proprio la realtà dei salesiani in quel Paese è divenuta il paradigma per illustrare alcune caratteristiche proprie del lavoro salesiano.

“I salesiani sono sempre stati uomini delle frontiere… Siamo stati e siamo più del Sud che del Nord, più degli estremi che dei centri, più del quartiere popolare che del centro della città”.

Citando il celebre motto di Don Bosco – tema della Strenna di quest’anno, “Buoni Cristiani e Onesti Cittadini” – il porporato ha osservato che esso si applica felicemente anche nei contesti a maggioranza musulmana:

“Sono convinto che se Don Bosco fosse oggi nei Paesi musulmani, trasformerebbe il suo famoso slogan dicendo: ‘Onesti Cittadini e Buoni Credenti’. Don Bosco avrebbe assimilato il Concilio Vaticano II e lo avrebbe messo in pratica, evitando il proselitismo (che all’epoca era normale) e impegnandosi nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso”.

Il tutto, ovviamente, senza rinnegare la propria identità, ma anzi valorizzando e dando spessore ad un altro motto propriamente salesiano: “Educare evangelizzando ed evangelizzare educando”.

Anche il Rettor Maggiore, nelle domande libere che sono susseguite, ha ribadito che nella Congregazione l’annuncio esplicito è e resta un punto fermo, nelle realtà in cui esso è possibile ed efficace; ma ha ricordato come la miglior forma di evangelizzazione oggi passi sempre più attraverso la testimonianza di vita che fa sorgere delle domande.

In risposta agli interrogativi dei presenti, Don Á.F. Artime ha anche spiegato perché il CG28 si svolgerà a Valdocco:

“È un ritorno a casa, alle origini, lì c’è Don Bosco. Non è la stessa cosa fare un incontro lì o altrove”;

mentre don Vanoli ha offerto alcuni dettagli sull’assise capitolare, tra cui la novità della presenza di alcuni giovani e laici che parteciperanno, in due diverse settimane, ai lavori del capitolo.

Prima di concludere sono state prese in esame alcune specifiche realtà di servizio, come le presenze in Venezuela o in Africa. In merito alla prima Don Á.F. Artime ha parlato del sostegno concreto – anche economico – che viene offerto dai salesiani non solo alle opere salesiane, ma anche direttamente alle famiglie bisognose; e ha ricordato che, com’è accaduto con l’Ebola in Africa Occidentale o in Siria durante la guerra, “i salesiani nei momenti di difficoltà restano sempre al fianco della popolazione”.

Quanto al contesto africano – dove i salesiani sono presenti in 42 Paesi – dopo aver illustrato diversi esempi di lavoro pastorale ed educativo, ha affermato:

“Noi salesiani non risolviamo i problemi dell’Africa e non possiamo eliminare le disuguaglianze. Ma sicuramente la vita di migliaia di giovani non sarebbe la stessa senza l’educazione salesiana”.

E il card. López ha aggiunto che i Figli di Don Bosco in Africa hanno anche la missione specifica di “dare speranza” a un continente dove i giovani sono, sì, tantissimi, ma spesso si sentono ingabbiati in un futuro privo di opportunità.

In conclusione, il Rettor Maggiore ha condiviso con i giornalisti:

“Quando la Chiesa, la Congregazione fanno qualcosa che non va, quando ci sono errori, sbagli e fragilità, è giusto dirlo. Ma in oltre 100 nazioni ho visto davvero anche quanto bene viene fatto dai salesiani e dalla Chiesa”.

ANS

Servizio sul TG2

Il servizio al Tg2 di ieri dedicato alla Conferenza Stampa di presentazione del 28° #Capitolo #Generale della Congregazione Salesiana.

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Publiée par MGS don Bosco al Sud sur Vendredi 24 janvier 2020

Editoria religiosa. Don Costa: “Contro la crisi iniziative culturali ed educazione alla lettura”

Filippo Passantino, dell’agenzia SIR, ha intervistato don Giuseppe Costa docente ed esperto di editoria, per dieci anni direttore della Libreria editrice vaticana, che ha recentemente pubblicato un libro dal titolo “Editoria religiosa. Lezioni brevi” (ed. Salvatore Sciascia). Riportiamo l’intervista

Qual è la situazione attuale dell’editoria cattolica?
C’è una crisi di fondo che è data dalla non obbedienza al carisma di alcuni istituti religiosi relativamente ai mass media e alla diffusione del libro. La maggior parte dell’editoria religiosa è proprietà di istituti religiosi, che all’origine con i loro fondatori hanno avuto come punto di riferimento per la diffusione del Vangelo lo ‘strumento’ libro. Don Bosco, ad esempio, puntò sui libri per le scuole, don Alberione sull’evangelizzazione attraverso la buona stampa. Era un investimento immediato. Questo slancio ideale oggi è venuto meno per motivazioni organizzative, finanziarie e anche per una sensibilità diversa.

Oltre a una crisi esterna, dunque, ce n’è una interna al mondo religioso…
Sì, una crisi interna che non è stata affrontata.

Le difficoltà dell’editoria religiosa derivano anche dalla lettura spirituale presso i religiosi in calo, come nel caso dell’uso dei libri per le meditazioni mattutine. E si verifica anche quando viene meno il desiderio di conoscere le opere fondamentali dell’editoria religiosa.In passato la direzione spirituale di una persona cominciava con il suggerimento di un libro da leggere. Una consuetudine che è cambiata. E si assiste a una diminuzione della lettura. Poi, sono subentrati altri strumenti come gli smartphone e internet. Che, però, non hanno sostituito spiritualmente il libro. Sono solo cambiati i supporti per la lettura. Il mercato si è miscelato. Non è legato soltanto al libro religioso o laico. Diminuendo la lettura ne risente quel settore che è considerato culturalmente più debole.

Come è possibile per l’editoria religiosa colmare questo gap?
Puntando su buoni autori, sul contatto con centri culturali e università, organizzando convegni e su librerie trasformate in centri culturali veri e propri.

L’editoria religiosa deve sapere utilizzare tutti gli strumenti e supporti informatici che esistono sia nella produzione che nel mercato stesso.

Si può offrire sempre sui temi del libro una serie di servizi per altri linguaggi, come quello elettronico o filmico.

C’è un disinteresse dei laici per l’editoria religiosa tale da renderla una nicchia per pochi?

C’è una secolarizzazione galoppante che porta i laici a non avvicinarsi al libro religioso. E ciò ha una ricaduta negativa anche sul mercato generando un disinteresse generale.

I ragazzi si abituano a leggere se sono educati a farlo o per iniziativa personale di alcuni insegnanti o in famiglia. Se vogliamo evangelizzare grandi masse le dobbiamo portare a riflettere e a utilizzare questi strumenti.

Che non possono essere i libri dei Papi pubblicati da editori laici…
La lettura dei libri dei Papi a volte è un fatto di curiosità e perciò hanno un mercato occasionale. Ciò non significa, infatti, che gli stessi lettori leggano anche le Confessioni di sant’Agostino o gli scritti di Papa Leone. Non c’è di fondo un interesse concreto al tema del libro. L’editore laico ha capito che quando indovina il volume e il momento, facendo un battage pubblicitario, guadagna parecchio. Soprattutto, se riesce a inserire la pubblicazione in un contesto di attesa e polemica.

Su quali autori, a suo avviso, occorre puntare per il rilancio dell’editoria religiosa?
Carlo Carretto con “Lettere dal deserto” si medita sempre con estrema attenzione, ma c’è anche tutta la spiritualità di Charles de Foucauld, il tormento di un uomo che si era dato all’apostolato tradizionale e all’impegno politico ma che nell’esperienza del deserto riscopre la centralità dell’amore cristiano.

Bisogna aiutare i giovani a costruire personalità e sensibilità attraverso la lettura, mettendo a fuoco determinati temi, non scommettere solo su scrittori in voga al momento.

L’editore deve fare una proposta unitaria su argomenti come il deserto, la preghiera e l’impegno politico. Poi, il contenuto di un libro ha bisogno di un lettore attento che approfondisca la figura e le proposte dell’autore, leggendo altri libri dello stesso o di altri autori.

Qual è stato da un punto di vista editoriale l’errore compiuto nella pubblicazione del libro del card. Sarah con lo scritto di Benedetto XVI?
I diritti sia del Papa emerito che del Papa regnante sono della Libreria editrice vaticana. Un contatto dell’editore con la Lev prima della pubblicazione sarebbe stato opportuno. Invece, ciò sembra che non sia avvenuto. Evidentemente c’era una volontà di provocare reazioni. Adesso, una soluzione sarebbe ritirare la pubblicazione.