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Italia – Insediamento del Direttore della Sede Centrale Salesiana

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Nel pomeriggio di venerdì 1° settembre 2023, presso la Basilica del Sacro Cuore a Roma, è avvenuta la cerimonia di insediamento del nuovo Direttore della Comunità della Sede Centrale Salesiana (SCS), don Francesco Marcoccio, che è succeduto a don Jean Claude Ngoy, Direttore della medesima comunità nel sessennio 2017-2023.

L’occasione ha richiamato molti Direttori delle presenze salesiane a Roma, salesiani delle varie presenze dell’Ispettoria della Circoscrizione Italia Centrale (ICC) – di cui don Marcoccio era Vicario prima di assumere il nuovo incarico – i missionari partenti con la 154° Spedizione Missionaria Salesiana, nonché amici, dipendenti e simpatizzanti dell’opera del Sacro Cuore e della Sede Centrale Salesiana.

Il rito dell’insediamento è avvenuto nell’ambito della liturgia comunitaria dei Vespri, guidata dal Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio. Nel suo intervento don Martoglio ha sottolineato il valore e il ruolo dell’opera del Sacro Cuore agli occhi dello stesso Don Bosco, che vi spese tanto della sua vita e della sua salute per l’edificazione; e poi ha anche messo in luce il rinnovato impegno della comunità nel rendere l’opera un centro di incontro e crescita per tanti giovani, del quartiere e non solo. Oggi, ha rimarcato, il Sacro Cuore è come un polmone che dà ossigeno all’intera Congregazione. “E qui, ora, ci sarai tu, don Francesco, a portare avanti i sogni di Don Bosco” ha chiosato il Vicario del Rettor Maggiore.

Sono seguiti poi gli atti di rito: don Marcoccio ha emesso la promessa e firmato il documento d’insediamento, mentre il parroco del Sacro Cuore, don Javier Ortiz, gli ha simbolicamente consegnato la chiave della comunità.

Infine, il neo-Direttore ha offerto a tutti i presenti il suo pensiero della “buonanotte salesiana”. Ha confidato che aveva già fatto domanda di partire missionario e aveva ricevuto la sua destinazione, in Argentina, quando il Rettor Maggiore gli è stato affidato questo nuovo incarico. “Non ho esitato a dirgli di sì, poiché ho visto che, in questa sua richiesta, il mio desiderio di missione era chiamato ad assumere un’altra forma” ha spiegato.

Ha evidenziato le due anime della comunità e della sua missione come guida: quella globale, che concerne la comunità dell’SCS – la casa del Rettor Maggiore – e quella locale, inerente all’opera del Sacro Cuore, con il Santuario, la Parrocchia e le attività giovanili. “Abbiamo dunque una bella missione – ha osservato –: dal Cuore di Gesù mettere insieme e armonizzare il livello mondiale e quello locale, l’animazione e il governo della Congregazione guidata dal Rettor Maggiore e il servizio ai giovani e ai poveri di questo territorio”.

Don Marcoccio, che ha già trascorso 11 anni nella casa del Sacro Cuore – tre come Delegato di Pastorale Giovanile dell’Ispettoria romana (IRO), sei come Delegato di Pastorale Giovanile di ICC e due come vicario di ICC – è divenuto un appassionato alla presenza di Don Bosco a Roma, amante della ricchezza carismatica presente presso la Sede Centrale Salesiana. E come Leone XIII profetizzò a Don Bosco, anche per se stesso si augura che l’opera del Sacro Cuore costituisca il suo “passaporto per il Paradiso”.

“Quali Salesiani per i giovani di oggi?”. Don Marcoccio illustra e spiega il percorso formativo

Sul sito di ANS – Agenzia d’informazione salesiana, in data 27 novembre è stata pubblicata un’intervista al Vicario e Delegato per la Formazione della Circoscrizione Italia Centrale (ICC), don Francesco Marcoccio in merito al percorso di incontri Online organizzato dal CISI – Settore formazione e dal Centro Studi ‘Opera Tabernacoli Viventi’. Di seguito il testo integrale dell’intervista:

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Per approfondire i contenuti del Capitolo Generale 28° (CG28), la Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia (CISI) – Settore Formazione e il Centro Studi “Opera Tabernacoli Viventi” hanno organizzato un percorso di incontri online. Ad illustrarcelo nei dettagli oggi è don Francesco Marcoccio, Vicario e Delegato per la Formazione della Circoscrizione Italia Centrale (ICC).

Com’è nata l’idea di questo percorso e quali sono i risultati attesi?

Leggendo con attenzione, e quasi in sinossi, la lettera di Papa Francesco, i punti programmatici del Rettor Maggiore per il sessennio e i tre nuclei del CG 28 è risuonata un’interessante convergenza sulla parola “presenza”.

Papa Francesco nella lettera al CG28 ha richiamato il carisma della presenza per mostrare che l’educatore pone la sua fiducia nell’azione del Signore. La presenza del salesiano, in particolare si riferisce al coadiutore, è gratuita e gioiosa in mezzo ai giovani. Inoltre, come quella di mamma Margherita e delle donne dei nostri ambienti, è una presenza reale, effettiva ed affettiva, che si declina come ospitalità e come casa.

Il Rettor Maggiore nel discorso finale e nelle linee programmatiche per il sessennio pone l’apice delle sfide nella profondità carismatica, il cui fondamento è la relazione con Gesù Cristo, e nel vivere il “sacramento salesiano” della presenza.

Il CG28 al n° 37 ha indicato nella sinodalità missionaria la via per la conversione del cuore e della mente, la direzione della Pastorale Giovanile e la modalità per realizzare negli uomini e nelle donne di comunione la costruzione dello spirito di famiglia e la condivisione della missione. Al n° 3 ha inoltre indicato nel campo dell’affettività, con tutte le questioni legate al genere e all’identità sessuale, una sfida alla nostra visione antropologica. Ecco indicati alcuni modi per essere “presenti” a fianco e in mezzo ai giovani.

Dalla lettura di tali stimoli è nata l’idea di un percorso di incontri principalmente rivolto ai salesiani, ma che da subito è stato condiviso con i laici e gli altri membri della Famiglia Salesiana. Il Centro Studi dei Tabernacoli Viventi e la CISI – Settore Formazione hanno condiviso l’obiettivo che mira ad evidenziare l’identità carismatica del salesiano nel vivere la grazia di unità e la sua interiorità apostolica come due facce della stessa medaglia: la profonda unione con Dio e la passione apostolica verso i giovani. L’obiettivo è quello di approfondire la nostra identità carismatica riscoprendo la centralità della relazione personale con il Signore Gesù.

Come mai, tra le 8 priorità indicate nella Lettera Programmatica del Rettor Maggiore, il corso si concentra proprio sulla priorità del “sacramento salesiano” della presenza?

Tra le espressioni più “ad effetto” usate dal Rettor Maggiore c’è proprio quella riguardante il “sacramento salesiano” della presenza. Per qualche teologo sarebbe sicuramente un’espressione ambigua o comunque da precisare, tuttavia il Rettor Maggiore credo che abbia voluto segnalare che l’essere “segno e portatori dell’amore di Dio ai giovani” è l’identità profonda del salesiano. Il vivere non solo per i giovani, ma con i giovani, in mezzo a loro, “portando” la presenza di un Altro, che è il Signore Gesù buon pastore, attraverso la persona stessa del salesiano, rappresenta il dono più prezioso per i giovani. La Congregazione nasce per ispirazione divina proprio per questo motivo.

Sono previste altre iniziative per approfondire le altre priorità del sessennio?

Sicuramente ci sono anche altre priorità indicate dal RM: i giovani più poveri, la missione condivisa con i laici, la generosità missionaria, la sfida di un futuro sostenibile. Anche il CG28 ne ha indicate altre: l’educazione affettiva, la presenza nel mondo digitale, la prevenzione degli abusi. Papa Francesco ci ha ricordato, inoltre, che la formazione avviene nella missione e non solo per la missione. Sarebbe davvero bello, se ogni anno, si riuscisse a mettere a fuoco una priorità e svilupparla come una parte a beneficio del tutto, un po’ come le beatitudini: se uno riesce a viverne bene una, anche tutte le altre si amplificano e crescono.

La metodologia è stata suggerita dalla situazione della pandemia o si ritiene utile e valida in sé, da mantenere anche in futuro?

La metodologia dell’intervista in diretta Facebook e delle domande in chat attraverso una piattaforma è stata suggerita dall’attuale pandemia, ma è anche la modalità che riesce a coinvolgere il maggior numero di comunità salesiane e persone che vivono a notevole distanza. Credo che sia la prima volta che una serie di incontri formativi si rivolga a tutte le case salesiane d’Italia e Medio Oriente. Si potrebbe mantenere anche per il futuro, ormai le dirette streaming hanno lanciato una nuova modalità di formazione.

In che modo è coinvolto il Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” e in cosa consiste la sua “mission”?

Il Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” ispirato alla vita della serva di Dio e cooperatrice salesiana Vera Grita, della quale è stata introdotta a Dicembre 2019 la causa di beatificazione, e al suo direttore spirituale salesiano don Gabriello Zucconi, si pone l’obiettivo di approfondire dal punto di vista teologico i contenuti dei quaderni scritti da Vera tra il 1967 e il 1969, di coglierne la portata dal punto di vista spirituale e salesiano, di diffondere nella Congregazione e nella Chiesa il messaggio eucaristico e mariano contenuto nei quaderni.

Finora il centro studi ha pubblicato due testi: “Portami con te” (2017), il Diario spirituale di Vera Grita e “Vera Grita, una mistica dell’Eucaristia” (2019) contenente la corrispondenza epistolare di Vera Grita con tre salesiani che l’hanno accompagnata spiritualmente: don Zucconi, don Bochi e don Borra.

In questa missione, auspicata dal Rettor Maggiore, di far conoscere l’Opera dei Tabernacoli viventi alla Congregazione e alla Famiglia Salesiana, s’inserisce l’idea di proporre degli incontri di formazione sul CG28, sottolineando il sacramento salesiano della presenza e mettendolo in stretta relazione con la presenza eucaristica che siamo chiamati a portare tra i giovani nel nostro essere segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani.

La CISI formazione ha fatto propria la proposta e l’ha indirizzata a tutti i salesiani d’Italia e Medio Oriente.