San Daniele Comboni

ci racconta don Bosco

Daniele Comboni nasce a Limone sul Garda. Nel 1854 Daniele Comboni viene ordinato sacerdote e tre anni dopo parte per l’Africa con la benedizione di mamma Domenica che arriva a dire: «Va’, Daniele, e che il Signore ti benedica». Nella fiducia che gli africani sarebbero divenuti essi stessi protagonisti della loro evangelizzazione, dà vita a un progetto che ha lo scopo di «salvare l’Africa con l’Africa». Fedele al suo motto «O Africa o morte», nonostante le difficoltà, prosegue nel suo disegno fondando nel 1867 l’Istituto dei Missionari Comboniani. Non esita a presentarsi, lui semplice sacerdote, al Concilio Vaticano I per chiedere ai Vescovi che ogni Chiesa locale venga coinvolta nella conversione dell’Africa. Per gli africani spende tutte le sue energie e si batte per l’abolizione della schiavitù. Nel 1877 viene ordinato Vescovo e nominato Vicario Apostolico dell’Africa Centrale. Muore a Khartoum (Sudan) stroncato dalle fatiche e dalle croci la sera del 10 ottobre 1881.

Santo dal cuore missionario

“Il santo di Torino […] che mantiene gratuitamente 1200 persone; ogni anno dà alla chiesa oltre 60 sacerdoti e parecchi Missionari; ha confidenza con Dio e fa miracoli ed ha spesso la cognizione degli altrui più reconditi pensieri”. È il ritratto di Don Bosco che il 20 ottobre 1865 don Daniele Comboni (1831-1881) tratteggia in una lettera al vescovo di Verona, monsignor Luigi di Canossa. Chi ha qualche familiarità con la storia di Don Bosco non trova difficoltà a riconoscere in esso l’immagine più diffusa dell’educatore di Valdocco nei primi anni sessanta, allorquando i giovanissimi salesiani dell’epoca incominciarono a raccogliere per iscritto “le doti grandi e luminose che risplendono in Don Bosco, i fatti straordinari che avvennero di lui”. Ciò detto, non è difficile intuire come facesse il Comboni a conoscere “in questo modo” Don Bosco: lo aveva conosciuto personalmente ed era stato suo ospite a Valdocco. L’ultimo incontro a Valdocco tra don Bosco e Comboni avvenne nel maggio 1880. L’intrepido Comboni tornò, ospite di Don Bosco, nella cittadella di Valdocco. Il 24 maggio, festa dell’Ausiliatrice, pontificò in una basilica affollata di giovani, salesiani, benefattori, fedeli. Fu una celebrazione solennissima, passata alla storia attraverso l’entusiastico resoconto del Bollettino Salesiano e di alcuni testimoni, tutti contagiati dal fervore missionario sprigionatosi dalle parole di quel “martire della fede” in terra africana di nome Comboni.

Preghiera per le vocazioni

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria;
Sia lodato e ringraziato in ogni
momento il Santissimo e Divinissimo
Sacramento; Salve Regina;
Maria, aiuto dei Cristiani, prega per noi!
(3 volte)

Signore Gesù, come un giorno hai chiamato i primi discepoli per farne pescatori di uomini, così continua a far risuonare anche oggi il tuo dolce invito: “Vieni e seguimi!” Dona ai giovani e alle giovani la grazia di rispondere prontamente alla tua voce! Manda, Signore, operai nella tua messe e non permettere che l’umanità si perda per mancanza di pastori, di missionari, di persone dedicate alla causa del Vangelo. Maria, Madre della Chiesa, modello di ogni vocazione, aiutaci a rispondere “Sì” al Signore che ci chiama a collaborare al disegno divino di salvezza. Amen