Editoria religiosa. Don Costa: “Contro la crisi iniziative culturali ed educazione alla lettura”

Filippo Passantino, dell’agenzia SIR, ha intervistato don Giuseppe Costa docente ed esperto di editoria, per dieci anni direttore della Libreria editrice vaticana, che ha recentemente pubblicato un libro dal titolo “Editoria religiosa. Lezioni brevi” (ed. Salvatore Sciascia). Riportiamo l’intervista

Qual è la situazione attuale dell’editoria cattolica?
C’è una crisi di fondo che è data dalla non obbedienza al carisma di alcuni istituti religiosi relativamente ai mass media e alla diffusione del libro. La maggior parte dell’editoria religiosa è proprietà di istituti religiosi, che all’origine con i loro fondatori hanno avuto come punto di riferimento per la diffusione del Vangelo lo ‘strumento’ libro. Don Bosco, ad esempio, puntò sui libri per le scuole, don Alberione sull’evangelizzazione attraverso la buona stampa. Era un investimento immediato. Questo slancio ideale oggi è venuto meno per motivazioni organizzative, finanziarie e anche per una sensibilità diversa.

Oltre a una crisi esterna, dunque, ce n’è una interna al mondo religioso…
Sì, una crisi interna che non è stata affrontata.

Le difficoltà dell’editoria religiosa derivano anche dalla lettura spirituale presso i religiosi in calo, come nel caso dell’uso dei libri per le meditazioni mattutine. E si verifica anche quando viene meno il desiderio di conoscere le opere fondamentali dell’editoria religiosa.In passato la direzione spirituale di una persona cominciava con il suggerimento di un libro da leggere. Una consuetudine che è cambiata. E si assiste a una diminuzione della lettura. Poi, sono subentrati altri strumenti come gli smartphone e internet. Che, però, non hanno sostituito spiritualmente il libro. Sono solo cambiati i supporti per la lettura. Il mercato si è miscelato. Non è legato soltanto al libro religioso o laico. Diminuendo la lettura ne risente quel settore che è considerato culturalmente più debole.

Come è possibile per l’editoria religiosa colmare questo gap?
Puntando su buoni autori, sul contatto con centri culturali e università, organizzando convegni e su librerie trasformate in centri culturali veri e propri.

L’editoria religiosa deve sapere utilizzare tutti gli strumenti e supporti informatici che esistono sia nella produzione che nel mercato stesso.

Si può offrire sempre sui temi del libro una serie di servizi per altri linguaggi, come quello elettronico o filmico.

C’è un disinteresse dei laici per l’editoria religiosa tale da renderla una nicchia per pochi?

C’è una secolarizzazione galoppante che porta i laici a non avvicinarsi al libro religioso. E ciò ha una ricaduta negativa anche sul mercato generando un disinteresse generale.

I ragazzi si abituano a leggere se sono educati a farlo o per iniziativa personale di alcuni insegnanti o in famiglia. Se vogliamo evangelizzare grandi masse le dobbiamo portare a riflettere e a utilizzare questi strumenti.

Che non possono essere i libri dei Papi pubblicati da editori laici…
La lettura dei libri dei Papi a volte è un fatto di curiosità e perciò hanno un mercato occasionale. Ciò non significa, infatti, che gli stessi lettori leggano anche le Confessioni di sant’Agostino o gli scritti di Papa Leone. Non c’è di fondo un interesse concreto al tema del libro. L’editore laico ha capito che quando indovina il volume e il momento, facendo un battage pubblicitario, guadagna parecchio. Soprattutto, se riesce a inserire la pubblicazione in un contesto di attesa e polemica.

Su quali autori, a suo avviso, occorre puntare per il rilancio dell’editoria religiosa?
Carlo Carretto con “Lettere dal deserto” si medita sempre con estrema attenzione, ma c’è anche tutta la spiritualità di Charles de Foucauld, il tormento di un uomo che si era dato all’apostolato tradizionale e all’impegno politico ma che nell’esperienza del deserto riscopre la centralità dell’amore cristiano.

Bisogna aiutare i giovani a costruire personalità e sensibilità attraverso la lettura, mettendo a fuoco determinati temi, non scommettere solo su scrittori in voga al momento.

L’editore deve fare una proposta unitaria su argomenti come il deserto, la preghiera e l’impegno politico. Poi, il contenuto di un libro ha bisogno di un lettore attento che approfondisca la figura e le proposte dell’autore, leggendo altri libri dello stesso o di altri autori.

Qual è stato da un punto di vista editoriale l’errore compiuto nella pubblicazione del libro del card. Sarah con lo scritto di Benedetto XVI?
I diritti sia del Papa emerito che del Papa regnante sono della Libreria editrice vaticana. Un contatto dell’editore con la Lev prima della pubblicazione sarebbe stato opportuno. Invece, ciò sembra che non sia avvenuto. Evidentemente c’era una volontà di provocare reazioni. Adesso, una soluzione sarebbe ritirare la pubblicazione.

Firmato un Protocollo d’Intesa tra Università Pontificia Salesiana e Guardia di Finanza

Fonte: Università Pontificia Salesiana 

Lunedì 20 gennaio, nell’Aula San Matteo del Comando Generale della Guardia di Finanza di Roma, Giuseppe Zafarana, Comandante Generale, Generale di Corpo d’Armata e don Ángel Fernández Artime, Gran Cancelliere dell’UPS e Rettor Maggiore dei Salesiani, hanno firmato un Protocollo d’Intesa volto a sancire il legame tra le due Istituzioni e la realizzazione di percorsi formativi di interesse comune.

In particolare, l’UPS e la Guardia di Finanza si impegnano ad attuare percorsi di formazione, counseling e forme di collaborazione nell’ambito della psicologia, psicologia clinica, psicologia dell’emergenza, psicodiagnostica e psicologia della formazione degli adulti.

Una collaborazione che deriva dalla stima e l’interesse che la Guardia di Finanza nutre nei confronti della ricerca scientifica proposta dall’Università Pontificia Salesiana, come dichiarato dal Comandante Generale Zafarana durante la cerimonia.

Con il Protocollo d’Intesa, gli studenti dell’UPS verranno supportati per lo sviluppo di studi e ricerche su tematiche di comune interesse e potranno svolgere un periodo di tirocinio/praticantato presso le Articolazioni del Corpo.

Al momento della firma, il prof. don Mauro Mantovani, Rettore dell’Università, ha espresso profonda soddisfazione per il traguardo raggiunto, che arriva proprio nell’anno in cui l’UPS festeggia gli ottanta dalla sua fondazione. Un passo importante per ricordare il servizio che l’Università, attraverso la ricerca e la formazione, si impegna a fornire ai giovani, al territorio e allo Stato.

Oltre al Rettore, alla cerimonia hanno preso parte il Rappresentante Legale dell’UPS, don Giacinto Ghioni, il Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione, il prof. don Mario Oscar Llanos, il Direttore dell’Istituto di Psicologia, il prof. don Antonio Dellagiulia, e la prof.ssa Cinzia Messana, Direttrice della Scuola Superiore di Psicologia clinica e psicoterapia.

Concluse le XXXVIII GSFS: concretezza, coraggio e impegno

Pubblichiamo da ANS il resoconto delle XXXVIII Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana.

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Continuare a crescere come la Famiglia di Don Bosco; mettere in atto nelle diverse realtà e con i propri tratti caratteristici la “politica del Padre Nostro”; dare visibilità al bene che si compie. Questi sono i tre messaggi conclusivi che Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani e centro di unità della Famiglia Salesiana, ha lanciato ieri, domenica 19 gennaio, dal palco del teatro di Valdocco, a conclusione delle XXXVIII Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana.

Già nei giorni precedenti le diverse centinaia di partecipanti si erano potuti arricchire di tante testimonianze e condivisioni, che avevano invitato tutti a proseguire la propria missione apostolica all’insegna della concretezza, del coraggio e dell’impegno.

Significativa è stata anche la partecipazione a queste Giornate non solo del Rettor Maggiore, ma anche del Consiglio Generale quasi al completo, insieme anche a tutti e 10 gli Ispettori della Regione Mediterranea.

Il programma delle attività comuni ha previsto un ampio tempo all’ascolto di esperienze e buone pratiche di impegno cristiano, sociale e politico:

  • Il vescovo di Maiorca (Spagna), mons: Sebastia Taltavull Anglada, exallievo salesiano, ha parlato dell’appassionato Pastorale Giovanile realizzata nella sua diocesi;
  • I giovani dell’oratorio salesiano di Aleppo (Siria) hanno raccontato le attività portate avanti con coraggio e gioia anche durante la guerra;
  • Salesiani Cooperatori ed Exallievi di Don Bosco d’Italia hanno presentano la “Scuola di formazione per l’impegno socio-politico” ispirata al Beato Alberto Marvelli;
  • Emma Ciccarelli, Salesiana Cooperatrice, ha condiviso il suo impegno nella Commissione Famiglia della Conferenza Episcopale Italiana;
  • Joaquin Martin Calleja, Salesiano Cooperatore, a partire dalla sua esperienza in un Centro di Formazione Professionale e con i giovani a rischio, ha parlato della spiritualità dell’educatore;
  • Jorge Santos, Exallievo, giudice in pensione in Portogallo, ha testimoniato il suo impegno per la formazione dei giudici nei paesi africani;
  • Nico Lotta, Presidente della ONG salesiana VIS, ha raccontato la dura battaglia contro la tratta di esseri umani;
  • Exallieve ed exallievi delle FMA di Cuneo hanno illustrato il loro impegno oratoriano, dove tanti giovani stanno diventando animatori delle generazioni più giovani.

Alternati alle relazioni e alle tavole rotonde, non sono mancati i momenti di spiritualità condivisa e di festa, nel tipico clima salesiano.

Durante i lavori di gruppo, suddivisi in ben 23 gruppi linguistici, inoltre, sono state portate alla luce le necessità individuate per vivere tutti insieme la “politica del Padre Nostro”: trovare il giusto equilibrio tra spiritualità e impegno, tra buon cristiano e onesto cittadino; dare risposte concrete alle necessità attuali dei giovani; dare testimonianza come credenti credibili; lavorare in unità, nelle comunità, così come nei gruppi della Famiglia Salesiana.

Haiti – 12 gennaio 2020: una commemorazione a 10 anni dal terremoto

Dal sito di ANS

Domenica 12 gennaio 2020, radunati attorno al loro Superiore, don Jean-Paul Mésidor, i Salesiani della Visitatoria “Beato Filippo Rinaldi” di Haiti si sono riuniti per celebrare l’Eucaristia nella cappella di San Giovanni Bosco a Pétion-Ville, un sobborgo di Port-au-Prince. La celebrazione è stata l’occasione per ricordare le circa 250.000 persone, tra cui tre salesiani, che sono morte nel terremoto del 12 gennaio 2010.

Durante l’omelia don Mesidor ha fatto notare che i segni fisici del terremoto non sono più ben visibili, eppure tutti lo ricordano come se fosse ieri. “Abbiamo davvero imparato la lezione durissima che ci è arrivata in quei pochi secondi? […] Certamente, attraverso questo disastro ci è stato rivolto anche un appello. Una chiamata ad essere fedeli alla nostra responsabilità” ha detto.

Dopo la Messa è stata organizzata una cerimonia dalla Fondazione Rinaldi, l’Ufficio di Pianificazione e Sviluppo della Visitatoria di Haiti (HAI). Essa è servita per consegnare delle targhe in segno di gratitudine e di riconoscimento ad alcune organizzazioni e individui che hanno collaborato in questi dieci anni a favore dei più poveri. Tali istituzioni e persone sono:

1. Via Don Bosco (Belgio)

2. Misiones Salesianas (Spagna)

3. Don Bosco Mondo (Germania)

4. Coopération Espagnole

5. Caritas (Spagna)

6. Vis (Italia)

7. Don Bosco Mission (Germania)

8. Jugend Hilfe Welweit (Germania)

9. Jovenes Y Desarollo (Spagna)

10. JEW

11. Missioni Don Bosco (Italia)

12. Salesian Missions (Usa)

13. Fondazione Don Bosco Nel Mondo (Italia)

14. Asbl Farnières Haiti (Belgio)

15. Fundacion Don Bosco (Repubblica Dominicana)

16. Soutien Aux Oeuvres Salésiennes D’haiti (Francia)

17. Missieprocuur Don Bosco (Paesi Bassi)

18. Secours Catholique

19. Don Pascual Chávez Villanueva, SDB

20. Mons. Ducange Sylvain, SDB

21. Don Jacques Charles, SDB

22. Don Orlando Gonzales, SDB

La Fondazione Rinaldi ha inoltre pubblicato un catalogo per presentare i principali risultati raggiunti a distanza di 10 anni, nonché le sfide e le prospettive ancora da perseguire. Il direttore della Fondazione, don Victor Auguste, ha così manifestato: “In questo senso, a nome dei salesiani di Don Bosco ad Haiti, la direzione della Fondazione Rinaldi presenta la sua gratitudine prima di tutto a don Pascual Chávez Villanueva, all’epoca Rettor Maggiore, che un mese dopo il terremoto ha visitato il Paese e poi ha mobilitato tutta la nostra Congregazione per sostenere l’opera di Don Bosco ad Haiti. Questo è stato fatto! Siamo molto grati a tutto il mondo salesiano.

La nostra gratitudine va poi a tutti i nostri sostenitori e benefattori, ai nostri collaboratori in Italia, Spagna, Germania, Belgio, Francia, Austria, Svizzera, Stati Uniti, Canada, a tutti i paesi della Regione Interamerica, nella Repubblica Dominicana e ad Haiti.

Nel presentarvi la nostra gratitudine per questi dieci anni di solidarietà e collaborazione, vi annunciamo anche che continuiamo a contare sul vostro sostegno per portare avanti questo nobile compito di educazione e formazione, che si rinnova costantemente”.

“Siamo Umani”, un modello di inclusione nel cortile del Sacro Cuore di Roma

Pubblichiamo da ANS un approfondimento a firma di Gianfrancesco Romano

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“SiamoUmani” è un progetto realizzato dalla Cooperativa Sociale “Siamo” all’interno del Centro Giovanile “Sacro Cuore” di Roma, sito accanto alla Stazione Termini e alla Basilica del Sacro Cuore fondata dallo stesso Don Bosco. Esso mira a favorire l’inserimento lavorativo di giovani rifugiati ed italiani ed è stato recentemente selezionato come modello di inclusione al “Global Refugee Forum” a Ginevra.

Ci sono Soheila, iraniana, e Amira, somala, che mettono a frutto i loro talenti artistici nella realizzazione di bomboniere e gadget per eventi e ricorrenze; c’è Viviane, originaria della Costa d’Avorio, che presta assistenza leggera agli anziani nel centro di Roma; c’è Mirvat, un’appassionata fotografa arrivata dalla Siria, che cura un blog e aspira a diventare un’influencer sulle reti sociali per trasmettere un messaggio di integrazione ai giovani; e c’è Morteza, giovane arrivato in Italia dall’Afghanistan, che si mette a disposizione come video-maker. Ci sono tutti loro, insieme ad altri ragazzi e ragazze, italiani e stranieri, dentro alla Cooperativa Sociale “Siamo”, fondata nel 2014 da quattro animatori e volontari dell’opera “Sacro Cuore” di Roma.

Quando Cristina e Giuseppe, Francesco e Antonella – due giovani coppie di sposi, ancora molto attivi presso l’opera salesiana – presero la decisione di fondare “Siamo” (www.siamocoop.it), intendevano dare soluzione, in un unico colpo, a diversi problemi: da un lato, creare delle opportunità di lavoro per i giovani rifugiati accolti presso il “Sacro Cuore”; dall’altro, andare incontro alle esigenze manifestate da diverse persone anziane e bisognose residenti nel quartiere; soprattutto, volevano che si creasse un ambiente dove i giovani coinvolti potessero valorizzare i loro specifici talenti e dove regnasse un clima di collaborazione e amicizia tra italiani e stranieri, così da essere testimonianza viva verso l’esterno.

A distanza di quattro anni si può dire che “Siamo” stia riuscendo nei suoi intenti. Dai primi servizi di assistenza leggera offerti agli anziani, le iniziative di “Siamo” sono cresciute e sono state diversificate: ora le attività prioritarie sono quelle della realizzazione di gadget e bomboniere solidali e la vendita di prodotti biologici e a km 0, realizzata grazie al coinvolgimento di diversi produttori presenti sul territorio.

Diversi sono i tratti tipici “salesiani” che animano il progetto. Anzitutto, la missione educativa: più che dare essa stessa un lavoro ai ragazzi, la cooperativa li accompagna nello scoprire e coltivare i talenti che hanno, favorendone l’imprenditorialità. In secondo luogo, c’è un “contagioso” clima di famiglia. Poi c’è anche l’accompagnamento offerto ai membri della cooperativa dai Salesiani e dalla Missionarie di Cristo Risorto. E, infine, anche i valori di umanità e integrazione nei confronti dei giovani immigrati e a rischio, che hanno portato la cooperativa a lanciare la campagna social dal titolo #siamoumani, per la sensibilizzazione sul tema dei rifugiati e su quello che la cooperativa fa.

“Siamo”: un piccolo progetto nato dallo spirito di iniziativa di alcuni laici formatisi negli ambienti salesiani e desiderosi di trasformare il mondo con il lavoro e l’impegno nel sociale.

 

Programma GSFS 2020

Si rende disponibile il programma dedicato alle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana che si terranno a  Valdocco dal 16 al 19 Gennaio 2020.

Giovedì 16 Gennaio 2020

10:00 Servizio di accoglienza

16:30 Sessione di apertura (Teatro)

  • Benvenuto di Don Enrico Stasi, Ispettore del Piemonte e Valle d’Aosta
  • Presentazione delle giornate a cura di Don Eusebio Muñoz, Delegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana
  • Interiorizzazione e Preghiera, a cura del Gruppo Adonai
  • Presentazione della Strenna 2020 da parte del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime

19:30 Cena (Refettorio)

20:45 Incontro di famiglia (Teatro)

  • Presentazione dei Gruppi partecipanti
  • Preghiera e Buona notte.

Venerdì 17 Gennaio 2020

08:30 Preghiera (Teatro)

09:00 Conferenza

  • Buoni cristiani nel contesto cittadino attuale
  • Intervento a cura di Mons. Sebastià Taltavull, vescovo di Mallorca (Spagna)

10:30 Approfondimento della relazione (Sale Valdocco)

  • Lavoro di gruppo

11:45 Eucaristia (Santuario)

13:00 Pranzo

14:00 Tempo libero

14:45 Testimonianze (Teatro)

  • Oratorio di Aleppo (Siria)
  • Formazione nell’impegno civico (SSCC, EX-DB)

17:00 Pausa

17:30 Buoni cristiani e onesti cittadini nel quotidiano (Sale Valdocco)

  • Lavoro di gruppo

19:30 Cena (Refettorio)

20:45 Veglia di preghiera (Santuario).

Sabato 18 Gennaio 2020

08:30 Preghiera

09:00 Tavola rotonda

  • Onesti cittadini/e con spirito salesiano in quest’oggi – Emma Ceccarelli (IT), Joaquin Martin (SP), Nico Lotta (IT), Jorge Santos (PT).  Moderatore: Moreno Filipetto.

10:00 Pausa in sala. Dialogo con i membri della tavola.

10:45 Rossana. Presenze nel territorio (EX-FMA)

11:15 Pausa

12:00 Eucaristia (Santuario)

13:00 Pranzo

14:00 Alle radici del carisma: i santi sociali del XIX a Torino (Visite guidate in città)

17:30 Condivisione per gruppi di appartenenza

19:30 Cena

20:45 Festa di famiglia (Teatro). Vin brulé.

Domenica 19 Gennaio 2020

09:30 Messa domenicale (Santuario)

  • Presiede il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime

11:00 Incontro conclusivo

13:00 Pranzo

14:00 Ringraziamenti e buon ritorno a casa.

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Al MIUR una sala intitolata a Don Bosco

Da ANS

Dare un nome alle cose significa sentirle proprie e condividerne il valore. Per questo, alcune sale e bellissimi ambienti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR), con sede a Roma, da ora hanno un nome e cognome. Alcuni spazi, infatti, sono stati intitolati a importanti personalità della storia italiana che hanno dato il proprio contributo nella scuola, l’istruzione, la pedagogia e la ricerca.

Tra queste personalità, che ora danno il proprio il nome alle sale del Ministero, c’è anche Don Bosco, al quale viene riconosciuto il grandissimo lavoro al servizio della società italiana e, in particolare, dei ragazzi. Il suo impegno, la sua dedizione e il suo amore per i giovani hanno aiutato – e aiutano ancora oggi – intere generazioni a diventare cittadini onesti e consapevoli.

Don Bosco continua ad essere vivo e presente nella società. Dopo il murales realizzato nella periferia di Candelaro, con il quale il Santo dei Giovani continua a portare il suo sguardo ai ragazzi del XXI secolo, ora arriva anche all’interno del Ministero dell’Istruzione. È un segno, questo, che Don Bosco e la sua pedagogia, continuano a vivere ogni giorno nei cuori e nelle menti di tanti uomini e donne.

In tanti, anche sui canali social del Ministero dell’Istruzione, hanno mostrato apprezzamento per la sala intitolata a Don Bosco, augurandosi che il Sistema Preventivo possa continuare a essere sempre un ottimo ausilio nella formazione e un punto di riferimento per docenti e studenti.

Oltre a Don Bosco, il Ministero dell’istruzione ha deciso di rendere omaggio anche ad altre figure che, ognuna a suo modo, hanno reso grande il mondo della scuola. Si tratta dell’astrofisica Margherita Hack, l’educatrice e pedagogista Maria Montessori, il politico e giurista Aldo Moro, la neurologa premio Nobel Rita Levi Montalcini e il pedagogista e conduttore tv Alberto Manzi.

Con l’intitolazione di queste sale, dunque, il MIUR ha voluto ricordare uomini e donne che hanno messo il proprio talento e la propria intelligenza al servizio della società civile per assicurare progresso e benessere alle giovani generazioni di diverse epoche.

Strenna del Rettor Maggiore 2020: Buoni cristiani e onesti cittadini

L’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS rende disponibile il nuovo video dedicato alla Strenna 2020 del Rettor Maggiore.

Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra” (Mt 6,10)

BUONI CRISTIANI E ONESTI CITTADINI

STRENNA 2020

– PREMESSA –

Quando ho pensato alla Strenna di quest’anno, insieme ad altri confratelli salesiani, ho percepito chiaramente quanto il tema fosse importante ed affascinante. Semplice nel titolo, però ampio e complesso da sviluppare. Dopo il lavoro di queste settimane l’ho percepito ancora più chiaramente. Mi sembra un tema affascinante, utile e complesso.
Credo sinceramente che abbiamo bisogno, nella nostra Famiglia Salesiana, in ciascuno dei nostri gruppi, nelle diverse nazioni in cui ci troviamo, e con le opere più svariate, di rivolgere lo sguardo su quegli aspetti che hanno a che vedere con la formazione del cristiano e del cittadino.

→ Dobbiamo rendere sempre più esplicito il messaggio che la nostra missione è Evangelizzatrice e Catechizzante. Senza questo, non siamo Famiglia Salesiana. Possiamo essere ‘fornitori di servizi sociali’, ma non apostoli di bambini, bambine, adolescenti e giovani.

→ Allo stesso tempo è più che evidente che nella nostra missione di educatori non possiamo ‘vivere in un limbo’, senza che nulla abbia a che vedere con la vita, la giustizia, l’uguaglianza di opportunità, la difesa dei più deboli, la promozione di una vita civile ed onesta. Questa dimensione è oggi più urgente che mai, dal momento che le società in cui viviamo non credono molto in questi valori. Noi, quando educhiamo, da che parte stiamo? Proprio in forza di questa domanda è così attuale e necessaria la riflessione della Strenna di quest’anno.

→ A tutto ciò si aggiunge un nuovo ostacolo. Il binomio educativo di Don Bosco, quello stesso binomio che lo orientava nell’Italia dell’Ottocento, si può ritenere ancora valido in un “mondo salesiano” in cui la Famiglia di Don Bosco può trovare casa in paesi con diverse religioni o con una maggioranza non-cristiana, o in società post-cristiane, o addirittura in nazioni ufficialmente laiche o antireligiose?

Per ciò che concerne questo ultimo aspetto, ovvero una Strenna in cui parlare di come essere Buoni Cristiani in società non cristiane, mi sono giunte domande da alcune di queste regioni; ve le presento, contengono indubbiamente una grande sensibilità pastorale. Eccone alcune.

Nelle Ispettorie con una grande maggioranza non-cristiana (altre religioni, agnostici o indifferenti), questa Strenna sarà ben accolta nella misura in cui riuscirà ad offrire qualche spazio di riflessione e qualche idea per l’azione educativa in ambienti “non cristiani” o “postcristiani”. Come si potrebbe presentare il binomio educativo di Don Bosco in modo che anche i nostri laici e giovani non-cristiani possano accettarlo, comprenderlo, seguirlo e metterlo in pratica?

Ai tempi di Don Bosco, nel contesto di una società a maggioranza cristiana, l’utilità sociale era segno di autentica religiosità.
Oggi invece, nei 134 paesi del mondo in cui si è diffuso il carisma, sentiamo piuttosto il bisogno di mantenere l’equilibrio in un atteggiamento di apertura e di inclusione nel processo educativo “per e con” i giovani e i laici non-cristiani, partendo dal primo annuncio del Vangelo di Gesù Cristo attraverso il Sistema Preventivo che crea le relazioni, un clima di famiglia dove si educa e dove la fede viene trasmessa per osmosi.

Bisogna tenere conto degli ambienti pluri-culturali e multi-religiosi delle 40 Ispettorie salesiane che vivono nelle Chiese minoritarie tra le grandi religioni del mondo, soprattutto in Asia e in Africa.

Non basta ripetere quanto Don Bosco ha fatto nell’Ottocento. Possiamo imparare dalle esperienze dei Salesiani che vivono oggi il Sistema Preventivo in paesi a maggioranza non cristiana. Sicuramente hanno tante ricche esperienze di vita, hanno saputo interpretare il pensiero di Don Bosco in contesti multi-religiosi e multi-culturali che il nostro Padre neppure avrebbe potuto immaginare.

Buoni cristiani e onesti cittadini in ambienti a maggioranza non-cristiana o post-cristiana. Ci facciamo alcune domande precise:

• Come mettere in pratica il binomio di Don Bosco tra i giovani e i laici collaboratori non cristiani?
• Come mantenere l’equilibrio tra l’apertura ai non cristiani e il primo annuncio del Vangelo?
• Come tradurre il concetto di ‘buon cristiano’ per la maggioranza dei collaboratori laici non cristiani?
• Come mettere in pratica il pilastro della ‘Religione’ nei contesti multi-religiosi nei quali ci troviamo?
• Come educare i giovani e i laici ai tre pilastri della Spiritualità del Sistema Preventivo di Don Bosco: Ragione –Religione- Amorevolezza?
• Come tradurre nella vita quotidiana i ‘buoni cristiani’ di Don Bosco nella missione condivisa con tanti non cristiani?
• Il Rettor Maggiore crede che il Sistema Preventivo di Don Bosco possa essere pienamente vissuto e messo in pratica anche dai laici collaboratori di altre religioni?
• Come includere i non cristiani nella Comunità Educativo Pastorale (CEP)?
• Cosa dicono gli stessi non cristiani che sono coinvolti nella missione educativa salesiana?
• Quali sono le espressioni più attraenti della pratica del Sistema Preventivo di Don Bosco? Credo che durante lo sviluppo della Strenna si potranno trovare indicazioni che rispondono in un modo o in un altro a questi quesiti, ovviamente più che legittimi, che mi sono stati fatti pervenire.

Il Rettor Maggiore nella sua presentazione, realizzata alla presenza di Madre Yvonne Reungoat, Madre Generale delle FMA, con il suo Consiglio, di don Filiberto González, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, e di altri membri della Famiglia Salesiana, ha esordito ricordando i tanti modi e le espressioni diverse con cui Don Bosco esortava a formare dei giovani che sapessero essere lievito di un mondo più giusto e più umano.

La Strenna 2020 verrà poi illustrata ulteriormente e approfondita con i responsabili della Famiglia Salesiana nell’ambito delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana che si terranno a Torino-Valdocco a gennaio 2020.

ANS News

Il vicepresidente del CSM e Maurizio Sarri a scuola insieme a Figline Valdarno: “Vorremmo rilanciare l’esperienza dell’oratorio”

Riportiamo l’articolo pubblicato dal Corriere della Sera venerdì 27 dicembre (a firma di Lorenzo Bettoni),nel quale il vicepresidente del CSM David Ermini racconta gli anni delle scuole elementari condivisi con il tecnico della Juventus Maurizio Sarri a Figline Valdarno, paese dove sono cresciuti e dove vorrebbero rilanciare l’esperienza dell’oratorio salesiano.

 

Concerto di Natale 2019, l’appello di don Roberto Cappelletti in tv la sera della vigilia

Pubblichiamo l’articolo sul Concerto di Natale 2019  di ANS

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Una platea di oltre 5 mila persone in Aula Paolo VI e di quasi 2 milioni di telespettatori attraverso un’emittente televisiva nazionale viene raggiunta dall’appello del salesiano don Roberto Cappelletti, missionario in Amazzonia, grazie alla sua partecipazione al Concerto di Natale in Vaticano.

Anche quest’anno Missioni Don Bosco è una delle due organizzazioni che partecipano a questo evento, voluto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, per sostenere progetti di aiuto umanitario in regioni lontane e bisognose. Il focus del 2019 è l’Amazzonia, ulteriore riprova che l’attenzione suscitata dal Sinodo straordinario dei vescovi provenienti da quella regione non è un momento di generica condivisione di problemi e proposte ma un preciso obiettivo che Papa Francesco assegna alla Chiesa in questo tempo.

L’edizione di questo Concerto è la XVII, numero che anche dal punto di vista artistico segna una tenacia nel destinare la capacità attrattiva di stelle della musica internazionale verso le grandi questioni della giustizia internazionale.

La Prime Time, società organizzatrice, taglia un nuovo traguardo che la pone come braccio non solo operativo ma anche creativo a proposito di iniziative che soddisfino l’esigenza di mettere in comunicazione mondi diversi per uno stesso fine di solidarietà. “Fare rete” infatti è lo slogan che ha accompagnato l’attesa e lo svolgimento del Concerto di Natale e si spera anche il prosieguo della generosità che si esprime con la “charity” ma anche con una rinnovata fratellanza con le popolazioni dei 7 Stati che ne governano la sua ampia estensione.

Con Missioni Don Bosco Onlus si è fatta parte attiva la Fondazione Scholas Occurrentes, organo di promozione dell’istruzione su scala mondiale, nata in Argentina dalla volontà di Jorge Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires.

Dal palco, don Cappelletti ha risposto alle domande dell’ottima conduttrice, Federica Panicucci presentando il progetto di un nuovo centro di accoglienza per i minori che si innesta sull’azione pastorale da lui condotta con i Salesiani e le FMA in quel lembo di territorio della foresta che è Iauareté. Ha spiegato che l’obiettivo è di dare un tetto e una protezione ai bambini e alle bambine che sono vittime collaterali della grande sbornia collettiva che regolarmente segna i fine settimana nei villaggi. Per coprire la fame e la mancanza di speranza, il consumo di alcool è una piaga sociale amplissima, che fa sì che i genitori lasciano i figli a se stessi quando non diventano vittime di maltrattamenti e in molti casi di violenze.

Sulla stessa lunghezza d’onda la testimonianza di una giovane indigena che partecipa ai programmi di Scholas Occurrentes, che ha spiegato quale sia lo spirito originario del suo popolo che soffre dello sfruttamento e dell’abuso da parte dei nuovi conquistatori, protagonisti di una violenza praticata alla Madre Terra e alle persone che la abitano: disboscamenti, incendi, sfruttamenti minerari, inquinamento… e la diffusione di droghe e di alcoolici che spezzano la forza dei nativi e – quando non ci riescono – li costringono alla fuga o li decimano, minacciando i loro leader.

Missioni Don Bosco, che con il suo presidente Giampiero Pettenon a inizio di quest’anno visitò Iauareté, è fortemente impegnata per far conoscere le risposte positive ai gravi problemi sociali ed economici dell’Amazzonia, con una presenza ultracentenaria e un dispiegamento di operatori che proporzionalmente non ha pari in altre regioni del mondo.

Il Concerto di Natale sarà trasmesso la sera della vigilia di Natale da Canale 5, con replica prevista nella giornata della Festa. Un SMS solidare 45530 servirà a raccogliere i contributi economici dei telespettatori ai progetti di Missioni Don Bosco e di Scholas Occurrentes.