Dal sito de L’Osservatore Romano.
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Un primo gruppo di 25 giovani verrà formato alle nuove tecnologie presso la Don Bosco F5. Si tratta di una scuola digitale, inclusiva e solidale, la prima in Spagna, che verrà sviluppata in Andalusia sotto il modello pedagogico Simplon.co. Un’opera simbolo del lavoro salesiano con i giovani a rischio e le persone in difficoltà. Il progetto è nato dalla collaborazione tra la Fundación Don Bosco e la Factoría F5, fa parte delle attività sviluppate nell’area Polígono Sur di Siviglia, considerata una delle zone più vulnerabili del Paese, dove un gran numero di minori, giovani e famiglie sono immersi in situazioni di grave precarietà, soprattutto in termini di occupazione.
Secondo un’indagine sulla popolazione attiva, pubblicata dall’Istituto nazionale di statistica spagnolo (Ine), nel terzo trimestre 2020 si è registrato il più alto livello di disoccupazione dall’inizio del 2018 e in Andalusia, i senza lavoro sono più di 84.000. Vari i motivi che hanno spinto alla nascita del progetto. In primo luogo, la constatazione che nella popolazione giovanile la mancanza di accesso al mercato del lavoro è spesso predeterminata dall’abbandono precoce dei percorsi formativi, che impedisce di ottenere una formazione professionale adeguata e le competenze necessarie per accedere a un lavoro.
In secondo luogo, alcuni dati significativi della realtà socio-economica nazionale: stando al 10º rapporto sulla popolazione a Rischio di Povertà o Esclusione, in Spagna ci sono 12,3 milioni di persone in situazione di esclusione sociale; mentre, secondo i dati della Fundación Telefónica, ci sono oltre 56.000 posti vacanti nel settore tecnologico. Infine, il progetto della scuola Don Bosco F5 è generato soprattutto anche come risposta alla crisi provocata da covid-19, per cercare un’alleanza strategica tra tre realtà leader nell’intervento educativo e sociale, nella formazione tecnologica e nell’impegno imprenditoriale.
Secondo i promotori del progetto, Don Bosco F5 vuole essere un impegno verso i talenti nascosti, specialmente tra le donne in situazioni precarie, i giovani non qualificati, i disoccupati di lunga durata, i richiedenti protezione internazionale, i gitani, i giovani esclusi dalla pubblica amministrazione, gli immigrati e tutti quei gruppi che partono da una situazione di minori opportunità e di vulnerabilità.
Per lo sviluppo del progetto — si legge sul sito www.salesianos.edu — verrà utilizzata una metodologia innovativa, focalizzata sull’inserimento lavorativo, che punta su una pedagogia attiva, cento per cento pratica, che unirà dinamiche d’aula e online, metodi di apprendimento deduttivi e un costante orientamento professionale, con la realizzazione di progetti reali per le organizzazioni coinvolte, lezioni realizzate da professionisti del settore dell’hi-tech, incontri e giornate di assunzione con le aziende e nelle fiere del lavoro. In questo modo, Don Bosco F5, quindi, entrerà a far parte della prima rete di scuole digitali inclusive e solidali in Spagna, già presente a Barcellona, Madrid, Bilbao e nelle Asturie. Uno degli aspetti più interessanti è che si potrà accedere alla formazione nelle competenze più ricercate nel settore digitale senza conoscenze pregresse. Al tempo stesso, non si tratta di un salto nel buio: l’esperienza delle scuole F5 già attive dimostra che il 76 per cento degli allievi nei mesi immediatamente successivi alla formazione ottiene un lavoro, accede ad ulteriori corsi formativi o avvia un progetto imprenditoriale.
A livello tecnico, verrà offerta una formazione di 1.000 ore su: Design e sviluppo front-end di siti web e applicazioni (Html, Css e JavaScript), Design e sviluppo back-end di siti web e applicazioni, User experience design e prototipazione, uso di metodologie agili, come Kanban o Scrum.
La presenza della Fundación Don Bosco nell’area spagnola Polígono Sur è iniziata nei primi anni ‘90 con l’allestimento di case di accoglienza per minori sotto tutela e di progetti di intervento socio-educativo nonché di inserimento socio-lavorativo.
di Francesco Ricupero