Artemide Zatti sarà dichiarato santo domenica 9 ottobre 2022

Il Santo Padre Francesco ha deciso che il rito di Canonizzazione del Beato Artemide Zatti, SDB, si celebrerà domenica 9 ottobre 2022. Di seguito la notizia riportata dal sito ANS a cura di don Pierluigi Cameroni, SDB.

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In occasione del Concistoro Ordinario Pubblico tenutosi nella Basilica di San Pietro sabato 27 agosto 2022 per la Canonizzazione dei Beati:

– Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo e della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo;

– Artemide Zatti, laico professo della Società Salesiana di S. Giovanni Bosco (Salesiani).

Il Santo Padre Francesco ha deciso che il rito di Canonizzazione dei due Beati si celebri domenica 9 ottobre 2022.

Artemide Zatti nacque a Boretto (Reggio Emilia) il 12 ottobre 1880. Sperimentò presto la durezza del sacrificio, tanto che a nove anni già si guadagnava la giornata da bracciante. Costretta dalla povertà, la famiglia Zatti, agli inizi del 1897 (Artemide aveva quindi 17 anni), emigrò in Argentina e si stabilì a Bahía Blanca.

Il giovane Artemide cominciò subito a lavorare, prima in un albergo e poi in una fabbrica di mattoni. Prese a frequentare la parrocchia retta dai Salesiani. A quel tempo era parroco il salesiano don Carlo Cavalli, uomo pio e di una bontà straordinaria. Artemide trovò in lui il suo direttore spirituale e il parroco trovò in Artemide un collaboratore eccellente. Non tardò ad orientarsi verso la vita salesiana. Aveva 20 anni quando partì per l’aspirantato di Bernal. Quelli furono anni molto duri per Artemide, che era più avanti dei suoi compagni per età ma più indietro di loro per i pochi studi fatti. Vinse però tutte le difficoltà, grazie alla sua volontà tenace, alla sua acuta intelligenza e ad una solida pietà.

Assistendo un giovane sacerdote tubercolotico, egli ne contrasse purtroppo la malattia. L’interessamento paterno di don Cavalli – che lo seguiva da lontano – fece sì che si scegliesse per lui la Casa salesiana di Viedma dove c’era un clima più adatto e soprattutto un ospedale missionario con un bravo infermiere salesiano che in pratica fungeva da “medico”: Padre Evasio Garrone. Questi si rese subito conto del grave stato di salute del giovane e nello stesso tempo intuì le sue virtù non comuni. Invitò Artemide a pregare Maria Ausiliatrice per ottenere la guarigione, ma suggerì anche di fare una promessa:

“Se Lei ti guarisce, tu ti dedicherai per tutta la tua vita a questi infermi”.

Artemide fece volentieri questa promessa e misteriosamente guarì. Accettò con umiltà e docilità la non piccola sofferenza di rinunziare al sacerdozio (a causa della malattia contratta). Dalla sua bocca né allora né in seguito, uscì mai un lamento per questa meta non raggiunta.

Emise come confratello laico la sua prima Professione l’11 gennaio 1908 e quella Perpetua il 18 febbraio 1911. Coerentemente alla promessa fatta alla Madonna, egli si consacrò subito e totalmente all’ospedale, occupandosi in un primo tempo della farmacia annessa dopo aver conseguito il titolo di “idoneo in farmacia”. Quando nel 1913 morì padre Garrone, tutta la responsabilità dell’ospedale cadde sulle sue spalle. Ne divenne infatti vicedirettore, amministratore, esperto infermiere stimato da tutti gli ammalati e dagli stessi sanitari che gli lasciavano man mano sempre più libertà d’azione. L’ospedale fu per tutta la sua vita il luogo dove esercitò, giorno dopo giorno, la sua virtù fino al grado eroico.

Il suo servizio, non si limitava all’ospedale ma si estendeva a tutta la città anzi alle due località situate sulle rive del fiume Negro: Viedma e Patagones. Usciva abitualmente con il suo camice bianco e il borsello delle medicine più comuni. Una mano al manubrio e l’altra col rosario. Preferiva le famiglie povere, ma era chiamato anche dai ricchi. In caso di necessità si muoveva ad ogni ora del giorno e della notte, con qualunque tempo. Non si fermava al centro della città, ma andava anche nei tuguri della periferia. Faceva tutto gratuitamente, e se riceveva qualcosa, andava per l’ospedale.

Artemide Zatti amò i suoi ammalati in modo davvero commovente, vedeva in loro Gesù stesso. Fu sempre ossequiente verso i medici e i titolari dell’ospedale. Ma la situazione non era sempre facile, sia per il carattere di alcuni di loro sia per i contrasti che potevano sorgere tra i dirigenti legali e lui che lo era di fatto. Egli però li seppe conquistare tutti e col suo equilibrio riusciva a risolvere anche le situazioni più delicate. Solo un profondo dominio di sé poté rendergli possibile la vittoria sull’affanno e sulla facile irregolarità di orario.

Egli fu un edificante testimone della fedeltà alla vita comune. Meravigliava tutti come potesse questo santo religioso, così indaffarato nei suoi molteplici impegni all’ospedale, essere nello stesso tempo il rappresentante esemplare della regolarità. Era lui a suonare la campana, era lui a precedere tutti gli altri confratelli negli appuntamenti comunitari. Fedele allo spirito salesiano e al motto – “lavoro e temperanza” – lasciato in eredità da Don Bosco ai suoi figli, egli svolse un’attività prodigiosa con abituale prontezza d’animo, con spirito di sacrificio specie durante il servizio notturno, con distacco assoluto da ogni soddisfazione personale, senza mai prendersi vacanze e riposo. Da buon salesiano seppe fare dell’allegria, una componente della sua santità. Appariva sempre simpaticamente sorridente: così lo ritraggono tutte le foto pervenuteci. Fu un uomo di facile rapporto umano, con una visibile carica di simpatia, sempre lieto di potersi intrattenere con l’umile gente. Ma fu soprattutto un uomo di Dio. Lo irraggiava. Uno dei medici dell’ospedale ha detto:

“Quando vedevo il Sig. Zatti la mia incredulità vacillava”.

E un altro:

“Credo in Dio da quando ho conosciuto il Sig. Zatti”.

Nel 1950 cadde da una scala e fu in occasione di questo incidente che si manifestarono i sintomi di un cancro che egli stesso lucidamente diagnosticò. Continuò tuttavia ad attendere alla sua missione ancora per un anno, finché dopo sofferenze eroicamente accettate, si spense il 15 marzo 1951 in piena coscienza, circondato dall’affetto e gratitudine di una popolazione che da quel momento cominciò a invocarlo come intercessore presso Dio. Al suo funerale accorsero tutti gli abitanti di Viedma e Patagones in un corteo senza precedenti.

La fama di santità si estese rapidamente e la sua tomba cominciò ad essere molto venerata. Ancora oggi, quando la gente va al cimitero per i funerali, passa sempre a visitare la tomba di Artemide Zatti. Beatificato da S. Giovanni Paolo II il 14 aprile 2002, il Beato Artemide Zatti fu il primo salesiano coadiutore non martire ad essere elevato agli onori degli altari.

FMA – Convegno internazionale sull’Apporto delle Figlie di Maria Ausiliatrice all’educazione

Dal 25 al 30 settembre 2022 si terrà a Roma il convegno internazionale “Apporto delle Figlie di Maria Ausiliatrice all’educazione“. L’evento, che si terrà presso la Casa Generalizia FMA in via dell’Ateneo Salesiano 81, è organizzato dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» e promosso dall’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA).

Inserito nel movimento in atto per sostenere il Patto educativo globale lanciato da Papa Francesco e cooperare a un nuovo modello di sviluppo attraverso l’apporto originale delle FMA all’educazione, a partire da dati storici fa il punto su alcuni aspetti dell’apporto delle FMA all’educazione, stimola il confronto con le sfide del presente, rilancia la missione educativa delle FMA nell’oggi e nel domani.

Il convegno, che si svolgerà sia in presenza che online (con traduzione simultanea in italiano, inglese, francesce, spagnolo e portoghese), è aperto alle Figlie di Maria Ausiliatrice, agli Istituti di Studi Superiori FMA, ai collaboratori delle comunità educanti, ai membri della Famiglia Salesiana, agli educatori religiosi e laici, cristiani e non cristiani, agli esponenti di organismi o istituzioni interessati all’educazione, agli studiosi di scienze dell’educazione e ai giovani.

Contatti:

  • convegnofma150@gmail.com
  • segreteria.convegnofma150@gmail.com

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5 agosto 1872 – 2022: 150° dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Il 5 agosto 2022 si sono celebrati i 150 anni dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il 5 agosto 1872 infatti, a Mornese in Piemonte, 11 giovani donne, guidate da Maria Domenica Mazzarello pronunciarono il loro “sì”, alla presenza di Don Bosco, per dare vita a una congregazione religiosa che si sarebbe ispirata all’esempio di Maria Ausiliatrice e si sarebbe dedicata all’educazione e all’evangelizzazione delle e dei giovani. Di seguito la notizia riportata dal sito InfoANS.

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La data del 5 agosto è una data di grazia e un evento di forte comunione per tutte le Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) del mondo, e lo è in particolare quest’anno. Questo perché il 5 agosto 1872 – cioè esattamente 150 anni fa, domani – in quel di Mornese, in Piemonte, un gruppo di 11 giovani donne, guidate da Maria Domenica Mazzarello pronunciarono il loro “sì”, alla presenza di Don Bosco, per dare vita a una congregazione religiosa che si sarebbe ispirata all’esempio di Maria Ausiliatrice e si sarebbe dedicata all’educazione e all’evangelizzazione delle e dei giovani, soprattutto di quelle e quelli provenienti da famiglie povere.

Il nome del nuovo Istituto è oggi un simbolo di un’identità: Figlie di Maria Ausiliatrice, monumento vivo di gratitudine alla Madonna di Don Bosco.

“Per un dono dello Spirito Santo e con l’intervento diretto di Maria, San Giovanni Bosco ha fondato il nostro Istituto come risposta di salvezza alle attese profonde delle giovani. Gli ha trasmesso un patrimonio spirituale ispirato alla carità di Cristo Buon Pastore, e gli ha impresso un forte impulso missionario”

affermano le Costituzioni delle Figlie di Maria Ausiliatrice (N° 1).

Sono passati 150 anni e l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice celebra una prolungata e ricchissima storia di amore e attenzione ai giovani. Le celebrazioni, organizzate negli ultimi tre anni, hanno dovuto far fronte al difficile contesto della pandemia di Covid-19, ma tutto questo ha costituito un momento ancora più opportuno per ripercorrere la storia dell’Istituto e per ricercare nelle proprie origini e nel proprio carisma l’ispirazione per affrontare le sfide del presente.

Come ha detto la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Chiara Cazzuola:

“In questa situazione che ancora sorprende e persiste, siamo chiamate ad accettare le sfide del mondo contemporaneo per progettare il futuro con audacia e, in questo contesto, a vivere il 150° anniversario come un’opportunità di rinnovamento e di rilancio vocazionale e missionario”.

Dal piccolo villaggio di Mornese al mondo intero, nei suoi primi 150 anni di vita l’Istituto FMA ha trasportato la passione educativa di Don Bosco e Madre Mazzarello ai quattro angoli del mondo ed è oggi una tra le maggiori congregazioni religiose femminili della Chiesa.

Domani a festeggiare la ricorrenza del 150° ci saranno 11.225 FMA professe e 310 novizie, sparse in 97 Paesi dei cinque continenti, e organizzate in 69 Ispettorie e 5 Visitatorie. Esse animano la loro missione attraverso 122 centri di promozione femminile, 274 opere sociali (per migranti, rifugiati e minoranze etniche), 440 convitti e ostelli, 475 Centri di Formazione Tecnica e Professionale, 142 opere sociali per bambini e giovani in difficoltà, 2.793 oratori e centri giovanili e 3.175 scuole di vari ordini e gradi.

Per ciascuna di queste comunità o centro delle FMA vale quanto recita il motto prescelto per il 150°:

“Maria cammina in questa casa”.

Per ulteriori informazioni sull’anniversario e sulle proposte per celebrarlo, CLICCA QUI.

Preparativi per la 153ª Spedizione Missionaria Salesiana

Sono in corso i preparativi per la 153ª Spedizione Missionaria Salesiana. In risposta all’appello missionario lanciato nello scorso 18 dicembre 2021 dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, 37 salesiani hanno presentato la loro disponibilità ad essere inviati come missionari. L’invio missionario sarà preceduto dal “Corso di orientamento per nuovi missionari” che si terrà al Colle Don Bosco a partire dal 1° settembre. I nuovi missionari sono ora impegnati negli ultimi preparativi per il viaggio in Italia.

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In risposta all’appello missionario lanciato nello scorso 18 dicembre 2021 dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, 37 salesiani hanno presentato la loro disponibilità ad essere inviati come missionari. Seguendo l’iter ormai consolidato, il Consigliere Generale per le Missioni, don Alfred Maravilla, è passato al livello successivo di discernimento, conferendo con i rispettivi Ispettore e Consiglio, come pure con i rispettivi Direttore e Consiglio della casa locale, in merito all’idoneità missionaria dei candidati, e si è anche assicurato che questi fossero stati precedentemente accompagnati spiritualmente.

“È una parte importante del discernimento, perché conoscono molto bene il candidato. Vogliamo anche assicurare che il candidato sia stato accompagnato per discernere la propria vocazione missionaria

ha spiegato Don Maravilla.

Sebbene sia un requisito essenziale che ogni candidato sia sempre aperto a essere inviato dove il Rettor Maggiore lo mandi, in realtà c’è sempre un buon dialogo con ogni candidato riguardo alla sua possibile destinazione missionaria”

ha aggiunto.

La destinazione di ogni missionario viene poi presentata al Rettor Maggiore e al Consiglio Generale per l’approvazione. Il prossimo invio missionario, che si terrà il 25 settembre nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, sarà composto da 25 missionari, provenienti dalle regioni Africa-Madagascar, Asia Sud, Asia Est – Oceania e Interamerica della Congregazione, e che saranno inviati in Africa, Asia Est, America-Cono Sud e Europa Centro Nord.

L’invio missionario sarà preceduto dal “Corso di orientamento per nuovi missionari” che si terrà al Colle Don Bosco a partire dal 1° settembre. I nuovi missionari, membri della 153ª spedizione missionaria, sono ora impegnati negli ultimi preparativi per il viaggio in Italia.

Gressoney – Esercizi Spirituali delle famiglie

Dal 31 luglio al 12 agosto 2022 sono tornati gli Esercizi Spirituali delle famiglie, per la prima volta svolti nel soggiorno alpino Casa Gino Pistoni di Gressoney, in Valle d’Aosta. Quasi 300 persone hanno partecipato ad un’esperienza di famiglia a 360° a tema “La tua grazia vale più della vita“.

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Quest’anno, dopo il tempo di pandemia che ci ha molto provati, è ripartita con gioia l’esperienza degli Esercizi Spirituali delle famiglie, animate dall’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA) Primaria di Torino.

Il ritiro, che per la prima volta si è svolto nel soggiorno alpino Casa Gino Pistoni di Gressoney, in Valle d’Aosta, ha raccolto l’adesione di quasi 300 persone, nel periodo compreso tra domenica 31 luglio a venerdì 12 agosto 2022, attraverso tre turni di quattro giornate ciascuno. Don Alejandro Guevara Rodriguez e don Roberti Carelli si sono alternati alla guida delle catechesi e dei momenti di condivisione.

Si tratta di un’esperienza di famiglia a 360°: i principali protagonisti sono infatti le famiglie che si ritrovano insieme dove ogni generazione ha un suo modo di vivere con intensità questi giorni e fare esercizi per rinnovare la propria vita spirituale personale, familiare, ecclesiale e associativa.

I genitori hanno tempo e spazio per la preghiera liturgica e silenziosa seguendo un cammino di meditazione che quest’anno ha avuto come tema “La tua grazia vale più della vita” (Sal 63,4), ispirato da tre meditazioni:

  1. Pensieri nuovi: ritrovare la Parola e la Preghiera
  2. Vita nuova: rilanciare la crescita delle virtù, particolarmente l’Umiltà e Carità
  3. Relazioni nuove: le “due colonne” sognate da Don Bosco, le persone di Gesù e Maria, i due Risorti

La concretezza dell’Eucarestia e del Rosario, i Sacramenti della Comunione e della Confessione. Riflessioni, queste, che hanno poi trovato consigli e spunti in alcuni brani della Filotea di San Francesco di Sales. Le giornate sono scandite da intensi momenti di catechesi, riflessione e preghiera.

Di particolare valore è il tempo della condivisione dove alla luce dei temi proposti vengono comunicate esperienze di vita fatti gioiosi e dolorosi in un clima di grande ascolto, rispetto e profonda partecipazione. Si sperimenta la gioia di camminare insieme e condividere il cammino della fede centrando la propria vita in Gesù Eucarestia e affidati a Maria ausiliatrice.

Mentre i genitori vivono l’esperienza degli esercizi spirituali, i bambini i ragazzi e i giovani, sotto la guida degli animatori, figli più grandi di queste stesse famiglie, trascorrono giornate con percorsi distinti e ben curati di gioco, preghiera e formazione, frutto di una preparazione attenta portata avanti durante l’anno e vivendo nel concreto il precetto di San Francesco di Sales “fate tutto per amore, nulla per forza”.

Il Tempo del Creato sta per cominciare: dal 1° settembre al 4 ottobre un periodo speciale per prendersi cura della Creazione

Dal 1 settembre al 4 ottobre si terrà l’annuale celebrazione Il Tempo del Creato, per ascoltare e rispondere insieme al grido del Creato e porre attenzione ai gridi della Terra e dei Poveri. Il tema della celebrazione per il 2022 è Ascolta la Voce del Creato”.

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Il Papa invita anche quest’anno a celebrare il Creato e a porre attenzione al grido della Terra e al grido dei Poveri. Il Tempo del Creato è la celebrazione annuale cristiana per ascoltare e rispondere insieme al grido del Creato: la famiglia ecumenica nel mondo si unisce per pregare e proteggere la nostra casa comune, l’Oikos di Dio. Il Tempo della “Celebrazione” inizia il 1° settembre, Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, e si conclude il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono dell’ecologia, amato da molte confessioni cristiane.

Nel messaggio di quest’anno, Papa Francesco scrive così:

“È un momento speciale per tutti i cristiani per pregare e prendersi cura insieme della nostra casa comune. Originariamente ispirato dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, questo tempo è un’opportunità per coltivare la nostra ‘conversione ecologica’, una conversione incoraggiata da San Giovanni Paolo II come risposta alla ‘catastrofe ecologica’ preannunciata da San Paolo VI già nel 1970”.

Durante il Tempo del Creato, la preghiera e l’azione comune possono aiutare ad ascoltare le voci di coloro che sono stati messi a tacere. Nella preghiera piangiamo gli individui, le comunità, le specie e gli ecosistemi che sono andati perduti e coloro i cui mezzi di sussistenza sono minacciati dalla perdita di habitat e dal cambiamento climatico.

Tema 2022

Il Movimento Laudato Si’ guida nel riflettere sulla tematica, che quest’anno sarà Ascolta la Voce del Creato”:

“Durante la pandemia di COVID-19, molti hanno acquisito familiarità con l’essere silenziati durante le conversazioni. E così anche molte voci sono silenziate nel discorso pubblico sul cambiamento climatico e sull’etica della conservazione della Terra: sono le voci di coloro che subiscono gli impatti dei cambiamenti climatici; le voci di persone che detengono una saggezza generazionale su come vivere con gratitudine entro i limiti della terra. È la voce della Terra. Il tema del Tempo del Creato 2022 aumenta la consapevolezza del nostro bisogno di ascoltare la voce del creato.”

L’ascolto della voce del creato offre ai membri della famiglia cristiana un ricco punto di ingresso per il dialogo e la pratica interreligiosa e interdisciplinare. Ascoltando la voce di tutto il creato, gli esseri umani di tutte le culture e di tutti i settori della vita possono unirsi alla nostra vocazione alla cura della nostra casa comune (oikos). Le Ispettorie e opere salesiane sono tutte invitati a prendere parte alle celebrazioni.

Nelle prossime settimane, il Settore per la Pastorale Giovanile della Sede Centrale Salesiana lancerà un nuovo documento per tutta la Congregazione e alcune proposte concrete. Intanto è già possibile iniziare a pensarci.

È inoltre possibile anche scaricare la guida alle celebrazioni, disponibile in varie lingue ai seguenti link:

ITA: Guida alla celebrazione 2022

ENG – CELEBRATION GUIDE 2022 

ESP – Guía de celebración 2022 

POR – GUIA DE CELEBRAÇÃO 2022

FRA – Guide de Célébration 2022

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Una giornata dedicata a Giovanni Massaglia, allievo di Don Bosco e amico di Domenico Savio

Lo scorso 15 agosto, nella Chiesa della Madonna della Neve a Marmorito Santa Maria di Aramengo (Asti), si è tenuto un pomeriggio dedicato al Chierico Giovanni Massaglia, allievo di San Giovanni Bosco e amico di San Domenico Savio.

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Lo scorso 15 agosto, nella frazione di Marmorito Santa Maria di Aramengo (Asti), suo luogo d’origine, si è svolto un pomeriggio dedicato al Chierico Giovanni Massaglia (1° maggio 1838 – 20 maggio 1856), Testimone della Fede, allievo di San Giovanni Bosco e amico di San Domenico Savio.

L’evento, svoltosi nella Chiesa della Madonna della Neve, è stato avvalorato dalla presenza e dall’intervento di don Giovanni Rolandi, SDB, Direttore del Colle Don Bosco e organizzato e patrocinato dalla Parrocchia S. Antonio Abate di Aramengo (rappresentata dal Parroco Don Giovanni Villata, coadiuvato dallo storico locale Beppe Moiso), e dal Comune di Aramengo (rappresentato dal  Sindaco Giuseppe Marchese), realtà comunitarie che hanno custodito e tramandato fino ad oggi la fama di santità di Giovanni Massaglia. Ovviamente, il cuore della tradizione locale consiste nelle memorie della Famiglia Massaglia (rappresentata dalle sorelle Angela e Maria Teresa Massaglia), che, a livello di archivio storico privato, ne custodisce il materiale scolastico e le reliquie.

I vari momenti commemorativi, che hanno messo in luce il suo ritratto pittorico, la chiesa in cui sbocciò la sua vocazione ed il caseggiato in cui nacque e morì, dove è stata inaugurata una targa commemorativa, hanno accompagnato la proiezione del cortometraggio “Vita di Giovanni Massaglia e Domenico Savio secondo la storia”, curato da Ornella Ceruti di Nebbiuno (NO). Premesso che la tradizione salesiana resta quella fondamentale ed insostituibile, nell’ultimo decennio, la Ceruti ha raccolto, documentato, restaurato e coniugato tutte le tradizioni che raccontano la vita di Giovanni Massaglia e Domenico Savio, amici inseparabili. Il risultato editoriale sono tre libri (pro-manoscritto, edizione extra commerciale), più un opuscolo che li riassume in poche pagine ricche di illustrazioni, dal quale è stato tratto il cortometraggio.

La rigorosa ricostruzione storica, svelando l’inedita biografia del suo “vero amico per le cose dell’anima”, arricchisce la biografia di Domenico Savio e, in definitiva, riporta in primo piano la Compagnia dell’Immacolata Concezione, personificazione dell’apostolato dei giovani tra i giovani, che costituisce il frutto maturo e duraturo della loro amicizia umanamente e cristianamente perfetta.

Giovanni era il primogenito dei coniugi Pietro Massaglia di Marmorito (frazione e parrocchia di Santa Maria) e Maria Garesio di Mondonio, contadini benestanti e distinti, perché proprietari ed istruiti. Nel 1853, all’età di 15 anni, avrebbe potuto passare dall’Educandato di Cocconato, sede del ginnasio inferiore, al Collegio di Chieri, sede del ginnasio superiore. Invece, manifestando il suo indirizzo vocazionale, suscitò la contrarietà paterna, che lo spogliò di tutto e lo portò a Torino, in cerca di un benefattore disposto ad accasarlo e a patrocinare i suoi studi in direzione del sacerdozio. L’incontro con Don Bosco decise in positivo anche il futuro di Domenico Savio, perché gli procurò l’amicizia sostenitrice, grazie alla quale riuscì a “farsi santo, e presto santo”. Infatti, essendo più avanti di quattro anni nell’età e negli studi ed essendo entrato nel Convitto dell’Oratorio un anno prima, il Massaglia fu per il Savio un provvidenziale fratello maggiore. Si conobbero nel 1853 a Mondonio, terra comune. A Valdocco, convissero nell’anno scolastico 1854/55 e nella prima metà del successivo. Ad accomunarli, fu “l’innocenza della vita e la perseveranza nel bene sino all’ultimo respiro”, attestata da Don Bosco, coronata da doni carismatici, registrati e resi noti da Don Michele Molineris in una pubblicazione del 1971:

“Avevano le stesse disposizioni morali, volevo dire mistiche, che creano appunto un santo da altare”.

Giovanni era un bel giovane, di buona statura e costituzione forte, molto promettente negli studi. Il 30 settembre 1855, fu rivestito dell’abito da chierico, da Don Bosco in persona, ai Becchi. Lasciò incompiuto il primo anno del corso seminaristico di filosofia. Appena diciottenne, morì in famiglia, a tre mesi dal rientro per malattia polmonare. Domenico, debole di polmoni fin dall’infanzia, lo raggiunse in Paradiso una decina di mesi dopo, quasi quindicenne.

 

Vivere il cambiamento come opportunità per migliorare: verso l’“SDB Change Congress”

Di seguito l’articolo di ANS, Agenzia Informativa Salesiana, che riporta l’evento “SDB Change Congress”, che si svolgerà a Roma dal 19 al 23 settembre 2022.

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(ANS – Roma) – Manca meno di un mese e mezzo all’evento “SDB Change Congress” (Roma, 19-23 settembre 2022), l’appuntamento fortemente voluto dall’Economato Generale della Congregazione Salesiana per “potenziare la capacità di fare rete in campo economico attraverso la promozione della connessione e la condivisione tra gli Economi”. La ricca e variegata platea di relatori ed esperti chiamati ad intervenire intende assicurare un’opportunità di formazione di alto livello, in grado di condurre tutta la Congregazione verso un’economia sostenibile e nella comprensione di un mondo sempre più complesso, in cui i Figli di Don Bosco devono poter continuare ad accompagnare i giovani.

L’interesse verso l’SDB Change Congress è già molto elevato, tant’è che i posti disponibili sono andati già tutti esauriti. Gli Economi ispettoriali, i Responsabili degli Uffici di Pianificazione e Sviluppo (PDO), delle Procure Missionarie, delle ONG salesiane e di organizzazioni internazionali e del terzo settore – cioè i destinatari privilegiati del congresso – hanno aderito in massa alla proposta, e durante il congresso, oltre a ricevere una valida formazione su temi di grande attualità, verranno anche sfidati a creare reti collaborative, poiché tutta la Congregazione si deve preparare per il futuro.

L’obiettivo ultimo dell’“SDB Change Congress”, infatti, è concepire e vivere il cambiamento come opportunità per migliorare. In particolare, l’appuntamento ideato dal sig. Jean Paul Muller, SDB, Economo Generale della Congregazione, assieme ai suoi collaboratori, intende focalizzare cinque macroaree di interesse, allo scopo di fornire soluzioni e linee guida per affrontare al meglio i cambiamenti sociali, economici e ambientali che il mondo sta vivendo. Esse sono, nel dettaglio: l’Economia sostenibile, la Spiritualità e la leadership salesiana, l’Intelligenza Artificiale, la Comunicazione del futuro, e la Prevenzione della corruzione.

Se la realizzazione effettiva dell’evento avrà luogo a Roma, come ha spiegato proprio il sig. Muller, “molte cose stanno già accadendo, perché i cinque temi sono stati presi sul serio in molte Ispettorie. E dopo il Congresso continueremo a perfezionare i temi fino al prossimo Capitolo generale, per migliorare la qualità del nostro lavoro per i giovani”.

Anche sulle reti sociali si può dire che le attività siano iniziate già da mesi, con interessanti stimoli e contributi su diversi temi che sono stati resi disponibili dai vari relatori e ospiti che interverranno.

“Stiamo dando risposte che non sono più convincenti, a domande che nessuno pone più” è la provocazione che rivolge Annette Schavan, già Ministra Federale Tedesca per l’Istruzione e la Ricerca e Ambasciatrice della Germania presso la Santa Sede, che sarà chiamata ad esprimersi sul tema della leadership salesiana nei tempi che cambiano.

Da parte sua Ángel Gudiña, Responsabile delle Relazioni Aziendali di “Misiones Salesianas”, la Procura Missionaria di Madrid, osserva: “Ci piaccia o no la parola, la Congregazione Salesiana è una multinazionale di Educazione e Pastorale Giovanile. In effetti siamo molto bravi a farlo. Ma per mantenere la nostra ‘competitività’ dobbiamo aggiornare le nostre strutture e le nostre relazioni interpersonali al 21° secolo per continuare a raggiungere i giovani più vulnerabili. E tutto questo, senza buttare via la nostra spiritualità e il Carisma Salesiano”.

“Sommersi da uno scoraggiante eccesso di informazione, nella scomoda posizione di bersagli permanenti di abili strateghi della disinformazione, mai come oggi abbiamo bisogno di scegliere quale giornalismo consumare, perché ci aiuti davvero a leggere il mondo” ha condiviso da parte sua Pietro Saccò, giornalista di Avvenire e docente di giornalismo all’Università Pontificia Salesiana, che interverrà ad una sessione su economia e media.

“Di fronte alla globalizzazione dell’indifferenza e alla cultura dello scarto si evidenzia l’urgenza di un’alternativa veramente umana. A livello economico, partendo dal magistero sociale di Papa Francesco, questa prospettiva si traduce nella proposta di ‘un’economia dal volto umano’ orientata preferenzialmente agli ultimi e alla promozione dell’ecologia integrale” è invece la considerazione del salesiano economista don Renato Tarcizio de M. Rocha, che parlerà di Economia Sostenibile.

“Forse vi starete chiedendo: il cambiamento è davvero rilevante per noi? Beh, il cambiamento avverrà e metterà alla prova i giovani di cui i Salesiani si occupano, quindi i Salesiani devono trovare delle risposte per loro” conclude, in estrema sintesi, Janko Jochimsen, avvocato e consulente, collaboratore di lungo corso dei salesiani.

Per conoscere gli altri protagonisti dell’SDB Change Congress e restare aggiornati su tutti gli ultimi sviluppi, visitare il sito del congresso o i relativi account sulle reti sociali: la pagina Facebook, il profilo Instagram e il canale YouTube.

Missioni Don Bosco nei due Congo: Viaggio per sostenere i progetti che formano i nuovi cittadini

Di seguito il Comunicato Stampa di Missioni don Bosco relativo alla visita del presidente di Missioni don Bosco, don Daniel Antúnez, nella Repubblica democratica del Congo.

La visita del cardinale Parolin a luglio ha suscitato molte attese – I salesiani in prima fila per istruzione e difesa dei diritti dei minori

Domani 5 agosto partono per i due Congo, Kinshasa e Brazzaville, il presidente di Missioni don Bosco, don Daniel Antúnez, e la fotoreporter della stessa Onlus, Ester
Negro. Saranno ospiti della comunità salesiana, che li accompagnerà a conoscere da vicino, e a documentare per le migliaia di benefattori, le opere sostenute nei due
Paesi.

È una prima risposta all’invito del cardinale Pietro Parolin il quale a inizio dello scorso luglio ha compiuto la visita pastorale a nome di papa Francesco (bloccato in
Vaticano dall’acutizzarsi del male al ginocchio) nella Repubblica Democratica del Congo: “pace, fratellanza, gioia” sono state le parole chiave dell’omelia rivolta ai
centomila partecipanti alla celebrazione eucaristica di Kinshasa.

La stabilità del Paese africano è compromessa da numerosi mali nella società, nell’economia, nell’ambiente. I salesiani sono uno dei punti di forza per uscire
dall’attuale situazione in cui “la brama di materie prime, la sete di denaro e di potere chiudono le porte della pace e rappresentano un attacco al diritto alla vita e
alla serenità delle persone”, come ha denunciato il segretario di Stato vaticano. Le punte avanzate delle missioni dei figli di Don Bosco operano in territori dove
esistono lo sfruttamento minorile nelle miniere, il pregiudizio ancestrale verso chi nasce con anomalie fisiche, la violenza sulle giovani donne. Vivono ai confini con le
aree soggette all’azione di gruppi armai antigovernativi: pochi giorni prima della sua uccisione il 22 febbraio 2021, l’ambasciatore italiano Luca Attanasio era andato a
salutare i salesiani e i cooperanti di Goma, nella regione “calda” del Kivu.

Sullo sfondo del Congo di oggi cade l’ombra scura della ricerca senza remore morali di nuovi giacimenti di coltan (la materia prima essenziale per l’elettronica)
che vede coinvolte le multinazionali della telefonia e delle grandi migrazioni a causa dei combattimenti nel nord-est.

I missionari si dedicano alla crescita delle nuove leve per lo sviluppo del Paese con le loro scuole, i centri giovanili e le parrocchie. Sono radicati da 110 anni nel Congo democratico, da oltre 60 in quello repubblicano. Il viaggio di don Antúnez va a confermare dall’Italia salesiana l’impegno di far crescere le opere avviate e di affrontare nuove sfide: come quella della missione di Tshikapa di costruire, a ridosso dell’area diamantifera, una scuola primaria che dia opportunità di alfabetizzazione a quella metà di bambini che non può frequentare le scuole in città. Così come Missioni Don Bosco andrà a manifestare tutto il sostegno all’azione di p. Mario Perez che è il padre adottivo di centinaia di bambini accusati di stregoneria, e per questo sono perseguitati nei loro villaggi.

La descrizione del programma del viaggio del presidente Antúnez è nel sito https://www.missionidonbosco.org/news/il-primo-viaggio-missionario-di-padredaniel-in-africa/

Alleghiamo qui la sintesi di un dossier sui due Congo, realizzato con la collaborazione delle volontarie del servizio civile presso la nostra Onlus, che potremo inviare a parte ai giornalisti interessati.

Grazie per l’attenzione.

Comunicato stampa 4 agosto 2022

Antonio R. Labanca, Ufficio Stampa Missioni Don Bosco

Francesco Besucco – Un santo in casa… da conoscere e da imitare

Il sito dei Salesiani di Cuneo ricorda l’importanza di un giovane, Francesco Besucco, nel percorso di formazione e sviluppo del Sistema Preventivo di don Bosco.
Leggi la notizia sul sito Salesiani Cuneo
“Francesco Besucco è un fiore di santità della Valle Stura, eppure il suo ricordo si è affievolito nel tempo e in Valle e non solo, sono poche le persone che, sentendolo nominare, dichiarano di averne sentito parlare e più poche ancora quelle che ne conoscono le angeliche virtù”.
Così ha scritto don Aurelio Martini nel suo libro sulla vita del giovane “Pastorello di Argentera”: scritto perchè considerava utile rinverdire il suo ricordo e anche perchè fosse sempre vivo tra le persone il suo esempio e sempre vivo il vanto della Valle Stura per aver dato ai credenti in Cristo un giovane che, morto a soli 14 anni in concetto di santità, costituisce
“un fiorellino d’incanto al pari dei variopinti fiorellini che la montagna presenta a chi la frequenta e l’ama”.
Quest’anno in suo ricordo la parrocchia di Argentera con la collaborazione dei Salesiani Don Bosco e con il sostegno del Comune e della Pro Loco di Argentera ha programmato due eventi:
  •  La sera dell’8 agosto, alle 21, nella chiesa parrocchiale di Argentera si terrà un importante incontro con il salesiano don Aldo Giraudo, professore di spiritualità salesiana presso l’Università Pontificia a Roma, sul rapporto educativo e spirituale tra don Bosco e Besucco. il quale ha vissuto gli ultimi mesi della sua vita Torino Valdocco.  Seguirà la proiezione del film “Aiga d’en viage”.
  • Il giorno seguente, 9 agosto, sempre nella chiesa parrocchiale di Argentera verrà celebrata alle ore 10 una Messa solenne presieduta da Mons. Piero Delbosco vescovo di Cuneo con la partecipazione delle Confraternite della Santa Croce a cui seguirà una preghiera presso la lapide che ricorda il luogo ove nacque Francesco. Sarà una buona occasione per tutta la nostra Valle Stura e per quanti vogliono unirsi per meglio conoscere e voler bene all’angelico giovane di Argentera, ma anche per proporlo come esempio da imitare e come protettore da invocare soprattutto per i giovani.