RMG – Conclusa con successo la formazione sul tema della Salute Digitale per adolescenti

Dal sito InfoANS.

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Il Settore per la Pastorale Giovanile della Congregazione Salesiana ha tenuto tre webinar sulla salute digitale, nei giorni 16, 20 e 24 febbraio. Animati dall’esperto Guillermo Cánovas, hanno visto la partecipazione di 300 persone in ciascuno dei tre appuntamenti, in rappresentanza di tutte le Regioni della Congregazione. Ogni sessione è stata resa accessibile in 5 lingue.

Il senso di questa formazione è stato affrontare il tema della salute digitale, un concetto che comprende tutti gli aspetti che incidono direttamente sui bambini e gli adolescenti che sono in contatto quotidiano con le nuove tecnologie e da cui dipende il loro sano sviluppo.  La presenza e la partecipazione di tante persone del mondo salesiano ha dimostrato l’importanza del mondo digitale nell’educazione salesiana.

La formazione ha avuto il chiaro obiettivo pratico di fornire agli educatori i meccanismi necessari per sviluppare il senso critico dei minori, evitare manipolazioni e condizionamenti intenzionali e prepararli ad affrontare questo mondo complesso.

Sono state affrontate sfide molto importanti, cui è necessario dare risposta immediatamente; questioni che riguardano direttamente non solo l’educazione dei giovani, ma soprattutto la loro libertà e capacità di prendere decisioni:

  • In primo luogo, la “dieta digitale”, ovvero l’identificazione e il controllo (autoregolazione) degli usi patologici, sui quali il relatore ha fornito molte informazioni, con riferimento alla vita quotidiana e ai progressi della psicologia e delle neuroscienze
  • In secondo luogo, lo stress digitale e il suo impatto sulla salute, sulle relazioni e sul rendimento scolastico. È stato possibile riflettere pedagogicamente su come identificare e lavorare con questa realtà.
  • In terzo luogo, il crescente impatto delle reti sociali. Si è riflettuto sulle ragioni delle reti, sull’identità digitale, sull’impronta digitale e sulla reputazione individuale. Allo stesso tempo, sono stati approfonditi i temi della privacy, del furto d’identità e del diritto all’oblio. L’uso di WhatsApp e Instagram è la principale fonte di informazioni su ogni individuo: le proprie fotografie, la propria posizione in ogni momento della giornata, le proprie abitudini, i gusti, le preoccupazioni, i contatti e le relazioni che instaura, gli eventi a cui partecipa o i luoghi che frequenta…

Don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, ha dichiarato al termine della formazione:

“La Salute Digitale è un tema educativo-pastorale non solo di grande attualità, ma soprattutto di estrema necessità, ed è costantemente richiesto dagli educatori. Copre aspetti su cui dobbiamo essere formati: dallo sviluppo dell’identità dei minori a contatto con internet e le nuove reti sociali, alle questioni relative alla loro sicurezza e privacy, compresi i problemi di salute e l’impatto sulle relazioni sociali che instaurano: dalla prevenzione delle tecno-dipendenze alla cura dei contenuti di fronte a ciò che chiamiamo ‘infossicazione’ (intossicazione informativa); dalle possibili modifiche dei loro processi cognitivi e dello sviluppo del loro cervello, ai nuovi modi di leggere ed elaborare le informazioni”.

Salesiani Genova: 150 anni e 150 posti di lavoro: quella scommessa dei salesiani a Genova

Da “La Voce di Genova”.

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La scommessa è ambiziosa e gravita intorno al numero 150: esattamente come quell’ultracentenario compleanno che l’Opera Don Bosco festeggia e che l’istituto dei salesiani ha ambito a tradurre sul territorio genovese in termini di posti di lavoro e opportunità concrete.

Attraverso una formazione puntuale e legata alle reali esigenze delle aziende sul territorio.

I numeri

Così sono arrivati primi numeri: ventotto assunzioni in ambito meccatronica, dodici in ambito informatico, sette nell’elettromedicale e sei in attività ospedaliero/sanitario. Sono stati introdotti all’apprendistato trenta ragazzi in pmi genovesi in ambito elettrico, elettronico e termoidraulico per la sede di Sampierdarena e altri quarantacinque in ambito elettrico e meccatronico, di cui ventidue ad oggi assunti. Il progetto andrà avanti ancora per tutto quest’anno, per cui non è difficile credere che i 150 posti di lavoro “tondi” possano essere raggiunti.

L’evento al Ducale il 6 marzo

Abbiamo davvero lanciato il cuore oltre l’ostacolo – ci dice Don Sergio Pellini direttore dell’istituto salesiano- e credo che riusciremo non solo a vincere questa sfida ma soprattutto a dare motivi di speranza e fiducia ai giovani affinché mettano a frutto le proprie risorse e possano costruirsi degli orizzonti a partire dalle proprie ispirazioni e capacità. Il prossimo 6 marzo porteremo i risultati di questa straordinaria esperienza all’interno di un evento al Palazzo Ducale alla presenza della politica e delle istituzioni nazionali e liguri per dare il segnale che noi ci siamo, accanto alle forze civili, a fare la nostra parte”.

Lo sportello

Accanto al macro-progetto dei 150, c’è lo “Sportello Informa Lavoro e Studio” gestito dall’associazione “Il Nodo sulle Ali del Mondo” attivato nell’aprile 2022 nei locali Caritas dell’istituto di Sampierdarena che ogni lunedì mattina, dalle dieci alle dodici, accoglie giovani o anche adulti che cercano lavoro, ricollocazione, formazione e orientamento. E’ un satellite indispensabile, anche per accogliere bisogni che non possono essere inseriti nei percorsi Cnos Fap collegati alle aziende.

Non vogliamo sostituirci al pubblico – racconta Romana Pian, responsabile dello sportello – anzi, vogliamo segnalare e indirizzare ai centri per l’impiego e per la formazione. Aiutiamo a compilare il curriculum, a comporre lo speed, a controllare i concorsi pubblici. Il nostro ‘taglio’ è quello di prendere in carico la persona, ricordarci di lei e tenerla presente se capitassero occasioni di cui veniamo a conoscenza. Siamo nati da poco per poter fare bilanci ma quello che ci auguriamo è di poter fare rete con associazioni pubbliche o di volontariato del territorio. Questo ci aiuterebbe ad avere un ruolo più istituzionale e poter intervenire con più efficacia”.

Perlopiù si rivolgono allo sportello extracomunitari e giovani donne con figli a carico che cercano lavoro come badante: ignorano i servizi sul territorio e spesso sono senza permesso di soggiorno. Tuttavia, anche lo sportello, in maniera diretta, ha prodotto risultati: sono state collocate due badanti, un’impiegata amministrativa in un’impresa edile, un giovane in una grande azienda dell’elettronica. Ad oggi, lo sportello ha anche delle posizioni per cui ancora si ricercano persone: quattro banconiste per tre rosticcerie e una persona con patente per le consegne.

Gli ex allievi

L’introduzione al lavoro da noi funziona- aggiunge infine Don Sergio- anche perché abbiamo un’ampia rete di ex allievi dell’istituto, spesso imprenditori e professionisti, che dimostrano disponibilità concreta a dare opportunità di lavoro. Questo rende possibilità di inserire adeguatamente le persone. Non è facile, tuttavia. Ma noi ci crediamo e questo progetto è per noi uno dei modi migliori per celebrare i nostri 150 anni”.

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Don Ciotti incontra i giovani di Genzano in occasione della festa di Don Bosco: “La legalità è lo strumento per arrivare alla giustizia”

“Dobbiamo fare in modo che la legalità non diventi un idolo. La legalità è un elemento importante per lo sviluppo umano e sociale, ma dobbiamo fare in modo che la legalità si possa tradurre nella quotidianità, dobbiamo educarci al rispetto delle regole: Don Bosco diceva che dobbiamo essere buoni cristiani e onesti cittadini”. Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, il 31 gennaio ha incontrato i giovani di Genzano grazie al convengo “Giovani e legalità” organizzato dalla Casa Salesiana di Genzano per la festa di Don Bosco.

“Ho conosciuto don Luigi Ciotti più di trent’anni fa in montagna durante un incontro di formazione di giovani preti salesiani. Mi ricordo che mi trasmise il suo grande amore a don Bosco come prete torinese. Non ho mai dimenticato il suo racconto della sua ordinazione sacerdotale dove erano presenti i tanti esclusi dalla città di Torino. Un’assemblea davvero originale che ben rappresentava il popolo delle periferie. Quanto diversa quella celebrazione da quella vissuta da noi neosacerdoti dove tutto era definito è programmato, dove l’assemblea era composta da gente per bene – spiega don Maurizio Verlezza, direttore dell’Opera salesiana di Genzano -. Da quel giorno non l’ho più perso di vista, con lui è nata una bellissima amicizia. In tutte le case in cui sono stato l’ho inviato a parlare ai giovani”.

Accolto nel cinema teatro Cynthianum, don Ciotti ha dialogato con i giovani e con le autorità presenti. “Siamo chiamati a saldare la terra con il cielo, impegnarsi per costruire con la nostra assunzione di impegno una cittadinanza vera. Però la legalità non può essere l’obiettivo, ma lo strumento per raggiungere la giustizia, quella sociale e ambientale. La legalità è lo strumento per raggiungere l’obiettivo”.

Giovani dell’associazionismo, giovani scout e studenti delle scuole del territorio: con loro, don Ciotti ha affrontato il tema della fragilità dei nostro adolescenti, la paura, il diritto dello stare male. “Dobbiamo cogliere questo segnale, perché c’è un dato nuovo: dall’adolescenza ribelle agli adolescenti di oggi che chiedono il diritto di fragilità, di essere accolti e riconosciuti in questa fragilità”. E ancora, la necessità di scegliere e prendere una posizione: scuola e lavoro, educazione e formazione sono basi solide per la coscienza civica del giovane cittadino.

“C’è troppa gente che parla di giovani ma non con i giovani e soprattutto non ascolta i giovani: abbiamo bisogno di creare una nuova forza generatrice, adulti e giovani insieme”, dice ancora don Ciotti.

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“Una chiesa così grande” per una “cosa così grande”: il Card. Parolin al “Don Bosco” di Roma

Dal sito InfoANS.

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Domenica 29 gennaio la comunità parrocchiale della BasilicaSan Giovanni Bosco al Tuscolano”, a Roma, si è riunita per la celebrazione eucaristica domenicale in vista della festa di Don Bosco. La celebrazione ha visto la presenza di moltissimi fedeli, autorità civili e militari, tutti stretti intorno al Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede e stretto collaboratore del Papa.

La presenza del Cardinale Parolin ha offerto alla numerosa comunità del “Don Bosco di Roma” l’occasione per ringraziare Dio per quanta grazia è presente nella Chiesa di Roma, e per ricordare a se stessa la necessità sempre più viva di percorrere una strada di santità – sul segno degli ospiti illustri che ha avuto la Basilica: San Giovanni XXIII, San Paolo VI, San Giovanni Paolo II, Santa Teresa di Calcutta.

Se è vero che ognuno di questi Santi ha insegnato qualcosa e in un modo peculiare, Don Bosco, ha ricordato il parroco, don Roberto Colameo, nel suo saluto di benvenuto al Cardinale, ha mostrato alla comunità salesiana come la strada per la salvezza possa essere percorsa con quella gioia, quell’allegria caratteristici di un cuore che è in pace con se stesso, con Dio e con il prossimo.

Il Cardinale, esprimendo nel frattempo la propria meraviglia di fronte ad una “cosa così grande” come il quartiere Don Bosco, e dinanzi ad “una chiesa così grande” come la Basilica dedicata al Santo, ha ricordato la proclamazione del Santo torinese da parte di Papa Paolo Giovanni Paolo II come “Padre e Maestro della gioventù” il quale affermò quanto fosse appropriato che con tale titolo egli venisse invocato e onorato, specialmente da coloro che si ritengono i suoi figli spirituali.

Il Cardinale ha ricordato che questo titolo non va in contraddizione con l’insegnamento del Signore Gesù quando diceva “non chiamate Padre nessuno di voi sulla terra perché uno solo è il padre vostro, quello celeste”. Il Cardinale ha spiegato che non esiste nessuna contraddizione, poiché la venerazione dei Santi non toglie niente a Dio perché tutti i Santi sono come delle finestre aperte su Dio e questo vale anche per San Giovanni Bosco, la cui esistenza, animata non da paternalismo, ma dalla paternità fatta dal suo cuore di padre, è diventata una finestra attraverso il quale vedere Dio, la sua presenza salvifica, suscitatrice di pastori ai quali Dio affida il suo gregge, pastori che si lasciano riempire dalla grazia di Dio.

Don Bosco è stato appunto uno di questi pastori, un’espressione dell’amore paterno di Dio verso l’umanità, un luogotenente dell’amore di Dio, che ha donato ai giovani l’ineffabile benevolenza del Signore, che non si è atteggiato a guida, ma che si è posto sullo stesso piano delle persone che ha amato, educando, consapevole di essere un tramite dell’amore di Dio, padre per tanti giovani perché faceva riferimento all’unico Padre, come si può leggere in una sua lettera in cui affermava: “L’educazione è cosa del cuore e che Dio solo ne è il padrone”. Se la comunità educativa pastorale della parrocchia vuole agire sulla strada della santità segnata da Don Bosco è quindi necessario seguire il suo esempio, fare continuamente riferimento a Dio, mettendo da parte egoismi, facendosi riflesso della bontà paterna di Dio. Ed in questo il Cardinale si è riallacciato alle parole introduttive del parroco.

Il Cardinale ha ricordato che il successo di Don Bosco come “maestro educatore” di tanti giovani è dovuto alla sua assenza di boria, alla sua adesione allo spirito evangelico di farsi piccoli, umili, che lo facevano risultare credibile ai giovani che pertanto si abbandonavano con fiducia a lui, esattamente come Don Bosco si abbandonava alla fede.

La comunità parrocchiale del Don Bosco oggi si rende ancora più consapevole che il percorso di ognuno verso la salvezza è possibile se rende consapevoli che i Santi non vanno solo proclamati e ricordati acclamandoli, ma imitati ogni giorno.

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RMG – Salute Digitale: un ciclo di incontri per approfondire come educare i giovani all’autoregolazione e all’uso responsabile della tecnologia

Dalla notizia ANS – Roma:

La “salute digitale” condiziona molti aspetti della vita e delle relazioni odierne: a scuola, negli ambienti educativi e di svago, e in famiglia; essa comporta l’utilizzo sicuro, responsabile e sano della tecnologia. Riconoscendone, pertanto, l’estrema rilevanza, il Settore per la Pastorale Giovanile e il Settore per la Comunicazione Sociale hanno deciso di promuovere un percorso formativo di tre incontri deputato ad affrontare il tema della salute digitale degli adolescenti e giovani.

I tre appuntamenti avranno luogo in questo mese di febbraiogiovedì 16, lunedì 20 e venerdì 24, con orario stabile dalle 13 alle 15 (UTC+1) – e avverranno in modalità digitale sulla piattaforma Zoom. Metodologicamente, avranno la forma di una relazione centrale seguita da un tempo per le domande, e a guidare i lavori sarà il docente e scrittore Guillermo Cánovas, Direttore dell’Osservatorio per la promozione dell’uso sano delle tecnologie (EducaLIKE) e del programma “Safer Internet” del Centro per l’infanzia della Commissione Europea in Spagna (2002-2014). Gli interventi saranno in spagnolo, ma è prevista la traduzione simultanea anche in italiano, inglese, francese e portoghese.

Nel primo modulo verranno affrontati i comportamenti problematici messi in atto da bambini e adolescenti, nonché i fattori di rischio da saper identificare per poter intervenire preventivamente. Oggetto del secondo incontro saranno le reti sociali, con particolare attenzione ai problemi di privacy, sicurezza e reputazione digitale. Nell’ultima sessione, invece, si tratterà dello “stress digitale”, a partire dalla “connettività costante” e dalle sue conseguenze su bambini e gli adolescenti e sulle loro relazioni e prestazioni.

Il percorso è pensato in primo luogo per gli educatori, animatori e salesiani impegnati in tutti i settori della Pastorale Giovanile salesiana (scuole e Centri di Formazione Professionale, oratori-centri giovanili, parrocchie, opere sociali, università…) e per i responsabili di Comunicazione Sociale delle Ispettorie.

Scopo di questo itinerario è, infatti, formare gli educatori a gestire le situazioni che generano più conflitti negli ambienti digitali; aiutarli a prevenire lo sviluppo di dipendenze informatiche, stress digitale e mancanza di privacy; fornire loro le conoscenze necessarie per identificare ciascuno dei problemi; e offrire loro anche tecniche e linee guida pratiche per affrontare ogni situazione.

“Dobbiamo continuare ad approfondire lo studio dell’universo digitale, sempre in dialogo con la scienza moderna e con una visione educativa salesiana”

ha commentato, in conclusione, don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale della Congregazione Salesiana.

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Italia – Un tempo per riflettere e ripartire: la visita di don Martoglio alla casa “Don Bosco” di Roma

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – A volte una casa salesiana è così grande che ha bisogno di fermarsi e ascoltare ogni sua parte. Per capire da dove viene e dove sta andando. E anche perché altrimenti “un pezzo non sa cosa fa l’altro”. La comunità della parrocchia “San Giovanni Bosco” a Roma lo ha fatto domenica 22 gennaio scorso, intorno a don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, durante la solenne celebrazione eucaristica e il successivo incontro con la comunità educativa pastorale dell’opera salesiana.

Con don Martoglio la comunità ha aperto la Novena che sta accompagnando tutti alla Festa di San Giovanni Bosco di martedì 31 gennaio. La presenza del Vicario del Rettor Maggiore ha dato l’opportunità di avere un tempo per guardarsi negli occhi, certi che Don Bosco è ancora vivo nella comunità e guida le sue scelte. Scelte che sono passate anche attraverso le difficoltà della pandemia di Covid-19 e dei rallentamenti che con il senno di poi sono stati provvidenziali.

Il confronto guidato da don Martoglio è stato necessario a tutti per raccogliere maggiormente le forze, ridefinire i propri obiettivi e prepararsi a continuare, ancora più energicamente di prima, il proprio progetto di ascolto del territorio e le sue realtà, spesso non facili.

Nell’incontro con il Vicario del Rettor Maggiore la comunità si è raccontata, ripercorrendo i passi fatti in questi ultimi anni, nei quali è cresciuta riordinando le forze al proprio interno e coinvolgendo nuove persone, facendo prendere corpo ad una comunità che è cresciuta di pari passo all’aumento dell’invecchiamento della popolazione del quartiere ed all’aumento di episodi di microcriminalità, che sono uno stimolo a fare sempre meglio e di più.

Nella realtà del territorio di Don Bosco, la parrocchia in questi anni è tornata ad essere presente concretamente attraverso le tante proposte educative dell’Oratorio-Centro Giovanile e della Residenza Universitaria, attraverso le opere di carità e di assistenza ai bisognosi come il Centro di Ascolto e la Mensa della Caritas di Prefettura, dove una molteplicità di operatori della parrocchia “San Giovanni Bosco” e di quelle limitrofe prestano il loro fattivo contributo, e attraverso le proposte e attività culturali come quelle offerte dai cori parrocchiali e dal cinema teatro “Don Bosco”, tasselli di un grande puzzle che si compone sotto l’ombra della Basilica, sotto lo sguardo amorevole di Don Bosco che continua a guardare tutti i suoi figli e tutti i suoi giovani con il suo desiderio di vederli “felici nel tempo e nell’eternità”.

Questi tasselli sono soprattutto gli educatori, i volontari, i Salesiani Cooperatori, le Figlie di Maria Ausiliatrice e gli stessi Salesiani di Don Bosco, che devono non solo ascoltare ed ascoltarsi, ma anche raccontarsi, ovvero dire “dove vogliono andare” e “leggere le infinite necessità della realtà, che sono anche opportunità”, come suggerito da don Martoglio nel suo saluto alla Comunità Educativa Pastorale, laddove ha paragonato il quartiere Don Bosco al quartiere Valdocco di Torino di metà ‘800, culla della missione del Padre e Maestro della Gioventù.

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Genova Sampierdarena, per la festa di Don Bosco il Vicario del Rettor Maggiore presenterà la Strenna

Pubblichiamo l’articolo sulla festa di San Giovanni Bosco dell’Opera di Genova Sampierdarena.

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Il 31 Gennaio, si commemora San Giovanni Bosco, considerato dalla religione Cattolica Patrono della scuola e degli studenti. Giovanni Melchiore Bosco nasce nel 1815 a Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco), in una famiglia contadina.

L’invito è quello di andare a partecipare alla festa per in onore di San Giovanni Bosco dal sabato 28 al martedì 31 Gennaio 2023 presso l’Opera Don Bosco di Genova

Ecco come verrà strutturata la festa:

Sabato 28 Gennaio 2023

Ore 10:00 presso Sala Luoni Don Bosco Genova la presentazione Strenna 2023 con Don Stefano Martoglio (Vicario del Rettor Maggiore dei Selesiani)

A seguire messa presieduta da Don Stefano Martoglio presso la Parrocchia San Giovanni Bosco e San Gaetano

Domenica 29 Gennaio 2023

Ore 10:00 la Santa Messa presieduta da Don Francesco Fully Doragrossa (Rettore del Seminario e delegato della pastorale giovanile alla Diocesi di Genova)

A seguire brioche per tutti, giochi in cortile e pranzo insieme (su prenotazione)

Martedì 31 Gennaio

Ore 09:00 la Santa Messa presieduta da Padre Daniel Coronel (nel 25° anniversario di profesione religiosa). A seguire tornei e giochi in cortile per ragazzi CFP e delle scuole; laboratorio di cucina per i ragazzi del CFP

Ore 18:00 Solenne Concelebrazione presieduta da Don Sergio Pellini (Direttore della Casa)

Per informazioni o prenotazione pranzo si richiede di chiamare al seguente numero: 010 640 2601 (attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 16)

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Don Bosco Roma, tutto pronto per i festeggiamenti del Santo Patrono

Pubblichiamo il comunicato stampa della Parrocchia Don Bosco di Roma sui festeggiamenti del santo patrono.

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Don Bosco Roma: unico quartiere della Capitale che prende il nome dalla parrocchia di riferimento, si appresta a festeggiare il suo Santo Patrono. Don Bosco, popolare e popoloso, è legato a stretto giro alla figura del Santo piemontese. Cuore delle feste sarà la basilica Don Bosco, a partire già da domenica 22 gennaio con la solenne celebrazione eucaristica delle 11:00 presieduta da Don Stefano Martoglio, vicario del Superiore mondiale dei salesiani, a cui farà seguito l’incontro con la nutrita comunità educativa pastorale.

Tra i tanti appuntamenti segnaliamo che il 24 gennaio in occasione del 400° dalla morte di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e della Congregazione Salesiana, sarà presente don Pier Fausto Frisoli, Procuratore Generale della Congregazione Salesiana. Dopo la celebrazione delle 18:00, Frisoli presenterà la lettera apostolica di Papa Francesco “Totum Amoris est”.

Dedicato alla famiglia salesiana l’appuntamento del 26 con il Postulatore per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana don Pierluigi Cameroni, che alle 19:00 condurrà l’incontro dal titolo “La bellezza del Vangelo secondo il carisma salesiano”, mentre il Rettor Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana don Andrea Bozzolo, il 27 alle 19:00, incontrerà gli universitari sul tema “Fede e cultura, un richiamo di libertà”. Entrambi gli appuntamenti saranno preceduti dalla celebrazione eucaristica.

Il 29 alle 11:00 sarà il Segretario di Stato della Santa Sede, cardinal Pietro Parolin, a celebrare l’Eucarestia in basilica. Sono stati invitati il prefetto di Roma Bruno Frattasi, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente del VII Municipio, Francesco Laddaga. Nel pomeriggio, in basilica alle 16:30, si terrà il concerto della Banda dell’Arma dei Carabinieri. A seguire il cardinal Cristobàl Lopez Romero, arcivescovo di Rabat in Marocco, presiederà la celebrazione delle 18:30.

Il 31 gennaio, giorno della solennità, si raccoglieranno in Basilica tutti i ragazzi/e delle scuole e nel pomeriggio il cardinale Robert Sarah, dopo la celebrazione delle 18.00, presiederà la processione con le insigni reliquie di san Giovanni Bosco e san Domenico Savio.

Il 3 febbraio alle 19:30, presso il Cinema Teatro Don Bosco in via Publio Valerio 63, si terrà la proiezione del film “Brado”, a seguire Kim Rossi Stuart e don Fabio Rosini, moderati da Gigi De Palo, commenteranno il film in sala. L’evento rientra nell’ambito della rassegna cinematografica CineMeet.

Genzano, per la festa di Don Bosco i giovani incontrano don Luigi Ciotti

Pubblichiamo il comunicato stampa della Casa Salesiana di Genzano sull’incontro con don Luigi Ciotti del 31 gennaio.

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Il 31 gennaio, in occasione della festa liturgica di San Giovanni Bosco, l’oratorio salesiano di Genzano, in collaborazione con la Parrocchia Santissima Trinità, il Comune di Genzano di Roma e la BCC Colli Albani, organizza un incontro per i giovani con don Luigi Ciotti. All’incontro, che si svolgerà alle ore 18 nel cinema teatro Cynthianum, parteciperanno il Vescovo della Diocesi di Albano, mons. Vincenzo Viva, il parroco don Pietro Massari, il sindaco di Genzano, Carlo Zoccolotti, Giampiero Cioffredi, delegato del presidente della Regione Lazio per la legalità e sicurezza. A dialogare con don Luigi Ciotti saranno i giovani dell’oratorio salesiano, gli Scout, i ragazzi della Polisportiva Giovanile Salesiana, dell’associazione Arcipelago e alcuni studenti delle scuole superiori di Genzano.

Nel giorno in cui la Chiesa e la Famiglia Salesiana sono in festa per la memoria di Don Bosco, far incontrare ai giovani di Genzano don Luigi Ciotti è un segno dell’impegno per richiamare il sistema educativo di Don Bosco che voleva i suoi ragazzi “buoni cristiani e onesti cittadini”.

La giustizia sociale, la lotta alle organizzazioni criminali, la tutela del bene comune e, soprattutto, la sensibilizzazione dei giovani a una cultura dell’impegno e del servizio per gli altri sono i pilastri dell’attività di Libera e di don Ciotti, ma sono anche un tratto comune con l’azione educativa e carismatica dei Salesiani.

“Ho conosciuto don Luigi Ciotti più di trent’anni fa in montagna durante un incontro di formazione di giovani preti salesiani. Mi ricordo che mi trasmise il suo grande amore a don Bosco come prete torinese. Non ho mai dimenticato il suo racconto della sua ordinazione sacerdotale dove erano presenti i tanti esclusi dalla città di Torino. Un’assemblea davvero originale che ben rappresentava il popolo delle periferie. Quanto diversa quella celebrazione da quella vissuta da noi neosacerdoti dove tutto era definito è programmato, dove l’assemblea era composta da gente per bene – spiega don Maurizio Verlezza, direttore dell’Opera salesiana di Genzano -. Da quel giorno non l’ho più perso di vista, con lui è nata una bellissima amicizia. In tutte le case in cui sono stato l’ho inviato a parlare ai giovani. Quando sono arrivato a Genzano mi sono confrontato con i responsabili dell’oratorio, ne ho parlato con il parroco, il vescovo e il sindaco. Così è nato l’incontro del 31 gennaio: sarà un’occasione unica per far dialogare i giovani e don Ciotti sulla legalità. Si tratta dell’inizio di un percorso per la formazione dei giovani alla legalità sulla stregua di don Bosco che ci vuole onesti cittadini e buoni cristiani”.

Macerata: I salesiani aprono le porte ai profughi afghani. La storia di Mustafa

Si riporta la notizia proventiente da InfoAns con la testimonianza di Mustafa, giovane afgano rifugiatosi in Italia, accolto, con la sua famiglia, dai salesiani di Macerata, riguardo alla sua fuga da Kabul con la famiglia in seguito alla presa di potere dei talebani nell’agosto 2021.

(ANS – Macerata) – “Mi piace molto l’Italia, a Macerata sto benissimo. Non voglio che il futuro dei nostri figli sia come il mio. Tutto quello che avevo è stato spazzato via. Distrutto in un attimo. Per loro mi auguro una vita tranquilla e piena di gioia”. A parlare in questo modo è Mustafa Alizada, appena 24enne, ma con un vissuto già molto travagliato: è infatti un giovane afgano rifugiatosi in Italia, accolto, con la sua famiglia, dai salesiani di Macerata.

Dai suoi occhi, sempre sorridenti e pieni di gratitudine, non si direbbe che ha vissuto l’inferno: Mustafa ne ha visti già tanti di orrori. E un pezzo di cuore è rimasto a Kabul, nel suo Afghanistan. Con la presa di potere dei talebani ad agosto 2021 è stato costretto a scappare con la sua famiglia: come tutti quelli di etnia Hazara (sciiti), perseguitati dal regime. La decisione presa in un attimo, l’unica possibile per avere una speranza di farcela: un tweet che ha salvato loro la vita e poi via, in macchina, di notte, tutti coperti per non farsi riconoscere, fino in Pakistan.

Qui ha trovato rifugio con la moglie, il figlioletto appena nato a Kabul, l’altro di 4 anni e i suoceri: 21 giorni di attesa, poi l’aereo che li ha portati in Italia e la nuova vita. Mustafa, ingegnere specializzato in costruzioni, è qui dal 2021 e ha ottenuto da poche settimane lo status di rifugiato, così come il resto della famiglia: tra un saluto e l’altro ai suoi amici dei Salesiani in viale don Bosco, dove è stato accolto e vive con moglie, figli e suoceri, trova la forza di raccontare la sua storia.

“Quando i talebani hanno preso il potere sapevamo di essere in pericolo, dovevamo lasciare il Paese il prima possibile. Tramite mia cognata e una giornalista, attiviste con Afghanistan Women’s Political Partecipation Network, è stato mandato un tweet a Maria Grazia Mazzola, giornalista Rai, che si è mossa all’istante. Doveva nascere il nostro secondo figlio, quei giorni è stato il caos, mia moglie ha partorito a Kabul e poi siamo scappati in Pakistan, abbiamo viaggiato di notte, le donne avevano scoperti solo gli occhi, avevamo paura. Dopo 21 giorni siamo partiti per l’Italia, grazie a quel tweet”. Ora Mustafa sta svolgendo il Servizio Civile con i Salesiani, si occupa delle attività dei ragazzi: a breve inizierà a lavorare in un’impresa edile.

Parte come operaio e poi, chissà, potrà aspirare a una qualifica più alta come quella che aveva nel suo Paese: spera nell’equiparazione dei titoli di studio, ci sta già provando tramite un’università online. Da quando è qui non ha mai smesso di studiare: corsi su corsi di italiano, per cercare di comunicare bene. E c’è riuscito, anche se dal farsi all’italiano non è facile.

“Ringrazio i Salesiani – dice –, che ci hanno tenuto per mano nei momenti più difficili della nostra vita, per averci dato un posto dove vivere e averci aiutato col lavoro. Per noi sono fratelli, sono amici, sono la nostra famiglia”.

“Quando sono arrivati l’anno scorso, poco prima di Natale – racconta don Francesco Galante, Direttore dell’opera di Macerata – per noi è stato un segno della Provvidenza. Immaginate di trovarvi di fronte una famiglia con un bimbo di poco più un mese. Questo ci ha fatto dare concretezza all’accoglienza, con tutta la fatica che ne consegue: andare dal medico, in questura, poi le impronte digitali, accompagnarli al supermercato con la carne halal, e così via… Allo stesso tempo, per noi è stata una lezione: ci ha insegnato a non soffocare gli ospiti riversando su di loro mille premure. Si vede che non sono migranti economici, loro sono stati strappati dalla loro terra, un giorno vivevano normalmente e il giorno dopo erano in fuga e poi accolti in un Paese con una cultura diversa, costretti a fare i conti con la solidarietà, ad essere ospiti. Ci siamo resi conto che l’accoglienza chiede di mettersi in ascolto di chi arriva”.

Prima di cominciare il Servizio Civile, “se Mustafa ci vedeva lavorare e per caso non gli chiedevamo di aiutarci, si offendeva – prosegue don Galante –. Ha tanta voglia di fare, di mettersi a disposizione. Ha fatto amicizia con tutti qui”. E, infatti, oltre che con i volontari, Mustafa e famiglia hanno socializzato con gli studenti universitari che vivono nell’appartamento accanto al loro.

Della Rete Umanitaria della società civile, fondata dalla Mazzola, fanno parte, oltre a Salesiani per il Sociale Aps, il “Gruppo Abele” di don Ciotti, l’Unione Donne in Italia, le Chiese Cristiane Evangeliche Battiste, la cooperativa “Una Città non basta”, l’associazione “Federico nel cuore”. Tramite la Rete sono stati accolti 11 nuclei familiari in Italia.

infoans.org