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La Stampa – Rinasce “Palazzo Saluzzo di Monterosso”: l’antica dimora ospiterà la scuola salesiana

Da La Stampa, di Devis Rosso.

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Negli ultimi due fine settimana la rassegna Start Mostra dell’Artigianato ha permesso a tanti saluzzesi di rimettere piede nei saloni e negli spazi di Palazzo Saluzzo di Monterosso, una delle dimore nobiliari più importanti della città, risalente alla fine del 1500. Di proprietà comunale, dal 1972 al 2012 è stato utilizzato come sede dell’istituto d’arte, per poi essere abbandonato. Ora tornerà a nuova vita, pronto ad essere ristrutturato e adeguato per diventare la sede della scuola salesiana Cnos-Fap, oggi ospitata a poche centinaia di metri, sempre nella città alta, a Palazzo Solaro di Monasterolo. Venerdì il Consiglio comunale ha approvato, all’unanimità, la convenzione per il nuovo utilizzo, che concederà l’immobile ai Salesiani per 25 anni e lunedì ci sarà l’incontro con i vertici regionali del Cnos-Fap. Il palazzo, 1.250 metri quadrati di superficie disposti su tre piani e 1.000 metri di giardino interno, si affaccia su via Santa Chiara.

L’ingresso è da cartolina. Dopo l’atrio si viene accolti da quella che, fino al 1991, era una corte interna, poi chiusa da una struttura in acciaio e vetro a formare un grande salone. Tutto intorno le stanze del pianterreno, mentre ai piani superiori gli spazi sono già suddivisi in aule. Ciò che resta oggi, accanto a grandi camere vuote, sono schegge di testimonianze del passato: muri decorati di epoca rinascimentale e qualche vecchio banco di scuola del recente passato. Nel seminterrato ci sono i vecchi laboratori dell’istituto d’arte, che potranno essere rimodulati per un uso laboratoriale della scuola professionale che, a Saluzzo, già ha attivi corsi di acconciatore, arte bianca, informatica e falegnameria. Il ramo nobiliare dei Saluzzo di Monterosso aveva un peso specifico importante nella storia della città, pur non godendo del titolo marchionale. Presente a Saluzzo fin dal tardo Medioevo, stabilì in questa zona della città alta che si affaccia verso la valle Po la sua dimora. Il primo documento catastale che identifica il palazzo risale al 1650, ma l’edificio subì diverse modifiche almeno fino al ‘700. Tra ‘800 e ‘900 i Saluzzo di Monterosso annoverano almeno un sindaco e il senatore del Regno d’Italia Cesare Saluzzo di Monterosso. La famiglia andò in decadenza nei primi decenni del secolo scorso e, negli anni ‘30, il palazzo fu venduto e trasformato in convitto. Nel 1972 l’uso a fini didattici diventando sede dell’istituto d’arte «Amleto Bertoni».

«Da alcuni anni – ha ricordato il sindaco Mauro Calderoni nel Consiglio comunale – si ragiona con i dirigenti di Cnos di possibili nuove sedi per un ampliamento delle strutture. Abbiamo già fatto un sopralluogo con loro e il fabbricato è stato ritenuto interessante. Abbiamo candidato il progetto ai bandi Pnrr e ottenuto un finanziamento. La bontà dell’intervento è riconosciuta anche dal Cnos, che ha deciso di sostenere i lavori con un co-finanziamento di 450 mila euro. Il recupero del palazzo, oltre a salvare dal depauperamento un edificio storico tutelato dalla Soprintendenza, rafforza il ruolo di Saluzzo come sede scolastica ed è un altro passo contro la desertificazione del centro storico». I lavori avranno un costo di 2,5 milioni e saranno terminati entro la fine del 2024.