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Sicilia, salesiani e laici: comunione, condivisione e corresponsabilità

Dal sito dei Salesiani di Sicilia.

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Sabato 25 febbraio si è svolto on line il terzo incontro di formazione congiunta tra sdb e laici. L’ispettoria salesiana sicula ha avviato già da qualche anno un percorso di sempre maggiore condivisione tra le due principali componenti delle proprie realtà educative pastorali.

Durante questo anno sociale, 2022 – 2023, ha definito in maniera precisa questo percorso attraverso un itinerario formativo che prevede cinque tappe. A voler essere più precisi, sei, considerando l’incontro di programmazione ispettoriale svoltosi a fine agosto a Montagna Gebbia.

Un vero e proprio spin-off, l’incontro di Montagna Gebbia, nato dalla necessità impellente di definire le modalità di realizzazione concreta del processo di Comunione, Condivisione e Corresponsabilità tra laici e salesiani nelle opere della nostra ispettoria.

Dopo i momenti iniziali di preghiera, saluto e introduzione all’incontro, siamo stati guidati in questa approfondita riflessione da Don Fabio Attard, per 12 anni Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile della Congregazione, e dal 2020 Responsabile per la Formazione Permanente dei salesiani e dei laici in Europa. Un incarico fino a quell’anno inesistente in congregazione a sottolineare quanto il processo di coinvolgimento e corresponsabilità sia importante per la stessa.

71 utenti collegati in modalità online,  per un centinaio, forse più,  di persone a seguire la presentazione in un percorso attraverso la storia degli ultimi cinquant’anni della congregazione salesiana. A partire, però, dalla necessaria riflessione sulle radici e sulle origini della missione di don Bosco. Perché se non si parte dalla lettura storica, concreta dei fatti e delle azioni del nostro Padre fondatore e di coloro che lo hanno guidato e accompagnato nella sua incondizionata disponibilità all’agire dello Spirito Santo, si rischia di commettere un errore interpretativo.

Don Bosco si è calato completamente nell’epoca storica del periodo, del territorio in cui è vissuto e della realtà ecclesiale, sociale, politica che ha incontrato. Ha sentito forte la necessità di dovere e potere accedere a tutte le risorse intellettuali e spirituali alla sua portata per poter dare risposte concrete alle necessità dei giovani poveri, emarginati e abbandonati di Torino del diciannovesimo secolo.

Lo ha fatto perché, affidandosi allo Spirito e riconoscendone l’azione, sapeva che:

… tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole. Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, […] Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra.

Per cui ha riconosciuto in ognuna delle persone che ha incontrato il suo peculiare carisma, ha condiviso con esse la propria missione, affinché essa si proiettasse nel tempo e in tutta la terra.

Rimanere saldamente connessi alle proprie radici e alla propria storia non significa però rimanere immobili in uno stato di celebrazione perpetua del passato, significa comprenderne gli avvenimenti attualizzandoli nel presente e nel posto in cui ci troviamo, mostrandoci capaci di lasciarci guidare, come fece don Bosco, dallo Spirito Santo per attualizzarne l’azione.

Nel tempo costanti sono state le precisazioni, gli inviti, le indicazioni da parte della Chiesa e della congregazione a recuperare la dimensione della comunione tra il laicato impegnato e i salesiani che operano nelle diverse realtà sui territori. Tante le esperienze avviate, nella congregazione a livello mondiale ma anche nella nostra Ispettoria, con alterne vicende, a testimonianza di impegno  e di volontà in tal senso. Un percorso sempre più intenso, in crescita, ricco di esperienze, di contributi, irto di difficoltà e di tentazioni a recedere la cui spinta propositiva ad andare avanti sembra al momento vigorosa.

Ad ulteriore testimonianza di questo percorso la creazione in ispettoria di una equipe di formazione sdb-laici realizzata a seguito delle indicazioni emerse dall’ultimo capitolo ispettoriale è inserite nel POI 2022-2026, costituita da membri laici ed sdb è impegnata da diversi mesi ad elaborare un progetto di formazione congiunta che ha come obiettivi principali proprio la realizzazione attraverso percorsi formativi, di incontro e confronto.

La riflessione di don Attard ha recuperato alle nostre memorie e al nostro bagaglio informativo e culturale la necessaria definizione del “nostro essere Chiesa”, e “del nostro servizio pastorale” che si realizza attraverso un “servizio comunitario offerto ai giovani specialmente più poveri da parte della comunità salesiana che anima e coordina la comunità educativo pastorale” che a sua volta fa riferimento al CGS20 e ai CG24 e 28, concludendo con l’invito a rileggere attentamente questi documenti.

Papa Francesco a ottobre 2021, a inizio del percorso sinodale, infine, grazie alla sua immensa capacità di sintesi utilizzando tre parole ci forniva un ulteriore strumento di lettura per muoverci in questo percorso di costruzione : Comunione – Partecipazione – Missione. La prima e la terza non possono essere realizzate se non attraverso la effettiva realizzazione di percorsi partecipativi veri.