“Sollevare dalla paura”: l’omelia del card. Bassetti al convegno CEI di Pastorale Giovanile
Il testo del Vangelo e l’omelia del Card. Bassetti durante il convegno di PG della CEI a Palermo dal 30/04 al 2/05.
Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “È un fantasma!” e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Pietro allora gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”.
Matteo 14,22-33
Questa sera abbiamo il dono di pregare in un luogo straordinario: la bellezza e la storia sembrano guardarci attraverso gli occhi di decine e decine di figure che raccontano il legame fra Dio e l’uomo. In particolare gli occhi di quel Gesù Pantocratore ci rivelano la mitezza del cuore del Padre. Sono contento di essere qui con voi che rappresentate la cura della Chiesa italiana per i bambini e i ragazzi, gli adolescenti e i giovani.
Il brano di Matteo potrebbe essere riletto in chiave di pastorale giovanile, una sorta di piccolo “romanzo di formazione”, perché questo forse sono i vangeli: l’ostinato tentativo di Gesù di “tirar grandi” o educare i suoi discepoli. Introdurre nella vita, offrendo la fiducia come lo stile con cui noi possiamo “stare al mondo”. Le cose che Gesù compie sono, innanzitutto, in chiave pedagogica: Gesù sente il compito di preparare i suoi al drammatico “dopo di lui”. C’è un “dopo di lui” per ogni uomo. La fede/fiducia che serve per non sprofondare nelle acque (nella morte, nella depressione, nel senso del fallimento…) è sempre un voler vivere con lui sapendo del “dopo di lui”. Questo episodio racconta già il dopo-Gesù. Qui, il protagonista è Pietro, ma Pietro in nome di tutti i discepoli spaventati, terrorizzati dalla morte del maestro, e l’unica domanda è: come vivere quando lui non c’è o non ci sarà più? Come si fa a vivere se si spezza il legame con la fonte? Come continuare a vivere credendo che davvero il maestro non ci ha abbandonato? Quindi, siamo davanti a un racconto di resurrezione, come spesso accade nei vangeli.