IME, a Bari il convegno su economia, legalità e società: “Necessaria la civiltà dell’amore”
“Oggi più che mai è necessario riscoprire la nostra cultura ma in un’ottica di incontro con l’altro, di sviluppo delle relazioni e di confronto”, ha detto don Giuseppe Ruppi. “Questo è ciò che come laboratorio culturale facciamo. Proprio in un quartiere come quello del Libertà di Bari, che vive pesantemente un disagio nel non riuscire a creare dialogo e incontro. Oggi è difficile trovare il confronto, c’è solo un doppio monologo di due che si rincorrono nell’affermare le proprie idee. Invece serve arrivare delle forme di formazione al dialogo e così riuscire a creare quella speranza che nasce da una visione profonda del proprio io che si relaziona con l’altro e diventa un Altro, con la a maiuscola. Per cui c’è davvero la presenza del Suo amore. E per cui bisogna mettere in pratica quello che diceva San Paolo Vi cioè la civiltà dell’amore. Questo è il contributo che noi cristiani dovremmo dare nella società, cercare di avere dialoghi che siano di speranza”.
“Se i cristiani convergono sulle necessità dei fratelli nel cercare soluzioni condivise, questo diventa un buon punto di partenza per la città che vogliamo”, ha detto invece don Francesco Preite. “Il cristianesimo non è ideologia, né filosofia. È incontro con la persona di Gesù nel volto dei fratelli. Se partiamo da questo ecco che rendiamo la fede più concreta, più solidale, più capace di accogliere, includere e supportare i bisogni dei fratelli e di cambiare la società nell’ottica dello sviluppo integrale della persona. Oggi l’economia di profitto ci sta portando alla massimizzazione dei costi e degli stessi proventi. Dobbiamo ritornare a pensare ad un’economia di relazione e non di profitto”. La comunità dei Salesiani vive nel concreto queste difficoltà. Sono l’unico presidio sociale del quartiere Libertà di Bari: “Nel concreto – conclude – questo quartiere è in piena emergenza educativa. Per questo bisogna che privati, istituzioni, parrocchie e associazioni investano e pensino insieme per intervenire sui bisogni dei fratelli, soprattutto più giovani. Serve che la società investa sulla creazione del lavoro perché esso è collaborazione alla creazione del Creato”.
“Abbiamo esigenza e urgenza, nell’ottica della Laudato Si’ e di un’ecologia integrale, di pensare a questo tema nel suo complesso. Di conseguenza mettere insieme ambiente, relazioni ed economia. Con dei circoli virtuosi che sono di un modello nuovo di sviluppo”, ha detto invece suor Alessandra Smerilli. “Le città oggi si stanno sempre più popolando, hanno bisogno di essere pensate in maniera diversa. Le città oggi, con i modelli attuali, non sono più sostenibili. Allora esiste certamente l’importanza delle relazioni al centro di tutto ma anche pensare in modo nuovo la città nella quale sempre più persone vivranno e avranno il loro futuro, considerando però anche il fatto che la popolazione della città sta diventando spopolamento per altre”. “Le città sono di fatto i luoghi che noi viviamo, in cui spendiamo la nostra vita”. “Per questo, dal locale possono nascere pratiche che poi diventano massa critica per tutti. Ed è fondamentale per questo mantenere l’importanza del lavoro nelle società. Nella Genesi, quando Dio crea il mondo, chiede all’uomo di dare un nome agli animali. Significa che la creazione non è compiuta e Dio chiede all’uomo la collaborazione all’opera di creazione. In una visione cristiana quindi il lavoro è partecipare alla trasformazione del mondo”.