ILE – “Giornata da detective” alla Statale di Milano per 80 studenti dei Salesiani di Treviglio
Si riporta la notizia pubblicata su bergamonews.it riguardo alla giornata che, gli studenti del centro salesiano “Don Bosco” di Treviglio, hanno trascorso, giovedì 10 ottobre, presso i dipartimenti di biologia e antropologia forense della Statale di Milano per conoscere meglio queste discipline universitarie. Ecco le parole di Lorenzo Mascaretti, studente del centro salesiano, che raccontano l’esperienza vissuta.
Lorenzo Mascaretti, studente del centro salesiano “Don Bosco” di Treviglio, ci racconta la “giornata da detective” che ha trascorso insieme a quasi 80 studenti di quinta superiore alla scoperta dei dipartimenti di biologia e antropologia forense della Statale di Milano.
Una giornata in università per conoscere meglio alcune discipline in precedenza appena sentite nominare. È questa la ragione per cui giovedì 10 ottobre quasi ottanta studenti di quinta, accompagnati dai docenti di scienze e di fisica, si sono recati ai Dipartimenti di Biologia (CusMiBio) e Antropologia forense (Labanof) della “Statale” di Milano, uno dei maggiori atenei italiani. Si trova nel quartiere “Città Studi”, poco lontano dal Politecnico, ed è veramente immenso. Mai nome fu azzeccato: si tratta di un grande centro culturale nella grande metropoli lombarda.
Chiaramente, ne abbiamo visitato solo una piccola parte. Divisi a gruppi, abbiamo potuto approfondire l’argomento delle biotecnologie svolgendo esperimenti che prevedevano il prelievo del DNA. Esso è particolarmente utile nella risoluzione di casi di omicidio, tanto da essere comunemente definito la “prova regina”. Attenzione, però: raramente può essere l’unico elemento per cui un imputato può essere condannato. Spesso, infatti, capita che lasci impronte sul luogo del delitto anche chi non c’entra nulla con il caso in questione.
Abbiamo, poi, ideato una storia in cui erano presenti una vittima e molti sospettati: dal DNA trovato sull’ipotetica “scena del crimine” si è quindi riusciti a risalire al presunto colpevole.
L’altra disciplina affrontata è stata l’antropologia forense, che si occupa di studiare i resti umani per verificare le cause della morte. Oltre ai resti umani, l’antropologia forense si occupa anche dell’identificazione di soggetti viventi ignoti, che risultano privi di documenti.
Dopo una breve introduzione teorica sul corpo umano e in particolare sulle caratteristiche assunte dalle ossa in casi di morte violenta, abbiamo potuto toccare con mano tibie, clavicole e femori appartenenti a persone vissute nel Medioevo e abbiamo tentato di posizionarle al posto giusto per ricostruire uno scheletro. Si è poi cercato di appurare se si trattasse di ossa maschili o femminili, di giovani o di adulti. In base ad alcune peculiarità, infatti, si riesce a risalire al sesso e all’età dei cadaveri.
Verso le 16 è terminata la giornata di approfondimento, che ci ha visto appassionarci di materie prima sconosciute o sentite citare solo in televisione.
Per molti di noi, per di più, si è trattato di un assaggio del mondo universitario, del primo incontro con una realtà che ci terrà compagnia per i prossimi anni.