I Volontari con Don Bosco festeggiano il 25mo anniversario dalla fondazione
I Volontari con Don Bosco (CDB) sono in un clima di festa. L’Istituto, che sin dalla sua nascita fa parte della Famiglia Salesiana, celebra il suo Giubileo d’Argento: 25 anni per Dio e per il mondo. Dio ha fatto grandi opere in questo Istituto a partire da quei pochi uomini che, provenienti da diverse parti del mondo, posero nelle mani di Don Egidio Viganò il loro desiderio di vivere il Battesimo nel mondo, in modo radicale, attraverso la vita consacrata e nello stile salesiano. E oggi tutto questo si sta riflettendo nell’espansione dell’Istituto in tante parti del mondo.
Il 12 settembre 1994 fu l’inizio ufficiale dell’Istituto, che si formò attorno a Don Viganò, VII Successore di Don Bosco, e ai suoi collaboratori. Nel dicembre 1993, egli incontrò a Roma i membri del gruppo e coloro che li accompagnavano. Li incontrò di nuovo l’anno successivo e decide di avviare ufficialmente il Gruppo dei “Volontari con Don Bosco” il 12 settembre 1994, Festa del Santo Nome di Maria.
Lo stesso giorno vennero redatte le Costituzioni ad experimentum e avvennero le Prime Professioni. Al tempo stesso Don Viganò, in qualità di Rettor Maggiore, riconobbe l’appartenenza del gruppo alla Famiglia Salesiana.
In vista del 25° anniversario di fondazione, il Moderatore Generale dei CDB ha invitato tutti a riflettere seriamente sulla nascita di questo carisma in cui “lo Spirito Santo si manifesta concretamente nella storia”. E lo fa in modo molto concreto attraverso Don Bosco. “Don Bosco non è lo Spirito Santo, ma Don Bosco è la manifestazione del carisma che lo Spirito Santo ha voluto suscitare nella Chiesa secondo alcune caratteristiche” ha scritto il Moderatore Generale.
Egli ricorda loro, nella sua lettera, ciò che diceva il giovane Cagliero: “Frate o non frate, io resto con Don Bosco”. Questo “restare con Don Bosco” significa accettare il carisma suscitato dallo Spirito Santo attraverso Don Bosco. “Restare con Don Bosco” non era né una frase giuridica e nemmeno religiosa, ma un’espressione di giovani entusiasti dello spirito e della missione di Don Bosco, che dicevano: “Noi siamo con lui”.
Gli istituti secolari non hanno comunità. “Ma non si è cristiani senza un grande senso di comunione. La comunione qui, oltre alla comunione cristiana con tutti, richiede particolare attenzione, simpatia, dedizione, sacrifici per ciò che riguarda l’Istituto: la comunione con i colleghi” prosegue il Moderatore Generale.
Egli sottolinea anche che “nella vostra vita, tutto diventa vago e sfumato se non c’è un’attività apostolica concreta. Il carisma di Son Bosco ha la ‘grazia dell’unità’, che unisce in modo vitale una sicura interiorità con l’attività concreta… L’attività apostolica è importante quanto la preghiera, perché la preghiera è l’anima dell’attività. E l’impegno apostolico è l’anima della preghiera. La grazia dell’unità è tra questi due poli: il polo dell’essere con lo Spirito Santo, il polo dell’essere con i giovani, con gli esseri umani di oggi e i loro problemi”.
I CDB sono un gruppo giovane e in fase di consolidamento. Attualmente ce ne sono 85, distribuiti in 27 Paesi. Nonostante il tratto specifico del riserbo, meritano di essere conosciuti come Istituto di Vita Secolare Consacrata salesiana. In questo caso si è realizzato il sogno di Don Bosco di avere persone consacrate salesiane “esterni” (come, al femminile, le Volontarie di Don Bosco): laici che si sentono chiamati a consacrarsi al Signore attraverso dei voti, rimanendo nei loro normali ambienti di vita, vivendo con spirito salesiano la radicalità del battesimo e del lavoro professionale e apostolico.