Cappella dell’opera dei Salesiani di Testaccio: la presentazione di padre Marko Ivan Rupnik

In un video, padre Marko Ivan Rupnik presenta i lavori artistici realizzati nella Cappella dell’Opera Salesiani Testaccio a Roma nel mese di ottobre 2020 da parte dell’Atelier d’Arte del Centro Aletti. Padre Rupnik, gesuita, si occupa di arte liturgica e ha eseguito numerosi mosaici in tutto il mondo.

 

XXV Giornata della vita consacrata, “Interris” intervista al vescovo salesiano Enrico dal Covolo

Riportiamo l’intervista di Giacomo Galeazzi di Interris.it a mons. Enrico Dal Covolo, vescovo salesiano.

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Alla vita consacrata le odierne emergenze pongono gravose problematiche sociali. Istanze simili a quelle affrontate oltre un secolo e mezzo fa (durante l’epidemia di colera) da San Giovanni Bosco e dalle congregazioni religiose da lui fondate”, spiega a Interris.it il vescovo salesiano monsignor Enrico dal Covolo, già rettore per due mandati (dal 2010 al 2018) della Pontificia Università Lateranense e attuale Assessore del Pontificio Comitato di Scienze Storiche.

La missione della vita consacrata

Oggi, in occasione della festa liturgica della Presentazione del Signore, ricorre la 25° Giornata della vita consacrata. “In tutto il mondo la pandemia di Covid-19 vede le consacrate e i consacrati esprimere la propria vocazione nelle diverse modalità di ciascun carisma“, osserva a Interris.it il presule salesiano. Consacrate e consacrati negli istituti religiosi, monastici, contemplativi. Negli istituti secolari e nei nuovi istituti. Membri dell’’ordo virginum, eremiti. Membri delle società di vita apostolica. Chi sono i consacrati? “Persone che sono esperte di comunione e ne praticano la spiritualità”, rispose Giovanni Paolo II. “Artefici di fraternità universale. Custodi della casa comune. Della terra e di ogni creatura”, precisa Francesco.  E’ la Chiesa-comunione che si ispira a San Francesco, “fondatore e ispiratore di tanti istituti di vita consacrata”, secondo la definizione della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.

Come nel Padre nostro

Per la Giornata della vita consacrata il Papa ricorda che “siamo tutti fratelli e sorelle“. Una fraternità messa nero su bianco nella preghiera del Padre nostro. Ma “senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possono essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità“. Così in ogni forma di vita consacrata affiorano le radici della profezia e la chiamata dello Spirito Santo.

La realtà interpella i consacrati

Il vescovo Enrico dal Covolo, da insigne teologo e studioso di patristica, inquadra i carismi dei consacrati nella storia e nella dottrina. “Di volta in volta è la situazione stessa a interpellare le congregazioni e gli istituti religiosi– chiarisce monsignor Enrico dal Covolo a Interris.it-. Come dimostra la pandemia di Covid, continue trasformazioni e molteplici crisi si affacciano al mondo. Ciò suscita nelle consacrate e nei consacrati risposte in linea con il loro specifico carisma. Per esempio noi salesiani cerchiamo di rispondere alle esigenze della società dal punto di vista educativo”.

La lezione di Don Bosco

“La nostra risposta educativa alle urgenze della crisi Covid si ispira alla prospettiva formativa ed evangelizzatrice di Don Bosco- puntualizza l’Assessore del Pontificio Comitato di Scienze Storiche-. Ci rendiamo conto che i giovani sono duramente colpiti dalla situazione determinata dalla pandemia. A confermarcelo sono gli psicologi e gli studi condotti sui ragazzi a partire dalle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria. Da qui il nostro impegno a fornire strumenti e occasioni per superare questa condizione di diffuso disagio secondo l’amorevolezza insegnata dal nostro fondatore Don Bosco”.

Fede e carità nella vita consacrata

“Nella vita consacrata fede e carità sono inseparabilmente collegate– sostiene il vescovo salesiano-. Se così non fosse, la preghiera sarebbe una fuga dalla realtà. E la carità diventerebbe impegno sociologico. E invece nelle consacrate e nei consacrati la solidarietà concreta è sostenuta dalla preghiera e ha sempre una natura profondamente religiosa“. Il modello è quello indicato da Papa Francesco lo scorso 15 ottobre lanciando il patto educativo. “Tutte le istituzioni che si occupano di formare i ragazzi sono esortate a condividere valori– analizza il presule-.- E’ anche la strada per prendersi cura delle nuove generazioni in tempo di pandemia. Così possiamo educare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità. E realizzare la cultura dell’incontro che può condurci fuori dal tunnel della crisi Covid“.

 

Convocata l’VIII Assemblea Generale IUS

Fissato l’appuntamento della VIII Assemblea Generale delle Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore (IUS): dal 13 al 19 luglio 2021 si terrà presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Un’occasione per ripensare anche alle sfide emerse dal contesto dell’emergenza sanitaria che sta rimodellando la società e la vita dei giovani. Di seguito l’articolo oggi pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

In occasione della festa di Don Bosco, domenica 31 gennaio, don Marcelo Farfan, Coordinatore Generale delle Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore (IUS), ha convocato l’VIII Assemblea Generale delle IUS, che si terrà dal 13 al 19 luglio 2021 presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma.

La decisione di tenere l’Assemblea in un contesto ancora segnato dagli effetti della pandemia di Covid-19 vuole essere un segno di speranza per le comunità educative salesiane di educazione superiore, nella misura in cui permetterà ai diversi membri di incontrarsi, condividere opinioni e rinnovare insieme le scelte in favore della vita dei giovani.

L’obiettivo proprio dell’assemblea sarà riflettere e programmare il processo delle IUS in modo che siano sempre più fedeli alla loro identità come settore della missione salesiana nel mondo.

L’Assemblea dovrebbe offrire risultati concreti quali la definizione delle politiche e del programma comune per il periodo 2021-2025, l’approvazione del documento sugli “Orientamenti per una pastorale nelle IUS” e l’elezione delle équipe di coordinamento continentale e regionale per i prossimi anni.

La partecipazione all’Assemblea Generale è un diritto e una responsabilità degli Ispettori e dei Rettori e/o Direttori dello IUS, perché durante l’Assemblea si stabiliscono insieme gli orientamenti e le linee di lavoro che guidano lo sviluppo della presenza salesiana nelle istituzioni di educazione superiore per gli anni successivi.

Durante l’Assemblea è prevista la presenza del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, del Consigliere per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel García Morcuende, e dei Consiglieri Regionali che nelle loro regioni di pertinenza accolgono delle IUS.

“L’Assemblea sarà certamente un’occasione per ripensare le nostre istituzioni non solo a partire dalle sfide della Capitolo Generale 28° della Congregazione, ma anche dal contesto post-pandemico che sta rimodellando la società e influenzando la vita dei giovani, soprattutto dei più poveri” conclude don Farfán.

Tutte le informazioni in merito all’VIII Assemblea Generale IUS possono essere trovate sul sito.

IUS SDB
Info ANS

“Un padre, una famiglia”: un libro sulla solidarietà salesiana in tempi di pandemia

Nel giorno della festa di San Giovanni Bosco, il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, ha presentato ufficialmente il libro “Un padre, una famiglia” che racconta il grande lavoro svolto da ciascuna realtà salesiana nel mondo in questo periodo storico di pandemia.

L’opera offre molte immagini di ciò che è successo, specialmente nel corso dei primi sei mesi, con foto e racconti dei membri della Famiglia Salesiana in azione nel dare un aiuto concreto durante l’emergenza sanitaria in corso: distribuendo cibo, mascherine e articoli sanitari, garantendo la continuità dell’educazione con l’uso delle ultime tecnologie disponibili e dando anche un sostegno psicologico, spirituale e religioso ai giovani e alle famiglie.

“Questo non è il momento di stare con le mani in mano e aspettare che la crisi passi; è il momento di rimboccarsi le maniche, uscire e fare tutto il possibile per aiutare chi ha bisogno. Dobbiamo prenderci cura di noi stessi, ma non chiuderci in noi stessi”.

Rettor Maggiore – don Ángel Fernández Artime

Attualmente possono essere ordinate, presso il Settore per le Missioni Salesiane, le copie del libro in inglese, al costo di 10 euro più spese di spedizione. Le traduzioni in italiano e spagnolo sono invece in via di preparazione.

Per ulteriori informazioni, scrivere a: mcgeorge@sdb.org 

Info ANS

“I giovani non sono tutti uguali, sono tutti unici”: campagna mondiale e spot dei Salesiani di Don Bosco “Limited Edition”

Dall’agenzia di stampa salesiana ANS, il lancio della campagna mondiale dei Salesiani.

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(ANS – Roma) – Ieri, 31 gennaio 2021, in occasione della Festa di Don Bosco, i Salesiani hanno diffuso nel mondo lo spot televisivo “Limited edition”. Attraverso di esso intendono presentare la missione educativa che svolgono quotidianamente accanto ai giovani, dai bisogni e le geografie più disparate, impegnando tempo e forze per valorizzare l’autenticità di ognuno di essi: unico, irripetibile, esclusivo. Perché “i giovani non sono tutti uguali, sono tutti unici”, come sottolinea il claim finale al video.

Lo spot dura 30 secondi e presenta in chiave divulgativa il carisma educativo, che anima ancora oggi, dopo 133 anni dalla morte del Fondatore, la missione giovanile.  Tradotto in 9 lingue (Italiano, albanese, arabo, francese, inglese, spagnolo, portoghese, tedesco, slovacco) è trasmesso dalle emittenti televisive di ogni Paese in cui Salesiani operano e dai canali di comunicazione ufficiali di questi ultimi, e rappresenta il lancio della campagna di sensibilizzazione alla “Limited edition”, fortemente voluta dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e coordinata dall’Economato Generale, guidato dall’Economo Generale, sig. Jean Paul Muller, SDB.

In una recente intervista a Famiglia Cristiana, Don Á.F. Artime, ha affermato: “Certamente il nostro marchio d’identità sono i giovani, la loro educazione, la formazione dei bambini, degli adolescenti. Tutto il resto, oratorio, scuole, licei o centri di formazione professionale, case di accoglienza per i ragazzi immigrati, parrocchie, centri giovanili, istituzioni universitarie, sono mezzi finalizzati a uno scopo: preparare le giovani generazioni alla vita. Il nostro metodo educativo continua a essere quello di don Bosco: il sistema preventivo, che è molto più di una pedagogia”.

Finalità di questa campagna è quella di costruire e veicolare l’identità digitale della Congregazione Salesiana, creando una brand awareness (consapevolezza istituzionale) efficace e facilmente riconoscibile sulle singole piattaforme.

Alla luce di un’attenta valutazione delle diverse presenze e dei diversi target sulle varie reti sociali, la campagna coinvolgerà nelle settimane seguenti direttamente i ragazzi sulle reti sociali da loro più amate e utilizzate, per portare a tutti il valore dell’unicità di ogni singolo giovane e, in un ambiente di dialogo e confronto, rendere ciascun giovane portavoce di quest’unicità.

Al tempo stesso, lo spot e la campagna costituiscono anche l’occasione per i Salesiani per raggiungere il mondo dei giovani adulti, degli adulti e dei genitori per essere riconosciuti come agenzia educativa che opera al loro fianco per la crescita dei giovani.

I Salesiani nel mondo sono la più grande organizzazione educativa dedicata alla formazione e all’evangelizzazione giovanile. Fondati da San Giovanni Bosco, un santo educatore italiano dell’Ottocento, sono presenti in 134 paesi con 1.802 Istituti Salesiani caratterizzati da oratori, scuole e Centri di Formazione Professionale.

Lo spot è disponibile, nei diversi canali linguistici, su ANSChannel.

Il saluto del Presidente Sassoli all’incontro “Next Generation Edu”

In occasione dell’incontro online organizzato da Don Bosco InternationalNext Generation Edu. L’EDUCAZIONE PER IL FUTURO DELL’EUROPA” svoltosi venerdì scorso, 29 gennaio 2021,  ha preso parte ai saluti iniziali David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo.

Stiamo vivendo un tempo di grandi sfide. La pandemia ha sconvolto le nostre vite. In questo momento è necessario fissare bene gli obiettivi, lavorare insieme con grande senso di responsabilità. Lo abbiamo detto più volte: l’Europa che uscirà da questa emergenza non potrà più essere la stessa ma dovrà dar prova di coraggio, guardare al futuro, alle prossime generazioni con rinnovato ottimismo e molta fiducia. Per questa ragione credo fortemente che l’educazione e la formazione siano due elementi essenziali per favori la comprensione reciproca, per accrescere nuove competenze, la capacità di interpretare la rapidità delle trasformazioni delle nostre società. Ma come ci insegna San Giovanni Bosco “educare” è anche “cosa di cuore”.

(David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo)

Di seguito il video:

Don Bosco International

Il restauro delle vesti di Don Bosco da parte delle Benedettine dell’Isola San Giulio

In occasione della festa di don Giovanni Bosco, la Comunità monastica delle suore benedettine dell’Abbazia Mater Ecclesiae dell’Isola San Giulio (Lago d’Orta) dedica un articolo Santo, portando in luce il restauro delle vesti di Don Bosco eseguite dal laboratorio di “Restauro Tessili Antichi” del monastero stesso. Correlata alla notizia, un video di presentazione delle reliquie e del lavoro svolto.

Restauro delle vesti di Don Bosco
Gennaio 31, 2021

La bella coincidenza della festa di don Bosco con quella di san Giulio e la comunione con la realtà salesiana della nostra diocesi, ci rendono cara la figura del santo sacerdote Giovanni Bosco.

Il nostro Laboratorio di Restauro Tessili Antichi ha avuto la gioia di poter restaurare alcune vesti e accessori di don Bosco, in occasione dell’apertura del Museo “Casa don Bosco” a Valdocco, Torino. Con questo piccolo video desideriamo presentarvi le reliquie e il lavoro svolto. A lui affidiamo i nostri cammini, e accogliamo ancora oggi l’invito che faceva ai suoi ragazzi in tempo di peste: affidarsi in tutto alla Divina Provvidenza e alla Vergine Maria Ausiliatrice.

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Festa Don Bosco, salesiani: la Fratellanza spalanca il cuore dei giovani

Riportiamo l’intervista realizzata da Radio Vaticana al Rettor Maggiore in occasione della Festa di Don Bosco.

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Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

Tutto pronto a Torino per le celebrazioni che porteranno a domenica 31 gennaio, festa di San Giovanni Bosco, quest’anno anche in diretta Tv per quanti, in ragione dell’emergenza sanitaria non potranno raggiungere le Chiese per le Messe. A Torino punto di riferimento sarà la Basilica di Maria Ausiliatrice, alle 9.30, dove a presiedere sarà l’arcivescovo Cesare Nosiglia, e a Roma la Basilica del Sacro Cuore di Gesù dove il Rettor Maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime, celebrerà la Messa. A lui abbiamo chiesto di guardare il mondo di oggi con gli occhi di Don Bosco, “padre e maestro della gioventù”, e di riflettere su temi forti quali la fratellanza, l’educazione, i giovani e la sfida della pandemia che ha travolto anche le opere salesiane presenti in 132 Paesi di 5 continenti. Oltre 100 i religiosi morti, eppure anche da questo, come chiede pure il Papa, ne è nata un’esperienza dai tratti tipicamente salesiani: creatività, vicinanza e sorriso.

Come la realtà di oggi interpella la spiritualità salesiana? Con quali priorità nella crisi economica, nell’isolamento creato dalla pandemia, nelle nuove forme di comunicazione anche religiosa, si muovono i salesiani?

R. – In quest’anno trascorso abbiamo cercato di rispondere alla realtà che ci si è presentata, ispirandoci innanzitutto al nostro carisma, a partire dal garantire la nostra presenza, certo con le regole che oggi dobbiamo rispettare e responsabilmente. Ho detto sempre ai sacerdoti, in questo tempo, che nulla poteva costringerci alle chiusure, non potevamo cioè rinunciare alla creatività e ad essere vicini alle famiglie dei nostri ragazzi. Quindi vicinanza, attraverso iniziative concrete rivolte alle persone più in difficoltà. E in secondo luogo, come sempre accade all’inizio dell’anno, ci siamo dati un orientamento: per il 2021 è “Mossi dalla speranza”. Dunque, anche sorretti dalla guida di Papa Francesco, dalle sue parole, vogliamo puntare alla speranza, altrimenti la vita perde la sua dinamica e la sua aderenza alla realtà.

La vostra presenza missionaria nel mondo è filo che tesse ovunque fraternità e carità, qualcosa di molto vicino al tema chiave di Francesco “Fratellanza” la parola chiave. Questo è stato l’anno della enciclica “Fratelli tutti” e tra poco saranno due anni dalla Dichiarazione di Abu Dhabi. Che valore date, come figli di Don Bosco, alla parola “Fratellanza”?

R. – Potete immaginare la nostra condivisione e l’adesione con tutto il cuore al magistero del Papa, sia per la sua freschezza pastorale sia perché è nella tradizione salesiana di Don Bosco essere sempre di sostegno al Papa, a tutti i Papi. Ecco, è nel solco di questa sintonia che abbiamo preso a cuore la proposta della Fratellanza. Per noi la “fratellanza” è la grande porta che ci apre il cuore e che permette, nei nostri spazi educativi, di seminare amicizia, di avere rapporti di grande rispetto e accoglienza – qualità primarie del nostro carisma – ma è anche ciò che ci permette di cercare sempre, come educatori, la giustizia. Per noi “fratellanza” è espressione di solidarietà e carità, è poter dire al cuore dei giovani che un mondo migliore è possibile, un mondo più giusto non è un’utopia. Noi crediamo che giorno dopo giorno possiamo costruirlo. E allora, facciamo proprio il termine “fratellanza” e lo plasmiamo traducendolo in senso educativo e questo prende forma ovunque, e ha successo anche là dove i cattolici sono una minoranza, perchè non è un discorso solo religioso.

I giovani e l’educazione, campo per eccellenza dei salesiani. Che lettura dare al disagio che registriamo in questi mesi: dalle resse per strada in tempi di lockdown, alle giovanissime vittime dei videogames e dei social ormai nuovi compagni di vita, fino ai femminicidi che arrivano a coinvolgere gli adolescenti in modo anche brutale?

R. – Una domanda che mi fa veramente molto molto piacere, perchè la realtà che ci sta intorno effettivamente mi colpisce. Sapere di ragazzi vittime di videogiochi, anzi schiavi della rete oppure violenti anche se giovanissimi. Vedo tante situazioni di rischio che mi ricordano la Torino di Don Bosco, anche se con elementi culturali differenti. Dunque quale aiuto, quale risposta dare? Uno dei tratti caratteristici dell’educare con occhi salesiani è la vicinanza alle famiglie, spesso spezzate, e la vicinanza ai ragazzi là dove si trovano, nel loro mondo. Essere presenza educativa in mezzo a loro, una presenza educativa amichevole, proprio come ha fatto Don Bosco a Valdocco andando per le strade e facendosi amico dei ragazzi e poi offrendo loro attività che li coinvolgessero nell’aiuto ai poveri. Importante è coinvolgere soprattutto i ragazzi che non sanno cosa fare della loro vita, che non hanno chiaro il loro cammino: si tratta di offrire loro attività per i poveri, attività che li mettano in collegamento con realtà di amicizia e di comunità, come può essere un oratorio o un centro giovanile. Lo sperimento ogni giorno qui a Roma dove mi trovo.  In una delle prime case di Don Bosco, al Sacro Cuore di Gesù, ci sono tanti giovani, ragazzi e ragazze, che la sera escono per andare a portare cibo, panini, coperte e assistenza umana a chi è in strada. Bene,  la cosa che imparo è questa : quando offriamo ai ragazzi ideali alti e iniziative belle, si apre per loro un mondo così interessante e speciale che fa in modo che altri cammini non siano più possibili. Fare loro proposte positive dunque, quando tutto intorno vivono solo esperienze negative.

L’educazione è un tema centrale anche per il Papa che ha ideato il ” Patto globale per l’educazione”, ma lo è pure per l’Europa, tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Quale il contributo che i Salesiani possono dare a questo progetto dalle buone pratiche che nel mondo sperimentate anche in contesti difficilissimi?

R. – Vi rispondo umilmente, portandovi il nostro piccolo contributo. Riteniamo, e questa è una verità indiscutibile, che lo strumento più efficace che c’è oggi nel mondo sia l’educazione. Essa è il grande investimento delle nazioni e dei popoli, che garantisce una società migliore e più solida. E lo dico a voce alta e forte. Come famiglia salesiana, crediamo nello strumento dell’educazione e aderiamo pienamente al “Patto educativo globale” lanciato dal Papa, che propone un nuovo sguardo, propone un’apertura agli altri che è l’esatto contrario di quanto vediamo oggi. Il Patto propone un nuovo modo di pensare e di pensarci: seminare questo oggi significa raccogliere frutti nel futuro. Il Patto guarda tantissimo ai rapporti umani e li mette al centro, e questo non si può perdere. Una Europa che ragiona solo in termini economici prima o poi avrà grossi problemi. Una Europa che invece mette diritti e rapporti umani di qualità al centro, raccoglierà frutti in termini di garanzie, democrazia , umanità e rispetto. Di nuovo cito Don Bosco che, quando andava a chiedere aiuto per fare scuola e dare da mangiare ai suoi ragazzi, diceva ai cittadini di Torino: “Se non aiutate oggi questi ragazzi, domani saranno loro che arriveranno a chiedervi con la forza i soldi, minacciandovi”. Certo è un’espressione plastica, ma vuol dire che la formazione è un modo di garantire un’altra realtà, più giusta e migliore, e penso che lo sappiamo tutti. Per questo dico che l’adesione al Patto educativo voluto dal Papa mi sembra una brillantissima idea e un’opportunità molto interessante a cui noi aderiamo pienamente.

In questo tempo di pandemia che ha colpito anche la famiglia salesiana come il resto del mondo, il Papa non ci ha fatto mai mancare le sue parole di guida e il suo sguardo interpretativo. Che valore date al magistero Pontificio in questo contesto così drammatico e come lo state vivendo?

R. -In questo tempo di pandemia, posso dire che, anche noi, siamo stati molto colpiti nelle missioni che abbiamo nel mondo. Una tragedia ci ha investito senza fare distinzioni. Come famiglia di Don Bosco abbiamo perso finora 102 salesiani, specie in Europa e in America e non si tratta solo di anziani. Tante volte abbiamo perso giovani confratelli pieni di gioia e forza di vita pastorale. Dunque è una realtà per noi molto dolorosa, come lo è per le famiglie che hanno pianto i loro cari tanto amati e che ora vivono in difficoltà economiche grandissime. Il magistero del Papa in questo ci è di guida: è la guida più autorevole e ascoltata. Dunque pandemia per noi è stato dolore, ma anche una spinta a camminare cercando la luce nell’oscurità Un tempo di creatività educativa, è stato tempo di vicinanza ai più colpiti. Solidarietà e carità sono state messe in atto in modo tangibile. Ci siamo detti infatti sin dall’inizio: come possiamo rispondere al Covid in modo salesiano? E allora abbiamo condiviso tante esperienze e servizi per chi ha meno e ne sono nate cose bellissime. In particolare da tutto il mondo siamo riusciti a raccogliere 9 milioni di euro da distribuire in 63 nazioni con 143 piccoli progetti di sostegno a realtà locali. Ecco, questo è stato un modo semplice per dire: non pensiamo solo a noi stessi ed alla nostra salute, ma, come faceva Don Bosco quando scendeva in strada a cercare i ragazzi da soccorrere, rispondiamo con la stessa forza. E allora creatività e coraggio! Questo è oggi il nostro contributo.

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“Buonanotte” del Rettor Maggiore al termine della sessione plenaria invernale del Consiglio Generale

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – Si conclude oggi, 28 gennaio, la sessione plenaria invernale del Consiglio Generale. E come da tradizione, in vista della chiusura, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha condiviso ieri con la comunità della Sede Centrale Salesiana i lavori sostenuti, offrendo il suo pensiero della “Buonanotte”.

Durante le 34 sessioni di lavoro, realizzate in presenza e nel pieno rispetto delle misure di sicurezza, il Rettor Maggiore e il suo Consiglio hanno provveduto a nominare sei Superiori: gli Ispettori delle Antille, di India-Bangalore e India-Nuova Delhi, Filippine Sud-Pakistan e Vietnam-Mongolia e il Superiore della Visitatoria del Myanmar.

Altre nomine hanno riguardato 33 Consiglieri ispettoriali, 58 Direttori e quattro Maestri dei Novizi – in quest’ultimo caso alcune nomine sono divenute impellenti perché, a motivo della pandemia, alcuni novizi non potevano uscire dal proprio Paese.

Sono state erette canonicamente cinque case e ne sono state aperte due, a fronte di tre chiusure (due case canonicamente erette e una presenza).

Tra le altre attività tradizionali delle riunioni plenarie del Consiglio, è stato studiato un Capitolo ispettoriale: quello dell’Ispettoria di India-Nuova Delhi.

Tutti questi lavori di “ordinaria amministrazione”, sono stati sempre accompagnati da tempi opportunamente dedicati “al discernimento e alla serena riflessione”, ha sottolineato il Rettor Maggiore.

Sono stati distribuiti, inoltre, i fondi alle diverse Ispettorie, con una particolare attenzione al sostegno delle case di formazione, per accompagnare la crescita delle vocazioni salesiane. In tal senso Don Á.F. Artime ha reso noto dei dati incoraggianti: oggi sono 3.200 i Figli di Don Bosco nelle varie tappe della formazione iniziale. “Su quattro salesiani, tre sono professi perpetui e uno è ancora professo temporaneo o perpetuo, ma in attesa di essere ordinato sacerdote” ha spiegato.

Un altro tema che ha richiesto attenzione e dedizione è stato l’elaborazione del “Direttorio del Consiglio Generale”, un vademecum atto ad indicare come gestire i lavori e i rapporti tra i membri del Consilio Generale e tra questi e le Ispettorie, i Settori, gli uffici centrali…

Dal Dicastero per la Pastorale Giovanile sono state condivise due riflessioni: una a conclusione del lungo lavoro realizzato negli ultimi anni sul tema Pastorale Giovanile e Famiglia, l’altra sulle opere salesiane a gestione laicale.

Il Dicastero per la Formazione, da parte sua, ha portato in Consiglio il tema dell’accompagnamento spirituale salesiano in rapporto alle diverse tappe formative.

Mentre dal Dicastero per le Missioni l’attenzione è stata posta sulla preparazione dei missionari, soprattutto in quest’epoca in cui gli spostamenti sono molto difficoltosi.

Il Rettor Maggiore ha concluso il suo pensiero rivolgendo il suo “grazie sincero e di cuore” a tutti i membri della comunità salesiana per il loro servizio generoso.

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“Rallegratevi sempre nel Signore”: il Rettor Maggiore scrive ai giovani del MGS per la festa di Don Bosco

In occasione della Festa di Don Bosco, il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime, ha scritto una lettera ai giovani del MGS:

Miei cari giovani, la gioia è un elemento centrale nella vita di un cristiano.

A ciascuno di voi, nei cinque continenti, giunga il mio affettuoso saluto: a voi giovani del “mondo salesiano” e a tutti i giovani che riceveranno questo messaggio attraverso di voi.

Nell’art. 17 delle Costituzioni dei Salesiani di Don Bosco, intitolato “Ottimismo e gioia”, leggiamo: «Poiché annuncia la Buona Novella, [il salesiano) è sempre lieto. Diffonde questa gioia e sa educare alla letizia della vita cristiana e al senso della festa». Sono sicuro che questa è una regola di vita per noi salesiani e per tutti i membri della nostra Famiglia salesiana: è qualcosa di bello, che appartiene alla nostra identità carismatica. E quanto vorrei che fosse così anche nella vostra vita, cari giovani!

Voglio parlarvi di questa gioia profonda, che nasce da Dio e dall’essere radicati in Lui. Infatti, la nostra vocazione cristiana ha anche la missione di portare gioia nel mondo: quella gioia profonda e autentica che dura nel tempo perché viene da Dio. Sono convinto che voi e molti altri giovani come voi desiderano (e a volte hanno bisogno) di sentire che il messaggio cristiano è un messaggio di gioia e di speranza.

Miei cari giovani, il nostro cuore è fatto per la gioia e per vivere con speranza. È un carattere con cui nasciamo, intimamente inciso nel profondo del cuore di ogni persona; si tratta di una gioia autentica, non passeggera, ma profonda e piena, che dà “sapore” all’esistenza. Voi giovani, che «siete l’adesso di Dio», come vi ha detto Papa Francesco‘, state vivendo una tappa della vostra esistenza che si distingue per la scoperta della vita, di voi stessi e delle vostre relazioni con gli altri. Voi guardate al futuro e avete dei sogni. Il vostro desiderio di felicità, amicizia e amore è forte. Vi piace condividere, avere ideali e disegnare progetti. Tutto questo fa parte della giovinezza. Non sto dicendo che tutti i giovani vivono in questo modo. Ci sono, purtroppo, giovani che sono molto lontani dal sognare una tale giovinezza, ma non devono né possono rinunciarvi. D’altra parte, la vita è spesso accompagnata dai doni che Dio nostro Padre continuamente ci offre in essa: la gioia di vivere, di essere sani, di godere della bellezza della natura. La gioia dell’amicizia e dell’amore autentico, del lavoro ben fatto, che produce stanchezza, ma che dà sempre anche tanta soddisfazione. La gioia di una bella atmosfera familiare – anche se non tutti voi sperimentate questo nella vostra vita; la gioia di sentirsi compresi e di servire gli altri.

È bello riconoscersi in questa realtà, cari giovani, e scoprire che tutto ciò non è frutto del caso, ma è voluto da Dio per ognuno di noi, per ognuno di voi, perché Dio è la fonte della vera gioia, questa gioia ha la sua origine in Lui. È bello scoprire nella vita che siamo accettati, accolti e amati da Dio. É bello che possiate sentire nel profondo del vostro cuore che siete personalmente amati da Dio. È commovente per un giovane poter dire a se stesso questa grande verità: «Dio mi ama, e mi ama incondizionatamente, in un modo unico e personale». E la grande prova di questo Amore è l’incontro con suo figlio Gesù Cristo: in Lui troviamo la gioia che cerchiamo. L’incontro autentico e vero con Gesù fa nascere sempre in tutti una grande gioia interiore.

Mentre scrivo questo, penso a voi, cari giovani di altre religioni che, forse, non riuscite a percepire nella vostra esperienza personale ciò di cui parlo in riferimento a Gesù, anche se capite le mie parole. Tuttavia, potete vivere questa esperienza personale e intima, qualunque sia la vostra religione: Dio vi ama, e vi ama profondamente, perché appartiene all’essenza di Dio amare immensamente tutto ciò che ha creato. E in tutto questo ci siete voi, ci sono io, c’è ognuno di noi, ognuno di voi, miei cari giovani.

Giovani amati da Dio, in qualunque parte del mondo, qualunque sia la vostra religione, aprite il cuore a Dio, scoprite che Dio è una presenza nella vostra vita, che è fedele e non vi abbandonerà mai. Possiamo sempre incontrarlo nella Sua Parola: «Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore» (Ger 15,16). Ascoltate la voce di Dio e la Sua Parola e avrete tante risposte a ciò che portate nel vostro cuore e nei vostri pensieri.

Come Don Bosco, Padre e Maestro della Gioventù del mondo, desidero rivolgervi l’invito, a suo nome, ad avere il coraggio di non allontanarvi mai da Dio, di scegliere Lui in ogni momento della vostra vita con generosità, senza accontentarvi di dare il minimo, ma impegnandovi a dare il meglio che ognuno ha nel cuore. La vostra vita, cari giovani, è preziosa, e qualunque sia la vocazione alla quale Dio vi chiama, è una vita che vale la pena vivere nel dono di sé, nel servizio e nell’amore per gli altri. Come dice Papa Francesco: «Cari giovani, voi non avete prezzo! Non siete pezzi da vendere all’asta! Per favore, non lasciatevi comprare, non lasciatevi sedurre, non lasciatevi schiavizzare dalle colonizzazioni ideologiche che ci mettono strane idee in testa e alla fine diventiamo schiavi, dipendenti, falliti nella vita. Voi non avete prezzo […]. Innamoratevi di questa libertà, che è quella che offre Gesù»2. Mi permetto anche farvi l’invito di avere il coraggio di vivere le Beatitudine che Gesù ci propone nel Vangelo. Sono una bellissima maniera di vivere il Vangelo con “volti’ e maniere diverse che conducono alla felicità in Cristo.

Imitando Don Bosco, voglio proporvi, come ho scritto nella Strenna di quest’anno, di essere entusiasti, di vivere la vita come una festa e la fede come felicità. Don Bosco l’ha proposto a se stesso e l’ha fatto diventare realtà con i suoi ragazzi a Valdocco. Oggi quel Valdocco della festa e della gioia può essere ciascuno dei luoghi e delle case salesiane o non salesiane dove vi trovate. Vi chiedo di diventare ed essere missionari della gioia, perché siete discepoli-missionari di Gesù.

Dite ai vostri amici e agli altri giovani che avete trovato questo tesoro prezioso, che è Gesù stesso. Contagiate gli altri con la gioia e con la speranza che nasce dalla fede. Siate missionari per altri giovani, come proponeva Don Bosco ai suoi ragazzi di Valdocco, portando a chi non sta bene, a chi soffre, ai più poveri, a chi “non ha opportunità”, la gioia che Gesù vuole offrire a tutti. Portate questa stessa gioia nelle vostre famiglie, nelle vostre scuole o università; parlatene nei vostri posti di lavoro e tra i vostri amici. Vedrete che, se quella gioia che avete nel cuore viene da Dio, diventerà veramente contagiosa, meravigliosamente contagiosa perché generatrice di vita.

Non vi sembra che, dopo quello che ho appena detto, sia facile capire quello che diceva Domenico Savio a Valdocco: «Noi facciamo consistere la santità nell’essere sempre allegri»?

Maria, Madre e Ausiliatrice, accompagni tutti noi in questo viaggio. Lei ha accolto il Signore dentro di sé e lo ha annunciato con un canto di lode e di gioia: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1,46-47).

Qual è la gioia che risuona oggi nel vostro cuore, miei cari giovani? Che possiate essere felici qui e nell’eternità, come diceva Don Bosco! Vi benedico e vi saluto con vero e profondo affetto,

Don Ángel Fernández Artime

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