Roma, Borgo Ragazzi Don Bosco – L’importanza del lavoro condiviso

Il Borgo Ragazzi don Bosco entra nel vivo del Progetto Erasmus+ KA153 Mobility of Youth Workers chiamato: 𝗥𝗲𝗮𝗰𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗬𝗼𝘂𝘁𝗵/ *𝗔𝗹𝗰𝗮𝗻𝘇𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗮 𝗹𝗮 𝗝𝘂𝘃𝗲𝗻𝘁𝘂𝗱, realizzato in collaborazione con Fondazione Pinardi grazie ai fondi della Comunità Europea destinati alla formazione di giovani ed educatori. In particolare, questo progetto fa parte dell’area giovani del programma Erasmus+, rivolto a tutti quegli enti che sviluppano un intervento di apprendimento non formale con lo scopo di promuovere il miglioramento della qualità del lavoro, attraverso la cooperazione tra entità e lo sviluppo di capacità promosse da queste opportunità di mobilità. D’altro canto, è in linea con l’obiettivo principale della strategia Europa 2020 in materia di istruzione, che consiste nel ridurre l’abbandono scolastico a meno del 10% e nell’aumentare il numero di laureati nell’istruzione superiore ad almeno il 40% entro il 2020.

Con questo progetto, quindi, i professionisti del team socio-educativo potranno beneficiare grazie allo scambio di esperienze che permetterà loro di intervenire in modo più efficace con i giovani coinvolti.

Fondazione Pinardi, dal 2001, incarna l’impegno dei Salesiani di Don Bosco con i giovani vulnerabili della Comunità di Madrid. E condivide con il Borgo Ragazzi don Bosco la stessa identica mission.

Il progetto, nato dalla fusione delle competenze appartenente ai due enti, ha l’intento di migliorare la qualità e l’impatto del lavoro svolto in ambito socio-educativo svolto quotidianamente dagli educatori italiani e spagnoli, in modo particolare quando si rivolgono ai giovani a rischio di esclusione sociale.

Tenendo conto delle nuove sfide educative, derivanti non solo da questo periodo storico ma anche dalle tante diversità (sociali, economiche e culturali) dei ragazzi accolti, Fondazione Pinardi e Borgo don Bosco hanno manifestato una forte motivazione a conoscere altre realtà per valorizzare non solo lo scambio tra educatori ma soprattutto per confrontarsi sul modo di lavorare, sulla metodologia e sugli strumenti utilizzati da altre entità per offrire modalità di accoglienza e formazione adeguate per rispondere ai bisogni dei giovani e dei loro educatori.

Nello specifico, il progetto si prefigge di:

  • promuovere lo sviluppo professionale dei partecipanti ovvero conoscere una nuova metodologia di intervento con i giovani a rischio di esclusione sociale attraverso l’esperienza condivisa, le visite a progetti simili e lo scambio di buone pratiche con altri professionisti;
  • valorizzare le competenze tecniche e personali relative al lavoro svolto con i giovani a rischio di esclusione sociale per migliorare la qualità dell’intervento ed applicare elementi innovativi;
  • generare motivazione per il contesto europeo tra i partecipanti ovvero stimolare la partecipazione alle mobilità future, sia per i professionisti che per i giovani, al fine di promuovere la dimensione internazionale del lavoro svolto con i giovani;
  • rafforzare il lavoro di rete tra enti europei per facilitare la creazione di futuri partenariati e promuovere la dimensione internazionale dell’ente.

Lo scambio di esperienze con altri professionisti che operano nelle stesse aree di intervento, permette di apprendere nuove idee che incoraggeranno l’innovazione e la creatività nel proprio lavoro, oltre a potenziare le capacità tecniche, e considerare nuove opportunità di miglioramento continuo sia formativo che lavorativo, mettendo in discussione, se necessario, il lavoro quotidiano.

Questa esperienza internazionale favorisce anche l’apertura ad altri paesi e culture, nuovi valori interculturali e l’apprendimento di nuove lingue. Elementi molto importanti, dal momento che il lavoro socio-educativo si svolge con giovani provenienti da diversi background culturali. Potrebbe anche motivare i partecipanti a fare altre esperienze all’estero.

La partecipazione a questo progetto sta permettendo di avere una visione più innovativa rispetto all’intervento con i giovani a rischio di esclusione sociale, sottolineando la risposta educativa (prevenzione dell’insuccesso scolastico, sostegno ai bisogni educativi speciali), psicosociale (potenziamento delle abilità sociali, emozioni lavorative) e la creazione di reti (famiglia, adulti e coetanei) che facilitino la loro inclusione nella società.

Dopo un primo scambio che è avvenuto tra i coordinatori dei vari centri di intervento, ora il Borgo si sta preparando ad organizzare lo scambio che coinvolgerà gli educatori.

Ci auguriamo che questo nuovo modo di lavorare, rafforzi il rapporto stabilito tra il Borgo e la Fondazione Pinardi ma, soprattutto, diffonda nuove buone prassi e nuove forme di apprendimento e di lavoro con i giovani e realizzi un effetto moltiplicatore tra enti ed istituzioni rispetto non solo al lavoro psico-educativo ma soprattutto rispetto alla partecipazione a progetti europei che si rivolgano ai giovani, soprattutto quelli a rischio di esclusione sociale.