Verso il Sinodo dei giovani in nove tappe (Luciano Moia)
Luciano Moia
Caporedattore del mensile di Avvenire
Avvenire – 23 febbraio 2017:
Educare. Come? Quando? Con quali parole? Sono i grandi interrogativi che accompagnano il cammino verso il Sinodo dei giovani che si svolgerà nell’ottobre 2018. Un momento di riflessione serio e impegnativo in cui la Chiesa sarà chiamata a suggerire pensieri e strategie per riproporre ai giovani la verità del Vangelo in modo semplice, efficace, attraente. Il cuore del problema sarà quello educativo. Il punto di partenza il doppio Sinodo 2014-2015 sulla famiglia. Al tema papa Francesco dedica il settimo capitolo di Amoris laetitia, (‘Rafforzare l’educazione dei figli’), proprio per ribadire che qualsiasi riflessione educativa deve avere sullo sfondo il ruolo dei genitori, primi responsabili dell’educazione dei figli. Il collegamento è stato ribadito anche dal cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, che ha affrontato il tema in un ampio intervento di fronte ai docenti dell’Università Lateranense. Dopo aver ricordato il grande impegno della Chiesa italiana a proposito delle sfide educative – sfociato tra l’altro negli orientamenti pastorali del decennio con il documento Educare alla vita buona del Vangelo – Baldisseri ha suggerito nove linee guida.
1 – L’ascolto dei giovani. Come riuscirci? Innanzi tutto «uscendo dai propri schemi preconfezionati, incontrandoli lì dove sono, adeguandosi ai loro ritmi». Ma anche ascoltando le loro storie. Baldisseri ha proposto quella di una ragazza russa di 26 anni, Ksenia, adottata da una famiglia italiana quando ne aveva nove, che ha tradotto in versi aspettattive e delusioni.
2 – Come i giovani percepiscono gli adulti. «L’azione educativa fallirà – ha sottolineato il porporato – se non è sorretta da un esempio di vita coerente con quanto annunciato e richiesto».
3 – Far emergere il positivo. I giovani devono essere aiutati «a scoprire e valorizzare gli aspetti positivi e le capacità che sono già presenti dentro di loro».
4 – Indicare obiettivi chiari. In una società frammentata come la nostra i giovani rischiano di disperdersi. Occorre «contribuire a far nascere in loro motivazioni autentiche»
5 – Educare i sentimenti per educare all’amore. Una dimensione spesso dimenticata che riveste invece un ruolo «a volte decisivo nelle scelte che fanno».
6 – Educare ai valori. Il compito fondamentale di non trasmettere solo competenze ma anche valori come accoglienza, discernimento, solidarietà, sobrietà, legalità, custodia del creato.
7 – Scommettere sui giovani. Baldisseri ha ribadito che sono la prima risorsa della società. Impossibile pensare a una umanità e una Chiesa in uscita senza dare spazio ai giovani.
8 – L’importanza della comunità educante. Dopo le dinamiche attivate dalla famiglia, è l’intera comunità, nella diversità dei ruoli, che deve sentirsi responsabile del compito educativo.
9 -Volere il loro bene. «Accompagnarli con un atteggiamento di affetto, cura ed attenzione – ha concluso il segretario generale del Sinodo dei vescovi – affinché raggiungano e vivano il loro bene».