Il sistema Preventivo rende amico l´allievo, che nell´assistente ravvisa un benefattore che lo avvisa, vuol farlo buono, liberarlo dai dispiaceri, dai castighi, dal disonore.

La traduzione concreta dell’amorevolezza dell’educatore si chiama nel Sistema Preventivo l’assistenza, cioè la prossimità al giovane e al suo mondo. L’educatore salesiano sa che deve passare tanto tempo insieme con i giovani per sapere i loro bisogni semplici e profondi, quotidiani ed esistenziali. Non si affida solo alle statistiche, ma alla conoscenza personale, e partecipa non solo ai momenti strettamente educativi, ma anche alle attività espressive del tempo libero. Così i giovani, “che essendo amati in quelle cose che loro piacciono col partecipare alle loro inclinazioni infantili, imparino a veder l’amore in quelle cose che naturalmente lor piacciono poco; quali sono la disciplina e lo studio”. L’assistenza oltre a permettere di conoscere i giovani è una presenza attiva, attraverso la quale l’educatore dà vita ai momenti in comune, previene fenomeni negativi e entra a far parte delle dinamiche del gruppo giovanile.

Segui un collegamento aggiunto manualeSegui un collegamento aggiunto manualeSegui un collegamento aggiunto manuale

Unità 2.1

L‘assistenza salesiana tra autoritarismo e lasciar fare: lo spazio dell’autorevolezza

Trascurando qui le sfumature circa le singole descrizioni della assistenza e considerando l’assistenza ad un più alto livello di astrazione, come categoria pedagogica, possiamo dire che essa comprende l’attività amichevole e fraterna che nasce dall’amore apostolico del- l’educatore per facilitare e stimolare nei giovani la realizzazione della loro vita attuale e il compito di formazione.

In questo senso ci proponiamo dunque di studiare, sotto la categoria dell’assistenza, quelle aspettative di ruolo che l’educatore salesiano dovrebbe svolgere per corrispondere al suo compito educativo.

Herbert Franta

Unità 2.2

Spazio di incontro tra Educatore ed Educando

L’assistenza come categoria pedagogica comprende l’attività amichevole e fraterna che nasce dall’amore apostolico dell’educatore per facilitare e stimolare nei giovani la realizzazione della loro vita attuale e il compito di formazione.

Il ruolo dell’educatore nell’interazione educativa è piuttosto complesso. Di fatto il giovane è una totalità fisico-psico-spirituale in via di sviluppo, in tensione tra le aspettative personali (interessi, bisogni, ecc.) e sociali (esigenze da parte dei genitori, dell’ambiente scolastico, delle norme sociali, ecc.).

In una tale situazione il giovane non solo ha bisogno di una vicinanza affettuosa da parte di persone per lui significative, ma necessita di una loro presenza attiva che, attraverso la prestazione di diversi contributi, lo mettano in grado di raggiungere quelle condizioni mediante le quali egli può diventare realmente protagonista della sua vita attuale e della sua formazione.

I contributi che l’educatore dovrebbe dare, per facilitare l’educando nella sua condizione di sviluppo, sono molteplici in relazione alle diverse situazioni che egli vive.

Herbert Franta

Comportamento di modello

Formazione alla disciplina

Esercizio nell’uso della libertà

Metacomunicazione e rinforzi

Contatto dialogato

SENTIERI Pastorali

Assistenza Scuola

Francesco Cavalca – ILE

Assistenza Comunità Famiglia

Eliana Ercolino – ICC