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Il Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana nominato presidente della Conferenza dei Rettori delle Università e delle Istituzioni Pontificie Romane

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Durante l’Assemblea Generale della Conferenza dei Rettori delle Università e Istituzioni Pontificie Romane (CRUIPRO), tenutasi nel pomeriggio del 17 giugno 2024, è avvenuto l’avvicendamento alla presidenza dell’Associazione: il prof. padre Luis Navarro, Rettore della Santa Croce, ha terminato il suo mandato e l’Assemblea ha eletto Presidente per il prossimo triennio il Rettore dell’Università Pontificia Salesiana, prof. don Andrea Bozzolo, SDB.

La CRUIPRO, che rappresenta le università e le istituzioni pontificie romane, ha il compito di promuovere la cooperazione culturale e scientifica tra le diverse istituzioni che ne sono membri, favorendo iniziative comuni caratterizzate da interdisciplinarità e trans-disciplinarità; collaborando stabilmente col Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione e l’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della qualità delle università e facoltà ecclesiastiche (AVEPRO) per favorire l’eccellenza e la qualità delle sue istituzioni; e svolgendo funzioni di rappresentanza dei suoi membri presso lo Stato Italiano e altri organismi internazionali.

Il prof. Bozzolo ha espresso a nome di tutta l’assemblea la gratitudine al prof. Navarro per il servizio svolto con competenza, generosità e saggezza, e ha accolto il nuovo incarico con spirito di servizio in questa delicata fase di transizione delle istituzioni accademiche della Santa Sede.

“La comunità accademica della nostra università guarda con fiducia al futuro della CRUIPRO sotto la guida di don Bozzolo, certa che saprà portare avanti con dedizione e competenza l’importante lavoro della Conferenza a servizio del bene comune delle università e istituzioni pontificie romane” hanno commentato dall’Ufficio di Comunicazione Sociale dell’UPS.

UPS, accordo con l’università LUMSA per una maggiore condivisione tra i due atenei

Dal sito dell’università Salesiana.

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Prosegue l’iniziativa di cooperazione interuniversitaria internazionale arricchendosi di un nuovo importante accordo di formazione.

Il 30 giugno, la nostra Università ha firmato un accordo quadro con la Libera Università Maria Ss. Assunta di Roma (LUMSA), orientato a condividere progetti di ricerca, percorsi didattici e a favorire la mobilità degli studenti.

Per l’atto di firma, il Rettore don Andrea Bozzolo, insieme al Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione, il prof. Antonio Dellagiulia, al Segretario Generale, don Jaroslaw Rochowiak, e alla prof.ssa Francesca Romana Busnelli, hanno accolto con gioia il Rettore della LUMSA Dott. Francesco Bonini, accompagnato dalla dott.ssa Bruna Marro, Responsabile delle Segreterie dell’istituto. L’incontro è stato arricchito da una visita al nostro campus, con un’attenzione particolare alla Biblioteca Don Bosco, e si è concluso con un momento conviviale in cui si è potuto continuare a confrontarsi sulle attività curricolari da sviluppare insieme.

Anche in questo caso, è importante ricordare che i due sistemi universitari fanno entrambi parte a pieno titolo, a seguito del Processo di Bologna, dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore (European Higher Education Area – EHEA), dunque l’impegno preso è mosso anche dal desiderio di contribuire allo sviluppo delle relazioni tra la rete universitaria italiana, con Atenei statali e non statali, e la rete universitaria ecclesiastica, con le Università Pontificie.

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Università Pontificia Salesiana, pubblicata la ricerca “Catechisti oggi in Italia”

Ecco alcuni dei dati che emergono dall’indagine sui catechisti promossa dall’Istituto di Catechetica dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Di seguito l’articolo pubblicato, il 04 giugno 2021, su “ACI Stampa“.

“Formano un movimento consistente, sono consapevoli dell’importanza del proprio ruolo nelle comunità cristiane, vedono nella testimonianza lo strumento migliore per educare, chiedono una formazione di qualità, per la maggior parte sono donne ma cresce la presenza maschile”.

Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine sui catechisti promossa dall’Istituto di Catechetica dell’Università Pontificia Salesiana di Roma presentati ieri nella sala Juan Vecchi dell’Università Pontificia Salesiana e ha visto la partecipazione di Monsignor Valentino Bulgarelli, Sottosegretario della CEI e Direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale.

La ricerca “Catechisti oggi in Italia”, realizzata in piena pandemia, conferma alcune tendenze rilevate in altre indagini precedenti e mette in luce nuove criticità per questo settore vitale della chiesa italiana. Soprattutto alla luce del Motu Proprio “Antiquum misterium” con cui il Papa ha istituito il ministero laicale di catechista, nel segno di una valorizzazione del ruolo dei laici nella comunità.

“È netto il rifiuto di un’idea di catechesi vista come trasmissione di nozioni da apprendere e come percorso finalizzato alla sola ricezione dei sacramenti. La catechesi, piuttosto, è intesa come una realtà dinamica, nella logica della formazione permanente alla vita cristiana, che ha lo scopo primario di mettere le persone in relazione con Gesù Cristo e favorire un’esistenza coerentemente ispirata ai valori evangelici”

si legge nel comunicato di presentazione.

L’indagine sui catechisti promossa dall’Istituto di Catechetica dell’Università Pontificia Salesiana di Roma segue a distanza di oltre 15 anni l’ultima ricerca di settore. Una delle più importanti novità è la scelta del “Mixed Method” come metodologia di riferimento. Questa tipologia di analisi prevede due distinti momenti: una fase qualitativa, basata su interviste e focus goup mirati, da cui derivare le ipotesi su cui fondare la seconda fase, quantitativa, realizzata tramite un questionario.

È la prima volta che il metodo si applica al campione dei catechisti italiani e il cambio di prospettiva è di grande portata: “Nel nostro caso sono proprio i catechisti italiani che prendono direttamente la parola; più che essere oggetto di definizioni da parte dei ricercatori sono essi stessi coautori nella ricerca dei significati dei loro racconti“, così il pensiero del salesiano Antonino Romano, ideatore del progetto d’indagine.

Dai dati della ricerca emerge che si è di fronte a un momento ecclesiale numericamente consistente, con una tendenza all’innalzamento dell’età sempre più accentuata, cosa che rispecchia in qualche modo l’invecchiamento della popolazione che frequenta le nostre parrocchie. 50 anni è l’età media degli intervistati (la fascia più consistente tra i 41-60 anni); sotto i 40 anni si trova il 33,5% del campione maschile e il 16% di quello femminile. Il livello culturale è elevato (il 79,9% del campione è diplomato o laureato) mentre è piuttosto basso in proporzione il numero di persone che possiedono un titolo di studio ecclesiale “professionalizzante”. Quasi la metà del campione (47,3%) dichiara di essere catechista da più di 12 anni e il 19,3% svolge questo servizio da 7 a 12 anni. Le new entry non sono costituite solo da giovani reclute, ma riguardano persone più adulte in età.

L’attività catechistica principale rimane quella della preparazione ai sacramenti (41,2% con fanciulli della scuola primaria; 24,1% con preadolescenti della scuola media; 7,4% con adolescenti; 4,7% con persone che si preparano al matrimonio). Solo il 3,9% si rivolge agli adulti in genere e il 6,1% ha come interlocutori appartenenti a comunità, associazioni, movimenti.

Sempre dalla ricerca si evince che gli intervistati manifestano un rifiuto netto di un’idea di catechesi vista come trasmissione di nozioni da apprendere e come percorso finalizzato alla sola ricezione dei sacramenti. La catechesi, piuttosto, è intesa come una realtà dinamica, nella logica della formazione permanente alla vita cristiana, che ha lo scopo primario di mettere le persone in relazione con Gesù Cristo e favorire un’esistenza coerentemente ispirata ai valori evangelici. Si ritiene che la significatività della catechesi nell’attuale società della comunicazione sia possibile a patto che si rinnovi «profondamente nel linguaggio che utilizza» (48,6%); curi “maggiormente la preparazione dei catechisti” (43,8%); si aggiorni nei contenuti che trasmette (15,4%).

La ricerca indica che traspare l’esigenza di un ripensamento dei percorsi di educazione alla fede. Tra le esigenze più sentite l’attenzione da dedicare ai giovani e agli adulti; la piena valorizzazione delle famiglie e una migliore collaborazione con le varie agenzie educative presenti sul territorio; la necessità di una più solida competenza nell’utilizzo dei social media. Gli intervistati indicano tre ambiti su cui concentrare gli sforzi per renderla significativa nell’attuale società della comunicazione: il profondo rinnovamento del linguaggio, la cura della preparazione dei catechisti, l’aggiornamento dei contenuti che trasmette.

Le motivazioni che sono ritenute alla base della scelta di diventare catechista sono diverse: la più condivisa si riferisce alla “missione evangelizzatrice di ogni cristiano» (84%); seguono «la pluralità di esperienze di fede“; il “desiderio di insegnare la fede»; «una richiesta del parroco»; “una vocazione ecclesiale particolare“. Le ultime due motivazioni sono “la necessità di lavorare in gruppo” (33,8) e il “bisogno di autorealizzarsi” (14,2%).

Tra le aspettative dei catechisti verso le proprie comunità, quasi all’unanimità, sono ritenuti sempre importanti “la collaborazione delle famiglie” (99,5%) e “il sostegno del parroco” (99,2%).

Un’area del questionario mirava a far riflettere gli intervistati sull’importanza e il valore del linguaggio nella catechesi: il 65,1% dei catechisti intervistati afferma che “vivere coerentemente la propria fede” è l’espressione che esprime meglio il significato di “comunicare il messaggio cristiano”, che il riferimento a quanto vissuto e testimoniato personalmente e al messaggio evangelico trasmesso da Gesù di Nazaret costituiscono la fonte più autentica a cui attingere per comunicare correttamente il messaggio cristiano.

L’Università Pontifica Salesiana è un’Università di Diritto Pontificio della Santa Sede. La qualità della ricerca, la passione per l’educazione, il clima di forte internazionalità con la continua e convinta azione pastorale, tracciano e disegnano il volto identificativo dell’UPS, rendendola, così, sempre più l’Università di San Giovanni Bosco, fondatore della Congregazione e della Famiglia Salesiana, “Educatore, Padre e Maestro della gioventù”.

UNISAL
ACI Stampa