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Elezioni, l’invito del presidente degli Exallievi: “Il voto, un dovere del cattolico e un obbligo morale di tutti”

Pubblichiamo la lettera di Giovanni Costanza, presidente della Federazione Italiana degli Exallievi di Don Bosco, in vista delle prossime elezioni politiche.

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Carissime Exallieve e carissimi Exallievi di Don Bosco,
manca ormai poco all’appuntamento elettorale e sento il dovere, anche a nome della Presidenza nazionale, di fare giungere a tutti e a ciascuno di voi un invito. Sto parlando di impegno politico: un dovere del cattolico, un obbligo morale di tutti.

Di questo impegno si legge a chiare lettere negli insegnamenti del Magistero della Chiesa (cfr. Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa nn. 565 e segg.). Lo confermano gli autorevoli interventi di Papa Francesco e di don Ángel, Rettor Maggiore dei Salesiani. Lo ribadiscono anche le recenti Linee guida della nostra associazione. Proprio all’urgenza dell’impegno politico, infatti, è affidato il risveglio di quel “gigante dormiente” con cui più volte è stato identificato il laicato cattolico. Per risvegliarci dobbiamo esserci ed esserci attivamente: né restare a guardare, né –
peggio – subire passivamente nascondendosi dietro l’ineluttabilità degli eventi.

Le visioni pessimistiche generate dalle vicende politiche, anche recenti, del nostro Paese potrebbero indurre molti di noi a disertare le cabine elettorali. Certo, gli esempi delle donne e degli uomini in politica non sempre sono edificanti. Non possiamo cadere però nel tranello della banalità di chi afferma che “la politica è una cosa sporca”. Finiremmo infatti per giustificare implicitamente chi la usa per i propri interessi e creeremmo un alibi per restare alla finestra. La politica no, non è una cosa sporca. Sono invece le donne e gli uomini che compiono azioni sporche.

Guardiamo alla politica come “la più alta forma di carità” e non definiamo “politico” chi non la esercita secondo tale principio, ma usiamo altri termini più appropriati, che qui preferisco tralasciare… Esserci, quindi, esserci attivamente. Come cristiani non possiamo abbandonare la barca, né delegare ad altri la scelta della rotta. Come figli di Don Bosco, “onesti cittadini”, educati a essere protagonisti del nostro futuro, non possiamo non provare a dare il nostro contributo per il bene comune. Così, il primo e caloroso invito è quello di recarsi alle urne.

Non sarà facile né semplice scegliere. Ci viene in soccorso il dono della Sapienza, che ci aiuta a capire la vita. Ci è stato detto “… io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10,16). Rispetto al voto, mi permetto di indicare un requisito fondamentale: conoscere i programmi. Il Ministero dell’Interno ci viene in aiuto con una pagina dedicata (https://dait.interno.gov.it/elezioni/trasparenza/elezionipolitiche-2022). Non basta che la lettura sia pedissequa o acritica, né che si perda nell’elenco delle promesse, troppo spesso disattese. Vi invito, dunque, ad una lettura accurata, critica, ma non polemica, che si riferisca con discernimento alle scelte del passato.

Nello scorrere si profila uno stato laico – in cui credo convintamente – e manca una perfetta rispondenza con i principi guida di natura etica e sociale appresi alla scuola di Don Bosco. Ma la politica è l’arte del compromesso. Pur
riconoscendo che ogni compromesso deve avere un limite, occorre che ciascuno, autonomamente e  consapevolmente, imbocchi un percorso di discernimento per individuare il programma con più luci e meno ombre.
E nella lettura puntiamo l’attenzione sui temi a noi più vicini.

Guardiamo alla povertà, al lavoro carente, specie in alcune regioni, troppo spesso incerto e sottopagato. Analizziamo il Welfare State, inadeguato ai tempi e divenuto nella realtà Welfare Mix per il massiccio intervento del Terzo Settore. E poi teniamo conto dei fattori che generano dipendenza dallo Stato come dalla criminalità organizzata, spesso molto più allettante. Chiude il cerchio una carente politica in materia di prima casa, assistenza alla maternità, incentivazione della natalità. Il problema, pur non recente, è più che mai attuale. Come figli di Don Bosco vogliamo stare con gli ultimi, vedere la realtà con i loro occhi e non con le nostre pance piene. Dobbiamo occuparci dei poveri, per consentire a tutti una vita dignitosa e non obbligare nessuno alla permanenza in un perenne stato di assistenzialismo.

Un’altra attenta lettura dedichiamola alla formazione. Noi Exallievi, frutto dell’educazione salesiana, riconosciamo il
ruolo fondamentale affidato alle strutture educative a sostegno della famiglia nella crescita degli individui e della collettività. Le carenze strutturali e organizzative della scuola italiana non consentono a tutte le famiglie di fruire di servizi adeguati ai tempi né ai loro figli di godere delle medesime possibilità di altri coetanei. Ed ancora, la ricchezza e la validità della scuola pubblica paritaria, specie quella di ispirazione cattolica, è mortificata da una legislazione iniqua che inibisce a molte famiglie, per motivi economici, l’esercizio della libera scelta del modello educativo per i propri figli. È una chiara disparità di trattamento tra cittadini del medesimo Stato, aventi i medesimi diritti.

Per indirizzare la nostra scelta, allora, chiediamoci cosa ha fatto e cosa si propone di fare ciascuno schieramento per combattere la povertà economica, per arginare la povertà educativa, per realizzare un’effettiva parità tra le scuole pubbliche statali e quelle paritarie.

Anche la scelta del candidato, per quanto mortificata dalle imposizioni delle segreterie politiche, merita attenzione.
Ritengo sia doveroso, anche in questo caso, un discernimento basato sui requisiti di un onesto “politico”: il disinteresse personale, la rettitudine morale, l’impegno sociale, la competenza professionale, il rispetto della
dignità degli altri e la cura degli ultimi. Vi invito a votare candidati meritevoli e capaci, non coloro che promettono
di tornare utili ai nostri interessi personali.
Infine, sempre nel solco dell’impegno politico, rinnovo un monito: nessuna delega in bianco. La Presidenza nazionale si è ripromessa una seria attenzione ai processi legislativi che verranno intrapresi di volta in volta. Quanti
vorranno unirsi in questo impegno di vigilanza saranno benvenuti e graditi. Mi auguro che la scelta operata il prossimo 25 settembre dal popolo italiano, in ogni caso, sia la migliore per gli interessi della collettività. Ma mi auguro soprattutto che, anche dopo questo evento elettorale, daremo spazio alla testimonianza della nostra cittadinanza attiva. Spero di ricevere notizie in tal senso da Unioni e Federazioni ispettoriali per azioni concrete intraprese nel territorio.

In linea con il sottotitolo della Strenna 2023 “Noi ci s(t)iamo”, ciascuno di noi, conscio di avere operato al meglio delle proprie capacità, potrà affermare: “IO CI SONO”.

 

Formazione professionale e IeFP assenti nei programmi elettorali. Confap e Forma: Cambiamo marcia

Pubblichiamo il comunicato stampa di Confap e Forma sulle prossime elezioni politiche.

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Silenzio e disinteresse di gran parte della politica alle esigenze di decine di migliaia di giovani. Cambiamo marcia!

La IeFP e la Formazione Professionale risultano pressoché assenti nei programmi dei principali partiti e coalizioni, nonostante il fatto che nella campagna elettorale si registri una certa enfasi su temi che riguardano i giovani, il lavoro, il futuro del Paese. Come Enti che operano da molti decenni in questa realtà, riteniamo necessario, pertanto, richiamare all’opinione pubblica e alle forze politiche alcune informazioni chiave sulla IeFP e sulla Formazione Professionale: sulle loro potenzialità per costruire una prospettiva di ripresa e sviluppo dell’Italia, così come avviene in diversi Paesi europei in cui esse hanno un ruolo strategico per lo sviluppo economico e la coesione sociale.

Che cosa rappresentano oggi la IeFP e la FP in Italia?

La Istruzione e formazione professionale riguarda la formazione iniziale dei giovani e si colloca di diritto nel sistema educativo nazionale di istruzione e formazione.

E’ gestita per lo più dalle Regioni, attraverso gli organismi di formazione accreditati, che offrono percorsi di qualifica e diploma professionale di durata triennale o quadriennale. Nell’anno formativo 2020-21 la IeFP degli enti accreditati ha interessato 151.641 allievi (14-18 anni), pari al 5,7% di tutti gli studenti frequentanti i percorsi di scuola secondaria superiore in Italia e al 32,8% degli studenti iscritti ai percorsi offerti dall’Istruzione professionale statale.

Nel nord Italia, ove è più diffusa, la IeFP coinvolge oltre il 10% dei ragazzi, con ottimi risultati in termini di successo formativo ed occupazionale. La IeFP ha come perno un modello basato sulla alternanza, sull’ “educazione al e attraverso il lavoro”, in stretta collaborazione con migliaia di imprese. “A tre anni dal completamento del percorso di IeFP lavora il 69% dei diplomati e il 62% dei qualificati, con un tasso di coerenza rispetto al percorso formativo del 76% tra i diplomati e del 72% tra i qualificati” (INAPP, 1 settembre 2021).

La IeFP si dimostra decisiva a livello territoriale per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, in particolare nei settori del made in Italy e nella piccole e medie imprese; concorre inoltre a contrastare l’alto tasso di dispersione scolastica, soprattutto in termini di ri-motivazione e orientamento, e si caratterizza come ambiente formativo orientato all’inclusione sociale: il 7,5% degli allievi è disabile (a fronte del 2,7% medio della scuola secondaria di secondo grado) e il 13,6 % è di origine straniera (più della media degli iscritti agli istituti professionali statali).

La IeFP accompagna le grandi transizioni digitale ed ecologica, perseguendo obiettivi formativi già codificati in questa direzione, e si è confermata negli anni come un bacino di valorizzazione della specificità e pluralità delle risorse territoriali, contribuendo a facilitare processi virtuosi di promozione dell’innovazione tecnologica e sociale e di nuova imprenditorialità giovanile. Gli Enti di formazione professionale offrono ai giovani curricola adeguati alle trasformazioni in atto, mettendo al centro della proposta formativa il valore educativo del lavoro, che aiuta a costruire un “io solido”,  consapevole dei propri talenti teso al miglioramento della società, grazie ad una metodologia attiva, fondata sull’esperienza reale e sull’alleanza con le imprese.

La spesa annua per la formazione professionale ordinamentale è complessivamente di 680 milioni di euro; il costo annuo pro-capite medio per allievo della IeFP (poco meno di 5.500 euro) è molto inferiore al costo annuo/studente dell’istruzione professionale statale (8.736,15 euro).

Un ulteriore importante segmento della formazione ordinamentale è rappresentato dall’IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore): un anno di preziosa formazione superiore rivolta sia ai diplomati IeFP, per proseguire nella filiera professionalizzante, sia ai diplomati della scuola secondaria superiore, per integrare la loro preparazione nel caso di diplomi quinquennali poco spendibili sul mercato del lavoro.

Varie sono le opportunità formative della FP che riguardano ampie fasce di popolazione adulta, tra cui alcune categorie di persone svantaggiate sul mercato del lavoro: percorsi di specializzazione post-diploma, di qualificazione o riqualificazione per soggetti in cerca di lavoro, di re-inserimento, anche per giovani-adulti a rischio di esclusione (ad esempio i NEET) e corsi di formazione continua per lavoratori, che vedono una partecipazione complessiva stimata di oltre 900.000 persone ogni anno. La FP deve essere considerata la principale politica attiva del lavoro, come previsto nel Programma GOL con diffuse azioni di upskilling e reskilling. Nelle rapide trasformazioni dei processi di lavoro e nelle riconversioni di interi settori produttivi è infatti importante poter contare su qualificati percorsi di formazione “lungo tutto l’arco della vita”, sia per il reinserimento lavorativo, sia per il miglioramento dei percorsi di carriera.

Qualificare il sistema di formazione professionale italiano, certificarne la qualità, valorizzare le  reti nazionali, sviluppare programmi anche sovra-regionali in collaborazione con le imprese è strategico per la ripresa e lo sviluppo del Paese, dei suoi territori e dei suoi comparti produttivi. La spesa annua per la formazione professionale non ordinamentale, finanziata dallo Stato, dalle Regioni, dall’Unione Europea e dai Fondi interprofessionali, è stimata (dati 2021) in 900 milioni di euro.

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Sotto in sintesi il documento programmatico inviato alle forze politiche invitate al confronto venerdì  16 settembre, presso la sede di Forma e Confap, a Roma in via Marcora 18 dalle ore 12.30 alle 13.30.  All’incontro saranno presenti la presidente di Forma, Paola Vacchina, il presidente di Confap  Massimiliano Sabbadini e i presidenti di tutti gli enti di formazione professionale della loro rete. 

Questi in sintesi i punti più importanti delle proposte presentate: 

  1. Rendere stabile e implementare l’offerta di IeFP in tutte le Regioni, finanziandola in modo  continuativo e con adeguati parametri; 
  2. Sviluppare su tutto il territorio nazionale l’offerta formativa di IFTS (Istruzione e Formazione  Tecnica Superiore); 
  3. Assicurare una sede nazionale unitaria per la Governance della IeFP nel rispetto delle  competenze regionali; 
  4. Investire sull’orientamento degli studenti, a partire dalla scuola secondaria di primo  grado valorizzando la proposta della IeFP; 
  5. Implementare il potenziale della FP nell’accompagnamento delle trasformazioni  organizzative e produttive indotte dalle transizioni digitale e ambientale; 
  6. Consolidare il ruolo della FP nelle politiche attive del lavoro; 
  7. Valorizzare l’apporto della FP nelle politiche sociali e giovanili, a partire dall’inclusione delle  persone più svantaggiate;
  8. Estendere anche al sistema IeFP, al pari dei sistemi dell’istruzione pubblica e paritaria, gli  interventi di sostegno agli investimenti e quelli emergenziali, a cominciare dai ristori per i  costi energetici, particolarmente urgenti in questa fase di grave crisi. 

Alcuni dati a riprova dell’importanza della tematica: nell’anno formativo 2020-21 la IeFP degli enti  accreditati ha interessato 151.641 allievi (14-18 anni), pari al 5,7% di tutti gli studenti frequentanti i  percorsi di scuola secondaria superiore in Italia e al 32,8% degli studenti iscritti ai percorsi offerti  dall’Istruzione professionale statale. Nel nord Italia, ove è più diffusa, la IeFP coinvolge oltre il 10%  dei ragazzi, con ottimi risultati in termini di successo formativo ed occupazionale. 

L’incontro intende attivare un’urgente e strategica interlocuzione con le forze politiche, per garantire  al Paese quella infrastruttura formativa e necessaria a sostenere i processi di sviluppo economico e  di inclusione sociale. 

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