Il ricordo di don Tonelli, il direttore coraggioso

Da Note di Pastorale Giovanile

di don Giancarlo De Nicolò

Le pagine che seguono non sono – come gli interventi precedenti – nella forma di un studio o di un saggio , bensì una testimonianza, un atto di omaggio verso colui che a diritto può essere considerato il “padre e fondatore” di NPG: colui che dall’inizio l’ha ideata (anche se non formalmente “fondata”) e condotta negli anni/decenni) fino a farla diventare una rivista conosciuta e apprezzata non solo in ambito ecclesiale ma anche in ambito laico, sui temi dei giovani e della loro educazione: uno spazio di dibattito, di innovazione educativa e pastorale, di pensiero e di azione verso il soggetto “giovani” che rientra come “soggetto-destinatario” privilegiato nel carisma di don Bosco (e del salesiano d. Riccardo Tonelli) ma anche come nuovo soggetto sociale e culturale soprattutto verso la fine degli anni Sessanta in Italia e nel mondo, e dove esso comincia anche ad essere cura e “preoccupazione” specifica della Chiesa.

Tali pagine dunque non hanno nulla di “scientifico” propriamente detto (accurato studio e citazioni delle fonti…), ma si presentano come un racconto empatico (tanto più con l’avvenuta morte di d. Tonelli il 1 ottobre 2013, mentre questi appunti venivano redatti, procurando sconcerto e il senso di un grande vuoto, ancora più in chi scrive queste note), fatto più a colpi di memorie e di sentimenti, di un amico e collaboratore che quasi dagli inizi (dal 1978, poi più direttamente dal 1987) ha lavorato, condiviso, progettato con d. Tonelli, in una collaborazione franca e rispettosa, che – almeno per me – mi ha fatto crescere nella comprensione sempre più viva della progettualità salesiana che si chiama pastorale giovanile (almeno, confido), pur conservando un certo spirito “critico” perché proveniente da altri riferimenti teorici e studi accademici. Non si tratta dunque di una smaccata “laudatio” del “capo”, quanto di un racconto dal punto di vista “interno” di un amico, collaboratore, estimatore, che ha redazionalmente gestito la rivista da ormai 25 anni.