Il Primo annuncio ai giovani. Arte e turismo, l’esperienza di “Pietre vive”
di Marcello Scarpa
Negli ultimi decenni il turismo di massa è diventato uno dei fenomeni sociali più significativi nel mondo occidentale. È sufficiente, infatti, trovarsi in un aeroporto d’estate per restare colpiti dalla gran massa di giovani esuberanti che trascinano i loro trolley con lo sguardo incollato allo smartphone, in attesa del loro volo low-cost per partire alla conquista dell’Europa o di altri paesi esotici, più lontani. Giovani turisti, a volte giovanissimi, che fanno un’esperienza di lavoro o frequentano corsi di lingue all’estero e che inondano come un fiume in piena le grandi città europee. Sono giovani che affollano piazze, bar, ristoranti, che amano fare nuove conoscenze e amicizie, che sono curiosi di degustare le specialità gastronomiche del posto apprezzandole, ma sentendo sempre un po’ di nostalgia per la pasta “al dente”, il gelato e l’”espresso” italiano. Tutto qui? No, sono giovani in vacanza, con la mente libera dagli impegni e dai problemi quotidiani che hanno lasciato fuori dai loro zaini. Pertanto sono aperti, disponibili, curiosi, desiderosi di fare esperienza di tutto ciò che abbia il gusto e il sapore della novità. Fra queste, le visite ai musei e, incredibile ma vero, le incursioni nelle chiese in quanto luoghi di arte e bellezze disponibili quasi sempre, e il dettaglio non è secondario!, gratuitamente. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma la Chiesa dispone di un patrimonio artistico di inestimabile valore, possiede una ricchezza cristiana e culturale che, in tutta la sua magnificenza, può offrire in chiave evangelizzatrice ai giovani turisti del terzo millennio.[1]