Lettura critica della letteratura su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” (Leonardo Catalano)
Leonardo Catalano
Docente di Teologia Morale – Istituto Superiore di Scienze Religiose Metropolitano “S. Michele Arcangelo” – Foggia
Nel mese di ottobre 2018 avrà luogo il Sinodo dei Vescovi su «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Il 13 gennaio 2017 è stato presentato il Documento preparatorio del prossimo Sinodo. Con l’invio del Documento e di una Lettera del Papa ai giovani è iniziata la fase di consultazione del Popolo di Dio. L’articolo si propone una lettura critica della letteratura su «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» dell’ultimo decennio per una valutazione dei nuovi contesti culturali, sociali e religiosi delle nuove generazioni.
L’ospite inquietante: il nichilismo e i giovani
Il contesto in cui i giovani vivono è caratterizzato da un ospite inquietante: il nichilismo, che rappresenta la negazione di ogni valore. Siamo nel mondo della tecnica e questa non tende a uno scopo, non produce senso, non svela verità. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo, identità, persona, libertà, amore, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si è nutrita l’età pretecnologica. Chi più sconta la sostanziale assenza di futuro che modella l’età della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell’esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona. I giovani rischiano di vivere parcheggiati nella terra di nessuno, dove il tempo è vuoto e non esiste più un “noi” motivazionale. Le forme di consistenza finiscono con il sovrapporsi ai riti della crudeltà o della violenza.
In questo modo Umberto Galimberti presenta il nichilismo come fenomeno che riguarda la gioventù. Di fronte ad una società chiusa sempre più nei vincoli della tecnica, i giovani in particolare, non ravvisando risposte di senso per la loro vita, finiscono per perdere ogni speranza nel futuro. Il nichilismo «si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive ed orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui». Si può mettere alla porta l’ospite inquietante? C’è una via d’uscita? Nell’ultimo capitolo, Il segreto della giovinezza, Galimberti lascia pensare che disvelare ai giovani la loro “pienezza”, la loro “espansività” sia il primo passo per ricondurre a verità il Salmo 127: «Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza». Bisogna accogliere la sfida della gioventù senza temerne le difficoltà e soprattutto evitare un distorto immaginario collettivo sui giovani.
In cammino con i giovani per una crescita personale e comunitaria
In un mondo che cambia bisogna rischiare. La parola d’ordine che ha sempre animato l’impegno di tutti coloro che si sono dedicati alla gioventù è rischiare per non smettere di sognare. Ecco l’obiettivo dell’opera Pastorale giovanile. Sfide, prospettive ed esperienze dell’Istituto di Teologia Pastorale dell’Università salesiana di Roma, in continuità con il prezioso Dizionario di Pastorale Giovanile. Si tratta di un volume di 400 pagine con un cd-rom di aggiornamento. La prima parte studia il soggetto dell’azione pastorale: i giovani nell’attuale contesto culturale, per coglierli come vera e concreta risorsa e per raccogliere le sfide che essi lanciano a chi si sente depositario di un progetto che viene da lontano. La seconda parte studia il soggetto operativo dell’azione pastorale: la comunità ecclesiale, nella sua concretezza e nelle sue fondamentali articolazioni. La Chiesa condivide la gioia del Vangelo attraverso la parola, il sacramento e il ministero. La terza parte contiene il cuore della “pastorale giovanile” e ne affronta il modello operativo concreto, nelle sue grandi linee e nelle preoccupazioni che lo orientano (linguaggio, luoghi, persone). La quarta parte presenta la proposta di Gesù come unico Signore nella comunità dei suoi discepoli. La quinta parte pone la questione del metodo per l’azione pastorale. La sesta parte chiama in causa gli operatori della pastorale giovanile.
Strumento duttile e di continuo aggiornamento sulle varie tematiche che riguardano il mondo dei giovani è la rivista Note di Pastorale Giovanile. La conoscenza e l’accompagnamento dei giovani sono stati trattati in due originali collane di psicologia e di pastorale giovanile e vocazionale dell’editrice San Paolo. Si tratta di una serie di agili pubblicazioni che offrono indicazioni semplici e concrete per affrontare con serenità i problemi della vita quotidiana e le trasformazioni in atto nei giovani e nelle famiglie del nostro tempo.
Nel 2005 la collana diretta da Claudio Risé “Dodici gradini per la felicità” propone una serie di tematiche psicologiche appassionanti per un rapporto sereno con il prossimo e con se stessi. Nel 2007 sempre il prof. Risé dirige la collana “Amare se stessi per amare gli altri”: dodici titoli per coltivare una circolarità amorosa verso la felicità.
Nel 2017 inizia la pubblicazione di “Sorridi alla vita”, una collana della San Paolo articolata in nove volumi per aiutare a stare bene con sé stessi e con gli altri. Giuseppe Sorvernigo si rivolge con la propria produzione a quanti svolgono attività formative (genitori, educatori e animatori) e a chiunque, a partire dai 17/18 anni, desideri compiere un cammino di maturazione affettiva. Si tratta di un percorso a tappe, quasi un laboratorio sugli affetti. Per migliorare la propria capacità di amare è necessario conoscere le dinamiche delle proprie relazioni, attraverso un cammino personale e comunitario. Fare la scelta giusta richiede il coraggio nel prendere decisioni in ogni momento della vita. Anselm Grün ammonisce: possiamo scegliere tra il lamento e il cambiamento, tra la rabbia e la serenità interiore, tra il dolore e la felicità.
Il dono del discernimento
Il discernimento è una realtà alla quale bisogna essere iniziati; richiede un approccio esperienziale-razionale. Il discernimento va imparato accanto ad un maestro, nella fatica di un cammino progressivo. Il dono del discernimento è uno dei segni dei tempi del mondo di oggi. Il Papa invita alla riflessione sul discernimento vocazionale con tre verbi:
a) “riconoscere”, con l’aiuto della Parola di Dio, desideri, sentimenti ed emozioni, per una ricaduta di essi nell’esperienza di fede;
b) “interpretare” con pazienza e vigilanza, confrontandosi con la realtà in un dialogo interiore col Signore e con l’aiuto di una persona esperta nell’ascolto dello Spirito;
c) “scegliere”: esercizio di autentica libertà umana e di responsabilità personale che libera dalla paralisi e dalla paura di sbagliare. Edith Stein resta un prezioso esempio e un modello di discernimento vocazionale. La vocazione va considerata, per Edith, da tre differenti prospettive: la vocazione dell’essere umano in generale, la vocazione dell’uomo e della donna in quanto appunto uomo e donna, la vocazione personale di ogni uomo e di ogni donna, cioè cosa ogni persona è chiamata a realizzare nella Chiesa e nella società; questa incarnazione naturalmente presuppone il solido fondamento delle prime due. Dio chiama ogni essere umano, ogni uomo e ogni donna, a fare qualcosa di unico ed irripetibile.
Fondamentale è vivere in pienezza. Ogni istante, infatti, è “tempiterno”, cioè carico di eternità, sempre e comunque.
Il libro di Marko Ivan Rupnik Il discernimento va in questa direzione. Nella prima parte (Verso il gusto di Dio) l’autore si concentra sul discernimento come arte attraverso la quale il cristiano giunge ad assaporare e sperimentare in pienezza l’amore personale di Cristo. È un cammino di purificazione, che porta ad un’autentica conoscenza di sé in Dio e di Dio nella propria storia. Nella seconda parte (Come rimanere con Cristo) tratta del discernimento come arte di seguire Cristo, sia nelle grandi scelte di vita, di lavoro, sia nelle piccole opzioni della vita quotidiana. Si evince come il discernimento è uno stile di vita. Un altro maestro del discernimento è l’indimenticabile card. Carlo Maria Martini, in particolare con la pubblicazione Il sole dentro. Le nostre fragilità e la forza di Dio. Il gesuita Silvano Fausti, nel suo libro Occasione o tentazione, attingendo dalle tradizioni più antiche e collaudate per imparare l’arte di discernere e decidere, aiuta a comprendere la differenza tra piacere apparente e gioia, tra tristezza positiva e negativa, e propone esercizi da fare per vivere il dono più grande dell’uomo: la libertà.
Giuseppe De Virgilio in Fatica di scegliere. Profili biblici per il discernimento vocazionale propone il profilo di alcune figure bibliche, i cui racconti vocazionali mettono in evidenza le resistenze a scegliere, nel più ampio e articolato orizzonte teologico della categoria di “appartenenza” a Dio e al suo progetto di salvezza. La fatica a scegliere viene rintracciata in cinque personaggi dell’Antico Testamento (Abramo, Mosè, Samuele, Geremia, Giona) e cinque del Nuovo Testamento (Maria di Nazareth, Simon Pietro, I discepoli, Paolo di Tarso, il discepolo che Gesù amava), che rappresentano le figure esemplari della dialettica vocazionale.
Jacques Philippe, membro della “Comunità delle beatitudini”, che si situa nel movimento del rinnovamento carismatico, assicura che anche nelle circostanze esterne più sfavorevoli rimane per tutti uno spazio di libertà che nessuno può violare e del quale Dio è la sorgente e il garante. L’asserzione fondamentale dell’autore è di grande portata: l’uomo conquista la sua libertà interiore nella misura in cui si fortificano in lui la fede, la speranza e l’amore. Coltivare il cuore – Storie vocazionali e percorsi di discernimento in terra di Sicilia è una proposta editoriale che viene da tutta la Chiesa siciliana in preparazione al Sinodo dei Giovani che traduce in esperienza locale quanto viene indicato dalla Chiesa universale.
Si segnala, inoltre, che la rivista “Vita Pastorale”, nuova sia nella veste grafica che nei contenuti, dedica mensilmente, dal primo numero del mese di novembre 2017, una serie di rubriche che riguardano anche la pastorale giovanile e vocazionale.
Altre pubblicazioni insistono sul tema della “speranza” che libera da ogni paura e guida alla gioia dell’amore.
Il Vangelo della vocazione per un futuro pieno di speranza
Il tema della “vita consacrata” è stato oggetto di molte pubblicazioni e servizi online.
Il 21 novembre 2014 papa Francesco ha indirizzato una Lettera apostolica a tutti i Consacrati in occasione dell’Anno della vita consacrata (30 novembre 2015-2 febbraio 2016), in occasione del 50° anniversario della Costituzione dogmatica Lumen gentium sulla Chiesa del Concilio Vaticano II, che nel capitolo VI tratta dei Religiosi, come pure del Decreto conciliare Perfectae caritatis sul rinnovamento della vita religiosa. Gli obiettivi di quest’Anno sono stati gli stessi che san Giovanni Paolo II aveva proposto alla Chiesa all’inizio del terzo millennio, riprendendo quanto aveva già indicato nell’Esortazione post-sinodale Vita consecrata: «Voi non avete solo una gloriosa storia da ricordare e da raccontare, ma una grande storia da costruire! Guardate al futuro, nel quale lo Spirito vi proietta per fare con voi ancora cose grandi». Il servizio all’annuncio del Vangelo della vocazione è curato dall’Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni della Conferenza Episcopale Italiana. Una variegata ricchezza di proposte e di esperienze è proposta sui siti ufficiali dell’U.S.M.I. (Unione Superiori Maggiori d’Italia), della C.I.S.M. (Conferenza Italiana Superiori Maggiori), dell’U.C.E.S.M. (Unione Conferenze Europee Superiori Maggiori), [37] dell’U.S.G. (Unione Superiori Generali) e dell’U.I.S.G. (Unione Internazionale delle Superiori Generali). Nel 2003 è stato pubblicato il Supplemento al Dizionario Teologico della Vita Consacrata, che completava e aggiornava il Dizionario Teologico della Vita Consacrata realizzato nel 1994, tradotto dall’originale spagnolo del 1992. Il testo propone l’analisi approfondita della natura della vita consacrata nella sua dimensione teologica, senza trascurare quella giuridico-istituzionale.
Una pietra miliare resta lo studio di Juan Mari Ilarduia sul versante del progetto personale e comunitario dei Consacrati, che introducono nel dinamismo della comunione fraterna in comunità, cosparsa di fragilità e di rinnovati sforzi.
Un sussidio molto utile per orientarsi nel vasto panorama della Pastorale vocazionale è il Dizionario di Pastorale Vocazionale, del Centro internazionale vocazionale “Rogate”. A pochi anni di distanza vede la luce un nuovo strumento per la pastorale delle vocazioni: il Dizionario Biblico della Vocazione, curato da Giuseppe De Virgilio. Il principio ermeneutico che guida il Dizionario è costituito da un’opzione di base: considerare la “vocazione- chiamata” non solo come oggetto della teologia biblica, ma come categoria-orizzonte-principio-simbolo di tutta la rivelazione della Sacra Scrittura.
Dello stesso autore è il volume Grammatica della vocazione che intende offrire, soprattutto agli educatori e ai giovani, un itinerario sulla fede come «risposta» all’appello di Dio.
La preziosa collana “Psicologia e formazione”, diretta da Amedeo Cencini e Alessandro Manenti dell’Editrice Dehoniana di Bologna, ha superato le cinquanta pubblicazioni e insiste sul tema dei valori e degli ideali, in vista di una maggiore salute mentale e anche di una più matura vita di fede dei giovani. Ai nostri giorni, alla luce delle Esortazioni apostoliche Evangelii gaudium (2013) e Amoris laetitia (2016) di papa Francesco, Giuseppe Crea, Gloria Conti e Gianfranco Poli, nel loro ultimo lavoro Tutta la gioia che mi hai messo in cuore, si interrogano se la Vita Consacrata contemporanea sia in sintonia con questo rinnovato magistero pontificio, o se, invece, sia troppo occupata in affannosi calcoli di personale, in problematiche rivisitazioni dei carismi, in forzati ridimensionamenti. Per gli autori la Vita Consacrata è chiamata, per vocazione, ad indicare per prima le sorgenti della gioia e della felicità.
Amedeo Cencini, partendo dall’Esortazione Apostolica Postsinodale Verbum Domini, sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa di papa Benedetto XVI, del 30 settembre 2010, prospetta la vita cristiana “al ritmo della Parola di Dio”. Nell’ultimo suo libro Io ti ho scelto. I primi chiamati: una storia da raccontare, lo stesso autore parte da una scommessa: «La Bibbia è vocazionale in ogni sua parte ed in ogni sua pagina. Non occorre andare a cercare in essa un particolare episodio, poiché essa è tutta una storia di chiamate, tra un Chiamante – che è sempre lo stesso – ed una serie discreta di chiamati, più o meno attenti, consapevoli d’esserlo e generosi nella risposta».
Preziosi strumenti di aggiornamento permanente sul vangelo della vocazione restano le riviste: Vocazioni , Mondo Voc, Rogate Ergo e Cenacoli Voc.
Conclusione
Al termine di questa breve indagine all’interno della letteratura su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” mi piace concludere che i giovani, oggi, ci invitano a non demonizzare la stagione della loro giovinezza, ma a scoprirne la bellezza e le immense potenzialità. La loro giovane vita è un cammino aperto verso la maturazione per diventare un dono per gli altri, in ascolto della propria coscienza e in compagnia di testimoni-maestri.
Il cammino verso il Sinodo dei Giovani del 2018 costituisce un’occasione privilegiata per approfondire la realtà giovanile nella Chiesa e nella società, perché in un mondo che cambia bisogna scommettere sui giovani.