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Mattarella visita il Centro “Don Bosco” di Ashaiman: “Qui si respira anzitutto lo spirito salesiano”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Ashaiman) – “Avevamo a cuore di passare da qui, per visitare questo centro, per vedere quel che c’era stato illustrato, l’attività che concretamente qui si svolge e, soprattutto, per il modello che presenta, per la formula, che costituisce un modello anche per altre realtà che possono seguire questa formula”: così si è espresso il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, sabato 6 aprile 2024, nel corso della sua visita Centro di Formazione Professionale salesiano “Don Bosco” ad Ashaiman, non lontano dalla Capitale, Accra, in una delle ultime tappe della sua Visita di Stato in Africa Occidentale.

Accompagnato dalla figlia Laura e dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, il Capo dello Stato Italiano ha osservato i laboratori e gli spazi di formazione del centro salesiano, sede di un’importante sperimentazione di cooperazione internazionale, sviluppata in collaborazione tra la “Confindustria – Alto Adriatico”, l’agenzia per il lavoro “Umana – SpA”, la Regione Friuli-Venezia Giulia, l’ONG salesiana “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” (VIS), sindacati ed altri partner.

“Sono lietissimo di essere qui” ha esordito dopo i saluti e i ringraziamenti ufficiali, il Presidente Mattarella. “Ho visitato alcuni reparti potendo vedere concretamente l’attività che si svolge e la grande perizia che hanno questi ragazzi grazie alla formazione” ha aggiunto Mattarella.

Forte della sua conoscenza diretta del mondo salesiano, passata anche attraverso i molteplici contatti con le realtà salesiane intrattenuti nei suoi oltre nove anni di Presidenza, il Capo dello Stato ha percepito immediatamente il calore e il clima tipici delle case di Don Bosco. “Ho visto, come mi aspettavo, che qui si respira anzitutto lo spirito salesiano. È ben espresso da questa immagine qui: Don Bosco seguito da una moltitudine di giovani. E qui, come in tanti altri luoghi, in ogni continente, vi è questo rapporto strettissimo, costante, intenso, volto alla formazione dei giovani che, dall’insegnamento di Don Bosco, viene recepito”.

Mattarella ha parlato ai ragazzi da vero conoscitore e ammiratore di Don Bosco, presentando lui stesso il Santo piemontese ai giovani presenti: “Vedete ragazzi, Don Bosco ha iniziato così in Italia: c’erano moltitudini di ragazzi, alle volte senza neppure famiglia, senza preparazione, senza possibilità di futuro, senza opportunità di lavoro. Il suo impegno è stato allora in Italia questo, e ha avuto grande successo”.

Successivamente, ha rimarcato il valore del progetto di cooperazione internazionale che coinvolge il centro: un percorso di educazione e formazione tecnica rivolto ai giovani allievi ghanesi per migliorare la loro formazione professionale in Italia, creando opportunità di interscambio lavorativo e rafforzando i rapporti esistenti tra i due Paesi. Nello specifico, grazie a questo progetto 250 giovani ghanesi dei percorsi tecnico-professionali verranno selezionati dall’Ufficio di Servizi per il Lavoro del centro (il “Don Bosco Job Service Office”) in collaborazione con “Umana Spa” e dopo avere frequentato un corso di lingua curato dal VIS, saranno successivamente inseriti nel tessuto lavorativo delle aziende del Friuli-Venezia Giulia, in ambiti quali la cantieristica, l’edilizia e le infrastrutture, la logistica e la movimentazione delle merci, ma anche l’alberghiero e il terziario.

Ecco perché parlando di quest’iniziativa Mattarella ha parlato di una “formula di straordinaria efficacia per la formazione qui di giovani che aspirano al lavoro e l’addestramento, poi, nelle industrie del nostro Nord Est” rimarcando che “i giovani possono decidere se continuare a lavorare in quelle aziende in Italia o investire qui con la preparazione conseguita”.

“È una formula felice – ha sottolineato ancora il Capo dello Stato italiano – ed è importante che il nuovo Presidente della Confindustria italiana, Orsini, abbia assunto nel suo programma nazionale questa formula, perché venga ripetuta nelle altre organizzazioni del nostro Paese, in Italia”.

Già a partire dal mese di maggio i primi 30 ragazzi inizieranno i corsi di lingua italiana e di educazione civica organizzati dal VIS in collaborazione con l’Università per gli Stranieri di Siena. I corsi, dalla durata di due mesi e mezzo, consentiranno agli studenti di sostenere l’esame di certificazione linguistica in Lingua Italiana di livello A1 e di sviluppare la conoscenza e la comprensione delle strutture sociali, economiche, giuridiche e civili della società italiana – un’attività che mira ad agevolare un’integrazione graduale e positiva nel contesto sociale e culturale italiano.

Prima di congedarsi dal personale e dagli allievi del centro salesiano, Mattarella ha rimarcato ancora la bontà di questo progetto e il suo significato più importante, con un messaggio e una visione tipicamente salesiani: “Qui, come in altre iniziative, si respira lo spirito di questa collaborazione fra Ghana e Italia: quella di avere la consapevolezza che il nostro futuro è comune e che viene affidato ai giovani, e abbiamo quindi la responsabilità della loro formazione per il loro futuro”.

“Sto per ripartire per l’Italia, lasciando a malincuore questo magnifico Paese – ha concluso, infine –. Sono lieto di trascorre queste ultime ore qui in Ghana, in questa realtà, con i giovani ghanesi, con la collaborazione che per loro intendiamo svolgere e che concretamente qui viene svolta”.

CGS – Please look forward: concorso per giovani ecoreporter

Dal sito del CGS nazionale.

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L’Ispettoria Salesiana Italia Centrale (équipe di ecologia integrale) e l’associazione CGS (Cinecircoli Giovanili Socioculturali APS) intendono lanciare una challenge, dal titolo “Please look forward”, per sensibilizzare gli adolescenti e i giovani (dai 15 ai 30 anni) sulle tematiche dell’ecologia integrale, tramite l’ideazione e la realizzazione di prodotti audiovisivi. Altri partner dell’iniziativa sono Salesiani per il Sociale APS e VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, ONG). L’obiettivo del concorso è ideare e realizzare un reportage della durata massima di 3 minuti, utilizzando esclusivamente lo smartphone, che metta in luce una problematica ecologica rispetto ai seguenti settori: rifiuti in genere, acqua, cibo, trasporti, plastica, vestiario, smartphone. La partecipazione al concorso è gratuita.

Per offrire alcuni suggerimenti utili ai creatori dei video, è a disposizione una video-lezione gentilmente realizzata da Teresa Paoli (giornalista e regista, dal 2017 è inviata di PresaDiretta, il programma di approfondimento Riccardo Iacona in onda su Rai3).

I partecipanti al concorso potranno inviare i propri video a partire dal 18 marzo 2024 e fino al 4 maggio 2024. A cominciare da lunedì 6 maggio, i video ricevuti saranno pubblicati sul canale Youtube dell’associazione Cinecircoli Giovanili Socioculturali e sottoposti alla votazione da parte del pubblico. Le votazioni saranno aperte fino al 24 maggio 2024.

Il primo premio (storia più significativa) sarà assegnato al video che avrà raggiunto il maggior numero di votazioni on-line (50% del punteggio) e che avrà ricevuto il massimo dei voti dalla giuria (50% del punteggio). Il vincitore riceverà un buono acquisto per attrezzature audio-video da 500 €, oltre alla possibilità di partecipare ad un Festival cinematografico con l’Associazione CGS. Il secondo premio (miglior fotografia) sarà assegnato dalla giuria e riceverà un buono acquisto da 200 €.

Info e regolamento

Vivere nel 2060: al via per le scuole il percorso educativo immersivo sui cambiamenti climatici con scenari e possibili soluzioni

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Toccherà 7 Regioni italiane, coinvolgerà attivamente 12 Comuni – tra cui Genova, Padova e Salerno – più di 140 scuole medie e superiori e 5.600 studenti, il percorso “2060” che da gennaio a giugno farà vivere alle ragazze e ai ragazzi le condizioni di disagio causate dalla crisi climatica e dal nuovo contesto ambientale.

Con l’ausilio di attori e facilitatori a fare da guida, il viaggio partirà da una sala immersiva con diversi scenari distopici sul futuro del nostro pianeta: camminare sulla terra arida, dormire in una discarica di plastica e contendersi l’ultima goccia d’acqua. Sono alcuni degli scenari che il percorso sensoriale sulla migrazione climatica farà sperimentare ai partecipanti.

Poi i partecipanti prenderanno parte a un gioco teatrale in cui saranno nelle mani dei trafficanti di esseri umani nel lungo percorso a tappe per raggiungere le zone del Nord Europa, le uniche dove sarà ancora possibile vivere.

Nell’ultimo passaggio, ci sarà infine una stanza di ristrutturazione cognitiva e assunzione di responsabilità che guiderà nella rielaborazione e riflessione su quanto vissuto. Ogni ragazzo e ragazza stipulerà un “patto”: si impegnerà, cioè, dando la sua parola davanti alla classe, a mettere in atto un’azione quotidiana per contribuire alla mitigazione della propria impronta ecologica e quindi del cambiamento climatico.

Il percorso educativo immersivo “2060” è realizzato nell’ambito del progetto “TESTiamoCI per il futuro: TErritori e STudenti per una nuova CIttadinanza ecologica” cofinanziato dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), che si pone l’obiettivo di promuovere comportamenti e forme di partecipazione volti alla tutela dell’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici.

Capofila del progetto è l’ong salesiana “VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo”, affiancata dai partner “CBM”, “Cefa”, “Cies”, “No One out”, “Osvic” e “Vides”. Sono partner del progetto anche i 7 Comuni in cui si realizzeranno i percorsi (Genazzano – da cui partirà la prima tappa il 15 gennaio – Gardone Val Trompia, Casalecchio di Reno, Genova, Padova, Salerno e Arborea) insieme a quelli di Palestrina, Borgosatollo, Valsamoggia, Conegliano, Terralba.

Nel pomeriggio e nei fine settimana il percorso sarà aperto gratuitamente anche alla cittadinanza.

Per ulteriori informazioni: testiamoci@volint.it

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Nominati i nuovi membri del Comitato Esecutivo del VIS

Pubblichiamo il comunicato del VIS sulla nomina di due nuovi membri del Comitato Esecutivo.

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Si è svolta oggi pomeriggio l’assemblea dei soci del VIS, Missioni Don Bosco, Fondazione Don Bosco nel Mondo e CNOS, che hanno nominato i due nuovi membri del Comitato Esecutivo, organo che ne cura l’amministrazione ordinaria e straordinaria. A comporre il board del VIS saranno don Luca Barone della direzione generale della Congregazione, e don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, che assume la carica di tesoriere.

La decisione è nata in seguito alle dimissioni di Giampietro Pettenon, che dopo una lunga esperienza nel board del VIS ha assunto un nuovo incarico nell’opera salesiana di Udine. L’altro componente del Comitato esecutivo dimessosi è don Giordano Piccinotti, nominato da papa Francesco presidente dell’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa). A entrambi tutto il VIS esprime gratitudine per il percorso condiviso e l’augurio di buon lavoro per i nuovi incarichi.

I due nuovi componenti del CE si uniscono alla squadra già composta dalla presidente Michela Vallarino, Marco Faggioli e Francesco Mele (entrambi vice presidenti, quest’ultimo nominato dall’Assemblea dei Partecipanti), Jennifer Avakian e Stefano Di Maria.

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Bosembo, il nuovo podcast del VIS sulla poesia della resistenza per i ragazzi e le ragazze che hanno subito violenza nel Nord Kivu

Dal sito del VIS.

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Un Paese enorme, ricco di materie prime e con una popolazione molto giovane (il 48% ha meno di 18 anni). Malgrado ciò, in Repubblica Democratica del Congo 8 persone su 10 vivono al sotto della soglia di povertà, la condizione femminile è drammatica (si stima che in tutto il Paese vengano violentate più di mille donne al giorno). La regione del Nord Kivu, al confine con Uganda e Ruanda, è spesso teatro di drammatici avvenimenti: dall’eruzione del vulcano Nyiragongo ai conflitti armati del gruppo M23 e agli altri gruppi ribelli che continuano a mietere vittime tra i civili, fino all’uccisione dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, avvenuta esattamente due anni fa, nel febbraio del 2021.

Sono Monica Corna, capo missione del VIS in Repubblica Democratica del Congo – dove vive da oltre vent’anni – e Ben Kamuntu, giovane artista e attivista per i diritti umani, i protagonisti della nuova mini serie podcast del VIS “Bosembo”, che in lingua Lingala significa “giustizia”.

In tre puntate Bosembo, scritto e scritto e realizzato da Stefano Leszczynski, esplora le sfide che il mondo della cooperazione allo sviluppo è chiamato ad affrontare, evidenziandone luci ed ombre, ma soprattutto racconta la situazione dei bambini che vivono per le strade di Goma e delle ragazze, spesso costrette a subire violenze e abusi. Proprio insieme a loro gli operatori del VIS praticano la Slamtherapy, una particolare forma espressiva che insegna ai ragazzi e alle ragazze a comunicare il proprio vissuto e spezzare il circolo della violenza con l’aiuto della poesia.

“Là dove si fanno molti discorsi politici – afferma Ben Kamuntu, che è parte del movimento giovanile congolese “Lucha” – avremmo invece bisogno un po’ più di discorsi poetici. Bisogna portare poesia nella politica, perché la poesia va dritta al cuore, è qualcosa che tocca il cuore, ci coinvolge, ci riconnette, ci interroga. Io credo ancora nella forza dell’arte. Credo nella forza della condivisione e uso la poesia slam come un mezzo, strumento di resistenza, ma anche un percorso per sognare”.

Ascolta il podcast

Territori Divini, la XXIII edizione della degustazione enosolidale del VIS

Dal sito del VIS.

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Dopo l’evento dello scorso settembre torna Territori diVini, giunto alla sua ventitreesima edizione. Venerdì 8 luglio, dalle ore 19.00 alle ore 23.00, ci ritroveremo presso il Chiostro San Tarcisio situato all’interno della splendida cornice del Parco delle Catacombe di San Callisto.

La degustazione enosolidale, che quest’anno si colloca nell’ambito del progetto “Start your business” (realizzato dal VIS in Palestina), vuole sostenere e far conoscere un vino che nelle sue origini è molto particolare; si tratta del vino della cantina di Cremisan.

Prodotto in Terra Santa e diffuso in alcuni paesi del Medio Oriente, il vino di Cremisan prende il nome dalla collina in cui i Salesiani, nel 1896, avviarono un progetto sociale sulla coltivazione di viti e realizzazione di vini.

Un vino che nasce dal desiderio di unione e di pace, dal voler dimenticare le divisioni e ridurre le differenze tra le persone. Supportare la produzione di questo vino significa far sentire la nostra vicinanza ai Salesiani e supportare le loro opere in Medio Oriente.

Nel corso dell’evento sarà possibile degustare anche i vini di diverse cantine italiane che hanno deciso di partecipare e sostenere il VIS donando alcuni dei loro prodotti. Saranno inoltre allestiti quattro Banchi Speciali: Banco dell’Eccellenza, Banco Versamiancora, Banco Vini Bianchi del Nord Italia e Banco dell’Olio Guida ExtraVoglio.

Grazie al contributo di solidarietà di 15 euro, che include la degustazione, un calice e una sacca porta bicchiere, si sosterranno le attività che il VIS porta avanti nel mondo a favore di bambine, bambini e giovani in condizioni di povertà e vulnerabilità.

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Vis, l’11 e 12 giugno si è svolta l’assemblea annuale

L’11 e 12 giugno si è svolta a Roma l’assemblea annuale del VIS con la partecipazione di don Angelo Regazzo che ha festeggiato i 50 anni di sacerdozio.

“Un fine settimana intenso, ricco di contenuti e di emozioni per lo staff e i partecipanti del VIS, giunti a Roma per l’Assemblea annuale, arricchita dalla presenza del nostro carissimo don Angelo Regazzo che ha festeggiato con noi i suoi 50 anni di sacerdozio”, scrive il VIS.

Servizio Civile all’estero con i Salesiani: 63 posti disponibili in Brasile, Africa ed Europa

Con i Salesiani si può svolgere un anno di servizio civile anche all’estero: Salesiani per il Sociale e VIS mettono a disposizione 63 posti in Brasile, Angola, Namibia, Ghana, Senegal e in Europa in Albania e Spagna. I posti sono così suddivisi:

  • 6 progetti Salesiani per il Sociale per 53 posti
  • 3 progetti VIS per 10 posti
  • I progetti, tutti di 12 mesi, si situano nel campo dell’educazione, formazione e cooperazione allo sviluppo, accanto a minori e giovani in situazione di svantaggio socio-culturale ed economico, a rischio devianza e di emarginazione sociale
  • Per i volontari in servizio è previsto un compenso economico mensile compreso tra i 700 e gli 850 euro, sono inoltre coperte le spese di vitto e alloggio.
Sito e Info

Cambio ai vertici del VIS: Michela Vallarino eletta presidente, affiancata dal nuovo Comitato Esecutivo. La direttrice generale è Chiara Lombardi.

Nel corso dell’assemblea dei Soci e dei Partecipanti che si è tenuta sabato 27 e domenica 28 novembre sono state rinnovate le cariche istituzionali che guideranno la Ong salesiana VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo per i prossimi quattro anni.

L’assemblea dei Soci, composta da tre enti salesiani, ha eletto alla carica di presidente Michela Vallarino, 49 anni, avvocato, già vice presidente. Sarà affiancata dai consiglieri del Comitato EsecutivoMarco Faggioli e Francesco Mele (entrambi vice presidenti, quest’ultimo nominato dall’Assemblea dei Partecipanti), don Giordano Piccinotti SDB (tesoriere), Giampietro Pettenon SDBJennifer Avakian e Stefano Di Maria.

Vallarino raccoglie il testimone da Nico Lotta, di professione ingegnere, che ha ricoperto la carica di presidente per due mandati: “In questi anni abbiamo consolidato la presenza del VIS in alcuni Paesi – afferma Lotta – ampliato i partenariati strategici e rafforzato la struttura operativa. Resta ancora molto da fare perché la pandemia ci ha posto di fronte a nuove sfide e a una maggiore consapevolezza che nessuno si salva da solo, che è l’essenza del fare cooperazione. Sono profondamente grato verso tutte le persone con cui ho condiviso questo lungo tratto di strada, che ho vissuto come un servizio, ma che è stato soprattutto un dono. Auguro alla nuova squadra di lavorare e secondo lo spirito di attenzione ai giovani più vulnerabili che Don Bosco ci ha trasmesso”.

“Sono profondamente grata a Nico Lotta e a tutto il Comitato esecutivo uscente per il lavoro svolto insieme in questi anni e per la fiducia che mi accordano – afferma Michela Vallarino – Ora inizia una nuova fase, che sarà caratterizzata dal rinnovamento e anche dalla continuità con quello che è stato fatto finora. Alcuni degli obbiettivi sono ancora validi perché non ancora compiutamente realizzati, come il rafforzamento della rete dei soggetti che compongono il sistema salesiano di solidarietà, la presenza sul territorio italiano, il miglioramento del sistema di organizzazione, gestione e controllo interno”.

Il VIS è in una fase di pianificazione strategica per i prossimi sei anni, un processo partecipativo che ha coinvolto negli ultimi mesi il personale della sede e dei Paesi in cui è presente.

“Interpreto questo ruolo – prosegue Vallarino – come un fare sintesi e mettere in circolo le diverse anime e sensibilità che costituiscono il VIS: spirito di servizio e professionalità, carisma e competenza, sogni e quadri di progetto, centro e territori, emergenza e sviluppo. Credo che la strada giusta sia quella di vivere la cooperazione non solo come “attività di interesse generale” secondo il linguaggio della Riforma del Terzo Settore, ma anche come approccio: la cooperazione come incontro tra le persone, in un mondo dove tutto è connesso e tutto è in relazione e in cui siamo chiamati a impegnarci per la giustizia e la pace anziché alimentare le ingiustizie e le disuguaglianze, come ci ricorda papa Francesco”.

Il Presidente e i componenti del Comitato Esecutivo del VIS non sono dipendenti dell’organismo, percepiscono solo una indennità di carica, e svolgono altre professioni, mettendo a disposizione della Ong la propria competenza ed esperienza con spirito di servizio.

Al vertice della struttura operativa ci sarà Chiara Lombardi, 38 anni, nominata direttrice generale: “Sono cresciuta professionalmente al VIS, in cui sono entrata la prima volta nel 2009 e a cui sono tornata dopo diverse esperienze con altre organizzazioni. Sono grata per il percorso fatto, consapevole dell’onere che mi spetta ma anche della professionalità delle colleghe e dei colleghi che mi affiancheranno. Credo che fare cooperazione richieda molta flessibilità per rispondere alle necessità di un mondo in continua evoluzione, con nuovi bisogni, nuovi squilibri, nuove povertà e nuove sfide. Il VIS è una organizzazione capace di rigenerarsi mantenendo le proprie radici. Per questo lavoreremo nel segno della continuità ma anche innovando alcuni processi e modalità di lavoro con l’obiettivo di accorciare le distanze tra i colleghi della sede, quelli nei Paesi e i volontari in Italia e creare una squadra dalle dimensioni globali sempre più unita e motivata a servizio dei più vulnerabili”.

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Michela Vallarino, sposata e con un figlio, vive e lavora a Genova dove esercita la professione di avvocato a favore di privati, imprese ed enti non profit. Svolge anche attività di consulenza ed assistenza in materia di responsabilità amministrativa degli enti, facendo anche parte di alcuni organismi di vigilanza. Da molti anni è attiva nel mondo del volontariato e dell’associazionismo, tra gli altri negli ambiti della cooperazione internazionale, della tutela legale delle persone non abbienti e della protezione dei diritti dei minori stranieri non accompagnati.

Chiara Lombardi, sposata e con due figli, originaria di Brescia e proveniente da una famiglia molto attiva nel mondo della cooperazione internazionale. Dopo la laurea in Relazioni Internazionali all’Università Cattolica inizia a lavorare nella cooperazione in Libano, poi in Repubblica Democratica del Congo e in Etiopia, dove condivide l’esperienza insieme al marito e ai figli. Dal 2018 è rientrata in Italia e lavora nella sede centrale del VIS occupandosi di progetti nel Corno d’Africa.

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DIRE – Dagli Stati Uniti fondi al progetto Vis che offre lavoro e studio a giovani migranti

Dall’agenzia di stampa DIRE.

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ROMA – “Nei primi mesi della pandemia di Covid-19 l’Italia è stata messa sotto un’incredibile pressione, d’altronde nessuno era pronto. Per questo, forti di una lunga amicizia, gli Stati Uniti hanno stanziato 50 milioni di euro. Si tratta del primo fondo di queste dimensioni dai tempi del Piano Marshall, nel dopoguerra, e siamo felici che una parte sia stata impiegata anche dai salesiani, con cui già lavoriamo in tanti paesi del mondo”. Lo dichiara all’agenzia Dire Daniel Ross, consigliere per gli Affari economici dell’Ambasciata americana in Italia a pochi giorni dalla conclusione di ‘Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to Covid-19’.

Il progetto, finanziato con parte dei fondi stanziati dall’agenzia americana per la cooperazione allo sviluppo (Usaid) – ha permesso di intervenire in 16 Regioni italiane da parte di Vis – Volontariato internazionale per lo sviluppo, Salesiani per il Sociale, Cnos Fap e al partner statunitense Salesian Missions.
In particolare, attraverso Don Bosco2000, il presidio Vis in Sicilia e parte della rete di Salesiani per il Sociale sono intervenuti per sostenere 10 giovani migranti di circa vent’anni provenienti da Gambia, Egitto, Senegal, Niger e Algeria.

In una fase in cui la pandemia ha complicato la vita quotidiana di tante persone, causando la perdita del lavoro o l’interruzione degli studi, per i migranti di recente arrivo spesso è stata anche più dura. In Sicilia, grazie ai volontari del Vis, i dieci giovani coinvolti nel progetto hanno potuto invece iniziare un percorso di orientamento alla formazione e al lavoro, grazie al quale due di loro hanno trovato un’occupazione, altri tre hanno continuato a studiare, mentre uno ha optato per i Rimpatri Volontari Assistiti in quanto intenzionato a tornare nel suo Paese.

Gli Stati Uniti- prosegue il rappresentante diplomatico- sono soliti assistere l’Italia in caso di disastri naturali, come alluvioni o terremoti, ma un fondo di tale dimensioni non si registrava dagli anni Cinquanta. Bene che una parte dei fondi sia stata gestita da organizzazioni come i salesiani e il Vis, che hanno le infrastrutture sul terreno”.
Quanto a stanziamenti analoghi, “assolutamente no”, replica Daniel Ross, “e per fortuna aggiungerei: nel 2020 c’è stata un’emergenza. Ma l’Italia è e resta un paese avanzato, le sue autorità sono riuscite a controllare la pandemia, quindi continueremo a cooperare con l’Italia nei vari paesi del mondo per fornire aiuti di base, attraverso le organizzazioni internazionale e le ong”.

Nico Lotta, presidente del Vis, sempre alla Dire ha aggiunto: “Grazie al progetto finanziato da Usaid e insieme ai nostri partner salesiani, abbiamo potuto orientare i nostri sforzi sull’Italia. In questi mesi la diffusione del virus per fortuna si è ridotta, ma non le conseguenze educative, sociali ed economiche della pandemia sulle fasce di popolazione più vulnerabili. Dal punto di vista della cooperazione- dice ancora Lotta- credo sia molto significativo il fatto che l’Italia sia diventata un Paese beneficiario di aiuti internazionali: ci fa riflettere sull’importanza di una solidarietà capace di andare al di là di categorie o etichette. Come ci ricorda papa Francesco, ‘nessuno si salva da solo, ci si può salvare unicamente insieme’”.

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