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Italia – La “buonanotte” di Mons. Ryabukha, SDB, ai salesiani della Sede Centrale Salesiana. Una testimonianza sui miracoli di Maria durante la guerra in Ucraina

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – La realtà terribile della guerra, con violenze, bombardamenti e migliaia di persone in fuga; ma anche i miracoli nascosti e silenziosi avvenuti per tante persone semplici, la presenza costante di Maria Ausiliatrice e lo zelo di un pastore per il suo gregge sofferente. Tutto questo si è concentrato nel pensiero della “buonanotte” che pochi giorni fa Mons. Maksym Ryabukha, SDB, vescovo ausiliare dell’esarcato arcivescovile di Donetsk, ha offerto ai salesiani della Sede Centrale Salesiana a Roma.

“Voglio lasciare una semplice testimonianza: fino al 21 dicembre scorso sono stato il Direttore della casa salesiana di Kiev. Abbiamo vissuto tutto l’assedio della capitale. Per me è stato come rivivere la storia di Don Bosco” esordisce il presule in un italiano fluente, dato che arrivò in Italia a 17 anni, finita la scuola ucraina post-sovietica dell’epoca.

La casa di Kiev, che i salesiani non costruirono, ma ricevettero così com’era, prima della guerra aveva un centro giovanile unico a livello di Chiesa locale, ma era senza cantina. “Quando è iniziata la guerra ci siamo posti la domanda: dove nascondersi da missili e bombe?” prosegue.

Il terreno della casa salesiana confina con una scuola statale, la quale, pur legata al Patriarcato Ortodosso di Mosca, ha sempre mantenuto un buon rapporto di vicinato con i salesiani. Nelle prime settimane di guerra ospitava 320 persone nei suoi sotterranei. “La Direttrice spesso mi chiamava chiedendo che andassi a parlare con la gente perché c’è una depressione generalizzata…”

Mons. Ryabukha racconta come durante le sue visite cercasse in tutti i modi di incoraggiare, sostenere i bisognosi. Come quella volta che incontrando una signora anziana dallo sguardo assente le ha chiesto di poterla abbracciare, e ricevuto l’assenso, l’ha sentita “sciogliersi” e tornare alla realtà tra le sue mani. O dicendo loro: “Non so se voi crediate o no, ma la casa che voi vedete dalle vostre finestre non è mia, è della Madonna, perciò, a casa mia non accadrà nulla. Don Bosco ha promesso infatti che ogni persona che passa la soglia di qualsiasi casa salesiana si trova sotto la custodia di Maria Ausiliatrice’. Ma dato che se succede qualcosa a voi qui, finisce per ricadere anche su casa mia, potete stare tranquilli che la Madonna tiene sotto la sua custodia anche tutti voi”.

Certo, erano parole di consolazione e sostegno a delle persone impaurite. Ma Mons. Ryabukha tiene a sottolineare anche un altro dato: “Dall’inizio della guerra a pieni confini fino ad oggi non c’è nessuno tra le persone che sono passate per la nostra casa che sia morto in guerra. Questo per me è un grande miracolo”.

La casa a Dnipro è oggi un centro che accoglie profughi e sfollati da varie zone del Paese. Attualmente vi è rimasto un solo salesiano che si impegna da mesi nell’accompagnare queste persone nella loro fuga dalla guerra. “Le storie che lui ci riporta sono spesso terrificanti, ma fino ad oggi è riuscito a salvare la vita di molte persone, di molti ragazzi. Anche questo credi sia una benedizione che ci regala Don Bosco”.

Sulla sua nomina episcopale a vescovo di Donetsk, afferma: “Forse il Santo Padre ha scelto me perché sa che i Salesiani sono bravi con i ragazzi più difficili, e lì ce n’è di lavoro”

E quanto al suo apostolato, individua due grandi ambiti per la “pastorale di paternità” che intende portare avanti: “L’ambiente parrocchiale, perché la presenza del sacerdote, come anche del vescovo, serve a rendere manifesta e visibile la presenza di Dio. E poi anche i militari: quella oggi è un’altra ‘parrocchia’ che ho in abbondanza. Molti di quei ragazzi sono nostri exallievi, i papà o gli zii dei nostri allievi”.

Uno di questi militari – parte del contingente di difesa che proteggeva la capitale ucraina e che dall’inizio della guerra fino a metà luglio frequentava la casa salesiana di Kiev per la doccia o per cambiarsi – ha ricontattato Mons. Ryabukha dal fronte. “Mi ha scritto, e appena ha potuto mi ha pure telefonato, per ringraziarmi, e mi ha raccontato: ‘So che lei prega per noi. Sono finito in un bombardamento e la scheggia di una bomba mi ha attraversato il naso. Qualche centimetro più in là e oggi non sarei più vivo. È stato un miracolo della Madonna, di cui lei ci parlava sempre’”.

Le ultime parole di Mons. Ryabukha, alla fine, sono solo di ringraziamento: “Vorrei dire a tutti voi grazie, alla Congregazione Salesiana, che da questo cuore al centro permette a tutti noi di restare sul campo. Siamo gli uni con gli altri in questa missione che Don Bosco ha sognato e ci ha voluto regalare e che non muore”.

“Vincerà chi avrà servito meglio il suo popolo” – il presidente di Missioni Don Bosco interviene sulla guerra in Ucraina

Si riporta di seguito il comunicato stampa di Missioni Don Bosco sul primo anniversario dall’inizio della guerra in Ucraina.

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24 Febbraio 2023

A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina

 

Don Daniel, sei è stato in Ucraina subito dopo lo scoppio della guerra. Hai condiviso la preoccupazione e l’impegno dei salesiani di Lviv e di Kyiv per salvare i bambini senza famiglia, le donne che fuggivano con i figli piccoli…

Non è facile esprimere i sentimenti di quel viaggio di pochi giorni che ho fatto con un confratello di Valdocco. Ma quello che mi è rimasto impresso è l’incredulità della gente, che fino al 23 febbraio pensava che le minacce russe non si potessero tradurre in un’aggressione.

E ancora dopo i primi giorni aveva la speranza che la guerra durasse così a lungo. Oggi invece la paura più profonda è che questo conflitto sia destinato a diventare una realtà endemica, un incendio che non si sa quando si estinguerà.

Ce lo insegnano le situazioni della Siria, in guerra da 10 anni, del Congo, con i suoi episodi di guerriglia che continuano da 30 anni.

Eppure si dovrà trovare un modo per uscire da questa tragica situazione.

La via è quella di abbassare la guardia. “Il più grande non è chi dirà di aver vinto, ma colui che meglio avrà servito la causa del suo popolo”, c’è scritto nel Vangelo.

Come nei conflitti fra persone, famiglie, gruppi, anche fra le nazioni si può ragionare quanto sia migliore chi sa rinunciare a qualcosa in vista di un bene superiore.

Questo non è perdere, è essere grande.

Questa è una considerazione che non piace a nessuna delle parti, nel conflitto russo-ucraino come in qualsiasi altro.

ll Papa ha detto che il grande male del modo è la corsa agli armamenti. Tornando dal Congo ha fatto notare che un anno di spesa per le armi corrisponde al fabbisogno alimentare della intera Africa.

Vediamo povertà, miserie morali, bisogni mai soddisfatti… e c’è la guerra.

Perché sostenere progetti di sviluppo in paesi in guerra?

Noi di Missioni Don Bosco proviamo a ristabilire un equilibrio, attraverso l’istruzione e la creazione di opportunità di sviluppo di quelle comunità.

Le guerre non hanno l’effetto di portare tutti allo stesso livello, anzi sono moltiplicatrici di corruzione, di discriminazioni, di violenze.

In questi casi può sembrare che l’aiuto esterno possa andare distrutto, ma attraverso i nostri missionari – anche in Ucraina in questo momento – arriviamo alle persone che hanno più bisogno, le aiutiamo a sopravvivere in assenza di protezioni, facciamo in modo che i giovani possano coltivare i loro sogni.

I benefattori danno generosamente anche in queste situazioni, come recentemente è accaduto per il soccorso alla popolazione terremotata di Siria e Turchia.

Resistenza per prepararsi al dopo, alla ricostruzione materiale e morale dell’Ucraina?

Certo. Noi siamo il ponte che fa arrivare l’aiuto anche in situazioni apparentemente senza sbocco. Questo aiuta ad alimentare la speranza che è possibile far finire la guerra.

Insieme con Papa Francesco che tutte le domeniche non perde l’occasione dell’Angelus per chiedere al mondo di pregare per la pace anche noi confidiamo che una forza superiore è la sola che può aiutare l’umanità a districarsi dai lacci dell’odio.

Padre Maksym Ryabukha, salesiano di Lviv – Leopoli che Missioni Don Bosco ha conosciuto a Kyiv qualche giorno prima dello scoppio della guerra, nel frattempo è stato consacrato vescovo di Donetsk.

A lui abbiamo chiesto di descriverci l’anima ucraina in questo lungo tempo di guerra:

“La vita di tutti i cittadini ucraini, come alla fine dei conti di tutto il continente europeo e di tutto il mondo si divide su “prima” e “dopo” quella data.

La vita di sicurezza, di valori garantiti, di possibilità aperte, di gioia e di felicità si è cambiata in un momento.

Le bombe, gli spari, il terrore, l’ingiustizia, l’urlo delle sirene hanno cambiato la vita di tutti, non risparmiando nessuno.

I ragazzi erano pieni di vita, di sogni, di gioia e di serenità. Si è tornati appena a scuola dopo lunghissimi mesi di chiusura a casa per il covid.

Da poche settimane si gustava la felicità di stare di nuovo insieme, la possibilità di studiare non attraverso lo schermo del computer ma dal vivo… Ritornare a sperimentare l’amicizia reale, i rapporti diretti, l’esperienza del gruppo.

Una sola notte ha rubato tutto. Da lì in poi tanta paura, tanto terrore, tanta delusione…”.

Missioni Don Bosco

“I sorrisi di Banca Reale”: Banca Reale in sostegno dei bambini ucraini accolti da Salesiani per il Sociale

Per contribuire concretamente ai bisogni delle famiglie ucraine colpite dall’emergenza umanitaria, in occasione del Natale, Banca Reale desidera offrire il proprio sostegno ai 300 bambini ucraini accolti dai Salesiani per il Sociale. Con l’iniziativa “I Sorrisi di Banca Reale”, tutti i dipendenti della banca hanno scelto di rinunciare alla loro tradizionale strenna natalizia devolvendo la cifra ricavata all’organizzazione no profit guidata dal Presidente Don Francesco Preite.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di fornire un contributo al supporto scolastico e psicologico dei bambini e dei ragazzi ucraini che, una volta inseriti nelle scuole italiane hanno necessità di ricevere un vero e proprio sostegno.

I Sorrisi di Banca Reale” si inserisce in un percorso di azioni intraprese da Reale Group che, da marzo 2022, ha agevolato una rete di sostegno virtuosa a favore della popolazione ucraina colpita duramente dalla violenza della guerra. Fin dall’inizio del conflitto, Reale Foundation, la fondazione corporate di Reale Group, ha affiancato diversi enti benefici, quali l’Ospedale Infantile Regina Margherita, CasaOz, Sermig, UGI, Adisco Sezione Piemonte – in collaborazione con la Regione Piemonte – per fornire una risposta pronta e immediata ai bisogni delle famiglie colpite da questa grave emergenza umanitaria.

Quest’anno i bambini ucraini hanno vissuto gli orrori della guerra e sono stati spettatori innocenti della brutalità del conflitto – ha dichiarato Giuseppe Pollio Direttore Chief Operating Officer di Banca Reale – Proprio per questo i dipendenti di Banca Reale desiderano dimostrare calore e vicinanza ai piccoli profughi ucraini e alle loro famiglie, accolte dai Salesiani per il Sociale, attraverso un gesto simbolico che speriamo possa facilitare la loro integrazione. La scelta di offrire un supporto scolastico e psicologico ai bambini,  colloca la nostra iniziativa in un percorso più ampio, che non guarda al presente bensì al futuro: crediamo che l’istruzione sia un veicolo d’inclusione ed equità sociale, che permette ad ogni persona di gettare delle solide basi per costruire il proprio domani”.

“L’emergenza Ucraina, passata l’ondata emotiva della prima ora, non ha cessato di esistere. Nei primi mesi abbiamo spalancato le porte delle case salesiane ed accolto chi fuggiva dall’orrore della guerra, specialmente famiglie, mamme con bambini di ogni età – dichiara don Francesco Preite, presidente nazionale di Salesiani per il Sociale APS -. L’integrazione sociale, scolastica, culturale nonché l’assistenza medica, richiedono un costante sostegno. Per questo a nome di tutta la rete di Salesiani per il Sociale ringrazio Banca Reale e tutti i suoi dipendenti: il loro gesto generoso darà un contributo al percorso di sostegno messo in piedi per accogliere e accompagnare questi nostri fratelli e sorelle in difficoltà. Nello stesso tempo invochiamo la pace in Ucraina”. 

Italia – Concerto di Natale in Vaticano per la pace

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – Quest’anno il grande Concerto di Natale in Vaticano sarà un concerto speciale all’insegna della pace e della solidarietà. La serata che già da 29 anni anima il pubblico con musica e storie che arrivano dalle opere gestite dai Figli di Don Bosco, nel 2022 vedrà come protagoniste le missioni salesiane in Ucraina e tutte le case che si trovano in contesti conflittuali e di guerra.

In Ucraina, nel paese martoriato dalla guerra da oltre otto mesi, si stima che 15,7 milioni di persone siano in urgente bisogno di assistenza umanitaria. Circa 6,28 milioni di persone – quasi il 14% della popolazione – sono sfollate all’interno dell’Ucraina, mentre il numero di rifugiati scappati dal Paese ha superato i 7 milioni e le 800 mila persone.

Oltre alle centrali elettriche, uffici pubblici, ospedali, orfanotrofi e migliaia di case, sono sempre più numerose le strutture scolastiche danneggiate dai bombardamenti russi, 212 quelle completamente distrutte. Si calcola che 5,7 milioni di bambini in età scolare siano colpiti direttamente o indirettamente dagli effetti della guerra.

“La nostra emergenza è la pace” è il motto del concerto solidale, che si terrà il 17 dicembre nell’Auditorium della Conciliazione a Roma e sarà trasmesso in prima serata su Canale 5 il 1° gennaio, in occasione della Giornata Mondiale della Pace.

L’evento musicale servirà a promuovere due progetti, a sostegno delle opere salesiane a Kiev e a Leopoli.

I salesiani hanno bisogno di un nuovo rifugio antiaereo per la casa nella capitale di Kiev, poiché senza rifugio le nuove disposizione emesse dal governo vietano di utilizzare una struttura come luogo di promozione di attività sociali. Il progetto dei Figli di Don Bosco prevede la costruzione di un rifugio sotterraneo attrezzato e sopra la realizzazione di un campo polisportivo e un parco giochi, spazi che, una volta finita la guerra, potranno essere valorizzati convertendoli in un piccolo teatro.

Per quanto riguarda l’opera di Leopoli, i salesiani vogliono acquistare attrezzature musicali e sportive per un programma di sostegno di un anno che comprende diverse attività per i giovani presso gli oratori e durante i campi estivi.

La XXX edizione del Concerto di Natale in Vaticano avrà un cast molto ricco: sul palco si esibiranno Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Orietta Berti, Neri Marcorè, Gigi D’Alessio, Cristina D’Avena, Amy Lee (cantante del gruppo Evanescence), Hevia, Josè Carreras, Jimmy Sax, Kayma, Aka 7even, il Piccolo Coro “Le dolci note”, il “Vincent Bohanan & Sound of Visctory Gospel Choir” e altri artisti e artiste che verranno svelati nei prossimi giorni. Ci sarà inoltre la partecipazione straordinaria di Fiona May, testimonial di “Missioni Don Bosco”, la Procura Missionaria salesiana di Torino, Marcell Jacobs, campione olimpico e mondiale di atletica leggera, Chiara Vingione campionessa mondiale con la Nazionale italiana di Basket Fisdir, Elena Sofia Ricci, Leo Gullotta e Bianca Guaccero.

Per sostenere il progetto solidale promosso da “Missioni Don Bosco” per il Concerto di Natale in Vaticano per la Pace, dal 17 dicembre al 6 gennaio si potranno donare 2€ inviando un sms al 45594, o 5€ o 10€ da rete fissa.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.missionidonbosco.org

 

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24 novembre, giornata di preghiera per la pace in Ucraina

Pubblichiamo l’invito alla preghiera per la pace in Ucraina promosso dall’ufficio nazionale di Animazione Missionaria dei Salesiani in Italia e dalle FMA Italia.

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In questi mesi stiamo continuando a seguire la situazione del Conflitto in corso nell’Est  Europa. Durante i mesi estivi si sono susseguite iniziative frutto dell’impegno di ciascuna  ispettoria e di ciascun territorio, che non hanno mai smesso di rendere sostegno e vicinanza  alle Case salesiane presenti in Ucraina e a quelle della Polonia che si sono trovate da subito  in prima linea a dare il loro sostegno alle popolazioni compite dal conflitto. 

Insieme all’impegno di sensibilizzazione e di solidarietà, siamo vicini a questi nostri  fratelli e sorelle ucraini attraverso un impegno di preghiera congiunta per chiedere insieme  il dono della Pace, preghiera che si sussegue in tutti i nostri ambienti educativi come una  staffetta continua. Insieme alla guerra in Ucraina sappiamo che attualmente sono presenti altri conflitti nel mondo. 

È l’esortazione rivolta ai fedeli da Papa Francesco al termine dell’udienze generali e degli Angelus in Piazza San Pietro nelle ultime settimane. E proprio nell’Angelus di domenica  23, Giornata Missionaria Mondiale il Papa ha annunciato: “Dopodomani, martedì 25 ottobre,  mi recherò al Colosseo a pregare per la pace in Ucraina e nel mondo, insieme ai  rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane e delle Religioni mondiali, riuniti a Roma  per l’incontro “Il grido della pace”. Vi invito ad unirvi spiritualmente a questa grande  invocazione a Dio: la preghiera è la forza della pace, preghiamo, continuiamo a pregare per  l’Ucraina così martoriata”. 

Come Ufficio Nazionale di Animazione Missionaria e come FMA Italia sentiamo quindi  l’urgenza di proporre uno Spazio di Preghiera comunitaria per tutte le realtà salesiane in  Italia. Per questo motivo, giovedì 24 novembre, giorno dedicato al ricordo e alla preghiera  a Maria Ausiliatrice, tutte le Comunità Educative Pastorali e le Comunità Educanti sono  chiamate a trovare un tempo per proporre in ogni ambiente educativo questa invocazione  per la Pace (es. Buongiorno, Buonanotte, Celebrazione Eucaristica, Adorazione Eucaristica,  Rosario, ecc…). Nel momento di preghiera individuato, invitiamo a inserire il testo della  preghiera per la Pace che Papa Francesco ha già utilizzato in altre occasioni. 

All’Ausiliatrice, Madonna dei tempi difficili, affidiamo la nostra Europa e il nostro  Mondo. 

 

PREGHIERA PER LA PACE 

Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica!  

Abbiamo provato tante volte e per tanti anni 

a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi;  

tanti momenti di ostilità e di oscurità;  

tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite… 

Ma i nostri sforzi sono stati vani.  

Ora, Signore, aiutaci Tu! 

Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, 

guidaci Tu verso la pace. 

Apri i nostri occhi e i nostri cuori 

e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; 

“con la guerra tutto è distrutto!”. 

Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti 

per costruire la pace. 

Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, 

Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, 

donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; 

donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli 

che incontriamo sul nostro cammino. 

Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini 

che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le  nostre tensioni in perdono. 

Tieni accesa in noi la fiamma della speranza 

per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo 

e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. 

E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare  sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen. 

(Papa Francesco)

Adorazione eucaristica per la pace in Ucraina: il 14 settembre in ogni Chiesa d’Europa

Aderendo all’iniziativa lanciata dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), la Conferenza Episcopale Italiana partecipa al gesto comunitario di solidarietà per l’Ucraina con un momento di adorazione eucaristica che si terrà nel pomeriggio del 14 settembre.

Nelle parrocchie e nelle diocesi di tutta Italia, si invocherà il dono della pace per l’Ucraina, terra martoriata da una guerra che dura ormai da vari mesi.

“In questo giorno in cui la liturgia della Chiesa celebra la festa dell’Esaltazione della santa Croce, ci uniamo con tutte le Chiese d’Europa per implorare da Dio il dono di una pace duratura nel nostro continente. In modo particolare, vogliamo pregare per il popolo ucraino perché sia liberato dal flagello della guerra e dell’odio”.

Sono le parole della preghiera contenuta nel sussidio preparato per l’occasione dall’Ufficio Liturgico Nazionale.

Il Papa invita ad «ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono. Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen».

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Ucraina – Voglia di normalità a Kiev: ripartono i centri estivi per i ragazzi

Appena la guerra ha allentato la morsa, la Casa salesiana di Kiev ha lanciato i campi estivi a partire da agosto, dedicati ai ragazzi incontrati con l’esperienza degli oratori itineranti. Anche se la guerra non è finita, si ha voglia di normalità.

 

Di seguito la notizia pubblicata su Avvenire:

“Estate ragazzi” a Kiev e dintorni, Ucraina. Iscrizioni aperte: si inizia il 1 agosto.

Proprio così, nonostante la guerra e tutte le brutture che ha generato. Voglia di vita e di giochi, di sole, di merende all’aria aperta, di scherzi, di ginocchia sbucciate, di corse a perdifiato. Voglia di normalità. È tutto questo che la Casa Salesiana di Kiev cerca di realizzare, anche se la guerra non è finita. Ed è quanto si coglie nel video che la stessa Casa ha realizzato per lanciare i “campi estivi” dedicati alle ragazze e ai ragazzi incontrati con l’esperienza degli oratori itineranti iniziata appena la guerra ha allentato un po’ la presa sulla capitale e sui villaggi intorno.

“Andiamo – dice il direttore dei Salesiani Maksym Ryabukha che ha organizzato tutto – nei villaggi della parte nord-ovest della regione di Kyiv che per quasi due mesi sono stati occupati dall’esercito russo. Offriamo la nostra presenza ai ragazzi che sono rimasti qui e che sono stati vittime di questa guerra”.

I campi estivi saranno anche organizzati nella zona di Chernobyl e nella regione di Poltava in un villaggio dove sono ospitate delle famiglie di profughi.

“Cerchiamo – dice don Maksym – di far vivere almeno qualche momento sereno a giovani che hanno visto la morte in faccia e che cercano con tutte le loro forze la vita”. Chi vuole aiutare è ovviamente ben accolto.

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Spagna: la Formazione Professionale salesiana realizza 10 incubatrici per i bambini a rischio dell’Ucraina

Giovedì 16 giugno la piattaforma di associazioni e organizzazioni impegnate a favore della popolazione ucraina “Clúster SOS Ucrania” della Navarra ha ricevuto la donazione di 10 incubatricirealizzate da studenti e insegnanti dei Centri di Formazione Professionale salesiani. Di seguito la notizia riportata dal sito ANS.

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Giovedì 16 giugno, la piattaforma di associazioni e organizzazioni impegnate a favore della popolazione ucraina “Clúster SOS Ucrania” della Navarra ha ricevuto la donazione di 10 incubatrici realizzate da studenti e insegnanti dei Centri di Formazione Professionale salesiani, che saranno presto in viaggio verso l’Ucraina. Cinque saranno destinate alla regione di Kiev, tre a Zaporizhia e due a Mykolaiv.

Alla consegna di queste 10 incubatrici, insieme ai più importanti media della Navarra, erano presenti i rappresentanti delle entità che hanno donato i fondi per la loro costruzione e spedizione: il club sportivo Mulier, l’associazione “Farmacisti senza frontiere” e la compagnia assicurativa “IMQ” delle Asturie.

“Clúster SOS Ucrania” ha contattato i salesiani di Pamplona quando ha saputo del progetto che i centri salesiani stanno portando avanti. Si tratta del progetto “Incubatrici che salvano la vita”, in cui sono coinvolti otto Centri di Formazione Professionale salesiani dell’IspettoriaSpagna-San Giacomo Maggiore”.

La guerra in corso in Ucraina fa sì che le nascite premature avvengano in luoghi non attrezzati dal punto di vista medico. Le incubatrici progettate da “Medicina Abierta al Mundo” sono state costruite dagli studenti dei cicli di meccanizzazione di livello superiore degli otto CFP salesiani e i giovani del corso di Elettricità ed Elettronica del complesso salesiano di Pamplona hanno realizzato l’assemblaggio elettronica.

“Per noi – hanno detto gli studenti durante la presentazione – è un piacere lavorare alla costruzione di queste incubatrici per neonati prematuri. Impariamo a lavorare con nuovi materiali e ci sentiamo utili. È molto stimolante per tutti noi”.

La controparte ucraina del “Clúster SOS Ucrania” ha ordinato 50 unità, 10 delle quali sono state già inviate.

Il progetto “Incubatrici che salvano vite” è iniziato l’anno scorso con una collaborazione tra il CFP salesiano di Pamplona, e le ONG “Medicina abierta al Mundo” e “Ayuda Contenedores” ed è stato esteso quest’anno ad altri 7 centri. Prima dell’inizio della guerra in Ucraina, erano già stati inviati ad altri Paesi che avevano bisogno di questi apparati, soprattutto in Africa e in America.

Pablo Sánchez, il giovane ingegnere che ha partecipato alla progettazione delle incubatrici, ha affermato nella presentazione che la richiesta è alta e proviene da diversi luoghi, per questo si continuerà a produrne anche nel corso del prossimo anno accademico.

“Medicina abierta al Mundo” ha sviluppato l’idea, progettato il prototipo e costruito le prime incubatrici “ma i centri salesiani sono diventati la forza del progetto” hanno affermato.

Molte aziende sono state interessate a contribuire con il loro granello di sabbia attraverso la fornitura di materiali o la fabbricazione di piccole parti delle incubatrici su una scala più ampia di quella che può offrire un centro educativo. Questo è il caso della collaborazione dell’azienda “M Torres”, che fornisce la stampa 3D di piccole parti per completare il dispositivo, o della Moshy, che ha donato le fodere per i materassini delle incubatrici. Inoltre, il progetto gode anche del sostegno dell’impresa bancaria “La Caixa”, attraverso l’iniziativa “FPDualiza”.

LiLy Shyshkovska, rappresentante dell’associazione “Alas de Ucrania”, che fa parte del “Clúster SOS Ucrania”, si è rivolta al pubblico augurandosi che non debbano essere inviate molte altre culle nel suo Paese perché la guerra possa presto concludersi, e ha infine affermato:

“Grazie a tutte le persone che partecipano a questo progetto. Siete incredibili. Pur fra tanto male in questo mondo, grazie a voi sta tornando la fiducia nella bontà degli esseri umani”.

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ADMA: “l’inno della Mamma Celeste risuona in tutto il Mondo” – Testimonianze

In seguito alla festa di Maria Ausiliatrice da poco conclusa, l’Associazione di Maria Ausiliatrice ADMA ha raccolto alcune testimonianze da tutto il mondo su come è stata vissuta questa felice ricorrenza. Tra le realtà salesiane interpellate troviamo il Burandi, l’Ucraina e l’Argentina. Di seguito l’articolo gentilmente fornito dall’ADMA.

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“Anche noi abbiamo festeggiato la Festa Patronale della nostra casa intitolata a Maria Ausiliatrice con la S.Messa e una processione con il quadro di Maria Ausiliatrice, così la padrona di casa ha potuto vedere tutte le sue proprietà e benedire la città di Kiev, cuore dell’Ucraina”.

Questo il saluto che ci è giunto con gioioso affetto dall’Ucraina, così come da tanti fratelli e sorelle appartenenti ai diversi gruppi della Famiglia Salesiana sparsi nel mondo, dal Burundi all’Argentina.

Ancora una volta constatiamo come Maria nostra Madre, fonte delle gioie e sostegno nei travagli di questi tempi, non abbandoni nessuno dei Suoi figli riscaldando il cuore con il suo affetto e suscitando pensieri di gratitudine da tutta la Sua numerosa famiglia.

Anche nella festa di Maria Ausiliatrice di quest’anno abbiamo vissuto l’unità e la vicinanza al cuore di don Bosco, che continua ad essere per tutti noi Maestro ed Amico nell’indicarci il cammino delineato e sostenuto dalle due colonne, Maria e Gesù.

Al termine di quanto vissuto in queste giornate di Festa e con il cuore colmo di gioia per le eco giunte da tutto il mondo, non possiamo che dirci grati perché “Ha fatto tutto Lei” e affidati, nella certezza che “Farà tutto Lei”!

Sanctuaire Marial de Buterere Bujumbura – Burundi

Casa Salesiana Maria Ausiliatrice di Kiev – Ucraina

Basilica Maria Auxiliadora y San Carlos – Buenos Aires

ADMA

L’oratorio di Chisinau, capitale della Moldavia, accoglie i profughi ucraini

Per far fronte alla crisi, i salesiani di Chisinau hanno trasformato il loro oratorio in un luogo di accoglienza per i profughi ucraini, che stanno scappando dalla guerra. Con l’aiuto dei volontari italiani, il Centro Don Bosco ha ospitato dall’inizio del conflitto, circa cento persone ogni giorno, alcune delle quali ripartivano quasi subito verso altri paesi europei. Quelli rimasti sono soprattutto coppie di anziani, mamme e bambini, che sperano di tornare presto a casa.

In seguito si riporta l’articolo della rivista Credere.

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Dal centro di Chisinau, la capitale della Moldova, la Fundatia Don Bosco si raggiunge in pochi di minuti di auto. Ma l’ambiente urbano cambia drasticamente: lasciata la strada principale, ci si immette in una via laterale che passa attraverso file di baracche e abitazioni precarie. Siamo nella periferia sud, una delle zone più povere della città, che con l’hinterland conta circa un milione di abitanti, quasi la metà di tutta la popolazione presente in Moldova.

Al Centro Don Bosco il campo sportivo all’aperto, che confina con la ferrovia, nel primo pomeriggio è pieno di ragazzini che giocano a pallone. Ad accoglierci è il direttore don Andrea Ballan, 47 anni, salesiano di origine veneta.  E’ arrivato a Chisinau a settembre del 2020, dopo aver trascorso quindici anni – dal 2002 al 2017 – in Russia, vicino a San Pietroburgo, e successivamente tre anni in Italia. Un’esperienza, quella russa, che lo ha segnato nel profondo: «In quel Paese ho lasciato un pezzo di cuore», confessa. «L’Opera salesiana di Chisinau è stata inaugurata nel 2007, da quando è stata riconosciuta dallo Stato attraverso la “Fondazione Don Bosco”, ed è l’unica in tutta la Moldova. Dipende dall’Ispettoria salesiana dell’Italia del Nordest».

Ad aprire il Centro di Chisinau è stato don Sergio Bergamin, 69 anni, che vive tuttora in Moldova. Nella casa di Chisinau ora risiedono quattro salesiani, tutti italiani. L’attività di base è l’oratorio, che coinvolge i bambini nel pomeriggio, e i giovani, soprattutto alla sera, dopo le 20. Giocano a calcio, basket, pallavolo, ping pong. «L’oratorio è aperto a tutti: al momento in questo quartiere non ci sono ragazzi cattolici, quelli che vengono da noi sono tutti ortodossi, cristiani perché battezzati, ma non di fatto. Noi siamo una realtà ecumenica, in tutto ciò che proponiamo c’è alla base la dimensione dell’annuncio cristiano. Ma la nostra non è una proposta esclusivamente religiosa. Il sabato e la domenica pomeriggio abbiamo un gruppo di animatori e un programma strutturato di giochi, laboratori, spettacoli, sotto la guida di don Sergio, che dirige l’oratorio. Abbiamo inoltre un torneo di calcio e uno di ping pong».

I ragazzi che frequentano il Centro provengono soprattutto da famiglie povere, disgregate. In questa periferia difficile uno dei fattori di maggiore criticità è la scuola locale, una delle più fragili a livello formativo di tutta la città. Il Centro Don Bosco offre ai giovani la formazione professionale: «In questo momento abbiamo un corso per saldatori. All’inizio si era progettato un centro di formazione con vari indirizzi, per idraulici, elettricisti e sarte. Ma alcuni non sono mai partiti. Di fatto i nostri edifici non sono adatti a ospitare una scuola: qui prima c’era un service della Mercedes. Ciò che facciamo è collaborare con alcune scuole professionali statali: gli studenti degli istituti vengono da noi per fare pratica nel nostro laboratorio, che è più moderno e perfettamente attrezzato».

Il Centro Don Bosco ospita inoltre una casa-famiglia dove sono accolti ragazzini allontanati dalle famiglie per problemi di violenza, abusi, dipendenze, prostituzione. «Fino allo scoppio della guerra in Ucraina ne ospitavamo sei, dai 7 ai 18 anni. Ora ne sono rimasti due. Gli altri posti da marzo li abbiamo messi a disposizione dei volontari che arrivano dagli oratori salesiani in Italia, alternandosi ogni settimana, per aiutarci a gestire i profughi». Da marzo infatti il Centro si è messo a disposizione per accogliere i profughi dalla vicina Ucraina, in collaborazione con altre realtà cattoliche, la Caritas Moldova e la Fondazione Regina Pacis.

Spiega don Ballan: «Le aule sono diventate dormitori e in palestra abbiamo predisposto materassini, sacchi a pelo e letti forniti dalla Caritas. In questo momento i profughi stanziali sono una trentina, ma all’inizio avevamo almeno cento persone ogni giorno: arrivavano in pullman, si fermavano una notte, al massimo due, poi ripartivano verso altri Paesi europei. Un via vai continuo. Quelli che sono rimasti sono soprattutto coppie di anziani, che speravano di tornare presto a casa loro e non volevano allontanarsi troppo, alcune mamme sole con i loro figli, altri che attendono i visti per emigrare in Paesi come gli Usa o il Canada. I profughi arrivano da Kiev e dalle zone meridionali dell’Ucraina, da Odessa e Mykolaiv».

La Moldavia, la nazione più povera d’Europa, a oggi ha accolto più di 450 mila ucraini in fuga, dei quali 100 mila si sono fermati nel Paese. «Il comunismo», commenta il salesiano, «ha devastato le famiglie. Uno dei problemi più diffusi fra gli adulti è l’alcolismo. A disgregare socialmente la nazione sono state anche le grandi ondate migratorie che l’hanno spopolata: la prima, negli anni Novanta, ha portato via le donne, la seconda gli uomini». Buona parte della popolazione moldava parla russo, è di cultura russa e oggi è a favore di Mosca. «Ma i giovani, che non hanno conosciuto l’Unione sovietica, guardano all’Occidente, per loro la Russia non è attraente. I ragazzi moldavi hanno una gran voglia di Europa».