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Novena a Maria Immacolata, Madre della Speranza

Dall’introduzione alla Novena a Maria Immacolata preparata dagli studenti di Teologia della casa salesiana della Bufalotta a Roma. La Novena, il cui libretto – guida è scaricabile in fondo all’articolo, si prega dal 29 novembre al 7 dicembre, con una meditazione al giorno.

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Don Bosco quando era richiesto di qualche grazia rispondeva: “Se volete ottenere grazie dalla S. Vergine fate una novena” (MB IX, 289). Le disposizioni d’animo necessarie sono le seguenti:

  1. Non avere nessuna speranza nelle capacità degli uomini: fede in Dio! La domanda si appoggi totalmente a Gesù e a Maria.
  2. In ogni caso porre la condizione del “Sia fatta la Tua volontà, non la mia”, e se è bene per l’anima di colui per cui prega.
  3. Accostarsi ai Sacramenti della Riconciliazione e all’Eucaristia.
  4. Ravvivare la fede in Gesù Eucaristia e la devozione a Maria.
  5. Fare un’offerta (del proprio tempo, del proprio lavoro…) per il bene degli altri, specialmente per i giovani più bisognosi.

Ti suggeriamo di trovare un momento della giornata in cui meditare il brano proposto (quest’anno ci lasciamo provocare dall’amicizia dei Santi con Maria Immacolata). In seguito, presenta a Dio un motivo di supplica che ti sta a cuore, se vuoi attraverso le preghiere che ti suggeriamo.

Disponibile il sussidio per vivere al meglio il Giubileo

È disponibile online il sussidio che ci accompagnerà a vivere al meglio l’esperienza del Giubileo.
All’interno un’introduzione, anche storica, all’evento, una parte dedicata al pellegrinaggio, una dedicata alla liturgia e la parte più corposa che approfondisce attraverso parole chiave, i tre momenti fondamentali del Giubileo: pellegrinaggio e professione di fede; passaggio dalla Porta Santa; Riconciliazione.

Qui una breve presentazione di don Riccardo Pincerato:
https://www.youtube.com/watch?time_continue=5&v=wR8n-8-wE6Q&embeds_referring_euri=https%3A%2F%2Fgiovani.chiesacattolica.it%2F&source_ve_path=Mjg2NjY

Qui le immagini e il logo:
https://giovani.chiesacattolica.it/il-sussidio-per-prepararsi-al-giubileo-dei-giovani/

Indice ampio

I. Introduzione
II. Giovani pellegrini a caccia di stelle
III. Cenni storici sul Giubileo
IV. I cammini della Fede
V. I tre momenti del Giubileo e le parole chiave
VI. Proposte liturgiche
La prima parte fornisce uno schema per la celebrazione del sacramento della riconciliazione
La seconda parte, divisa in due grandi momenti, accompagnerà verso il cuore della pratica giubilare.

(SPECIFICHE)

IV. I cammini della Fede
la via Francigena del Nord e del Sud,
la via di Francesco,
la via Lauretana,
la via Amerina (o cammino della Luce),
la via Romea Strata
e la via Matildica

V. I tre momenti del Giubileo e le parole chiave

  • Pellegrinaggio e professione di fede
    1. Coraggio
    2. Abito
    3. Senso e Con-senso
    4. Popolo
  • Porta Santa
    5. Soglia
    6. Libertà/Responsabilità
    7. Scoperta
    8. Gioia piena
  • Riconciliazione
    9. Riscatto
    10. Coscienza
    11. Promessa
    12. Abbraccio

GLI SVILUPPI PER OGNUNA DELLE 12 VOCI

1.1. Orizzonte tematico
1.2. Domande per la riflessione
1.3. Lectio
1.4. Testimonianza
1.5. Selezioni musicali (CON ANALISI DEL TESTO)
1.6. Testi letterari
1.7. Composizioni artistiche
1.8. Filmografia
1.9. La Parola di Papa Francesco
1.10. Attività laboratoriali

Scarica il sussidio

Ispettoria Meridionale, convegno di Pastorale Giovanile: Un nuovo inizio carico di Speranza

Dal sito dell’ispettoria Meridionale.

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Dal 30 agosto al 1 settembre 140 rappresentanti delle Comunità Educativo Pastorali dell’Ispettoria Meridionale si sono riuniti a San Giovanni Rotondo (Foggia) per il Convegno di Pastorale Giovanile.

Un’importante occasione di riflessione e condivisione che ha segnato l’inizio del nuovo anno pastorale 2024-25, ispirato alla Proposta MGS “Attesi dal suo amore. Gioiosi nella Speranza” e agli imminenti eventi del Giubileo e i 150 anni dalla prima missione salesiana SdB.

Il convegno è stato inaugurato dai saluti iniziali del delegato per la Pastorale Giovanile, don Giuseppe Russo, e dell’ispettore don Gianpaolo Roma, che hanno introdotto il primo intervento di don Andrea Lonardo, sacerdote e docente presso la Diocesi di Roma.
«La speranza o è grande o non serve»: con queste parole dirette don Lonardo ha avviato la sua introduzione teologica-catechetica al tema della speranza cristiana, esortando i partecipanti a riconoscere, coltivare e far riconoscere tanto la “speranza piccola” quanto la “speranza grande”. Ha sottolineato come la vera speranza sia quella che “tocca tutti e dura per sempre,” un invito a testimoniare ciò che è vero e buono in un mondo spesso segnato dalla sfiducia. (QUI l’intervento integrale)

Nel secondo giorno, don Enrico Ponte, salesiano di Don Bosco e maestro del noviziato al Colle don Bosco, ha affrontato un tema cruciale e attuale: “Generazione Z, speranza e vocazione”.
La sua riflessione ha messo in luce come la speranza consista nel saper vedere la presenza di Gesù nel giovane che ci sta di fronte, riconoscendo nella sua ferita la promessa di un futuro migliore.
Dove i giovani dicono di sentirsi più «freddi dentro», è il luogo dove possono incontrarsi e incontrare Dio. (QUI l’intervento integrale)

Oltre agli interventi frontali, il convegno ha offerto momenti di coinvolgimento attivo. La seconda fase dell’evento, infatti, è stata arricchita dalle testimonianze di tre Comunità Educativo-Pastorali (CEP), che hanno condiviso le loro buone pratiche nell’accompagnamento vocazionale dei giovani, nell’educazione, nella formazione dei salesiani cooperatori e nel cammino verso la vita consacrata (QUI le tre video-interviste).

L’ultima mattinata, infine, è stata dedicata alla Programmazione ispettoriale per il nuovo anno: visione, azioni e indicatori di misurazione sono stati presentati dagli incaricati di ciascun ambiente e settore d’animazione.

Nell’intervento conclusivo l’ispettore don Gianpaolo Roma, ha condiviso ai confratelli e laici la sua relazione conclusiva, invitando tutta la comunità ispettoriale a vivere un nuovo inizio con speranza e impegno, ricordando che la speranza cristiana non è un semplice auspicio, ma una certezza radicata nella fedeltà di Dio.
Infine ha evidenziato l’urgenza di rinnovare le comunità attraverso scelte coraggiose, come la risignificazione della missione e delle CCEP, chiamando tutti a costruire insieme un futuro più luminoso, aperti al cambiamento e alla crescita spirituale.

Vai al sito

Sussidio formazione – Attesi dal suo amore: la speranza

Come ogni anno, per le comunità religiose è disponibile un sussidio formativo per la preghiera e la riflessione comunitaria. Il tema, come per tutta l’Italia salesiana, è quello della proposta formativa realizzata dal Movimento Giovanile Salesiano: Attesi dal suo amore – Gioiosi nella speranza. Per questo anno pastorale la virtù scelta  è dunque la speranza, tema che accompagnerà il prossimo anno giubilare.

Lo schema del sussidio prevede due lectio e una preghiera vocazionale . Le Lectio divine di quest’anno sono curate per le prime tre da fratel Marco Pavan, le altre sono frutto della preghiera e della meditazione delle sorelle Benedettine dell’Isola di S. Giulio sul lago d’Orta che ci regalano lo sguardo femminile e monastico sulla Parola. La scelta dei testi per la Lectio divina e carismatica è stata orientata dai “Titoli e tematiche trattate nel Quaderno di Lavoro” e trova riscontro sintetico nella “parola chiave” scelta per ogni mese. Tutte le lectio fanno riferimento al tema giubilare della Speranza, nelle varie declinazioni teologiche, pastorali e carismatiche.

La preghiera vocazionale proposta avrà un taglio anche missionario, in vista del 150° anniversario della prima spedizione missionaria salesiana (1875-2025). Per questo motivo, nell’approfondimento salesiano sono state scelte figure di santi della Famiglia Salesiana che sono stati missionari ad gentes o che hanno speso la loro vita in una chiara ottica missionaria.

Iniziamo con settembre un approfondimento mensile del sussidio, che richiami con qualche tratto, la preziosità di questo strumento.

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In cammino con la chiesa – Pellegrini di Speranza

Lectio e scheda carismatica

Il brano che apre la lectio (Lc 4, 16-21) occupa una posizione cruciale nel vangelo di Luca, essendo, per molti aspetti, un testo programmatico per tutta la narrazione lucana. Di fatto, il brano di Lc 4,16-30 costituisce una sorta di inizio dell’attività di insegnamento del Signore, di cui l’evangelista ha dato un breve resoconto al v. 15 («insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode») e che qui viene, per così, dettagliata in modo specifico.

Il testo di Lc 4,16-21, è costruito in modo tale da mettere il lettore – a dire il vero, i lettori di ogni generazione – sullo stesso piano dei nazaretani. La preghiera del lettore di questo brano potrebbe essere fondamentalmente quella di chi chiede di poter accogliere, nella propria vita, il compimento che Gesù qui, per la prima volta, annuncia – vale a dire: accogliere nella propria vita quella parola che comunica e genera salvezza, liberazione e vita in pienezza.

Dall’udienza a Generale del S. Padre, 8.V. 24, “La Speranza”

Di questa virtù cristiana, il mondo oggi ha tanto bisogno! Il mondo ha bisogno della speranza, come ha tanto bisogno della pazienza, una virtù che cammina a stretto contatto con la speranza. Gli uomini pazienti sono tessitori di bene. Desiderano ostinatamente la pace, e anche se alcuni hanno fretta e vorrebbero tutto e subito, la pazienza ha la capacità dell’attesa. Anche quando intorno a sé molti hanno ceduto alla disillusione, chi è animato dalla speranza ed è paziente è in grado di attraversare le notti più buie. Speranza e pazienza vanno insieme. La speranza è la virtù di chi ha il cuore giovane; e qui non conta l’età anagrafica. Perché ci sono anche vecchi con gli occhi pieni di luce, che vivono una tensione permanente verso il futuro. Pensiamo a quei due grandi vecchi del Vangelo, Simeone e Anna: non si stancarono mai di attendere e videro l’ultimo tratto del loro cammino benedetto dall’incontro con il Messia, che riconobbero in Gesù, portato al Tempio dai suoi genitori. Che grazia se fosse così per tutti noi! Se dopo un lungo peregrinare, deponendo bisaccia e bastone, il nostro cuore si colmasse di una gioia mai provata prima e anche noi potessimo esclamare: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo / vada in pace, secondo la tua parola, / perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, / preparata da te davanti a tutti i popoli: / luce
per rivelarti alle genti / e gloria del tuo popolo, Israele» (Lc 2,29-32).

Lectio di settembre

 

 

Preghiera

D. Titus Zeman, testimonianza durante il processo intentato dal regime.

«Ho capito di che cosa sono accusato, mi sento colpevole di aver accompagnato illegalmente due gruppi all’estero, cioè in Italia. Delle altre cose mi sento innocente. L’unica mia intenzione era che questi giovani confratelli potessero finire i loro studi teologici a Torino e vivere da sacerdoti. Le mie motivazioni furono puramente religiose […]. In coscienza non mi sento colpevole. Tutto quello di cui sono accusato l’ho fatto per amore alla Chiesa e, in modo speciale, per amore alla Congregazione salesiana, che ringrazio per tutto ciò che sono. Ho sentito la necessità di far passare clandestinamente “all’occidente” i sacerdoti, ai quali Preghiera per le vocazioni è stato impedito di svolgere il loro ministero. Aver aiutato i giovani confratelli salesiani ad andare in Italia per finire gli studi teologici l’ho considerato come una missione, dato che qui in patria le case religiose sono state chiuse ed essi non potevano diventare religiosi sacerdoti. La mia coscienza non mi rinfaccia
niente. Io sono contento».

Preghiera di settembre

 

Sulle ALI della speranza

Pubblichiamo il messaggio del Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio.

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IL MESSAGGIO DEL VICARIO DEL RETTOR MAGGIORE, don Stefano Martoglio

Con molta semplicità, tranquillamente e in totale continuità, rimanendo nel mio servizio di Vicario, nei prossimi mesi supplirò il Rettor Maggiore portando la Congregazione al Capitolo Generale, il 29°, nel febbraio 2025.

Cari lettori,

mi accingo a scrivere queste righe con trepidazione perché, essendo un lettore del Bollettino Salesiano fin da quando ero bambino nella mia famiglia, ora mi trovo in una pagina diversa a dover scrivere nel primo articolo, quello riservato al Rettor Maggiore.

Lo faccio volentieri, perché questo onore mi permette di rendere grazie a Dio per il nostro Don Ángel, ora Cardinale di Santa Romana Chiesa, che ha appena terminato 10 anni di prezioso servizio alla Congregazione e alla Famiglia Salesiana, dopo la sua elezione al Capitolo Generale 27° nel 2014.

A distanza di 10 anni da quel giorno, ora è pienamente al servizio del Santo Padre, per quanto Papa Francesco gli affiderà. Noi lo portiamo nel cuore e lo accompagniamo con la preghiera riconoscente, per il bene che ci ha fatto, perché il tempo non diminuisce, ma rafforza la riconoscenza. La sua storia personale è un evento storico per lui, ma anche per tutti noi.

Il suo andare via, nel senso canonico per un servizio ancora più grande alla Chiesa, è un rimanere sempre con noi e dentro di noi.

In totale continuità

E adesso come Congregazione, e per estensione come Famiglia Salesiana, come andiamo avanti? Con molta semplicità, tranquillamente e in totale continuità. Il Vicario del Rettor Maggiore secondo le Costituzioni Salesiane ha anche il compito di sostituire, o supplire al Rettor Maggiore in caso di necessità. Così sarà, fino al prossimo Capitolo Generale.

Le Costituzioni Salesiane lo dicono in modo più organico e articolato, ma il concetto fondamentale è questo. Rimanendo nel mio servizio di Vicario nei prossimi mesi supplirò il Rettor Maggiore portando la Congregazione a Capitolo Generale, il 29°, nel febbraio 2025.

Questo sì è un compito impegnativo, per cui vi chiedo subito preghiere e invocazione allo Spirito Santo per esser fedeli al Signore Gesù Cristo, con il cuore di Don Bosco.

Mi chiamo Stefano

Prima di passare alle cose importanti, due parole per presentarmi: io mi chiamo Stefano, son nato a Torino, da una famiglia tipica della nostra terra; figlio di un papà exallievo salesiano, che ha voluto mandarmi alla stessa scuola dove era passato lui ai suoi tempi, e di una mamma maestra, anche lei exallieva di una scuola cattolica. Da loro ho ricevuto la vita e la vita di fede, semplice e concreta. Così siamo cresciuti io e mia sorella, siamo solo due.

I miei genitori sono già in cielo, nelle mani di Dio, e si faranno dei grandi sorrisoni a vedere le cose che capitano al loro figlio…commenteranno sicuramente: dun Bosch tenje nà man sla testa! (Don Bosco tienigli una mano sulla testa!)

Salesianamente parlando, son stato sempre parte dell’Ispettoria salesiana del Piemonte-Valle d’Aosta, fin a quando al CG27 mi è stato chiesto di coordinare la Regione Mediterranea (tutte le realtà Salesiane intorno al Mar Mediterraneo, sui tre continenti che vi si affacciano, ma includendo anche il Portogallo ed alcune aree dell’est Europa).

Un’esperienza salesiana bellissima, che mi ha trasformato, rendendomi internazionale nel modo di vedere e sentire le cose. Il CG28 ha fatto il secondo passo, chiedendomi di diventare Vicario del Rettor Maggiore, e qui siamo! 10 anni a fianco di Don Ángel imparando in questi anni a sentire il cuore del mondo, per una Congregazione che è veramente diffusa su tutta la terra.

Il futuro prossimo

Il servizio di questi mesi prossimi, fino al febbraio 2025 è quindi di accompagnare la Congregazione al prossimo Capitolo Generale, che si celebrerà a Torino-Valdocco dal prossimo 16 febbraio 2025.

Cari amici, il Capitolo Generale è il momento più alto ed importante della vita della Congregazione, in cui si raduno i rappresentanti di tutte le Ispettorie della Congregazione (stiamo parlando di più di 250 confratelli) essenzialmente per tre cose: conoscersi, pregare e riflettere per “pensare il presente ed il futuro della congregazione” ed eleggere il prossimo Rettor Maggiore e tutto il suo Consiglio.

Un momento quindi molto importante che il nostro Don Ángel ha indirizzato nella riflessione sul tema “Appassionati di Gesù Cristo e dedicati ai giovani”.

Questo tema che il Rettor Maggiore ha scelto per la Congregazione si articolerà in tre aspetti diversi e complementari: la centralità di Cristo nella nostra vita personale, la consacrazione religiosa; la dimensione della nostra vocazione comunitaria, nella fraternità e nella corresponsabilità laicale a cui è affidata la missione; gli aspetti istituzionali della nostra congregazione, la verifica dell’animazione e del governo nell’accompagnare la Congregazione. Tre aspetti per un unico tema generativo.

La nostra Congregazione ha molto bisogno di vivere questo Capitolo Generale, che viene dopo tante vicende che tutti ci hanno toccato. Pensate che lo scorso Capitolo Generale è stato celebrato a ridosso della Pandemia, e proprio dal Covid è stato anticipatamente chiuso.

Costruire la Speranza

Celebrare un Capitolo Generale è celebrare la Speranza, costruire la Speranza tramite le decisioni istituzionali e personali che consentono di proseguire il “sogno” di Don Bosco, di dargli presente e futuro.

Ogni persona è chiamata ad esser un sogno, nel cuore di Dio, un sogno realizzato.

Nella tradizione salesiana, c’è quella bella frase che Don Bosco disse a Don Rua, richiamato a Valdocco per prendere concretamente il posto di Don Bosco: “Hai fatto Don Bosco a Mirabello. Adesso lo farai qui, all’Oratorio”.

Questo è ciò che veramente conta: “Essere Don Bosco oggi” ed è il dono più grande che possiamo fare a questo mondo.

ILE, assemblea ispettoriale a Treviglio sul tema della diaconia della speranza

Tutti i confratelli, convocati presso la Casa di Treviglio per l’annuale assemblea ispettoriale dell’Ispettoria Lombardo Emiliana, si sono incontrati per inaugurare l’anno pastorale 2024-25, caratterizzato da una forte tensione tra il tema pastorale nazionale, “Attesi dal suo amore – Gioiosi nella speranza”, e l’evento centrale per tutta la Santa Chiesa, il Giubileo ordinario indetto da papa Francesco con la bolla “Spes non confundit” e incentrato  sul tema della speranza.

Il momento di ritiro iniziale è stato guidato da Luciano Manicardi (Comunità di Bose), che ha orientato la riflessione sul tema della diaconia della speranza, e sul quesito, eco di 1 Pt 3,15, su come suscitare speranza e come rendere ragione di questa.

La prima sottolineatura proposta da Manicardi ha messo in luce la fedeltà alla promessa. Ad ogni promessa, infatti, non solo ci si impegna affinché qualcosa avvenga o venga attuato; ma “ci si promette”, implicandosi personalmente. Per vivere su più livelli la fedeltà alla promessa, Manicardi ha specificato che sono fondamentali quattro facoltà che qualificano la vita religiosa e la connettono alla missione, infatti: “Non solo i giovani ma anche le nostre comunità religiose hanno bisogno di [quattro] facoltà che sono l’immaginazione, la creatività, il coraggio e la pazienza. Questi atteggiamenti sono risorse che i religiosi devono ricercare e mettere in atto sia nel necessario rinnovamento delle proprie comunità e congregazioni, sia nello sviluppo del lavoro formativo ed educativo con i giovani.”

Manicardi ha poi sviluppato e interrelato ciascuna delle facoltà enunciate. L’immaginazione è stata descritta come una operazione di ristrutturazione delle informazioni finalizzata a creare qualcosa di totalmente nuovo. La stessa dinamica, in fondo, potrebbe essere rilevata nella dimensione onirica che percorre tutta la vicenda di don Bosco, prima, e della Congregazione, poi; ed è interessante notare che anche i passi della Sacra Scrittura che più diffusamente sviluppano il tema della immaginazione sono il frutto maturato durante il periodo dell’Esilio babilonese.

La creatività si presenta come la facoltà interiore che segna l’avvio di un cambiamento. Essa richiede tenacia, certamente, ma anche una certa lentezza per attendere gli sviluppi del cambiamento.

A queste si aggiunge il coraggio, necessario per affrontare ogni epoca di cambio e ogni cambio d’epoca, insieme alle relative crisi di paradigma.

Infine, si deve considerare la pazienza, che si può già intravedere nella lentezza che deve caratterizzare la creatività, che si mostra come fondamentale per rigettare la tentazione del “tutto e subito” e portare a coltivare una fiducia nell’oggi come luogo della presenza e dell’attesa del Regno di Dio.

Dopo la conferenza iniziale, si è tenuta la tradizionale celebrazione eucaristica presso il Santuario cittadino della Madonna delle lacrime, che ha appena festeggiato il quinto centenario dall’avvenimento del miracolo. Durante la celebrazione, quattro giovani salesiani hanno rinnovato i loro voti. Essi sono:

– Andrea Pesci, tirocinante impegnato nella Comunità proposta nella Casa salesiana di Milano Sant’Ambrogio e prossimo ad intraprendere gli studi teologici;

– Lorenzo Mazzotti, che, concluso il postnoviziato e gli studi filosofici e pedagogici all’UPS di Roma, inizierà il suo servizio come catechista a Treviglio;

– Stefano Brambilla, che continuerà il tirocinio nei laboratori della Formazione Professionale ad Arese;

– Lorenzo Zanardi, che, concluso il postnoviziato e gli studi filosofici e pedagogici all’UPS di Roma, inizierà il suo servizio come catechista a Sesto san Giovanni.

Nel pomeriggio, l’ispettore don Roberto Dal Molin ha commentato la lettera redatta dal Rettor Maggiore a conclusione della visita canonica; e ha annunciato anche l’attuazione di alcune scelte in coerenza sia con le indicazioni date dal Rettor Maggiore, sia con quelle prese degli ultimi Capitoli ispettoriali. In particolare, si evidenzia il potenziamento delle Comunicazioni Sociali in sinergia con gli uffici di Pastorale Giovanile grazie alla presenza di Luca Benassi. L’ispettore ha anche annunciato la nomina di don Jonathan Pierret, impegnato proprio in questi giorni con alcune famiglie nella SFAF (Scuola di Formazione all’Accompagnamento delle Famiglie), ad assistente dei Salesiani Cooperatori delle due regioni; e l’impegno di don Giovanni Frigerio a sostegno e accompagnamento dell’ADMA di Arese.

don Alessandro Curotti

I giovani e la speranza: qualche testimonianza

Dallo speciale estivo di Note di Pastorale Giovanile con l’approfondimento della proposta pastorale MGS per il 2024-25 sul tema della SPERANZA.

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Le testimonianze non sono propriamente di “giovani”, ma di persone che sono state coordinatori del Movimento Giovanile Salesiano a livello nazionale. E l’ultima, una che lavora nella progettazione sociale di “Salesiani per il sociale”.

La speranza è nel presente: il centuplo quaggiù
Emanuele Bonazzoli *

Riflettere sulla speranza quando si è giovani e si sta guardando alla vita è un discorso: apre orizzonti, sentieri di vita, esperienze, ampi respiri e audaci scommesse. Ho vissuto tutte queste fasi nei miei vent’anni trascorsi attivamente all’interno del MGS: lo sguardo locale, ispettoriale, nazionale ed europeo hanno aperto panorami via via più ampi che hanno interrogato e plasmato la mia vita.
Riflettere sulla speranza a metà vita, da marito e papà, da adulto lavoratore con le incombenze del quotidiano, la routine che ritma le giornate, in un mondo con un suo contesto socio-economico-culturale che preoccupa, è un’altra cosa… Le difficoltà della gestione di ogni giorno, il mutuo da pagare, le scadenze e i ritmi dell’agenda, le incertezze del lavoro, tolgono smalto alla speranza.
Nel corso della vita, il valore che diamo alla speranza può assumere sfumature variabili, influenzate dalle nostre esperienze e convinzioni personali. Per lungo tempo ho interpretato la speranza come “l’attesa del futuro”, un desiderio di realizzazione che trova compimento in un domani migliore: certo, per il cristiano, ho costantemente pensato che la speranza assumesse il valore della certezza, ma l’ho sempre relegata nel tempo non ancora compiuto. La speranza nella vocazione, nel diventare insegnante, nel vivere pienamente il mio essere cristiano e salesiano cooperatore. La delusione della situazione attuale, mescolata al desiderio di qualcosa di nuovo, mi ha portato anche a pensare che inseguire la speranza fosse fuggire dal presente e dalla realtà. Tuttavia, il tempo, le esperienze e il confronto con mia moglie mi hanno condotto a una nuova consapevolezza: la speranza è innanzitutto la ricerca della presenza del Signore nel momento presente. La sua promessa è “la gioia piena” non domani, ma oggi. Ed è stato un cambio di prospettiva!
Spesso, infatti, ci concentriamo sul futuro, proiettando desideri e aspettative che, se realizzati, ci renderanno felici: investiamo tempo ed energie a dare forma a sogni che vogliamo inseguire. Se però non viviamo il nostro sogno già ora, lasciando aperte le strade alla Provvidenza e concentrandoci solo su quanto ancora ci manca per raggiungere il nostro scopo, questa prospettiva può condurci a trascurare il valore del presente, ricco di opportunità e benedizioni da apprezzare. La speranza, dunque, cessa di essere solo nell’attesa, ma diventa consapevolezza di una promessa già mantenuta, che si manifesta nei doni quotidiani e negli incontri che arricchiscono la nostra vita: non si tratta di vivere da ingenui, ma di dare la giusta dimensione alla realtà. Quante volte ci troviamo a ringraziare per ciò che abbiamo ricevuto e che viviamo? Quante volte diamo per scontati doni che viviamo quotidianamente? Quante volte ci lasciamo sopraffare dalle ansie che ci portano ad affannarci e preoccuparci come Marta, tralasciando ciò che è importante e presente? Quante volte mi è sembrato di avere sprecato una giornata in presenza di mia moglie, dei miei figli, dei miei allievi, dei miei cari, perché ho inseguito altro?
Ho scoperto che la gratitudine è il vero strumento prezioso per coltivare la speranza nel momento presente. Per fare questo devo fermarmi e rileggere il mio oggi, quotidianamente, dedicandomi dei momenti di meditazione durante i quali lascio parlare il quotidiano facendo emergere ciò che dà senso e gioia alla mia vita. Quando impariamo a riconoscere e apprezzare le piccole gioie e le benedizioni che ci circondano, ci rendiamo conto che il futuro non è il vero luogo in cui potremo trovare felicità e realizzazione; e soprattutto, il futuro non dipende (solo) da noi! Vivere il presente ci riporta alla nostra dimensione umana, di uomini amati e ci permette di ridonare a Dio il suo ruolo di Padre che si prende cura perfino degli uccelli del cielo e dei gigli dei campi. L’istante presente, quindi, diventa l’opportunità per incontrare il Signore, per percepire la sua presenza nella bellezza del creato, nelle relazioni con gli altri e nei momenti di serenità interiore.
Abbracciare il valore della speranza significa per me oggi imparare a vivere pienamente il momento presente, con gratitudine e consapevolezza. Significa riconoscere che la promessa di una vita piena e significativa è già qui, nel centuplo di gioia e benedizione che possiamo sperimentare nel nostro quotidiano. Quando impariamo a guardare oltre le nostre preoccupazioni e ansie, scopriamo che la presenza del Signore è sempre con noi, pronta a sostenerci e guidarci lungo il cammino della vita.

45 anni, marito e papà… e cerca di vivere al meglio questa sua vocazione. Docente di italiano per stranieri in università e insegna storia dell’arte alle scuole superiori: questo gli permette di incontrare giovani e di parlare con loro di vita e bellezza. È molto felice di fare parte di una comunità parrocchiale viva nella periferia di Milano.

Consulta nazionale del MGS a Valdocco: il tema della “speranza” al centro dell’incontro

Dal 24 al 26 maggio, a Valdocco, si è svolta la Consulta Nazionale del Movimento Giovanile Salesiano, alla quale hanno partecipato i giovani provenienti dai territori, i delegati e le consigliere di Pastorale Giovanile. Il tema al centro dell’incontro è stata la proposta pastorale sviluppata per il prossimo triennio, fondato sulle Virtù teologali, e per la Proposta Pastorale 2024/2025 intitolata “Attesi dal Suo Amore”. Nei tre giorni di incontro, c’è stato infatti un momento di formazione proprio sul tema della speranza, curato da don Paolo Paulucci, argomento del prossimo anno in cui la Chiesa attende il Giubileo.

Il lavoro si è svolto in sessioni plenarie e divise per territori, per permettere una riflessione su quanto appunto avviene nei territori e per poterla condividere con gli altri. C’è stato lo spazio per partecipare alle celebrazioni per Maria Ausiliatrice e visitare il Museo Casa Don Bosco.

Speranza, fede e carità: le virtù teologali al centro della Proposta pastorale MGS per il triennio 2024/2027

Speranza, fede e carità: le virtù teologali, in questo ordine, sono il cuore della Proposta pastorale per il triennio 2024/2027 del Movimento Giovanile Salesiano. Dopo il triennio che si sta per concludere, il MGS vuole rimanere accanto ai giovani, continuando a crescere insieme come Italia Salesiana. Nel percorso che ha portato alla stesura del presente documento è stato fondamentale condividere il discernimento con Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Salesiani Cooperatori, Associazioni promosse e co-promosse dei centri nazionali, in particolare CGS e TGS.

Il percorso generale del triennio è organizzato in base alle tre virtù teologali: speranza, fede e carità. Tre documenti saranno importanti da tenere sullo sfondo: Spe salvi di Benedetto XVI, Lumen fidei di Francesco, Deus caritas est di Benedetto XVI. Accanto a questo sfondo magisteriale saranno poi ripresi ogni anno un’icona biblica ed eventuali spunti a livello ecclesiale.

Vi sono poi cinque attenzioni specifiche, che risuoneranno in tutto il triennio, e che saranno sviscerate nei tre  quaderni di lavoro, in base alla virtù dell’anno corrispondente. Dunque, riprenderemo ogni anno gli stessi cinque bisogni, ma con registri diversi:

1. Prima evangelizzazione;
2. Attenzione agli ultimi;
3. Accompagnamento personale, di gruppo e di ambiente;
4. Corresponsabilità nel lavoro educativo-pastorale;
5. Unificazione della vita.

Partendo dalla tematica centrale del Giubileo del 2025 “Pellegrini di speranza”, la virtù scelta per accompagnare il primo anno è la speranza. I temi e i contenuti della prima proposta pastorale sono:
– L’invito a prepararsi e a vivere nel migliore dei modi il Giubileo della speranza del 2025, mantenendone lo stesso testo biblico di riferimento, Lc 4, 16-20;
– L’introduzione allo spirito missionario che caratterizza fin dalle sue origini l’esperienza apostolica di don Bosco.
Da qui nasce il titolo della proposta: Attesi dal Suo Amore.

La Proposta Pastorale 2024/25 è composta complessivamente da quattro elementi, tra loro interconnessi:
Quaderno di Lavoro: esso è da intendere non come sussidio pratico di pronto utilizzo, ma come strumento di ispirazione ecclesiale, biblica e carismatica sui temi scelti;
Materiali QRcode: sarà previsto uno spazio che sia una sorta di archivio di materiale che via via verrà messo a disposizione come strumento utile alla progettazione e alla costruzione di percorsi ispettoriali, territoriali e locali. Si
tratterà prevalentemente di rimandi a pagine di approfondimento dal sito della rivista Note di pastorale giovanile:
1. Testi significativi di documenti magisteriali o salesiani;
2. Bibliografia tematica per l’approfondimento;
Numero speciale NPG: questo vuole essere da una parte approfondimento di alcune tematiche dell’anno pastorale, e dall’altra una proposta di concretizzazione del metodo di lavoro per le realtà locali, scandito dai tre momenti già sperimentati del riconoscere, interpretare, scegliere. Così, se il Quaderno di Lavoro offre le ispirazioni, il numero speciale di NPG potrà offrire una metodologia;
Sussidio formativo per le comunità SDB/FMA: questo è lo strumento che riprende la proposta pastorale per il cammino spirituale delle comunità salesiane e di alcuni gruppi della Famiglia Salesiana.

 

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Don Bosco Global Youth Film Festival, 1.686 i film in concorso. Il Rettor Maggiore: “Abbiamo dato la parola ai giovani per esprimere i loro sogni”

Si è svolta a Roma, nella Casa Generalizia del Sacro Cuore, la presentazione del Don Bosco Global Youth Film Festival, il concorso cinematografico che ha raccolto 1.686 film da 116 nazioni da tutto il mondo e che si sposterà a Valdocco il 18 e 19 novembre per la parte finale. Il tema dei film era quello della speranza, il cuore della Strenna 2021, e gli organizzatori hanno spiegato come quasi tutti abbiano seguito il filone della speranza.

Don Gildasio Mendes, consigliere generale per la Comunicazione ha aperto la conferenza stampa, esprimendo “la nostra grande gioia per questo evento significativo per i giovani, per tutti quelli che hanno girato il loro film per partecipare”. Si tratta di un “mezzo concreto per unire e coinvolgere i giovani di tutto il mondo, tramite i nostri delegati di Comunicazione sociale e le loro équipe”. Il festival, voluto dal Rettor Maggiore e promosso con un appello a tutta la congregazione, ha come scopo quello di “promuovere il protagonismo dei giovani, far ascoltare e diffondere in tutti i continenti la voce dei giovani. Questo festival è stato ispirato dal messaggio della Strenna 2021, che aveva come tema Mossi dalla speranza e cammina sulla visione di Papa Francesco che tante volte ha detto: Giovani, diventate artigiani del futuro, siate capaci di sognare, mettetevi in gioco puntando su grandi ideali. Ciascuno dei 1.600 film arrivati è un inno di speranza per una vita e un futuro migliore. Grazie a voi, giornalisti, per il lavoro che state svolgendo anche in questo periodo difficile: vogliamo invitarvi a essere ambasciatori della speranza insieme a noi e ai nostri giovani”.

Don Harris Pakkam, direttore del Festival, ha invece raccontato la genesi di questo concorso: “Da dicembre scorso abbiamo iniziato a pensare e immaginare questo festival, dopo la proposta del Rettor Maggiore. Si tratta di una esperienza unica, perché i giovani potevano caricare da soli i video sul sito, dal quale poi i giudici hanno potuto vedere i film e si potrà seguire anche il festival. Se attraverso questo festival possiamo radunare tutti i giovani del mondo, si realizzerà un sogno. Volevamo offrire loro uno spazio per esprimere i loro talenti, la loro creatività”. La giuria preliminare, composta da oltre cento persone in tutto il mondo, ha potuto guardare i film (un film è stato visto da tre persone) e fare una prima selezione. In questo momento, spiega ancora il direttore del Festival, “siamo alla fase della grande giuria, con dieci esperti da tutto il mondo, che sta valutando 110 film arrivati in finale, daranno un punteggio e assegneranno i 36 premi. Questo processo si concluderà la prossima settimana con la proclamazione dei vincitori”. “Vedendo gli sforzi dei nostri giovani nel realizzare questi film, voglio ringraziare loro e tutti i salesiani che li hanno accompagnati, incoraggiati. Ho visto tanta creatività, e credo che tanti hanno partecipato perché si è trattata di una iniziativa della congregazione”.

“Ci siamo detti: perché non pensare a qualcosa di simpatico, di grande come avrebbe fatto Don Bosco per i giovani? Oggi avrebbe chiesto qualcosa con gli strumenti a disposizione oggi. Devo dirvi che tante volte sperimento questa emozione di vedere questi giovani che prendono la parola per esprimere i loro sogni, le loro emozioni anche con la musica”. Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore ha spiegato come è nato il sogno del festival. “Voglio sottolineare il perché abbiamo sognato una iniziativa del genere. Tutti sappiamo che la pandemia, il lockdown sono stati periodi pesanti, con tanti problemi economici, di lavoro. Abbiamo voluto dare la parola ai giovani del mondo, lo abbiamo fatto pensando alla rete delle 134 nazioni della congregazione. I 1.686 film da 116 nazioni mi ha stupito: la più grande partecipazione viene dall’India, la seconda dall’Iran dove siamo stati fino a due anni fa e dove oggi non siamo presenti. Poi dalla Spagna, dall’Italia, dagli Stati Uniti, dalla Turchia: c’è qualcosa di bello che si muove. Siamo contenti di aver fatto questa iniziativa con il cuore di Don Bosco: l’anno prossimo faremo un altro festival per dare una opportunità di parola ai giovani”.

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