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Italia – La cappella delle reliquie della Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino celebra 90 anni e li festeggia con una mostra sulla Sindone

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Anche quest’anno, il 14 settembre, in occasione della festa liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce e giorno dell’Inaugurazione della Cripta, il Santuario di Maria Ausiliatrice di Torino ha ospitato, nell’ambito della rassegna “Cultura in Basilica”, una serata dedicata alla Sindone, dal titolo “La Sindone: testimone di un grande amore”.

Dopo la presentazione di don Michele Viviano, Rettore della Basilica, il saluto del parroco della Cattedrale che custodisce la Sindone, don Silvio Cora, e l’introduzione della Prof.ssa Emanuela Marinelli, due sono stati i relatori della serata: Padre Rafael Pascual, professore ordinario di Filosofia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma e Direttore del progetto “Othonia” di studi sulla Sacra Sindone, che ha trattato il tema “La Sindone e i Vangeli”; e il dr. Franco Serafini, cardiologo di Bologna, che ha parlato su “La Sindone e i miracoli eucaristici”.

Ha concluso la serata una riflessione del Prof. Bruno Barberis, per vent’anni la carica di Responsabile del Settore dell’Apostolato Biblico dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Torino ed è attualmente membro della Commissione Pastorale dell’Ufficio Liturgico Diocesano e della Consulta per la pastorale scolastica.

Un pubblico numeroso ed interessato ha riempito la Basilica e, al termine, ha avuto la possibilità di visitare la Cappella delle Reliquie, a 90 anni esatta dalla sua inaugurazione (14 settembre 1934 – 2024), che conserva numerosissime reliquie, tra le quali un frammento della croce di Cristo (cm 17×10).

Fino alla fine di settembre nella Basilica di Maria Ausiliatrice saranno esposte una mostra sulla Sindone ed una sui miracoli eucaristici, entrambe dono della “Fondazione Carlo Acutis”.

“Don Bosco e la Sindone”: un podcast per approfondire un legame davvero speciale

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – La profonda fede in Gesù Cristo di San Giovanni Bosco si manifestò durante la sua vita anche attraverso una devozione discreta e costante, ma intensa, verso la Sindone, testimone silenziosa della Passione e Risurrezione del Salvatore del mondo. Per approfondire il legame di Don Bosco con il Sacro Lino, nell’ambito della sua consueta rassegna di podcast legati alla letteratura sindonica, il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone (CISS) ha dedicato un episodio proprio al Padre e Maestro dei Giovani.

Il podcast, pubblicato il giorno della ricorrenza di San Giovanni Bosco, lo scorso 31 gennaio, è a cura dello storico Federico Valle, membro del CISS, ed esplora la venerazione che il santo torinese nutriva verso quella reliquia che proprio a Torino è conservata: una venerazione rivolta al condurre i ragazzi del suo oratorio alla comprensione e alla contemplazione della Passione di Cristo, con il fine catechetico di portarli ad un proficuo incontro con Lui.

Da vero figlio della Chiesa di Torino, Don Bosco aveva un affetto sincero verso la Sindone, che considerava un dono prezioso di Dio. Egli, infatti, prese parte ad entrambe le ostensioni della Sindone che ebbero luogo durante la sua vita, quella del 1842 e quella del 1868.

Nel II volume delle sue Memorie Biografiche, parlando della prima delle due ostensioni, è infatti riportato: “Mentre con questi fatti straordinari sempre più si diffondeva la divozione a Maria Immacolata, un altro religioso avvenimento rinfocolava in Piemonte l’amore a Gesù ed alla sua SS. Passione. In Torino, per le nozze del principe ereditario Vittorio Emanuele con Maria Adelaide di Lorena. Arciduchessa d’Austria, il 21 aprile esponevasi dalle logge del Palazzo Madama, allo sguardo e alla venerazione dei popoli la sacratissima Sindone. L’immensa piazza e le vie erano riboccanti di gente di ogni condizione, di ogni età, e di ogni paese, che a mostrare la propria fede recavansi con giubilo a venerare la S. Reliquia ed a contemplare in essa la faccia divina e le piaghe delle mani, dei piedi e del costato del nostro Divin Salvatore. D. Bosco pure vi accorse e con lui tutti i giovani dell’Oratorio. Egli che era tenerissimo verso i dolori del Salvatore e della divina sua Madre di questo commovente spettacolo si valse per destare nei suoi giovanetti odio implacabile al peccato ed un amore ardentissimo a Gesù Redentore, ciò che faceva sempre in tutta la sua vita ogni volta che avea occasione di parlare della Passione del Signore e dei dolori della sua SS. Madre”.

Mentre con riguardo alla seconda ostensione, è scritto al volume IX delle Memorie Biografiche: “L’Arcivescovo aveva ottenuta, non senza difficoltà, che si mostrasse ai popoli la SS. Sindone con l’antica pompa, invitandovi i Vescovi subalpini, e che si desse campo ai fedeli di accorrere a venerarla, lasciandola per tre giorni esposta nella Metropolitana. Anche i giovani dell’Oratorio vi furono condotti”.

Sebbene in questa seconda occasione la cronaca sia più stringata, non va dimenticato la differenza cronologica tra le due ostensioni, che comportavano una grande differenza anche nella vitalità e nei numeri delle presenze all’Oratorio di Don Bosco. Per questo, secondo lo storico Valle, non è difficile immaginare che dietro la breve frase “Anche i giovani dell’Oratorio vi furono condotti” vi fossero circa un migliaio di ragazzi e giovani condotti in un breve pellegrinaggio da Valdocco a venerare il Sacro Lino.

Il legame tra Don Bosco e la Sindone è stato poi rinsaldato grazie ai diversi salesiani che negli anni hanno approfondito, sulle orme del loro fondatore, la devozione e gli studi inerenti alla Sindone – a partire da don Giulio Barberis e proseguendo poi con il Venerabile don Vincenzo Cimatti, don Gaetano Compri e tanti altri… – ed è stata suggellata definitivamente con l’ostensione pubblica speciale della Sindone del 2015, motivata proprio dall’anno Bicentenario della nascita di Don Bosco, uno dei più illustri figli della Chiesa torinese.

Il podcast “Don Bosco e la sindone” è disponibile in italiano su Spotify e YouTube.

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La copia della Sindone al Redentore di Bari

Pubblichiamo il comunicato del Redentore di Bari.

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In occasione della Festa di Cristo Re e Redentore la comunità parrocchiale ospiterà per una settimana una copia in grandezza naturale della Sindone custodita  nella Cattedrale di Torino.

La presenza di questa “l’icona del Sabato Santo” come ebbe a definirla il S. Padre Benedetto XVI, sarà di stimolo nella contemplazione del mistero della Redenzione che trova il suo vertice proprio nella Passione, Morte, Risurrezione e Ascensione del Signore Gesù.

Da domenica 19 a domenica 26 novembre dalle ore 9:00 alle ore 12:00 e dalle ore 17:00 alle ore 19:00  per i fedeli del quartiere Libertà ci sarà la possibilità di sostare davanti ad una preziosa immagine il cui originale, a causa della distanza,   non tutti potranno ammirare con comodità.

La comunità è grata alla Comanderia di Bari dell’Associazione Templari Cattolici d’Italia che ha benignamente accolto la sua richiesta.

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