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Caterina, Giulia, Alessandro e Filippo: gli studenti della scuola salesiana di Brescia raccontano la loro esperienza al convegno CISM USMI

AL convegno sulla scuola cattolica organizzato da CISM e USMI a settembre a Roma, ha partecipato una delegazione dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Brescia. Ecco il loro racconto.

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Immaginate di essere dei ragazzi di seconda e terza media e avere l’occasione di rappresentare la vostra scuola ad un qualunque evento. Si potrebbe definire prima di tutto un’emozione, un onore e un passo importante per la propria crescita. È qualcosa che dipende dalle occasioni, a volte una possibilità inaspettata, in ogni caso da cogliere al volo.
Immaginate ora di essere gli stessi ragazzi di seconda e terza media e avere l’occasione di rappresentare non solo la vostra scuola, ma un’organizzazione scolastica intera con un carisma ben definito come quello salesiano e di Don Bosco.

Aggiungete il fatto che l’evento, in più, non è una semplice occasione, ma un Convegno delle scuole cattoliche, il primo per giunta, a Roma, organizzato da CISM e USMI, realizzato dal 19 al 21 settembre 2024 all’Università Santa Croce. In particolare, durante il terzo giorno di lavori, lo spazio era dedicato alle scuole, affinché presentassero i loro progetti attivi e il loro modus operandi.

Erano presenti cinque scuole a livello nazionale e, per il nord Italia, l’ambasceria era composta da una delegazione della scuola media dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Brescia. È con questa bellissima responsabilità che i nostri quattro rappresentanti, Caterina Gnutti (della classe 3A), Giulia Cresci (della classe 2B), Alessandro Consolandi (della classe 3B) e FIlippo Taglietti (della classe 2C), sono partiti venerdì 20 settembre da Brescia alla volta della Capitale. La loro missione? Raccontare ciò che loro e tutti gli altri ragazzi della scuola media Don Umberto Pasini di Brescia vivono quotidianamente all’interno dell’Istituto Salesiano.

“Quando mi hanno chiesto di poter far parte di questo convegno, ho provato grande agitazione. Cosa dovevo dire? Come dovevo comportarmi? Poi, con il passare dei giorni, abbiamo deciso quali dovessero essere i punti importanti del nostro discorso, ci siamo confrontati e organizzati e questo mi ha reso più sicuro e convinto.” dice Filippo.

La scuola ha voluto che fossero i ragazzi i primi ad essere coinvolti nell’organizzazione dell’intervento: accompagnati dagli educatori, si sono divisi gli argomenti e hanno scelto di portare ognuno una tematica, partendo da un canovaccio già pronto e personalizzandolo secondo le loro impressioni e la loro esperienza. Proprio questa personalizzazione è stata la chiave del successo degli interventi dei quattro ragazzi, in un convegno che aveva come principale protagonista il pluralismo educativo: la scelta è stata quella di mostrare il pluralismo pedagogico che la scuola salesiana realizza, attraverso attività che mirano alla crescita dell’individuo in un’ottica di aiuto reciproco e missione collettiva. La diversificazione e la trasversalità delle proposte mirano a far emergere i talenti di ognuno,  senza che si rimanga necessariamente legati alle discipline e alla gerarchia delle attitudini, alcune delle quali nell’immaginario collettivo vengono ritenute erroneamente più importanti di altre. I quattro giovani hanno raccontato durante il convegno la loro esperienza in prima persona, con la doverosa preparazione in vista di una tale occasione, ma anche attraverso la necessaria spontaneità di chi ha vissuto davvero le situazioni descritte.

Filippo ha parlato del percorso di Educazione Digitale che la scuola sta attuando, un progetto che nasce dalla voglia di mettere al centro la crescita della persona prima di tutto nel reale, ma con la consapevolezza che la dimensione virtuale sta diventando sempre più importante, motivo per il quale risulta necessario prendersene cura.

Alessandro ha raccontato delle Compagnie Salesiane, prima immagine del carisma salesiano e di Don Bosco, in più quest’anno completamente rinnovate per quanto riguarda la scuola media di Brescia. Giulia si è soffermata su una questione più pratica, la disposizione a isole delle classi, utile per coltivare dei rapporti corretti e collaborativi tra i ragazzi, attraverso l’aiuto reciproco e il riconoscimento dei pregi e delle difficoltà personali e del prossimo. Si è entrati poi nel concreto quando Giulia ha descritto con grande efficacia l’esempio di un lavoro cooperativo svolto durante le ore di italiano, sfruttando proprio la disposizione a isole.

Caterina infine ha descritto un progetto a cui la scuola aderisce da tempo, il “Si può fare”, che permette ai ragazzi di  sviluppare un gran numero di competenze in uno stesso lavoro. Il progetto consiste nel costruire in gruppo un gioco sfruttando i principi della fisica e materiali già confezionati. Oltre al gioco, ogni singolo gruppo deve idearne la pubblicità di lancio e scrivere un diario di bordo che tenga nota di tutti i passaggi che hanno portato alla creazione
del prodotto finale, errori e fatiche compresi. È proprio Caterina a raccontare la sensazione di essere davanti a un pubblico di esperti per rappresentare la scuola: “Durante il convegno sentivo il cuore in gola dall’emozione, avevo
una gran paura di dire qualcosa di sbagliato. Poi, quando ho ricevuto il microfono e ho iniziato a parlare, è passato tutto e ho semplicemente spiegato quello che avevo vissuto durante il progetto “Si può fare”. Sono davvero contenta di com’è andata!”

L’intervento dei ragazzi però non è stato l’unico momento emozionante: essi sono stati anticipati da un video che ha raccontato l’esperienza di altri giovani come loro nel nostro cortile e negli spazi della scuola. Come sottolineato da un rappresentante di un altro istituto presente al convegno, ciò che ha colpito i presenti è stato soprattutto il modo in cui Caterina, Alessandro, Giulia e Filippo hanno guardato il filmato, con gli occhi fieri di chi vive quotidianamente un’esperienza che evidentemente dà loro molto, sia nelle bellezze sia nelle fatiche di ogni giorno.

Quel che conta però è soffermarsi su un elemento fondamentale: i quattro ragazzi sono rappresentanti di un modo di intendere la scuola, ambasciatori di un gruppo ben più grande. Hanno portato con loro l’esperienza di tanti altri giovani, di tutti gli altri compagni di scuola, come una grandissima squadra, che non può fare a meno di nessuna individualità. Le attività che sono state descritte infatti rappresentano un modo di vedere la scuola di un sistema ben più grande del singolo istituto locale, una prospettiva che parte dal necessario confronto tra sedi diverse: è stata l’occasione per mostrare quanto il carisma salesiano, a livello generale, operi affinché i giovani di ogni luogo possano trovare la propria strada. La chiusa perfetta ce la concede Alessandro: “La soddisfazione è stata grande, già poco
dopo l’intervento era evidente la gioia di aver raccontato ciò che tutti noi facciamo quotidianamente. Siamo andati in quattro ma eravamo più di duecentocinquanta.”

Incontro tra i Centri Nazionali di Roma e Madrid, condivisione di calendari ed esperienze

Dal 18 al 21 giugno si è svolto a Madrid l’incontro tra i centri nazionali salesiani di Italia e Spagna, due giorni di confronto e lavoro sui prossimi seminari e sulle attività da portare avanti insieme.
All’incontro hanno partecipato la comunità San Lorenzo del CNOS con i tre laici che compongono il consiglio della CEP del Cnos e, oltre ai componenti del Centro nazionale di Madrid, anche i due delegati spagnoli di Pastorale Giovanile.
Il primo giorno è stato di presentazione del Centro Nazionale di Italia e di Spagna, di una delle ispettorie della Spagna oltre alla verifica del seminario sui Migranti che si è svolto a Malaga lo scorso anno, grazie al contributo in collegamento di don Rafael Bejarano e don Alberto Ares, SJ. I lavori sono andati avanti con la riflessione sul seminario sul Primo annuncio che si svolgerà a Madrid in autunno e sull’organizzazione.
Il secondo giorno, spazio alla presentazione della seconda ispettoria della Spagna e confronto sul lavoro del Settore di PG sull’affettività e l’educazione sessuale. Collegati da Roma don Andrea Bozzolo – Rettore dell’Università Pontificia salesiana –  e Antonella Sinagoga, psicoterapeuta e autrice con il Consigliere Generale Miguel Ángel García Morcuende e e Monica Ronchi, psicologa del volume: “Una pastorale giovanile che educa all’amore”. Don Andrea Bozzolo ha offerto un inquadramento teorico e presentato i nodi educativi, mentre Antonella Sinagoga ha presentato le buone prassi e passi da compiere forte dell’esperienza maturata a partire dal volume pubblicato.
L’incontro si è concluso con la condivisione di alcuni appuntamenti comuni, a partire dal prossimo seminario regionale sul primo annuncio che si terrà a Madrid in autunno. Prossimo incontro tra i due centri nazionali: Roma, giugno 2025.

Borgo Ragazzi Don Bosco Roma – Minori stranieri soli, rete per rilanciare affido

Da RomaSette, di Roberta Pumpo.

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Un numero crescente di minori stranieri non accompagnati raggiunge ogni anno l’Italia lasciandosi alle spalle condizioni di vita precarie. Roma Capitale solo nel 2023 ne ha presi in carico 1.082. In questo contesto l’affido familiare si configura come una risposta concreta e preziosa per offrire ai minori un clima stabile e la possibilità di costruire e sperimentare relazioni profonde per riappropriarsi del loro futuro. Per mettere a sistema l’affido dei minori stranieri soli si è svolto martedì 28 maggio il seminario “In famiglia non si è mai stranieri”. Promosso dal Borgo Ragazzi don Bosco con Unicef, Roma Capitale, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) e Salesiani per il Sociale, è stato occasione di confronto tra esperti del settore e famiglie affidatarie. Da parte dei primi è stato più volte sollevato il problema della carenza delle risorse e sottolineata la necessità di formazione, accompagnamento e supporto per le famiglie affidatarie, di maggiore assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti, della creazione di una rete di supporto e di una banca dati delle famiglie affidatarie.

Chi da tempo è disponibile a percorsi di affido e solidarietà familiare, come i coniugi Maria Teresa Galluccio e Mario Saccoccio, ha chiesto la «riduzione dei tempi dei provvedimenti affinché l’affido possa essere un intervento preventivo e non  tardo-riparativo e lo snellimento dei servizi con la creazione di uno sportello unico». Il seminario si è aperto con i saluti di don Daniele Merlini, direttore del Borgo Ragazzi don Bosco, il quale ricorda «i tanti volti di giovani passati dalla nostra casa e che poi accolti in famiglia hanno visto soddisfatto il loro desiderio di affetto, di futuro, con prospettive altrimenti  inimmaginabili. Gli esiti positivi di questi anni ci spingono a proporre questo modello di lavoro integrato nell’affidamento dei minori stranieri non accompagnati, un modello positivo e funzionale da potenziare e allargare con un deciso e consistente appoggio delle istituzioni».

Citando i dati del Rapporto di approfondimento semestrale del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali sui minori stranieri non accompagnati, Ivan Mei, responsabile per i programmi di protezione dell’infanzia in Italia – Ufficio Unicef per l’Europa e l’Asia centrale, ha spiegato che l’80% degli oltre 23mila minori presenti in Italia al 31 dicembre 2023 sono ospitati in strutture di accoglienza. Di questi il 76% provengono dall’Ucraina, e nel 65% dei casi sono accolti da familiari. A tal proposito Lidia Salerno, presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, ha ricordato «il boom di proposte arrivate per accogliere i piccoli ucraini. Sarebbe bello avere lo stesso numero di disponibilità per i bambini che provengono dall’Africa e che non hanno gli occhi azzurri e i capelli biondi. Invece rispetto alle necessità il numero di tutori volontari è esiguo». Da Antonio Mazzarotto, dirigente dell’Area famiglia, minori e persone fragili della Regione Lazio, l’impegno a «favorire il potenziamento della rete per non far sentire sole le famiglie affidatarie» mentre Stefania Milone, dirigente dell’Ufficio protezione persone minore età di Roma Capitale, ha annunciato che dal prossimo settembre «le competenze sull’Ufficio dei minori stranieri non accompagnati passeranno al Centro affido e adozioni». Carola Iacuitto, coordinatrice del progetto salesiano AltriLegami, ha illustrato i risultati ottenuti in tre anni di attività. «Sono stati offerti percorsi di formazione a 68 famiglie – ha detto – e trovato una famiglia a 24 minori con modalità che vanno dall’affido full time a quello solidale con affiancamento familiare. Un percorso che però non intende mai sostituire la famiglia di origine con la quale i ragazzi restano in contatto». Il progetto Terreferme di Unicef e Cnca dal 2017 ad oggi ha permesso di avviare oltre 120 esperienze di affido familiare. Per facilitare gli interventi di affido nei mesi scorsi è stato firmato un protocollo d’intesa tra Roma Capitale, Borgo Ragazzi Don Bosco e Cnca, presentato durante il seminario. L’accordo si prefigge, tra l’altro, di creare un tavolo mensile con attori pubblici e privati per coordinare l’affidamento familiare e altre forme di supporto per minori stranieri non accompagnati a Roma, rafforzare la rete territoriale per promuovere l’affidamento familiare e altre forme di supporto per minori stranieri non accompagnati.

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Un viaggio di servizio: riflessioni sul Volontariato Missionario Salesiano e sul rafforzamento comunitario

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Il Volontariato Missionario Salesiano continua a fiorire, con i suoi partecipanti profondamente impegnati in dibattiti e confronti su argomenti determinanti e con progetti per rafforzare l’impatto dei programmi. Nell’ultimo incontro realizzato all’Università Pontificia Salesiana di Roma, dal 5 al 9 marzo 2024, i partecipanti hanno approfondito temi essenziali come l’identità, la formazione, l’accompagnamento e la creazione di reti.

Durante il terzo giorno del raduno, l’attenzione si è concentrata sul concetto fondamentale di accompagnamento. Riconoscendo l’importanza di sostenere tutti gli attori coinvolti nel programma, compresi i volontari, i coordinatori e le comunità beneficiarie, i partecipanti hanno esplorato il significato di essere presenti e attenti ai bisogni degli altri. La presentazione di un membro del Settore per la Formazione della Congregazione ha messo in luce la necessità di rimanere aperti all’ascolto, riconoscendo che i punti ciechi della percezione possono ostacolare un efficace accompagnamento.

Nella sessione pomeridiana, l’attenzione si è spostata sulla proposta del Comitato Consultivo sul Volontariato Missionario Salesiano di creare una piattaforma di rete. L’iniziativa mira a concentrare le informazioni sulle comunità e sui volontari, facilitando la comunicazione e il coordinamento. I riscontri incoraggianti da parte dei partecipanti hanno indicato un forte impegno a sviluppare questa piattaforma come strumento per migliorare l’efficacia del Volontariato Missionario Salesiano.

La quarta e ultima giornata è stata l’occasione per riflettere sui lavori del raduno e immaginare la crescita futura del programma. Il Comitato Consultivo si occuperà ora del compito cruciale di valutare i risultati e di delineare passi chiari per far progredire il programma. “All’orizzonte si prospettano sviluppi entusiasmanti e vi invitiamo a rimanere sintonizzati per i prossimi aggiornamenti” affermano dal Comitato.

L’incontro è culminato con una Messa speciale presieduta da don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni, che ha sottolineato il significato dell’altruismo nel servizio agli altri. I partecipanti sono stati infine premiati con la Croce del Volontario Missionario Salesiano, simbolo della loro dedizione alla promozione ai programmi di volontariato a livello globale.

Mentre il Volontariato Missionario Salesiano continua a prosperare, alimentato dalla collaborazione, dalla riflessione e dall’impegno comune al servizio, il suo impatto promette di risuonare ancora in molti modi e per molto tempo. E il congresso di Roma è servito a riaffermare la volontà di tutti di fare una differenza significativa nelle comunità di tutto il mondo.

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Domine, quo vadis? Dal 6 al 9 maggio il convegno di PG della CEI a Roma

Signore, dove vai? Nasce da una domanda l’idea del prossimo convegno di Pastorale Giovanile che si terrà a Sacrofano (RM) presso la Fraterna Domus, dal 6 al 9 maggio 2024
Una domanda, dunque, che implica una riflessione sul tempo complesso che stiamo vivendo. Signore, dove vai? E dove stiamo andando noi come PG? Qual è la strada che dobbiamo intraprendere per seguirti?
Al centro del percorso che si svilupperà in quattro giorni, quattro parole chiave: cura, comunità, adultità e comunione.
Non solo parole, dunque, ma un percorso, appunto, che vuole mettere al centro la comunità che si realizza attraverso la cura, le relazioni, l’invito a guardarsi attorno e a cogliere la bellezza dei luoghi che ci circondano. Comunità che si costruisce con adulti consapevoli che mettono al centro il bene comune e la comunione per l’educazione delle nuove generazioni.
Così, la domanda iniziale diventa anche una richiesta: guardare le proprie comunità, i propri spazi, con occhi nuovi, creativi perché “anche se il tempo che stiamo attraversando può sembrare buio, in realtà molti sono i punti di luce, molte le stelle che brillano in questa notte” – sottolinea don Riccardo Pincerato.
“Non dobbiamo avere la preoccupazione di uniformare o di normare, ma il desiderio di far brillare, consapevoli che dalla complessità noi non fuggiamo, ma ci stiamo, la abitiamo e condividiamo buone prassi perché il bene che c’è nel panorama italiano possa essere messo a disposizione gli uni degli altri”.
Il convegno nazionale è rivolto come sempre a chi, sul territorio, si prende cura dei giovani: incaricati regionali e diocesani di PG, la loro equipe, i rappresentanti degli istituti religiosi, delle associazioni, dei movimenti, delle aggregazioni laicali, gli incaricati di religione e di tutti coloro che hanno a cuore la cura dei giovani.

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RMG – Presa di possesso della Diaconia di Santa Maria Ausiliatrice da parte del Card. Fernández Artime

Dal sito infoANS.

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Domenica prossima, 17 dicembre 2023, il Cardinale Ángel Fernández Artime, SDB, Rettor Maggiore della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, prenderà possesso della Diaconia di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana, a lui assegnata dal Santo Padre Francesco nel corso del concistoro del 30 settembre scorso.

A darne notizia è stata l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, comunicando che il rito avrà inizio alle ore 10:30 nella chiesa romana di Piazza Santa Maria Ausiliatrice, n° 54.

La solenne Eucaristia vedrà la partecipazione di diversi membri del Consiglio Generale della Congregazione e dei salesiani della comunità. Insieme alla comunità parrocchiale è attesa la partecipazione anche di diversi rappresentanti e membri della Famiglia Salesiana.

La diaconia di Santa Maria Ausiliatrice è un titolo cardinalizio, ossia una delle chiese della Diocesi di Roma e delle sue sedi suburbicarie il cui nome e le cui proprietà vengono legati ad un cardinale al momento della sua creazione.

Il titolo cardinalizio, a differenza del particolare incarico ecclesiale cui un cardinale può essere chiamato, è vitalizio, e sta a simboleggiare l’appartenenza del cardinale al clero romano e l’unità del Collegio dei cardinali come strumento di supporto all’attività pastorale del Vescovo di Roma.

La basilica parrocchiale di Santa Maria Ausiliatrice nacque su impulso di Papa Pio XI, che dopo aver approvato il progetto delle scuole professionali che i salesiani vollero dedicargli sulla via Tuscolana a Roma chiese loro di affiancarvi, sin dall’inizio, una chiesa, proponendo egli stesso di consacrarla alla “Madonna di Don Bosco”. Per assecondare il desiderio del Papa si stabilì che il giorno 4 giugno 1929, subito dopo la beatificazione di Don Bosco, si ponesse accanto all’istituto “Pio XI” la prima pietra della nuova chiesa.

Essa venne eretta su progetto degli architetti Nicola Mosso e Giulio Valotti, SDB, tra il 1931 ed il 1936, e consacrata la mattina del 17 maggio 1936 dal cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani, Vicario Generale della Diocesi di Roma.

Il tempio è una chiesa a croce latina che misura 72 metri nel braccio maggiore e 42 nel braccio minore. Lo stile è quello delle grandi chiese romane del Rinascimento e come tale venne affrescata da don Giuseppe Melle, SDB, tra il 1956 e 1964. Nella grande volta della navata centrale Melle esprime la potenza della Madre di Dio.

Al centro la Madonna, e la prima chiesa di Maria Ausiliatrice a Torino. Tutto attorno il grande racconto delle vittorie della Cristianità con l’Aiuto di Maria.

È sede del titolo cardinalizio dal 1967 e dal 1969 ha la dignità di basilica minore.

La celebrazione eucaristica sarà trasmessa in diretta, a questo link:

Canale ANS

 

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Corsa dei Santi 2023: un altro successo di partecipazione e solidarietà

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Più di 3.500 persone hanno preso parte alla 15a edizione della Corsa dei Santi, la gara con partenza e arrivo a ridosso di piazza San Pietro, che mira a dare visibilità di festa popolare alla celebrazione di Ognissanti, promuovere i valori dello sport secondo la tradizione educativa salesiana e portare in primo piano un’emergenza umanitaria che chiede solidarietà – quest’anno, il progetto di “Missioni Don Bosco” per la costruzione di un nuovo complesso sportivo in Guinea Conakry.

Dopo la partenza in via della Conciliazione, la gara ha avuto come scenario le meraviglie della Città Eterna, dal Colosseo a via dei Fori Imperiali, e i corridori provenienti da tutta Italia e da altre 47 nazioni hanno dato vita ad una vera e propria festa di sport e solidarietà. Mentre la maggior parte dei partecipanti – tra cui tante famiglie e persone di ogni età – si sono cimentati nelle prove non competitive (da 10 e da 3 km), tanti sono stati gli atleti e i professionisti che hanno affrontato il percorso competitivo di 10 km.

Sul tracciato, affascinante quanto impegnativo, con diversi saliscendi e le differenti pavimentazioni del centro storico della Capitale, al maschile il successo è andato al 22enne romano Federico Riva (Fiamme Gialle) che ha tagliato il traguardo in 28:38. “È stata una gara spettacolare – le parole di Riva – perché correre su questo palcoscenico per me che sono romano è qualcosa di speciale. Poi è anche uscito un tempo che dà fiducia per i miei impegni del 2024, un anno con tanti appuntamenti importanti”. Secondo posto per Stefano La Rosa (Carabinieri, 28:46), terzo per il marocchino Abdessamad El Yaagoubi (Bitonto Runners, 29:15).

Nella prova femminile, vittoria della 24enne Elisa Palmero (Esercito) che ha corso tutta la gara in solitaria chiudendo in 32:28. “Ho faticato un po’ nella prima parte se si considera che Roma è tutto un saliscendi – ha detto la piemontese – ma il tracciato è qualcosa di straordinario in quanto a bellezza. Era la prima volta che partecipavo e sono molto felice di aver vinto e del crono che ho fatto”. Alle sue spalle Grazia Razzano (Caivano Runners, 36:06) e la svedese Hanna Bergström (Runcard, 37:29).

Per sostenere l’iniziativa, sulla linea di partenza, tre testimonial d’eccezione, le campionesse di atletica Sara Simeoni, Fiona May e Danielle Madam. In gara, col pettorale numero 1, anche l’olimpionico di nuoto Massimiliano Rosolino che è arrivato in 39:38 (206° in classifica), nell’evento organizzato da “Acsi Italia Atletica” e promosso da “Missioni Don Bosco”.

“È stata una bella festa dello sport, per questo voglio ringraziare tutti i runners che hanno reso possibile questa bellissima giornata contribuendo con il loro gesto alla promozione della campagna di Missioni Don Bosco – ha detto Roberto De Benedittis, presidente dell’Acsi Italia Atletica e organizzatore della gara –Siamo soddisfatti e pronti a ripeterci per l’edizione del prossimo anno”.

Oltre che per il suo percorso unico nel panorama delle corse su strada, la Corsa dei Santi si caratterizzata da sempre per la sua vocazione solidale. Anche quest’anno alla corsa è stato abbinato un progetto promosso da “Missioni Don Bosco”, la Procura Missionaria salesiana con sede a Torino. A Kankan, infatti, in Guinea Conakry, i salesiani vogliono usare lo sport come veicolo educativo attraverso la costruzione di un centro sportivo polifunzionale che sarà utilizzato per promuovere lo sviluppo dei giovani. Un progetto molto prezioso perché fornirà ai 640 beneficiari un luogo sicuro e stimolante per crescere, promuovendo l’inclusione sociale e la coesione – e a cui è ancora possibile contribuire, fino al 5 novembre, inviando un SMS al numero 45594.

“State aiutando ‘Missioni Don Bosco’ a realizzare un progetto in Guinea Conakry, un Paese africano che ha grande necessità di sostegno da tutti coloro che hanno a cuore la formazione di una nuova società in tutto il mondo centrata sulla giustizia, la libertà e la pace. La nostra e la vostra Corsa dei Santi è una opportunità per sostenere la pace, perché lo sport è segno e strumento di pace per sua natura” ha spiegato don Daniel Antúnez, Presidente di Missioni Don Bosco.

“La Guinea ha diverse questioni da affrontare: il cambiamento sociale, lo sviluppo e il suo nuovo leader, ma la questione principale è aiutare i giovani ad avere un futuro. Giovani vulnerabili che hanno bisogno di qualcuno che gli aiuti a costruirsi un percorso di crescita e una vita migliore” ha testimoniato da parte sua don Romeo Salami, giovane missionario salesiano in Guinea Conakry, Direttore dell’Ufficio di Pianificazione e Sviluppo dei progetti nell’Africa Occidentale Nord.

I Figli di Don Bosco sono presenti a Kankan, una delle città più popolose della Guinea, dal 1986, con una missione che svolge un ruolo strategico per centinaia di ragazzi dell’area. I salesiani scelsero questa zona per fondare la missione perché conoscevano bene il contesto, il livello di povertà era molto alto, il sistema scolastico insufficiente e il tasso di alfabetizzazione estremamente basso.

Con gli anni l’opera salesiana di Kankan è cresciuta molto e oggi è costituita da un centro di formazione professionale, un oratorio-centro giovanile e una casa di accoglienza al servizio di tutti ragazzi della zona. Il Centro conta attualmente 16 aule e garantisce formazione a circa 315 studenti suddivisi in 3 settori: meccanica generale e saldatura, meccanica automobilistica ed elettricità industriale ed edilizia.

Oltre alle attività formative, il Centro consente a centinaia di ragazzi, non solo a coloro che frequentano i corsi di formazione, di svolgere attività sportive, socioeducative e socioculturali molto preziose, data la totale mancanza di infrastrutture nella zona.

Un Centro che è diventato oramai un luogo sicuro, una casa di formazione ed educazione, uno spazio dove poter giocare e crescere in serenità, nonostante disponga di alcuni impianti sportivi realizzati ben prima degli anni ’90 che risultano oggi fatiscenti, i servizi igienici non siano adeguati e il materiale (palloni, maglie, reti, bandierine da campo, fischietti ecc) non sia sufficiente.

“Sappiamo che i giovani amano gli sport, e se vogliamo aiutarli a costruirsi un futuro dobbiamo essere vicini a loro durante le attività che amano. E così noi salesiano lo usiamo nelle nostre attività e a Kankan stiamo lavorando ad un grande progetto sportivo: vogliamo realizzare nuove infrastrutture e sensibilizzare i ragazzi ad una vita sana, ricca di sport e di inclusione, lavorando sul cambiamento di mentalità. Per questo nel nostro progetto abbiamo coinvolto le persone con disabilità e le donne, spesso ai margini in queste attività” conclude don Salami.

La Corsa dei Santi è promossa da “Missioni Don Bosco” in collaborazione con Opera Romana Pellegrinaggi. Organizzazione a cura di ACSI Italia Atletica su licenza della Prime Time Promotions. La Corsa gode del patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato ai Grandi Eventi, Sport e Turismo, del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e dell’Associazione Arma Aeronautica.

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Corsa dei Santi 2023: a sostegno dei ragazzi della Guinea Conakry

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Una corsa di 10 km con partenza e arrivo nei pressi di Piazza San Pietro e un itinerario che attraversa le più celebri vie della Città Eterna: si tratta della “Corsa dei Santi”, evento podistico giunto quest’anno alla 15a edizione, in programma mercoledì 1° novembre 2023, con partenza e arrivo in Piazza San Pietro in Vaticano. La manifestazione sportiva, che da sempre mira anche a recuperare la tradizione della Festa di Ognissanti e a sostenere opere di beneficenza, quest’anno è legata ad un progetto di sviluppo sociale da realizzare attraverso lo sport nella città di Kankan, in Guinea. A proporlo è “Missioni Don Bosco”, la Procura Missionaria salesiana e onlus di Torino-Valdocco, che sostiene i missionari salesiani nel mondo.

La conferenza stampa di presentazione della manifestazione sportiva, in cui si parlerà anche del progetto benefico, si terrà martedì 31 ottobre alle ore 11:00 nella Sala Benedetto XVI del Pontificio Collegio Teutonico Vaticano (nei pressi dell’Aula Nervi). Alla conferenza stampa saranno presenti don Daniel Antúnez, Presidente di Missioni Don Bosco, e Roberto De Benedittis, Presidente di “ACSI Italia Atletica”, ente organizzatore della manifestazione sportiva.

Mentre all’evento del 1° novembre, cui sono attesi circa 3 mila corridori, parteciperanno anche le campionesse di atletica Fiona May (testimonial di Missioni Don Bosco), Sara Simeoni e Danielle Madam. A sostegno del progetto sarà attivo il numero telefonico 45594 per l’invio di un SMS solidale dal 29 ottobre al 5 novembre.

Il programma “Mattino Cinque” (su Canale 5), condotto da Federica Panicucci, si collegherà a più riprese con Piazza San Pietro per seguire l’andamento della Corsa e per ascoltare le interviste di Paolo Capresi.

La Guinea, chiamata anche Guinea Conakry, si trova in Africa Occidentale e possiede un’economia prevalentemente agricola, un sistema sanitario fragilissimo e un sistema scolastico molto carente, e ha un tasso di alfabetizzazione estremamente basso: risulta infatti fra i Paesi poveri più al mondo, al 182° posto su 191 nell’Indice di sviluppo umano. Nel 1990 i salesiani hanno fondato una presenza missionaria nella diocesi di Kankan, in una delle zone più svantaggiate del paese, la cui maggiore ricchezza è rappresentata dal gran numero di ragazzi e bambini.

Il Centro di Formazione Professionale di Kankan svolge un ruolo fondamentale garantendo un’istruzione di qualità attraverso corsi adeguati alle esigenze del mercato del lavoro e alla popolazione locale, oltre ad attività sportive, socio-educative e socio-culturali molto preziose. Il progetto dei salesiani vuole migliorare la qualità dei servizi del centro realizzando nuove infrastrutture sportive per 640 giovani (320 frequentano il centro, 300 l’oratorio e 20 formatori e allenatori), servizi igienici adeguati, potenziare le competenze didattiche degli educatori e sensibilizzare i ragazzi e i bambini a una vita sana, ricca di sport e inclusione, attraverso corsi e tornei anche con ragazzi con disabilità.

I missionari vogliono costruire un piccolo stadio con delle tribune, campi da calcio, da pallacanestro, da pallavolo e da pallamano, gestire attività sportive e socio-culturali per tutti i giovani senza distinzione di cultura, religione o sesso, che permetta anche di realizzare incontri socio-educativi sullo sport, l’ambiente e la pace. Inoltre, vogliono acquistare palloni, divise, fischietti, scarpe, reti e tutto il materiale necessario per dare l’opportunità ai giovani e a tutta la popolazione locale di giocare e crescere in un luogo sicuro e sereno. Un progetto che ha un grande potenziale: lo sport è un importante mezzo per accrescere lo sviluppo personale e sociale, lavorare sulle capacità relazionali, l’inclusione e il rispetto del prossimo.

Per ulteriori informazioni sulla gara del 1° Novembre visitare il sito: https://www.corsadeisanti.it

Per ulteriori informazioni sul progetto visitare il sito www.missionidonbosco.org

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Italia – “Osare Condividere”: alla “Fraterna Domus” di Sacrofano, l’incontro delle Procure Missionarie ispettoriali salesiane 2023

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Sacrofano) – “Osare Condividere” è stato il tema dell’incontro tenutosi presso il centro per ritiri “Fraterna Domus” di Sacrofano, alle porte di Roma, dal 19 al 23 ottobre scorsi. All’evento hanno partecipato salesiani e laici che sono impegnati nelle proprie Ispettorie a reperire risorse per i programmi di animazione missionaria ed evangelizzazione. Un totale di ottanta partecipanti, provenienti da 42 Ispettorie che servono la popolazione di 69 diversi Paesi, hanno preso parte all’incontro, per discutere su come concentrarsi sulla mobilitazione di risorse locali, riducendo la dipendenza dalle donazioni estere.

In apertura, don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni, ha chiarito l’identità della Procura Missionaria, il suo ruolo all’interno delle Ispettorie e le sue relazioni con tutti gli altri organismi e strutture dell’Ispettoria. “Lavoriamo in sinergia con loro – ha spiegato il Consigliere – evitando qualsiasi confusione o duplicazione del lavoro a livello ispettoriale”.

Don Eric Mairura, del Kenya, nominato nuovo Coordinatore Generale delle Procure ha presentato una riflessione sul concetto salesiano di sviluppo, risultato di un processo in corso da alcuni anni. “Tutti i nostri sforzi devono essere strettamente allineati alla missione e al carisma di Don Bosco e della Congregazione”, ha affermato.

Nel suo intervento, invece, il sig. Filip Lammens, del Belgio, ha proposto modi e mezzi per contribuire all’evangelizzazione, attraverso l’educazione. Ha sottolineato quindi come una rete più stretta, l’apprendimento reciproco, la valorizzazione delle risorse specifiche di ogni nazione e Ispettoria potrebbero favorire il lavoro di mobilitazione delle risorse.

Successivamente è intervenuto Jan Rešutík, della Slovacchia, primo laico responsabile delle missioni dei salesiani operanti nei Paesi in via di sviluppo. Rešutík ha spiegato la necessità e i vantaggi della gestione delle relazioni con i clienti (CRM – Customer Relationship Management) e ha proposto di adattare questo sistema anche alle Ispettorie che sono disposte ad adottarlo.

I partecipanti hanno poi avuto l’opportunità di prendere parte a dei brevi corsi, che hanno suscitato un vivo interesse. Ognuno ha scelto un argomento che desiderava approfondire, spaziando dai livelli di base a quelli avanzati. Hanno avuto a disposizione un totale di sei ore, due ore al giorno per tre giorni, e hanno trovato i corsi concreti, pratici e realizzabili.

Don Joy Nedumparampil (India) e don Gunter Mayer (Austria) hanno tenuto un corso su come avviare una Procura Missionaria da zero e come costruirla passo dopo passo. Angel Gudiña (Spagna) e don Victor Mora (Cile), hanno invece concentrato il loro intervento sul reperimento delle risorse attraverso aziende e società locali, nazionali e internazionali. Sulla mobilitazione delle risorse online e sul crowdfunding si è concentrato invece il corso tenuto da Maria Pearson, dell’Argentina. Infine, Markus Burri ha aiutato i partecipanti a capire l’importanza di misurare i risultati raggiunti, di raccogliere dati concreti e ad utilizzarli per fidelizzare i donatori; mentre il dottor Nelson Penedo ha evidenziato quanto sia fondamentale mantenere standard alti in tutto ciò che si fa, indipendentemente dalle dimensioni delle operazioni.

Si è poi tenuta una conferenza sulle “Best Practice”, le migliori pratiche, di alcune Ispettorie, che possono essere replicate, con le necessarie modifiche, da chiunque.

L’incontro ha anche offerto l’occasione di evidenziare l’importanza della responsabilizzazione dei collaboratori laici, grazie all’intervento di don Krzysztof Nizniak, del Ghana. Sono stati forniti, poi, esempi pratici di come organizzare un evento di raccolta fondi. Per questo, don Boedirahardjo, dell’Indonesia, ha raccontato tutto il processo messo in atto per dar vita a un torneo di golf nella sua Ispettoria, al fine di raccogliere fondi.

Dal Myanmar è intervenuto don Bosco Nyi Nyi, Superiore della Visitatoria MYM, che ha mostrato gli eccellenti esempi “del modo in cui i più poveri tra i poveri possono offrirci e ci offrono risorse”. Dall’India, invece, ha parlato don Angel Kuldeep Nayak, che ha messo in luce la bella e proficua collaborazione con la “State Bank of India Foundation”.

Sono stati, in conclusione, giorni di riflessione, condivisione e apprendimento, la cui preparazione e organizzazione sono state guidate da don George Menamparampil, sotto la guida del Consigliere Generale per le Missioni, don Alfred Maravilla, con il supporto di tutta l’équipe del Settore Missioni a Roma.

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Italia – Visita a sorpresa del Cardinale Fernández Artime, Rettor Maggiore, alla comunità “Zeffirino Namuncurá” durante le settimane culturali-continentali

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – La comunità salesiana internazionale di studenti di Teologia “Zeffirino Namuncurá”, in via della Bufalotta 550 a Roma, venerdì 20 ottobre ha vissuto una serata memorabile: nell’ambito della conclusione della prima delle settimane culturali-continentali organizzate dalla comunità per celebrare e valorizzare la propria dimensione internazionale, ha ricevuto la visita del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, il neo-Cardinale Ángel Fernández Artime.

Intervenendo con il suo consueto fare paterno e carismatico, il Rettor Maggiore ha offerto il pensiero della “buonanotte salesiana” ai membri della comunità, lanciando un forte invito a non dimenticare mai il “PER CHI” si sta vivendo questo tempo di formazione. I giovani a cui si è mandati e che Don Bosco predilige, tanto più se segnati dalla povertà, non sono un pubblico a cui si dovrà parlare tra qualche anno: sono la famiglia a cui apparteniamo e che orienta attitudini e stile di vita quotidiana fin da subito – è stato il senso del suo discorso.

Se veramente li abbiamo a cuore, ha proseguito, essi impediscono ai salesiani di diventare una élite di privilegiati a cui tutto è garantito e, piuttosto, spronano a darsi da fare per prendersi cura il più possibile dei servizi che necessari alla vita della comunità, come anche ad investire tempo, dedizione, pazienza nelle attività pastorali che, pur con i limiti temporali che lo studio della teologia necessariamente impone, vengono portate avanti dai membri della comunità (e va segnalato che sono ben 27 i centri in cui i salesiani della casa sono impegnati durante i fine-settimana).

Don Á.F. Artime ha concluso questo momento con la benedizione e l’inaugurazione di alcuni ambienti rinnovati dell’edificio, che prima era di proprietà dei religiosi Guanelliani, e che gradualmente diventa sempre più idoneo ad ospitare la comunità di formazione specifica “Zeffirino Namuncurá” e i locali riservati alla Postulazione.

La serata è proseguita con l’agape fraterna preparata ed animata dai confratelli di Albania, Croazia, Polonia, Portogallo e Italia, le nazioni europee che sono presenti nella comunità e cui spettava l’animazione della prima delle settimane continentali-culturali di quest’anno.

“Avere con noi Don Ángel è stato un dono tanto più bello e gradito, quanto sorprendente, nel senso che ci ha colti di sorpresa, grazie al tratto di delicatezza che ha voluto riservarci anche in questo, per partecipare in semplicità a un momento della nostra vita, senza modificare quanto era già stato organizzato per quel giorno – ha commentato il Direttore della comunità, don Silvio Roggia –. È stata una occasione per incontrare insieme i membri della comunità e i 22 partecipanti al corso per missionari che ha luogo all’Università Pontificia Salesiana, ospiti della Comunità Zeffirino dalla fine di settembre fino alla conclusione del corso, l’11 novembre”.

L’iniziativa delle settimane culturali-continentali è un’espressione dell’intensa interculturalità della comunità salesiana di via della Bufalotta, che quest’anno conta 48 salesiani studenti e altri 10 confratelli dell’equipe o che si trovano a Roma al servizio della Congregazione o per seguire dei corsi di formazione. In totale, ospita Figli di Don Bosco provenienti da 27 Paesi e 28 Ispettorie.

All’inizio dell’anno pastorale la comunità dedica una settimana ad ogni continente, per presentarne elementi caratteristici sia della geografia, storia e cultura, sia della presenza salesiana, con varietà di approcci: liturgia, coreografie, momenti di presentazione e condivisione, cucina. Il fine è quello di aiutarsi mutuamente ad aprirsi alla diversità delle nazioni e comunità, per apprezzarne la ricchezza.

Il programma delle settimane culturali-continentali quest’anno si è aperto con una settimana dedicata all’Europa, cui fanno seguito le settimane dedicate all’Asia, all’Africa e infine all’America. L’intera iniziativa ha, infatti, la giornata dell’11 novembre come punto di arrivo, poiché in quella data coincidono l’anniversario della prima Spedizione Missionaria Salesiana e quello della beatificazione di Zeffirino Namuncurá, patrono della casa. 

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