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Salerno: mettiamo l’accento sui giovani

Dal sito dell’Italia Meridionale.

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Fare squadra per arrivare a tracciare un percorso che porti alla consegna della città “nelle mani di giovani” che sapranno essere consapevoli e desiderosi di fare delle proprie radici una opportunità.
L’opera Salesiana di Salerno, da sempre punto di riferimento per i giovani del quartiere Carmine e non solo, ha un nuovo sogno: mettersi in gioco facendo rete insieme ai quattro settori chiave dell’educazione giovanile. Politiche sociali, scuola, università e diocesi che si legano a doppio filo in una rete fitta e in movimento che ha un solo obiettivo: rendere questa città un luogo per i giovani.
Il progetto si svilupperà nel 2024, anno dei 70 anni di presenza sul territorio dell’opera Salesiana: un’occasione questa per ridare nuova linfa alla missione di don Bosco. Tante le iniziative in cantiere, che si fondano sull’ascoltare prima di agire. E si partirà proprio dalle voci di chi, come Paolo Romano, è cresciuto e si è formato grazie alla Famiglia Salesiana e ha deciso di raccontare il suo punto di vista in un breve scritto; passando poi per il terzo settore e tutte le realtà cittadine in una tavola rotonda durante la quale interverranno l’assessore alle politiche sociali del Comune di Salerno Paola De Roberto, un rappresentante dell’Università degli Studi di Salerno, il delegato di pastorale giovanile diocesana don Roberto e a Francesco Piemonte, rappresentante di Informagiovani Salerno; si ascolteranno le voci della comunità dell’opera Salesiana di Salerno che contribuisce a porre le basi affinché quel sogno diventi realtà. E dopo l’ascolto si metteranno in campo le iniziative per i giovani della città.
Un processo che partirà a gennaio e si concluderà a maggio, nel consueto evento di “Festinsieme”, con la presentazione di quanto emerso e l’identificazione di scelte operative e sistematiche da attuare.

CON(N)ESSI – L’esperienza del progetto da parte dell’Oratorio di Valdocco e della Scuola Meucci di Torino

Presso l’Oratorio Salesiano di Valdocco e la Scuola Media Meucci di Torino è in fase conclusiva il progetto “CON(N)ESSI” di Salesiani per il Sociale: un progetto sperimentale di contrasto e prevenzione del bullismo e del cyberbullismo attraverso un uso responsabile, consapevole e creativo dei social network, in una logica di alleanza tra generazioni e territori. Di seguito un resoconto del progetto e il video realizzato dai ragazzi di Valdocco che hanno partecipato all’iniziativa.

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La particolarità del progetto CON(N)ESSI risiede nell’essere “tutti connessi“, ovvero di fare rete. Il progetto, infatti, si snoda in 3 percorsi di applicazione che convergono tutti nell’unico obiettivo di prevenzione al bullismo e cyberbullismo. Come?

  • educando gli studenti;
  • educando i genitori degli studenti che partecipano al progetto;
  • educando gli educatori stessi e i docenti;

L’elemento chiave risiede in questa triplice azione che si basa sulla convinzione che se non si interviene in tutti e 3 i rami, non è possibile ottenere buoni risultati. Questo è ciò che è stato applicato sia nella Scuola Media Statale Antonio Meucci Centrale di Torino che all’Oratorio Salesiano Valdocco, cercando di dialogare con gli studenti e le loro famiglie, formando gli educatori dell’oratorio sul tema della prevenzione al bullismo e sull’uso consapevole dei social.

Il progetto ha avuto un buon riscontro anche grazie alla creazione di un “decalogo di buone prassi” ideato da parte dei genitori con i loro figli ragionando su quell’insieme di buoni comportamenti che si possono attuare sui social per arrivare ad un corretto utilizzo di essi.

I prodotti finali del progetto hanno riguardato:
– la campagna social con protagonisti i ragazzi e il decalogo dei buoni comportamenti da seguire da parte dei minori sul web.
– la parte teorica con gli studenti e i genitori, attraverso l’approfondimento di alcune tematiche (come ad esempio l’empatia, la comunicazione assertiva…) volte ad entrare nel mondo del disagio che possono provare i ragazzi vittime di bullismo.

Nel complesso, è stata riscontrata una buona soddisfazione da parte di tutti coloro che hanno partecipato al progetto.

Infine, il progetto ha mostrato come i ragazzi che hanno subito forme di bullismo sul web siano di più di quelli che ci si poteva aspettare all’inizio del progetto. In questo modo il progetto CON(N)ESSI ha rappresentato un valido ausilio, trovando un terreno fertile su cui lavorare.

Le “fiabe social” di Alessio Tavilla, giovane salesiano della Sicilia

Un progetto innovativo ma con un sapore antico è nato nella città di Palermo: raccontare le fiabe con il social di messaggistica istantanea. L’idea è di un giovane Salesiano di don Bosco trentenne originario di Messina; proprio lui ai nostri microfoni ha risposto con quell’aria simpatica e bonaria che lo caratterizza.

Raccontaci chi sei e com’è nato il progetto fiabesco “C’era una volta”

Ciao a tutti i lettori di Insieme, mi chiamo Alessio Tavilla, sono figlio di don Bosco da quattro anni e anch’io sono stato bloccato in casa, come tutti gli italiani, a causa del lockdown. La quarantena ci ha obbligati per diversi mesi a rimanere chiusi fra le quattro mura della nostra dimora. Ho provato a sfruttare il tempo a mia disposizione, tanto tempo ve lo posso assicurare, nel modo più fruttuoso che potevo. Una telefonata con un amico d’infanzia mi ha ricordato di avere delle doti nascoste e ho provato a metterle in gioco. Parecchie persone mi ripetono che ho una voce calda e pacata, una bella voce capace di cullare le menti e i cuori, di far addormentare e rasserenare. Quasi per scherzo iniziai – vi confesso – a leggere le fiabe, con il mio smartphone, a voce alta ed in camera mia. Iniziai a raccontare quelle dei fratelli Grimm, cercandole su Google, poi iniziai a registrare la mia voce. Il risultato non era tanto cattivo.

Perché proprio le fiabe? Cosa ti affascina particolarmente di questi racconti ?

Per me la fiaba è una poesia in prosa. Ti permette di viaggiare, di fantasticare volando in alto o correndo per campi che mai avevi sognato prima. Credo che ci si identifichi un tantino in qualche personaggio e poi ha quel fascino antico! Diciamolo pure, la narrazione della fiaba non è certo una novità.  Molti, già prima di me, addirittura da millenni, raccontano e scrivono fiabe e lo fanno egregiamente. Ma pochi la rendono ascoltabile, forse perché scrivere e parlare sono due cose molto diverse.

Ascoltatori e followers sono arrivati in un secondo momento. Raccontaci cosa hai provato …

I primi ascoltatori sono stati alcuni amici che trovavano piacevole e divertente ascoltare una fiaba mai vecchia e mai banale, scandita e raccontata con entusiasmo; così, piano piano, cominciai a “produrne” due al giorno: una la mattina ed una la sera. L’ebbrezza di poter costruire un progetto mi spinse avanti a conoscere altre storie, alcune bravi altre più lunghe e dettagliate. Riuscì a registrare in presa diretta una fiaba di 12 minuti: avevo come la sensazione di un capogiro, riascoltandola mi commossi. Mi resi conto di cosa poteva diventare il mio progetto fiabesco: una bella opportunità, educativa nello stile salesiano, di prossimità ai più piccoli. Per me è manifestazione concreta di amore, dedicare il mio tempo per gli altri, farmi vicino e far sentire il mio “vocione”. In realtà non sono moltissimi coloro che mi seguono o che conoscono questo progetto; il numero esiguo potrebbe far pensare che non c’è molto interesse, ma sono convinto che, dalle piccole cose, spesso e volentieri, possano nascere cose ancor più grandi e belle: don Bosco, ad esempio, raccontava spesso ai suoi ragazzi alcuni miti, alcuni sogni e anche alcuni passaggi della bibbia molto vivaci, tutto per generare attenzione sul messaggio che desiderava consegnare alla fine.

Dal registrare in camera al salto sui social è stato breve …

Si, il passaggio fu automatico, non potevo raccontarle ai giovani che erano bloccati in casa e cominciai ad informarmi su Telegram e su Instagram: social con tante possibilità e con tanta gente connessa. La pagina fu facile da creare ed anche inserire immagini e audio; tutto ad un tratto mi resi conto che potevo osare un po’ di più: aggiunsi una traccia musicale di sottofondo alla mia voce, talvolta anche qualche video e in alcune un po’ di riprese al fine di rendere più stimolante la lettura, o meglio l’ascolto. Erano prodotti piacevoli esteticamente e godibili all’orecchio. Non vi nego che dovetti esercitarmi nel video e nel’audio editing, ho studiato e ripetuto mille volte le fiabe prima di poterle pubblicare.

Alessio, hai progetti per il futuro ?

Sicuramente continuare a studiare la modalità di narrazione fiabesca e pubblicarle senza stancarmi. Aumentare il mio repertorio e ingrandire il mio orizzonte culturale. Le fiabe della Lapponia o quelle dell’Arabia come “Mille e una notte” di Sherazade, senza dimenticare il Sol Levante e i miti fiabeschi del Sud-America. Spero di crescere sempre di più in questo campo comunicativo per me nuovo ma molto antico. Che queste iniziative possano essere sempre a vantaggio dei giovani e dei più dimenticati, questo il mio sogno: far sognare.

Per chi volesse conoscere il progetto ed inabissarsi nell’ascolto delle fiabe raccontate da Alessio Tavilla:

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