Un progetto innovativo ma con un sapore antico è nato nella città di Palermo: raccontare le fiabe con il social di messaggistica istantanea. L’idea è di un giovane Salesiano di don Bosco trentenne originario di Messina; proprio lui ai nostri microfoni ha risposto con quell’aria simpatica e bonaria che lo caratterizza.
Raccontaci chi sei e com’è nato il progetto fiabesco “C’era una volta”
Ciao a tutti i lettori di Insieme, mi chiamo Alessio Tavilla, sono figlio di don Bosco da quattro anni e anch’io sono stato bloccato in casa, come tutti gli italiani, a causa del lockdown. La quarantena ci ha obbligati per diversi mesi a rimanere chiusi fra le quattro mura della nostra dimora. Ho provato a sfruttare il tempo a mia disposizione, tanto tempo ve lo posso assicurare, nel modo più fruttuoso che potevo. Una telefonata con un amico d’infanzia mi ha ricordato di avere delle doti nascoste e ho provato a metterle in gioco. Parecchie persone mi ripetono che ho una voce calda e pacata, una bella voce capace di cullare le menti e i cuori, di far addormentare e rasserenare. Quasi per scherzo iniziai – vi confesso – a leggere le fiabe, con il mio smartphone, a voce alta ed in camera mia. Iniziai a raccontare quelle dei fratelli Grimm, cercandole su Google, poi iniziai a registrare la mia voce. Il risultato non era tanto cattivo.
Perché proprio le fiabe? Cosa ti affascina particolarmente di questi racconti ?
Per me la fiaba è una poesia in prosa. Ti permette di viaggiare, di fantasticare volando in alto o correndo per campi che mai avevi sognato prima. Credo che ci si identifichi un tantino in qualche personaggio e poi ha quel fascino antico! Diciamolo pure, la narrazione della fiaba non è certo una novità. Molti, già prima di me, addirittura da millenni, raccontano e scrivono fiabe e lo fanno egregiamente. Ma pochi la rendono ascoltabile, forse perché scrivere e parlare sono due cose molto diverse.
Ascoltatori e followers sono arrivati in un secondo momento. Raccontaci cosa hai provato …
I primi ascoltatori sono stati alcuni amici che trovavano piacevole e divertente ascoltare una fiaba mai vecchia e mai banale, scandita e raccontata con entusiasmo; così, piano piano, cominciai a “produrne” due al giorno: una la mattina ed una la sera. L’ebbrezza di poter costruire un progetto mi spinse avanti a conoscere altre storie, alcune bravi altre più lunghe e dettagliate. Riuscì a registrare in presa diretta una fiaba di 12 minuti: avevo come la sensazione di un capogiro, riascoltandola mi commossi. Mi resi conto di cosa poteva diventare il mio progetto fiabesco: una bella opportunità, educativa nello stile salesiano, di prossimità ai più piccoli. Per me è manifestazione concreta di amore, dedicare il mio tempo per gli altri, farmi vicino e far sentire il mio “vocione”. In realtà non sono moltissimi coloro che mi seguono o che conoscono questo progetto; il numero esiguo potrebbe far pensare che non c’è molto interesse, ma sono convinto che, dalle piccole cose, spesso e volentieri, possano nascere cose ancor più grandi e belle: don Bosco, ad esempio, raccontava spesso ai suoi ragazzi alcuni miti, alcuni sogni e anche alcuni passaggi della bibbia molto vivaci, tutto per generare attenzione sul messaggio che desiderava consegnare alla fine.
Dal registrare in camera al salto sui social è stato breve …
Si, il passaggio fu automatico, non potevo raccontarle ai giovani che erano bloccati in casa e cominciai ad informarmi su Telegram e su Instagram: social con tante possibilità e con tanta gente connessa. La pagina fu facile da creare ed anche inserire immagini e audio; tutto ad un tratto mi resi conto che potevo osare un po’ di più: aggiunsi una traccia musicale di sottofondo alla mia voce, talvolta anche qualche video e in alcune un po’ di riprese al fine di rendere più stimolante la lettura, o meglio l’ascolto. Erano prodotti piacevoli esteticamente e godibili all’orecchio. Non vi nego che dovetti esercitarmi nel video e nel’audio editing, ho studiato e ripetuto mille volte le fiabe prima di poterle pubblicare.
Alessio, hai progetti per il futuro ?
Sicuramente continuare a studiare la modalità di narrazione fiabesca e pubblicarle senza stancarmi. Aumentare il mio repertorio e ingrandire il mio orizzonte culturale. Le fiabe della Lapponia o quelle dell’Arabia come “Mille e una notte” di Sherazade, senza dimenticare il Sol Levante e i miti fiabeschi del Sud-America. Spero di crescere sempre di più in questo campo comunicativo per me nuovo ma molto antico. Che queste iniziative possano essere sempre a vantaggio dei giovani e dei più dimenticati, questo il mio sogno: far sognare.
Per chi volesse conoscere il progetto ed inabissarsi nell’ascolto delle fiabe raccontate da Alessio Tavilla: