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Milano: Conferenza Internazionale Modello SEM

Venerdì 4 novembre dalle 16.00 alle 19.00 presso l’Auditorium Don Bosco in Via Melchiorre Gioia 48 a Milano si terrà una Conferenza Internazionale dal titolo “Ogni studente è Unico”.

La conferenza si rivolge a docenti, genitori e psicologi che vogliono approfondire un approccio inclusivo per la valorizzazione del talento e del potenziale a scuola. L’ingresso è gratuito previa iscrizione al link CLICCANDO QUI.

La Conferenza intende presentare il Modello SEM attraverso la voce dei due fondatori Joseph Renzulli e Sally Reis che saranno presentati dalla Dott.ssa Lara Milan responsabile di Sem Italy, mentre la prof.ssa Maraschi Paola racconterà l’esperienza avviata da alcuni anni nella scuola salesiana di Varese.

Il Modello di Arricchimento Scolastico (The Schoolwide Enrichment Model) di Joseph Renzulli e Sally Reis è un modello di didattica inclusiva per lo sviluppo del talento, della creatività e del potenziale individuale degli studenti.

Frutto di quarant’anni di ricerca scientifica, condotta presso l’Università del Connecticut, USA, il SEM permette di infondere attività di arricchimento all’interno del regolare curricolo scolastico, cercando un equilibrio tra approcci tradizionali di apprendimento e approcci che promuovano le abilità di pensiero, l’apprendimento hands-on e la produttività creativa in tutti gli studenti.

Obiettivo del SEM è quello di ridurre al minimo la noia e la disaffezione scolastica e migliorare il rendimento e la produttività creativa. ll SEM si basa sul Modello Triadico di Arricchimento (Renzulli, 1977a) e sul Modello dei Tre Anelli di J. Renzulli (1978). Renzulli e Reis sostengono che le scuole dovrebbero essere luoghi per lo sviluppo del talento (Renzulli, 1994) e che a tutti gli studenti devono essere offerte le opportunità, le risorse e l’incoraggiamento per sviluppare i talenti secondo una visione inclusiva per cui l’alta marea innalza tutte le barche.

 

MGS Triveneto – Impresa ciclistica 2022

Italia, Francia e Svizzera, seguendo i passi e la figura di San Francesco di Sales, sono state le tappe della consueta impresa ciclistica dei ragazzi del MGS del Triveneto.

Un pellegrinaggio in bicicletta a base di condivisione, fatica, servizio, fede e amicizia che da 40 anni viene offerta ai ragazzi interessati a fare un’esperienza salesiana in cui la dimensione della fede, del sacrificio, della condivisione e del servizio si uniscono in modo tale da offrire una vera “palestra” di vita.

Dodici giorni, dal 2 al 14 agosto 2022, in cui sono stati macinati quasi 1000 km in bicicletta e che ha portato i ragazzi a seguire le orme di San Francesco di Sales nel 400° dalla sua morte a Colle don Bosco, Annecy, Lugano, Milano e Treviso.

Nonostante l’indiscusso impegno fisico, non sono mancati momenti di divertimento e svago, che hanno spinto i partecipanti a creare un video diario di viaggio con interviste e resoconti delle giornate: 11 puntate visionabili sul canale Youtube dell’Opera, di cui vi riportiamo la prima puntata:

 

Guarda le altre puntate

La Scala di Milano rilancia una stagione estiva per le vie della città: coinvolti anche i Salesiani di S. Ambrogio

Dall’edizione di Repubblica, a firma di Andrea Montanari.

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«La Scala in città è un segnale importante – dice il sovrintendente della Scala Dominique Meyer – e spero diventi una tradizione da ripetere ogni anno prima dell’estate. Usciamo dalle mura prestigiose e andiamo incontro alla città». a pagina 3 La Scala «va in città». Mantiene la promessa e torna in periferia. Non solo come negli anni Settanta, nel periodo della politica culturale di Paolo Grassi. Diciotto spettacoli con ingresso gratuito, ma tramite prenotazione, dall’11 al 14 luglio. Protagonisti i primi ballerini del Corpo di ballo, che danzeranno perfino sospesi su una pedana montata sull’acqua della piscina dei Bagni Misteriosi.

«La Scala in città è un segnale importante – dice il sovrintendente della Scala Dominique Meyer – e spero diventi una tradizione da ripetere ogni anno prima dell’estate. Usciamo dalle mura  prestigiose e andiamo incontro alla città». a pagina 3 La Scala «va in città». Mantiene la promessa e torna in periferia. Non solo come negli anni Settanta, nel periodo della politica culturale di Paolo Grassi. Diciotto spettacoli con ingresso gratuito, ma tramite prenotazione, dall’11 al 14 luglio. Protagonisti i primi ballerini del Corpo di ballo, che danzeranno perfino sospesi su una pedana montata sull’acqua della piscina dei Bagni Misteriosi.

Le location vanno dalla Casa d’accoglienza intitolata a Enzo Jannacci alla Certosa di Garegnano. Dal cortile della chiesa Santa Maria della Fonte più conosciuta come Chiesa Rossa al cortile della Pinacoteca di Brera. A quello della farmacia dell’università Statale. E ancora, il cortile del teatro degli Arcimboldi, il Mulino di Chiaravalle, l’istituto Sant’Ambrogio Salesiani don Bosco, Spirit de Milan, il teatro Martinitt, Villa Litta Modignani, Villa Mirabello, Villa Simonetta e il gran finale al Piermarini. «La Scala in città è un segnale importante – spiega il sovrintendente della Scala Dominique Meyer – dopo tutti questi mesi di distanziamento. Ci credo molto e spero diventi una tradizione da ripetere ogni anno, prima dell’estate. Il teatro esce dalla sue mura prestigiose e va incontro alla città». L’assessore comunale alla Cultura Filippo Del Corno sottolinea che «Milano sta vivendo in questi anni una trasformazione della relazione tra città e cultura e credo che la Scala l’abbia interpretata in maniera molto efficace, con una proposta importantissima anche dal punto di vista simbolico. Siamo nella seconda estate dopo il lockdown e le misure di contenimento
anti-pandemia, c’è la necessità di trovare una relazione più diretta e più forte tra il mondo dello spettacolo dal vivo e la comunità cittadina». La giornata finale prevede gli Archi della  Filarmonica della Scala che eseguiranno Rossini, Vivaldi, Holst e Piazzolla. Si proseguirà con il coro scaligero diretto per l’ultima volta da Bruno Casoni (prima del pensionamento): si esibirà in sei cori di Rachmaninov, brani di John Rutter e di anomimi. Altri filarmonici suoneranno pezzi di Castelnuovo-Tedesco, Brahms fino al Danubio Blu di Johann Strauss. Per proseguire con i fiati che interpreteranno Verdi, la prima assoluta di Sunrise di Michele Mangani. E musiche di Puccini e Rossini. I primi ballerini del Corpo di ballo concluderanno la giornata con celebri pagine della danza. Da Sylvia al Lago dei Cign i. Movimento Stravinsky, Árbakkinn, Trio da Sentieri. Il passo a due da Cantata. I programmi degli spettacoli sono stati pensati per far conoscere a un pubblico nuovo i diversi volti e repertori dei complessi scaligeri con un filo rosso: l’omaggio ad Astor Piazzolla nel centenario della nascita. Ci saranno il coro femminile e l’organico completo, con brani che
andranno da Rachmaninov agli spiritual. Inizio dei concerti a seconda dei casi alle 15, 17, 18, 19,30, 21 e 21,30. Domenica 11 alle 18, per esempio, si potranno ascoltare il coro femminile a Villa Simonetta e gli Archi della Filarmonica al Mulino di Chiaravalle.

Mentre alla Casa di Accoglienza Enzo Jannacci in viale Ortles si esibiranno gli ottoni scaligeri. Lunedì 12 alle 21,30, invece, i primi ballerini danzeranno ai Bagni Misteriosi. Meyer commenta
anche il nuovo assetto organizzativo del teatro. «Qui alla Scala – osserva – il sovrintendente ha 19 poteri, ma ne delegava 14 o 15 al direttore generale. Ora che Maria Di Freda è andata in pensione, in teatro non ci sarà più questa figura. Piuttosto che avere un direttore generale penso che sia necessario dare più poteri ai diversi direttori, che sono validi, hanno molta esperienza e amano il teatro, e contemporaneamente creare un sistema di controllo di tipo “audit”, che non esisteva. Penso che ogni azienda moderna debba avere più libertà, e anche più controllo».

Gli appuntamenti Saranno diciotto, dall’11 al 14 luglio, a ingresso gratuito con prenotazione: si va dalle esibizioni del Corpo di ballo ai concerti dei musicisti della Filarmonica della Scala I luoghi Tra le location i Bagni Misteriosi, Casa Jannacci, i cortili della Chiesa rossa e degli Arcimboldi, il Mulino di Chiaravalle, lo Spirit de Milan e Villa Litta Modignani Il gran finale si terrà il 14 luglio alla Scala. Tra i protagonisti gli Archi della Filarmonica, il coro diretto per l’ultima volta da Bruno Casoni, i primi ballerini con celebri brani di danza.

Ispettoria ILE – Intervista a don Paolo Caiani: «Giovani, così noi Salesiani li aiutiamo a essere protagonisti nella vita»

Il Portale della Diocesi Ambrosiana ChiesadiMilano riporta l’intervista effettuata al salesiano don Paolo Caiani, responsabile della Pastorale giovanile dell’Ispettoria lombardo emiliana. Si riporta l’articolo pubblicato nella giornata del 22 dicembre 2019 a cura di Luisa BOVE.

«Giovani, così noi Salesiani li aiutiamo a essere protagonisti nella vita»

Le scuole dei figli di don Bosco, educatori per vocazione sull’esempio del loro fondatore, tra le realtà più significative di quel sistema di istruzione e formazione che l’Arcivescovo ha lodato nel Discorso alla Città. Parla don Paolo Caiani, responsabile della Pastorale giovanile dell’Ispettoria lombardo emiliana

«Ringrazio tutti coloro che si dedicano all’istruzione, alla formazione, all’educazione nelle scuole – scrive l’arcivescovo Delpini nel suo Discorso alla città -. Dovremmo essere fieri sostenitori di un sistema pubblico di istruzione così capillare e così importante, offerto da scuole statali, e paritarie, cattoliche e di ispirazione cristiana». Come le scuole salesiane presenti da decenni sul territorio ambrosiano, a Milano, Varese, Sesto San Giovanni, Arese e Treviglio. Ne parliamo con don Paolo Caiani, responsabile della Pastorale giovanile dell’Ispettoria salesiana lombardo emiliana.

In che cosa consiste il modello salesiano?
Il nostro sistema educativo si chiama “Sistema preventivo” e ripropone l’esperienza educativa di don Bosco, che noi cerchiamo di vivere con fedeltà. È un modo di comprendere l’esigenza dei giovani e dei ragazzi per rispondere alle loro domande educative ed esistenziali e formarli come uomini pienamente realizzati. Il Sistema preventivo rappresenta il condensato della saggezza pedagogica di don Bosco e costituisce il messaggio profetico che ci ha lasciato come eredi nella missione che il Signore gli ha affidato. Con il nostro metodo puntiamo a formare ogni giovane a essere «onesto cittadino e buon cristiano.

Nelle vostre scuole, oltre agli insegnanti, affiancate ai ragazzi degli educatori…
Come salesiani di don Bosco non vogliamo disertare il campo giovanile. Per noi è vitale la conoscenza dei giovani. Il nostro cuore pulsa dove pulsa quello dei giovani. Noi lavoriamo e viviamo per loro, ci impegniamo a rispondere alle loro necessità e ai loro problemi. I giovani sono il senso della nostra vita. Per fare questo crediamo che ci voglia un villaggio per educare i giovani. Abbiamo bisogno non solo di educatori, ma di una Comunità educativa pastorale: salesiani, giovani, famiglie, docenti, volontari, educatori. Gli educatori presenti nelle nostre scuole diventano preziosi collaboratori per portare a compimento la nostra missione. Noi cerchiamo di trasmettere questa sensibilità educativa non come ruolo professionale, ma come scelta di vita. Il punto di arrivo dovrebbe essere: «Faccio l’educatore perché sento questa come mia vocazione.

C’è una bella alleanza tra scuola e famiglia…
Avere un gruppo di adulti che si prende a cuore la crescita dei ragazzi dà più solidità alla proposta formativa. È impensabile oggi fare da soli. I genitori appartengono alla Comunità educativa pastorale perché la prima forma di educazione si riceva in famiglia. Creare una pastorale giovanile in unione a una pastorale familiare è certamente una carta vincente per accompagnare i giovani a rendersi protagonisti nella vita.

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ILE – “Giornata da detective” alla Statale di Milano per 80 studenti dei Salesiani di Treviglio

Si riporta la notizia pubblicata su bergamonews.it riguardo alla giornata che, gli studenti del centro salesiano “Don Bosco” di Treviglio, hanno trascorso, giovedì 10 ottobre, presso i dipartimenti di biologia e antropologia forense della Statale di Milano per conoscere meglio queste discipline universitarie. Ecco le parole di Lorenzo Mascaretti, studente del centro salesiano, che raccontano l’esperienza vissuta.

Lorenzo Mascaretti, studente del centro salesiano “Don Bosco” di Treviglio, ci racconta la “giornata da detective” che ha trascorso insieme a quasi 80 studenti di quinta superiore alla scoperta dei dipartimenti di biologia e antropologia forense della Statale di Milano.

Una giornata in università per conoscere meglio alcune discipline in precedenza appena sentite nominare. È questa la ragione per cui giovedì 10 ottobre quasi ottanta studenti di quinta, accompagnati dai docenti di scienze e di fisica, si sono recati ai Dipartimenti di Biologia (CusMiBio) e Antropologia forense (Labanof) della “Statale” di Milano, uno dei maggiori atenei italiani. Si trova nel quartiere “Città Studi”, poco lontano dal Politecnico, ed è veramente immenso. Mai nome fu azzeccato: si tratta di un grande centro culturale nella grande metropoli lombarda.

Chiaramente, ne abbiamo visitato solo una piccola parte. Divisi a gruppi, abbiamo potuto approfondire l’argomento delle biotecnologie svolgendo esperimenti che prevedevano il prelievo del DNA. Esso è particolarmente utile nella risoluzione di casi di omicidio, tanto da essere comunemente definito la “prova regina”. Attenzione, però: raramente può essere l’unico elemento per cui un imputato può essere condannato. Spesso, infatti, capita che lasci impronte sul luogo del delitto anche chi non c’entra nulla con il caso in questione.

Abbiamo, poi, ideato una storia in cui erano presenti una vittima e molti sospettati: dal DNA trovato sull’ipotetica “scena del crimine” si è quindi riusciti a risalire al presunto colpevole.

L’altra disciplina affrontata è stata l’antropologia forense, che si occupa di studiare i resti umani per verificare le cause della morte. Oltre ai resti umani, l’antropologia forense si occupa anche dell’identificazione di soggetti viventi ignoti, che risultano privi di documenti.

Dopo una breve introduzione teorica sul corpo umano e in particolare sulle caratteristiche assunte dalle ossa in casi di morte violenta, abbiamo potuto toccare con mano tibie, clavicole e femori appartenenti a persone vissute nel Medioevo e abbiamo tentato di posizionarle al posto giusto per ricostruire uno scheletro. Si è poi cercato di appurare se si trattasse di ossa maschili o femminili, di giovani o di adulti. In base ad alcune peculiarità, infatti, si riesce a risalire al sesso e all’età dei cadaveri.

Verso le 16 è terminata la giornata di approfondimento, che ci ha visto appassionarci di materie prima sconosciute o sentite citare solo in televisione.

Per molti di noi, per di più, si è trattato di un assaggio del mondo universitario, del primo incontro con una realtà che ci terrà compagnia per i prossimi anni.

Lorenzo Mascaretti, V Classico

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