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Verso il Giubileo della Speranza

Dalla newsletter di Note di Pastorale Giovanile, l’editoriale di don Rossano Sala.

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I tempi sono maturi

Il 26 novembre 2023, nel messaggio per la 38a Giornata Mondiale della Gioventù papa Francesco concludeva il suo testo con queste parole: «Invito tutti voi, specialmente quanti sono coinvolti nella pastorale giovanile, a riprendere in mano il Documento Finale del 2018 e l’Esortazione apostolica Christus vivit. I tempi sono maturi per fare insieme il punto della situazione e adoperarci con speranza per la piena attuazione di quel Sinodo indimenticabile».
Tale riferimento diventerà per noi il filo rosso degli editoriali di NPG per il 2025, che si prefiggono di prendere sul serio questo invito del Santo Padre, riconoscendo che davvero adesso “i tempi sono maturi”. Perché l’interesse di non dimenticare quel felice e fecondo momento ecclesiale è più che strategico per noi che viviamo di pastorale giovanile. Anzi, sembra che dalle parole del successore di Pietro emerga il desiderio di recepire in pienezza un percorso che per tanti motivi non è stato ancora del tutto preso in carico da chi lo doveva fare. Vi è quindi la necessità di sviluppare le tante potenzialità ancora inespresse da quel Sinodo.
Vale la pena però, prima di rilanciare il metodo, lo stile e i contenuti del cammino sinodale che abbiamo vissuto con e per i giovani dall’ottobre 2016 al marzo del 2019, provare a vedere che cos’è successo alla pastorale giovanile in questi ultimi cinque anni, quelli che vanno dall’inizio del 2020 al termine del 2024, così da renderci conto perché è così importante ripartire con coraggio dall’evento sinodale dedicato ai giovani.

Un quinquennio molto turbolento

A tutti di certo sarà capitato di viaggiare in aereo ad alta quota e sentire la voce del pilota che invitava ad allacciare le cinture in quanto si stava entrando in una fase di “turbolenza”. Eravamo tranquilli, ci stavamo muovendo all’interno dell’aereo, stavamo facendo ciò che meglio pensavamo e abbiamo dovuto riprendere il nostro posto, allacciare le cinture, chiudere il tavolino e metterci in posizione di sicurezza per superare alcuni momenti di agitazione innaturale del velivolo.
Mi sembra una buona immagine per identificare il tempo immediatamente successivo alla conclusione del percorso sinodale con i giovani. Stavamo prendendo le misure e la rincorsa, cercando di comprendere che cosa il Signore avesse voluto dirci con tutto quel movimento innescato nella Chiesa intorno al mondo giovanile, e subito, a nemmeno un anno dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica Christus vivit, è arrivata la pandemia in modo tanto inatteso quanto dirompente.
È stata a dire il vero molto più che una turbolenza, perché siamo letteralmente finiti nell’occhio di un ciclone per diversi anni. La pastorale in generale e quella dei giovani in particolare si sono fermate per molti mesi. Tutti ricordano, anche se oramai con una certa distanza e anche distacco, che cosa è successo a noi personalmente, al mondo nel suo insieme e alla vita ordinaria della Chiesa. Siamo entrati in un loop che ci ha in un certo senso risucchiati, paralizzati e frastornati. Da cui per certi aspetti non siamo usciti ancora del tutto.

Una recezione tutt’altro che semplice

Effettivamente a partire dal gennaio 2020 avevamo immaginato un movimento entusiasmante di ricezione, rilancio e potenziamento della pastorale giovanile, spinti dal vento in poppa di un cammino sinodale che aveva dato fiato alle fatiche dei primi anni del terzo millennio, ma che ci sembrava di avere superato.
Avevamo tutta la Chiesa con noi a sostenerci e accompagnarci. Un sinodo dedicato ai giovani è stato un unicum nella storia postconciliare, e non solo in quella storia. Avevamo documenti di qualità con indicazioni rilevanti e perfino profetiche: l’Instrumentum laboris, che faceva il punto della condizione giovanile e della pastorale giovanile, dandoci in mano un quadro di riferimento su scala mondiale che certamente andava poi contestualizzato in ogni territorio, ma che era una bussola assai precisa; avevamo il Documento finale, frutto dell’assemblea sinodale dell’ottobre 2018, ricco della freschezza e della passione di un momento di dialogo e confronto davvero ricco di proposte e stimolante da molti punti di vista; avevamo soprattutto la parola autorevole e propositiva di papa Francesco che aveva ripreso tutto il cammino fatto con l’esortazione apostolica postsinodale Christus vivit, rilanciandolo con originalità, audacia e profondità.
La pandemia ha bloccato praticamente questo cammino, dirottando tutte le nostre energie altrove. Prima di tutto sulla sopravvivenza, e poi nel cercare di immaginare come continuare a fare pastorale giovanile in un contesto così diverso da quello che avevamo fino ad allora vissuto. E la recezione del Sinodo sui giovani è stata messa sullo sfondo, almeno per quegli anni.

Vari tentativi di ripartenza

Il tempo post pandemico è stato vissuto portandosi dietro le ferite accumulate dal tempo della pandemia. Ferite nel corpo fisico e in quello sociale. Ferite affettive e relazionali. Ferite ecclesiali. Tutte cose che non si rimarginano presto e che lasciano il segno a lungo. Soprattutto il bagno di realtà sulla nostra fragilità ha colpito duro. Siamo vulnerabili, non siamo onnipotenti. Non dominiamo davvero il mondo. È bastato poco per metterci in ginocchio, per riscoprirci friabili e debilitati da molti punti di vista, incapaci di risollevarci. È stato un tempo di umiliazione, che purtroppo non sempre ci ha portato a ridiventare umili.
Anche la Chiesa ha preso coscienza della sua debolezza e vulnerabilità. La mancanza della celebrazione in presenza, perno dell’appartenenza e della partecipazione alla vita in Cristo, ha generato i suoi frutti amari: alcuni tentativi di scimmiottare banalmente ciò che non si poteva più vivere realmente ci hanno fatto vergognare, la lontananza dal contatto fisico ha reso il corpo ecclesiale disunito, nervoso e anche lacerato, la mancanza di una pastorale fatta di incontri in carne e ossa ha lasciato strascichi non indifferenti. Il primo è stato quello dell’ampia disaffezione della pratica liturgica seguita alla pandemia, ma il più importante è stato quello della presunta inessenzialità della Chiesa: si poteva vivere senza di essa, questo per molti è stato il punto. Si poteva vivere comunque, anche senza vivere con la Chiesa e nella Chiesa.
La ripartenza è stata dunque difficile. Non è ancora del tutto conclusa. Facciamo ancora fatica a mandare giù quello che abbiamo vissuto. Anche se alcuni segnali luminosi sono arrivati. Per esempio la Giornata Mondiale della Gioventù: al di là di molte aspettative non entusiasmanti da parte di vari attori ecclesiali e civili, è stato un momento in cui la Chiesa ha ripreso coscienza a livello universale che si può andare avanti con speranza, e che i giovani ci sono e ci stanno, che partecipano e appartengono. Che desiderano fare corpo, fare squadra, ed esserci come protagonisti del rinnovamento nella vita della Chiesa.

Siamo arrivati allo snodo del 2025

Ora, dopo questo quinquennio per lo meno “interessante” che ci ha messo alla prova e ci ha riservato molte sorprese, non ultime alcune guerre fino ad alcuni anni fa impensabili che non vedono per ora delle vie di uscita praticabili, siamo davanti al Giubileo della speranza. Si tratta di uno svincolo importante non solo rispetto agli ultimi cinque anni, ma anche rispetto ai 25 anni di inizio di questo agitato Terzo millennio dell’era cristiana.
Il Giubileo ha sempre significato, sia nella storia del popolo d’Israele che nella vita della Chiesa, un’opportunità di cambiare passo, di ripartire in modo nuovo. Un evento di grazia particolarmente abbondante che capovolge le nostre aspettative e offre nuova luce alle nostre prospettive. Un tempo di riconciliazione e di ripartenza, di rinnovato incontro con Dio e solidarietà tra gli uomini.
La stessa venuta del Signore Gesù e l’inizio della sua missione stanno non per nulla sotto il segno e nella luce del Giubileo, perché egli interpreta giustamente la sua presenza nella logica della proclamazione dell’anno di grazia del Signore:

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore.
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato” (Lc 4,16-21).

Il Giubileo è una rinnovata occasione per ripartire dal Signore Gesù. Quindi è una grande opportunità da tutti i punti di vista. Non ultimo per la pastorale giovanile, che è chiamata a ripartire con speranza, sapendo che il Dio dell’alleanza è ancora disponibile ad entrare in contatto con l’umanità, con tutti i popoli e in particolare con i giovani, da sempre pupilla dei suoi occhi.
Ma di questo, ovvero dell’immensa grazia giubilare, ce ne occuperemo per tutto il 2025. Quindi andiamo avanti con coraggio, cercando di far tesoro di ciò che abbiamo vissuto negli anni scorsi e proiettandoci con speranza e gioia verso gli anni a venire. La Porta Santa, segno di Cristo che ci invita ad entrare in comunione con il Padre, ci aspetta per essere attraversata con fede da noi e da tutti i giovani con cui ci faremo pellegrini in questo anno di grazia.

Disponibile il sussidio per vivere al meglio il Giubileo

È disponibile online il sussidio che ci accompagnerà a vivere al meglio l’esperienza del Giubileo.
All’interno un’introduzione, anche storica, all’evento, una parte dedicata al pellegrinaggio, una dedicata alla liturgia e la parte più corposa che approfondisce attraverso parole chiave, i tre momenti fondamentali del Giubileo: pellegrinaggio e professione di fede; passaggio dalla Porta Santa; Riconciliazione.

Qui una breve presentazione di don Riccardo Pincerato:
https://www.youtube.com/watch?time_continue=5&v=wR8n-8-wE6Q&embeds_referring_euri=https%3A%2F%2Fgiovani.chiesacattolica.it%2F&source_ve_path=Mjg2NjY

Qui le immagini e il logo:
https://giovani.chiesacattolica.it/il-sussidio-per-prepararsi-al-giubileo-dei-giovani/

Indice ampio

I. Introduzione
II. Giovani pellegrini a caccia di stelle
III. Cenni storici sul Giubileo
IV. I cammini della Fede
V. I tre momenti del Giubileo e le parole chiave
VI. Proposte liturgiche
La prima parte fornisce uno schema per la celebrazione del sacramento della riconciliazione
La seconda parte, divisa in due grandi momenti, accompagnerà verso il cuore della pratica giubilare.

(SPECIFICHE)

IV. I cammini della Fede
la via Francigena del Nord e del Sud,
la via di Francesco,
la via Lauretana,
la via Amerina (o cammino della Luce),
la via Romea Strata
e la via Matildica

V. I tre momenti del Giubileo e le parole chiave

  • Pellegrinaggio e professione di fede
    1. Coraggio
    2. Abito
    3. Senso e Con-senso
    4. Popolo
  • Porta Santa
    5. Soglia
    6. Libertà/Responsabilità
    7. Scoperta
    8. Gioia piena
  • Riconciliazione
    9. Riscatto
    10. Coscienza
    11. Promessa
    12. Abbraccio

GLI SVILUPPI PER OGNUNA DELLE 12 VOCI

1.1. Orizzonte tematico
1.2. Domande per la riflessione
1.3. Lectio
1.4. Testimonianza
1.5. Selezioni musicali (CON ANALISI DEL TESTO)
1.6. Testi letterari
1.7. Composizioni artistiche
1.8. Filmografia
1.9. La Parola di Papa Francesco
1.10. Attività laboratoriali

Scarica il sussidio

Sussidio formazione – Attesi dal suo amore: la speranza

Come ogni anno, per le comunità religiose è disponibile un sussidio formativo per la preghiera e la riflessione comunitaria. Il tema, come per tutta l’Italia salesiana, è quello della proposta formativa realizzata dal Movimento Giovanile Salesiano: Attesi dal suo amore – Gioiosi nella speranza. Per questo anno pastorale la virtù scelta  è dunque la speranza, tema che accompagnerà il prossimo anno giubilare.

Lo schema del sussidio prevede due lectio e una preghiera vocazionale . Le Lectio divine di quest’anno sono curate per le prime tre da fratel Marco Pavan, le altre sono frutto della preghiera e della meditazione delle sorelle Benedettine dell’Isola di S. Giulio sul lago d’Orta che ci regalano lo sguardo femminile e monastico sulla Parola. La scelta dei testi per la Lectio divina e carismatica è stata orientata dai “Titoli e tematiche trattate nel Quaderno di Lavoro” e trova riscontro sintetico nella “parola chiave” scelta per ogni mese. Tutte le lectio fanno riferimento al tema giubilare della Speranza, nelle varie declinazioni teologiche, pastorali e carismatiche.

La preghiera vocazionale proposta avrà un taglio anche missionario, in vista del 150° anniversario della prima spedizione missionaria salesiana (1875-2025). Per questo motivo, nell’approfondimento salesiano sono state scelte figure di santi della Famiglia Salesiana che sono stati missionari ad gentes o che hanno speso la loro vita in una chiara ottica missionaria.

Iniziamo con settembre un approfondimento mensile del sussidio, che richiami con qualche tratto, la preziosità di questo strumento.

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In cammino con la chiesa – Pellegrini di Speranza

Lectio e scheda carismatica

Il brano che apre la lectio (Lc 4, 16-21) occupa una posizione cruciale nel vangelo di Luca, essendo, per molti aspetti, un testo programmatico per tutta la narrazione lucana. Di fatto, il brano di Lc 4,16-30 costituisce una sorta di inizio dell’attività di insegnamento del Signore, di cui l’evangelista ha dato un breve resoconto al v. 15 («insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode») e che qui viene, per così, dettagliata in modo specifico.

Il testo di Lc 4,16-21, è costruito in modo tale da mettere il lettore – a dire il vero, i lettori di ogni generazione – sullo stesso piano dei nazaretani. La preghiera del lettore di questo brano potrebbe essere fondamentalmente quella di chi chiede di poter accogliere, nella propria vita, il compimento che Gesù qui, per la prima volta, annuncia – vale a dire: accogliere nella propria vita quella parola che comunica e genera salvezza, liberazione e vita in pienezza.

Dall’udienza a Generale del S. Padre, 8.V. 24, “La Speranza”

Di questa virtù cristiana, il mondo oggi ha tanto bisogno! Il mondo ha bisogno della speranza, come ha tanto bisogno della pazienza, una virtù che cammina a stretto contatto con la speranza. Gli uomini pazienti sono tessitori di bene. Desiderano ostinatamente la pace, e anche se alcuni hanno fretta e vorrebbero tutto e subito, la pazienza ha la capacità dell’attesa. Anche quando intorno a sé molti hanno ceduto alla disillusione, chi è animato dalla speranza ed è paziente è in grado di attraversare le notti più buie. Speranza e pazienza vanno insieme. La speranza è la virtù di chi ha il cuore giovane; e qui non conta l’età anagrafica. Perché ci sono anche vecchi con gli occhi pieni di luce, che vivono una tensione permanente verso il futuro. Pensiamo a quei due grandi vecchi del Vangelo, Simeone e Anna: non si stancarono mai di attendere e videro l’ultimo tratto del loro cammino benedetto dall’incontro con il Messia, che riconobbero in Gesù, portato al Tempio dai suoi genitori. Che grazia se fosse così per tutti noi! Se dopo un lungo peregrinare, deponendo bisaccia e bastone, il nostro cuore si colmasse di una gioia mai provata prima e anche noi potessimo esclamare: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo / vada in pace, secondo la tua parola, / perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, / preparata da te davanti a tutti i popoli: / luce
per rivelarti alle genti / e gloria del tuo popolo, Israele» (Lc 2,29-32).

Lectio di settembre

 

 

Preghiera

D. Titus Zeman, testimonianza durante il processo intentato dal regime.

«Ho capito di che cosa sono accusato, mi sento colpevole di aver accompagnato illegalmente due gruppi all’estero, cioè in Italia. Delle altre cose mi sento innocente. L’unica mia intenzione era che questi giovani confratelli potessero finire i loro studi teologici a Torino e vivere da sacerdoti. Le mie motivazioni furono puramente religiose […]. In coscienza non mi sento colpevole. Tutto quello di cui sono accusato l’ho fatto per amore alla Chiesa e, in modo speciale, per amore alla Congregazione salesiana, che ringrazio per tutto ciò che sono. Ho sentito la necessità di far passare clandestinamente “all’occidente” i sacerdoti, ai quali Preghiera per le vocazioni è stato impedito di svolgere il loro ministero. Aver aiutato i giovani confratelli salesiani ad andare in Italia per finire gli studi teologici l’ho considerato come una missione, dato che qui in patria le case religiose sono state chiuse ed essi non potevano diventare religiosi sacerdoti. La mia coscienza non mi rinfaccia
niente. Io sono contento».

Preghiera di settembre

 

Consulta nazionale del MGS a Valdocco: il tema della “speranza” al centro dell’incontro

Dal 24 al 26 maggio, a Valdocco, si è svolta la Consulta Nazionale del Movimento Giovanile Salesiano, alla quale hanno partecipato i giovani provenienti dai territori, i delegati e le consigliere di Pastorale Giovanile. Il tema al centro dell’incontro è stata la proposta pastorale sviluppata per il prossimo triennio, fondato sulle Virtù teologali, e per la Proposta Pastorale 2024/2025 intitolata “Attesi dal Suo Amore”. Nei tre giorni di incontro, c’è stato infatti un momento di formazione proprio sul tema della speranza, curato da don Paolo Paulucci, argomento del prossimo anno in cui la Chiesa attende il Giubileo.

Il lavoro si è svolto in sessioni plenarie e divise per territori, per permettere una riflessione su quanto appunto avviene nei territori e per poterla condividere con gli altri. C’è stato lo spazio per partecipare alle celebrazioni per Maria Ausiliatrice e visitare il Museo Casa Don Bosco.

Vaticano – In cammino verso il Giubileo del 2025: il calendario generale

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) 

L’intera Chiesa universale si sta preparando all’Anno Santo del 2025, un anno nel quale sperimentare con ancor più forza che la santità di Dio è in grado di trasformare la vita di ogni persona.

Anche se tutti i fedeli potranno ricevere la grazia del Giubileo nella miriade di iniziative che verranno realizzate nelle diocesi di tutto il mondo, certamente saranno tanti i pellegrini che per l’occasione si recheranno a Roma, andando all’incontro con il Successore di Pietro.

E come avvenuto anche nelle ultime edizioni, il comitato organizzatore degli appuntamenti giubilari ha previsto momenti specifici per vivere e celebrare il pellegrinaggio giubilare nei diversi gruppi e segmenti sociali.

Giornalisti, artisti, religiosi, malati, detenuti, giovani, volontari. Sono solo alcuni destinatari dei grandi eventi giubilari, contenuti nel primo calendario dell’evento che si snoderà lungo tutto il 2025, dall’apertura della Porta Santa, a dicembre 2024, fino alla sua chiusura, nello stesso mese dell’anno successivo.

Si comincia il 24 gennaio del 2025, con il mondo della comunicazione, per poi proseguire l’8 e 9 febbraio, con l’appuntamento per le forze armate, di polizia e di sicurezza.

Dal 15 al 18 febbraio sarà la volta degli artisti, mentre dal 21 al 23 febbraio toccherà ai diaconi permanenti.

Le giornate dell’8 e 9 marzo saranno dedicate al mondo del volontariato.

Il 28 marzo si celebrerà l’iniziativa di preghiera24 ore per il Signore”, mentre il 29 e 30 marzo verranno chiamati a raccolta i Missionari della Misericordia.

Il 5 e 6 aprile sono le due giornate dedicate agli ammalati e al mondo della sanità, mentre dal 25 al 27 aprile si raduneranno i cresimandi e quanti compiono la professione di fede.

Dal 28 al 30 aprile l’appuntamento per le persone con disabilità.

Molto denso il calendario del mese di maggio: dal 1° al 4 maggio i lavoratori, il 4 e 5 gli imprenditori, il 10 e l’11 le bande musicali, dal 16 al 18 le Confraternite, dal 23 al 25 il Giubileo di quanti celebrano la prima Comunione, mentre quello delle famiglie è previsto il 30 maggio e 1° giugno.

Il mese di giugno continua con il 7 e l’8 giugno, le giornate destinate ai movimenti, le associazioni e le nuove comunità; il 9 tocca alla Curia Romana con i Nunzi, mentre il 14 e il 15 sono le giornate scelte per lo sport.

Il calendario di giugno prosegue il 21 e 22 con il Giubileo dei governanti, seguito il 23 e il 24 dai seminaristi, il 25 dai vescovi, il 26 e 27 dei sacerdoti e il 28 dagli esponenti delle Chiese orientali.

Per i giovani sarà previsto un fitto programma estivo, dal 28 luglio al 3 agosto, in continuità con il percorso delle Giornate Mondiali della Gioventù.

Il 14 e 15 settembre si svolgerà il Giubileo della Consolazione, mentre il 20 e il 21 sarà il Giubileo degli Operatori di giustizia.

Completano l’elenco di settembre i catechisti, che potranno celebrare il loro Giubileo dal 26 al 28 settembre.

Il mese di ottobre comincerà il 4 e 5 ottobre con il Giubileo dei nonni, seguito l’8 e il 9 da quello della vita consacrata, l’11 e il 12 dl Giubileo della spiritualità mariana, il 18 e 19 del Mondo missionario.

Dal 28 ottobre al 2 novembre l’appuntamento giubilare dedicato al Mondo educativo.

Due, poi, gli appuntamenti in calendario per novembre: il 16 novembre per il Giubileo delle persone socialmente escluse, e dal 21 al 23, per i cori e le corali.

Si concluderà, infine, il 14 dicembre, con l’appuntamento giubilare destinato ai detenuti.

Per tutte le notizie, le informazioni, i materiali di animazione e di preparazione spirituale in vista del giubileo, è disponibile il ben otto diverse lingue il sito https://www.iubilaeum2025.va.

Le prenotazioni per l’accoglienza dei giovani per il  Giubileo degli adolescenti (25-27 aprile 2025) e del Giubileo dei giovani (28 luglio – 3 agosto 2025) nella case SDB ed FMA di Roma e dintorni al momento sono in stand by, in attesa di avere indicazioni precise da parte del Comitato organizzatore. Appena ci saranno aggiornamenti, ne daremo notizia. 

 

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