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Spagna – Visita Straordinaria di don Fabio Attard all’Ispettoria “San Giacomo Maggiore”: una ricarica di energia

Dall’agenzia ANS.

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Valladolid, Spagna – marzo 2024 – Nel mese di marzo è ripresa la Visita Straordinaria di don Fabio Attard all’Ispettoria salesiana di Spagna “San Giacomo Maggiore” (SSM). Dal 2 al 5 marzo si è recato nella casa salesiana di Valladolid, dove con i presenti ha condiviso parte delle sue esperienze personali trasmettendo un messaggio chiaro: la necessità di ascoltare, unirsi e crescere insieme. “Non solo ha portato il saluto del Rettor Maggiore, ma ci ha anche ricordato l’importanza della carità pastorale e dell’intelligenza pedagogica come fondamenti essenziali dell’opera salesiana” raccontano dalla casa salesiana. Nei suoi incontri nei diversi ambienti, don Attard ha invitato a riflettere sulle sfide di questa società liquida e così mutevole. Una società in cui le persone impegnate continuano ad essere così necessarie. Persone che danno il meglio di sé nella vita quotidiana basandosi sull’accoglienza, sul rispetto e sulla vicinanza. Durante le quattro giornate don Attard ha partecipato attivamente ai vari settori salesiani, creando legami con la comunità. Ha presieduto anche l’Eucaristia parrocchiale della domenica e ha partecipato agli incontri dei diversi gruppi. “Con il suo carattere ottimista, don Attard ci ha dato una ricarica di energie, facendo risaltare che quello che facciamo qui ha un peso enorme e che il nostro lavoro quotidiano e il nostro impegno a favore dei giovani e della società è fondamentale”, affermano dalla casa salesiana.

Spagna – “I giovani cercano persone appassionate di Gesù Cristo”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Madrid) – Il 26 e 27 dicembre scorsi, il Consiglio dell’Ispettoria Spagna-San Giacomo Maggiore (SSM) si è riunito a Salamanca con don Fabio Attard, Delegato dal Rettor Maggiore a compiere la Visita Straordinaria all’Ispettoria, nell’ambito dell’ultima riunione del Consiglio del 2023. Nel corso dell’incontro don Attard ha presentato le prime impressioni della sua Visita e nell’intervista che segue l’Ispettore di SSM, don Fernando García, illustra i passi compiuti da agosto fino ad ora, e i punti di forza e le sfide indicate dal Visitatore.

Alla fine dell’anno don Attard vi ha dato la sua prima visione dell’Ispettoria…

Sì, la visita straordinaria è un momento importante nella vita della nostra Ispettoria e per questo l’abbiamo preparata con grande cura. Ad agosto, don Attard ha potuto partecipare alle giornate di presentazione dell’anno pastorale, che si sono svolte a Deusto, Madrid, Valladolid e Ourense e questo lo ha aiutato a cogliere la vita che si svolge in SSM.

L’impegnativo piano di lavoro, che lo ha portato a visitare la metà delle case durante questo trimestre, è stato completato dalla sua presenza in alcuni forum strategici, come le riunioni dei Presidi scolastici e dei Direttori delle case, che si sono tenute in ottobre, o ancora il Congresso dei Centri Giovanili, l’incontro dei parroci e dei direttori dei Centri giovanili che si sono svolti in novembre e, infine, la sessione natalizia del Consiglio Ispettoriale, in cui abbiamo dedicato un momento a riflettere sul cammino futuro che ci attende.

Quali punti di forza ha visto Don Attard?

Durante questi mesi ho potuto condividere varie impressioni con don Fabio, che ha visitato le nostre case in diverse parti dell’Ispettoria.

A questo punto ha presentato a tutto il Consiglio alcune idee che ha percepito in questi mesi: abbiamo un’Ispettoria con molta vitalità e con giovani animatori convinti del loro impegno salesiano; ha sottolineato che l’identità degli educatori è forte e che la sua valutazione dei laici in posizioni di responsabilità è molto elevata.

Ha indicato come punti di forza l’organizzazione, i processi, la coesione generata negli anni grazie agli incontri coordinati dai responsabili dei diversi ambienti pastorali dell’Ispettoria, le équipe pastorali nelle case…

E quali sfide ha posto sul tavolo?

Potrei citarne alcune che ha menzionato e che già conosciamo bene perché riguardano le nostre case: il basso tasso di natalità, la situazione economica o l’alta età media dei salesiani, che ci costringe ad anticipare le situazioni affinché la gestione delle case possa continuare ad andare avanti.

Ma la sfida su cui don Fabio ha posto maggiormente l’accento è quella vocazionale. Ci ha detto che i giovani cercano uomini e donne il cui primo amore sia Gesù, che siano veramente appassionati di Gesù Cristo e lo dimostrano nella loro vita.

La sfida è quella di approfondire le motivazioni per credere alla base della nostra attività, la sfida della spiritualità, dell’accompagnamento e della direzione spirituale, della preghiera che trasforma la vita e viene condivisa nelle comunità e nelle case.

A marzo tornerà per completare la sua Visita: come sarà il lavoro di questi mesi?

Il calendario è impegnativo a causa del gran numero di case dell’Ispettoria e della loro complessità, il che significa che il tempo per i tanti incontri con le persone e le équipe è quasi sempre limitato.

Ed oltre al percorso per le case, don Fabio parteciperà al nostro Capitolo Ispettoriale durante la Settimana Santa e poi a maggio alla Festa Ispettoriale, così come all’Assemblea dei Coordinatori Generali della Pastorale e con i Direttori delle Piattaforme Sociali.

Come Ispettore, sa cosa ha significato questa visita straordinaria per le varie case toccate?

Le case stanno accogliendo questa visita con entusiasmo e spirito di famiglia. Il carisma salesiano è davvero ricco di familiarità e le visite dell’ispettore o della persona incaricata dal Rettor Maggiore non sono una formalità o una verifica, sono un’espressione viva della paternità di Don Bosco, del legame con il Rettor Maggiore e del senso di appartenenza alla Famiglia Salesiana presente nelle nostre Case.

Certamente, il modo in cui la famiglia salesiana, gli educatori e i giovani accolgono una visita come questa è un indicatore del radicamento salesiano in una presenza. E la vicinanza che don Fabio manifesta genera essa stessa un clima di familiarità.

Approfittando della fine dell’anno, con la Strenna per il 2024 appena consegnata, qual è il sogno di don Fernando García come Ispettore di SSM?

Il mio sogno è che sappiamo generare ambienti fecondi in cui gli animali feroci diventino agnelli e, ancor più, in cui gli agnelli diventino pastori.

Sogno che sappiamo trovare le vie giuste per avvicinare Gesù alla vita dei giovani e che da questo incontro nascano impegni di vita vocazionale. Sogno che noi salesiani ci prendiamo cura gli uni degli altri e non smettiamo mai di vivere per gli altri e di occuparci, nella misura delle nostre possibilità, della vita delle persone con cui condividiamo la vita.

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Spagna – Cinque chiavi fondamentali per presentare il carisma salesiano nella cultura di oggi

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Madrid) – Don Fabio Attard, SDB, nominato dal Rettor Maggiore Visitatore Straordinario nell’Ispettoria di “Spagna-San Giacomo Maggiore” (SSM), durante il suo incontro realizzato con i Direttori delle opere salesiane dell’Ispettoria, avvenuto a León nei giorni del 9-10 ottobre scorsi, ha presentato le cinque chiavi fondamentali per proporre il carisma salesiano nella cultura di oggi. Questo è stato il primo incontro a livello ispettoriale che don Attard ha tenuto durante la sua Visita Straordinaria, iniziata il 3 ottobre ad Aranjuez e seguita poi da una riunione a Parla e da un incontro con la comunità educativa “Domingo Savio” a Madrid, il 10 ottobre.

Don Attard ha iniziato dunque la giornata di lavoro con i suoi confratelli di SSM facendo loro cinque proposte per vincere la sfida di condividere il carisma salesiano nel contesto attuale. Esse sono state:

– vivere le profonde e chiare convinzioni salesiane ed evangeliche;

– curare la formazione permanente;

– vivere e amare i “nuovi territori”;

– curare l’ascolto a 360º dei giovani, degli altri e di noi stessi;

– saper essere profeti, sforzandosi di leggere il presente per illuminarlo.

Da parte sua l’Ispettore di SSM, don Fernando García, ha proseguito esprimendo la sua soddisfazione per il fatto che i centri educativi siano davvero un muscolo che dà forza all’Ispettoria. Ha ricordato il momento significativo che SSM sta vivendo nella riconfigurazione delle opere, che richiede di passare a un nuovo modello organizzativo basato su una leadership distribuita, sull’unione intrinseca tra gestione e carisma e sulla cura della presenza viva dei salesiani nelle scuole.

“L’incontro è proseguito con l’informazione e il confronto su temi importanti come la formazione, l’innovazione, il patto educativo globale, la tutela dei minori, le nuove leggi e i requisiti nel campo del lavoro, della formazione professionale e dell’internazionalizzazione; e con momenti di riflessione comune sulla leadership e sulla qualità; senza dimenticare i momenti di festa e di convivialità, che aiutano a rafforzare i legami e a raccogliere le forze per un lavoro essenziale come quello di animare le nostre comunità educative”, ha spiegato don Óscar Bartolomé, Coordinatore ispettoriale delle Scuole.

La visita straordinaria di don Attard era iniziata il 3 ottobre precedente presso la casa salesiana di Aranjuez, un’opera strutturata in due ambienti: la scuola “Loyola”, che copre tutte le fasi educative, e il centro giovanile “Las Aves”, aperto a tutti i bambini e i giovani di Aranjuez e dintorni. “Las Aves” offre attività per il tempo libero e dispone, durante la settimana, di un Centro di Attenzione e Compensazione Educativa (CACE) per gli studenti che hanno bisogno di sostegno e aiuto, sempre in coordinamento con la scuola.

Durante la sua visita, il Visitatore Straordinario, oltre ad incontrare ogni salesiano della comunità, ha avuto l’opportunità di incontrare il Direttore del centro giovanile, l’équipe di gestione della scuola e di avere un colloquio personale con ciascuno dei direttori pedagogici e con l’amministratore del centro.

Ha avuto anche un incontro con l’équipe pastorale, con gli educatori della casa, con la Famiglia Salesiana e con il Consiglio della Comunità Educativo-Pastorale (CEP). Ha presieduto anche un’Eucaristia e durante i tre giorni trascorsi ad Aranjuez è stato sempre incaricato di offrire il “Buongiorno” agli studenti delle diverse tappe educative. È stato per lui un viaggio intenso nella realtà di Aranjuez, comprensivo anche di tempi di preghiera e di riposo, che si è concluso con l’incontro con la comunità, giovedì 5 ottobre.

Senza soluzione di continuità, nel pomeriggio del 5, ha iniziato la sua visita a Parla, che si è protratta fino al 7. Oltre agli incontri con i Salesiani della comunità, nello stesso pomeriggio ha incontrato i Salesiani Cooperatori. Il venerdì ha avuto modo di incontrare l’équipe pastorale dell’opera e la comunità educativa della Piattaforma Sociale “Valora”. Il pomeriggio è stato dedicato alla parrocchia, con momenti di condivisione con i catechisti, i rappresentanti della Caritas, i responsabili della pastorale della salute e i Salesiani Cooperatori. Ha chiuso la giornata con un incontro con gli animatori del centro giovanile. All’agape fraterna che ha concluso la visita è stato accompagnato anche dal Segretario ispettoriale, don Luis Onrubia.

La visita prosegue in questi giorni, da martedì 10 a giovedì 12, nella comunità “Domingo Savio” di Madrid.

Tutte le informazioni, le notizie e una selezione di fotografie sono disponibili alla pagina web: https://www.salesianos.es/visita-extraordinaria-de-d-fabio-attard

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Italia – Al via la quinta edizione della Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Questa settimana inizia a Valdocco la quinta edizione della Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano, per i salesiani di lingua italiana e spagnola, che proseguirà fino al prossimo 23 settembre. Saranno presenti un totale di 24 salesiani di 15 Ispettorie e Visitatorie (BRE, ECU, BBH, COB, PER, MEG-CRESCO, CAM, INE, ICP, MOR, RMG, KOR, INH, ANG, MOZ), provenienti da 13 Paesi e da 6 diverse Regioni della Congregazione.

Per fornire alcuni dati statistici, si sottolinea che l’età media dei partecipanti è di 45 anni e che per la prima volta partecipano alla Scuola di Accompagnamento Spirituale anche 6 salesiani coadiutori (quattro partecipanti e due facilitatori).

Ad oggi, i salesiani che hanno partecipato alla Scuola sono stati in totale 147, di cui 68 di lingua inglese e 79 di lingua italiana-spagnola-portoghese, provenienti da 59 Ispettorie, di tutte le Regioni (Africa-Madagascar, Asia Sud, Mediterranea, Asia Est-Oceania, America Cono Sud, Interamerica, Europa Centro-Nord) e da 2 centri regionali di formazione (il “Don Bosco Renewal Center” di Bangalore – DBRC – in India e il Centro Salesiano di Formazione per l’Africa e Madagascar – SAFCAM – di Nairobi, Kenya).

I partecipanti hanno dato un feedback positivo sulla Scuola. Per loro, infatti, non è solo un seminario o un momento di formazione, ma un’esperienza. Anche gli Ispettori hanno dato un parere positivo sul modo in cui i partecipanti mettono in pratica ciò che hanno imparato alla Scuola, che è un impegno che devono assumersi partecipandovi.

L’auspicio è che i partecipanti, i facilitatori e il personale di supporto possano vivere un’esperienza piena di grazia durante tutta la durata della Scuola, che sarà coordinata dal salesiano coadiutore Raymond Callo, del Settore per la Formazione, e da don Fabio Attard e guidata da don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione.

Il prossimo anno, nei mesi di agosto e settembre 2024, si prevede di poter offrire la Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano alle Ispettorie francofone.

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Sicilia, salesiani e laici: comunione, condivisione e corresponsabilità

Dal sito dei Salesiani di Sicilia.

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Sabato 25 febbraio si è svolto on line il terzo incontro di formazione congiunta tra sdb e laici. L’ispettoria salesiana sicula ha avviato già da qualche anno un percorso di sempre maggiore condivisione tra le due principali componenti delle proprie realtà educative pastorali.

Durante questo anno sociale, 2022 – 2023, ha definito in maniera precisa questo percorso attraverso un itinerario formativo che prevede cinque tappe. A voler essere più precisi, sei, considerando l’incontro di programmazione ispettoriale svoltosi a fine agosto a Montagna Gebbia.

Un vero e proprio spin-off, l’incontro di Montagna Gebbia, nato dalla necessità impellente di definire le modalità di realizzazione concreta del processo di Comunione, Condivisione e Corresponsabilità tra laici e salesiani nelle opere della nostra ispettoria.

Dopo i momenti iniziali di preghiera, saluto e introduzione all’incontro, siamo stati guidati in questa approfondita riflessione da Don Fabio Attard, per 12 anni Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile della Congregazione, e dal 2020 Responsabile per la Formazione Permanente dei salesiani e dei laici in Europa. Un incarico fino a quell’anno inesistente in congregazione a sottolineare quanto il processo di coinvolgimento e corresponsabilità sia importante per la stessa.

71 utenti collegati in modalità online,  per un centinaio, forse più,  di persone a seguire la presentazione in un percorso attraverso la storia degli ultimi cinquant’anni della congregazione salesiana. A partire, però, dalla necessaria riflessione sulle radici e sulle origini della missione di don Bosco. Perché se non si parte dalla lettura storica, concreta dei fatti e delle azioni del nostro Padre fondatore e di coloro che lo hanno guidato e accompagnato nella sua incondizionata disponibilità all’agire dello Spirito Santo, si rischia di commettere un errore interpretativo.

Don Bosco si è calato completamente nell’epoca storica del periodo, del territorio in cui è vissuto e della realtà ecclesiale, sociale, politica che ha incontrato. Ha sentito forte la necessità di dovere e potere accedere a tutte le risorse intellettuali e spirituali alla sua portata per poter dare risposte concrete alle necessità dei giovani poveri, emarginati e abbandonati di Torino del diciannovesimo secolo.

Lo ha fatto perché, affidandosi allo Spirito e riconoscendone l’azione, sapeva che:

… tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole. Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, […] Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra.

Per cui ha riconosciuto in ognuna delle persone che ha incontrato il suo peculiare carisma, ha condiviso con esse la propria missione, affinché essa si proiettasse nel tempo e in tutta la terra.

Rimanere saldamente connessi alle proprie radici e alla propria storia non significa però rimanere immobili in uno stato di celebrazione perpetua del passato, significa comprenderne gli avvenimenti attualizzandoli nel presente e nel posto in cui ci troviamo, mostrandoci capaci di lasciarci guidare, come fece don Bosco, dallo Spirito Santo per attualizzarne l’azione.

Nel tempo costanti sono state le precisazioni, gli inviti, le indicazioni da parte della Chiesa e della congregazione a recuperare la dimensione della comunione tra il laicato impegnato e i salesiani che operano nelle diverse realtà sui territori. Tante le esperienze avviate, nella congregazione a livello mondiale ma anche nella nostra Ispettoria, con alterne vicende, a testimonianza di impegno  e di volontà in tal senso. Un percorso sempre più intenso, in crescita, ricco di esperienze, di contributi, irto di difficoltà e di tentazioni a recedere la cui spinta propositiva ad andare avanti sembra al momento vigorosa.

Ad ulteriore testimonianza di questo percorso la creazione in ispettoria di una equipe di formazione sdb-laici realizzata a seguito delle indicazioni emerse dall’ultimo capitolo ispettoriale è inserite nel POI 2022-2026, costituita da membri laici ed sdb è impegnata da diversi mesi ad elaborare un progetto di formazione congiunta che ha come obiettivi principali proprio la realizzazione attraverso percorsi formativi, di incontro e confronto.

La riflessione di don Attard ha recuperato alle nostre memorie e al nostro bagaglio informativo e culturale la necessaria definizione del “nostro essere Chiesa”, e “del nostro servizio pastorale” che si realizza attraverso un “servizio comunitario offerto ai giovani specialmente più poveri da parte della comunità salesiana che anima e coordina la comunità educativo pastorale” che a sua volta fa riferimento al CGS20 e ai CG24 e 28, concludendo con l’invito a rileggere attentamente questi documenti.

Papa Francesco a ottobre 2021, a inizio del percorso sinodale, infine, grazie alla sua immensa capacità di sintesi utilizzando tre parole ci forniva un ulteriore strumento di lettura per muoverci in questo percorso di costruzione : Comunione – Partecipazione – Missione. La prima e la terza non possono essere realizzate se non attraverso la effettiva realizzazione di percorsi partecipativi veri.

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“Un grande dono del Signore”: la Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano

Dal 17 agosto al 19 settembre, presso Colle Don Bosco (Piemonte), si sono svolte le attività della Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano per 22 salesiani provenienti da 17 Ispettorie. Di seguito la notizia pubblicata dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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(ANS – Castelnuovo Don Bosco) – Un’esperienza al di sopra delle aspettative, in grado di aprire nuovi orizzonti, da conservare come un regalo del Signore: sono entusiastici i commenti dei partecipanti alla seconda edizione della Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano per i salesiani di lingua italiana, spagnola e portoghese, realizzata sui Luoghi Salesiani, tra Valdocco e Castelnuovo Don Bosco, dal 17 agosto al 19 settembre scorsi. In totale a quest’edizione hanno partecipato 22 salesiani provenienti da 17 Ispettorie.

Coordinata dal sig. Raymond Callo, SDB, del Settore per la Formazione, e da don Fabio Attard, Coordinatore della Formazione dei Salesiani e dei Laici in Europa, l’esperienza della Scuola ha visto anche la presenza nella fase finale del Consigliere Generale per la Formazione, don Ivo Coelho.

“Prima di partecipare pensavo che fosse il solito corso intellettuale distaccato dall’esperienza personale e pastorale. Mi sono ricreduto – testimonia oggi Vittorio Cunsolo, salesiano della Circoscrizione Italia Centrale (ICC) –. Già nei primi giorni a Valdocco, la modalità di conduzione ha favorito il confronto tra l’esperienza di vita del giovane prete don Bosco e la mia esperienza personale. I tempi distesi per l’interiorizzazione, le domande che ci guidavano, le condivisioni in gruppi, tutto aiutava a far dialogare la vita di don Bosco con la propria vita”.

Prosegue don Cunsolo:

“L’apice del corso sono stati gli Esercizi Spirituali. Una settimana in completo silenzio in un monastero Rosminiano. Per un attivista come me, stare una settimana in completo silenzio pensavo fosse un po’ tempo perso. Si potrebbero ascoltare commenti alla Parola di Dio, leggere buoni libri spirituali, confrontarsi con altri confratelli, ecc… ed invece stare lì in silenzio. Mi sono fidato e ho provato a rallentare il mio ritmo frenetico di vita. Il confronto quotidiano con una guida a propria scelta mi ha accompagnato nell’immergermi lentamente in quel silenzio, che è stata una porta per l’interiorità. Il primo frutto del silenzio la calma e da questa l’ascolto profondo. Dall’ascolto profondo, l’Incontro. Riprendi contatto con te stesso e con Colui che era lì ad aspettare. Ho capito cosa intendeva Sant’Ignazio: ‘non è il molto sapere che sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e  gustare le cose internamente’”.

“Le ultime settimane – conclude il salesiano di ICC – le abbiamo trascorse al Colle Don Bosco dove abbiamo avuto modo di rileggere con calma, insieme al piccolo Giovannino, gli anni della nostra formazione. Vedere la trama che la Provvidenza intesseva. Ho approfondito la conoscenza di don Bosco e delle tante figure che lo hanno aiutato a crescere, diverse cose non le sapevo. Accompagnati dall’equipe, abbiamo infine potuto lavorare su noi stessi e sul modo di stare in mezzo ai giovani. Ho preso consapevolezza di qualità ed aspetti da migliorare. Grazie alla testimonianza dell’equipe, alla loro presenza fraterna ed al tempo stesso professionale, ho avuto modo di arricchirmi imparando dal loro modo salesiano di accompagnarci. Il mio grazie alla Congregazione, all’equipe e a tutti i compagni di corso che hanno permesso tutto questo”.

Don Domingos Chikenge Chimuco, salesiano angolano, da parte sua osserva:

“Per me è stata un’esperienza molto bella e ha significato molto nella mia vita. Mi ha dato orizzonti molto più ampi sulle tecniche di accompagnamento spirituale, nella Chiesa e soprattutto nella spiritualità salesiana. Sono state cinque settimane molto ben organizzate, con molti momenti di preghiera, riflessione, condivisione, giochi, ecc. Sono state cinque settimane di grande familiarità con tutta la realtà della Famiglia Salesiana nel mondo. È una scuola molto attuale e ci viene data dallo Spirito Santo nella Congregazione, soprattutto per la formazione dei confratelli, per l’accompagnamento spirituale dei giovani in formazione, e non solo, e delle persone che si avvicinano alle nostre opere e servizi”.

Conclude don Sergio Astorga, dal Cile:

“Si è conclusa il 19 settembre la Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano, offerta da un’équipe del Dicastero per la Formazione a livello mondiale. Noi che vi abbiamo partecipato l’abbiamo apprezzata come un grande dono del Signore. È stata un’esperienza unica in un gruppo composto da confratelli provenienti da diversi Paesi del mondo salesiano, e l’atmosfera di preghiera, la profondità della riflessione, la convivialità e il lavoro di squadra, la ricreazione… tutto è stato eccezionale. Iniziata a Valdocco e conclusasi al Colle Don Bosco, ci ha permesso di acquisire strumenti per l’accompagnamento spirituale individuale e intraprendere percorsi di conversione. Ora siamo meglio preparati ad offrire un servizio migliore nelle nostre rispettive Ispettorie. Dal profondo del cuore ‘grazie mille’”.

Avviata nella sua prima edizione ad agosto del 2021, la Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano è una delle modalità di attuazione delle raccomandazioni contenute nel testo “Giovani Salesiani e accompagnamento – Orientamenti e direttive”, così come della quarta linea programmatica offerta dal Rettor Maggiore a tutta la Congregazione dopo il Capitolo Generale 28°. L’urgenza della formazione di guide spirituali, inoltre, era stata espressa anche nella ricerca mondiale sull’Accompagnamento Personale Salesiano condotta nel 2016 e a cui parteciparono circa 4.000 salesiani.

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Riunione Regione Mediterranea e Conferenza Iberica, il resoconto

Dal 28 al 29 settembre si è svolta la riunione della Regione Mediterranea e della Conferenza Iberica, realizzata fisicamente in Sicilia e via Zoom, alla quale ha partecipato anche il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime. Dal pomeriggio del 29 e fino al 30, si è svolta la presidenza CISI presieduta dal consigliere per la Regione Mediterranea, don Juan Carlos Godoy.

“Il pomeriggio di martedì 29 e mercoledì 30 si è tenuta la Presidenza CISI presieduta dal consigliere per la Regione Mediterranea e Presidente CISI, don Juan Carlos Godoy, dagli Ispettori delle 6 ispettorie italiane, dal nuovo Coordinatore del Settore Formazione don Erino Leoni, dal nuovo Coordinatore del Settore Economia don Mauro Balma, dal Segretario Generale CISI don Roberto Dal Molin. Tutti presenti eccetto l’Ispettore ICC don Stefano Aspettati e don Mauro Balma collegati da remoto – è questo il resoconto del segretario generale della CISI, don Roberto Dal Molin -. Diversi gli argomenti trattati tra i quali: la programmazione del Settore Formazione in Italia, questioni dal Settore Economia, la Riforma del Terzo Settore e le implicazioni per la Formazione Professionale e la rete associativa salesiana, Comunicazione Sociale: identikit dell’ufficio CS e immagine coordinata dei Salesiani in Italia, la pastorale parrocchiale e il rapporto con gli ordinari diocesani.”

Di seguito, l’articolo di resoconto della riunione  della Regione Mediterranea e della Conferenza Iberica pubblicato da ANS.

Lunedì 28 settembre il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha partecipato attraverso la piattaforma “Zoom” all’incontro della Regione Mediterranea e della Conferenza Iberica, realizzato fisicamente in Sicilia, dal 28 al 29 settembre. All’incontro hanno partecipato in videoconferenza anche altri rappresentanti salesiani della Spagna, del Portogallo e del Medio Oriente.

Il dialogo con il Rettor Maggiore è servito fondamentalmente per condividere le linee guida della Congregazione per il sessennio 2020-2026, necessarie per orientare il lavoro di tutte le Ispettorie. Nell’occasione il X Successore di Don Bosco ha anche presentato il documento finale del Capitolo Generale 28, in corso di pubblicazione.

Successivamente don Fabio Attard, che dopo due sessenni come Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile è stato nominato nello scorso maggio Responsabile per la Formazione Permanente dei salesiani e dei laici in Europa, ha presentato un documento inerente le sue nuove mansioni.

Da parte sua don Tarcízio Morais, Responsabile mondiale delle Scuole e dei Centri di Formazione Professionale della Congregazione, si è occupato invece del progetto di strutturazione della Formazione Professionale nel contesto europeo.

Nella seconda giornata di lavori si è svolto il raduno della Conferenza iberica, questa volta attraverso la piattaforma “Google Meet”. L’appuntamento è servito a realizzare un confronto su alcuni temi relativi alla formazione salesiana.

Il corso di formazione permanente a El Campello è stato programmato dal 13 aprile al 13 maggio 2021, e sono stati presentati il progetto di formazione iberica e il regolamento di una commissione di formazione iberica. Altri dibattiti hanno riguardato altri temi, come la presenza salesiana nei mezzi di comunicazione sociale, con particolare riferimento all’intenzione di diffondere la visione salesiana sui temi legati alla gioventù, all’educazione e alla famiglia.

Alcune proposte di collaborazione a livello di pastorale giovanile hanno occupato la parte finale di questo incontro, che ha cadenza semestrale. 

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Don Attard e il progetto per la Formazione Permanente salesiani e laici in Europa: “Non calato dall’alto, ma realizzato nella sinodalità”

Pubblichiamo l’intervista a don Fabio Attard dell’agenzia salesiana ANS sul suo nuovo incarico.

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(ANS – Roma) – “È una frontiera che ha bisogno di molta riflessione, molta preghiera e anche dell’impegno a studiare bene le opportunità già esistenti, per offrire delle proposte che rispondano alle esigenze di chi chiede di essere accompagnato e formato”. Così don Fabio Attard, per 12 anni Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile della Congregazione, inquadra il nuovo incarico a lui affidato – e prima non esistente: quello di Responsabile per la Formazione Permanente dei salesiani e dei laici in Europa.

Don Fabio, come nasce questo nuovo incarico che le è stato assegnato?

Bisogna risalire al cammino fatto dalla Congregazione negli ultimi 20-25 anni. Già il Capitolo Generale 24°, nel 1996, con il tema “Salesiani e Laici”, studiava le sfide e le opportunità della Congregazione in questa stagione della Chiesa. Già all’epoca si riconobbe che in parecchie Ispettorie erano attivi dei cammini comuni tra salesiani e laici: nella condivisione della missione, ma anche dei percorsi di formazione. Poi nel 2004, durante il primo degli incontri biennali degli Ispettori d’Europa, l’allora Rettor Maggiore, Don Pascual Chávez, invitò a ripensare la missione salesiana in maniera sempre più condivisa con i laici. E nei successivi appuntamenti biennali, e poi specialmente nell’ultimo biennio, 2018-2020, il tema è stato approfondito sempre meglio, anche perché, come sappiamo, uno dei nuclei tematici del Capitolo Generale 27° era proprio “la missione condivisa”. Quest’incarico, dunque, si situa come frutto di questo lungo percorso.

In cosa consisterà il suo lavoro futuro in tal senso?

Iniziamo da un dato: non si parte da zero. In molte Ispettorie europee ci sono già degli eccellenti percorsi pedagogici, pastorali, carismatici e di spiritualità salesiana. Quindi l’idea è in primo luogo valorizzare ciò che è già esistente in quest’ambito peculiare che è la formazione comune tra salesiani e laici. Ad esempio in Germania, Belgio, Spagna, Italia, Francia e Portogallo ci sono già dei cammini sistematici e strutturati.

In quasi tutte le Ispettorie, poi, ci sono dei corsi occasionali, che sicuramente nel futuro andranno ulteriormente ordinati e articolati.

Un secondo passo, che è stato chiesto nei dibattiti degli ultimi due anni, sarà poi realizzare una proposta continentale per rafforzare questa formazione: si tratta cioè di formare dei salesiani e dei laici che possano seguire dei laboratori specifici in maniera tale da poter dare poi il loro contributo nei corsi formativi locali una volta tornati nelle loro Ispettorie.

Attualmente, dunque, sono impegnato soprattutto in un lavoro di raccolta e condivisione, sia delle risorse già disponibili, sia delle aspettative che ci sono. L’idea è arrivare a formare, entro il prossimo anno, un organismo che possa coordinare le proposte già esistenti e guidare poi un ulteriore sviluppo in questo campo.

Vogliamo realizzare un progetto strategico e operativo da discutere poi con le Ispettorie e con quanti hanno già partecipato alla riflessione in questi ultimi due anni. Seguendo il principio della sinodalità, non vogliamo arrivare con un progetto calato dall’alto, ma con un progetto che presupponga tutto il cammino fatto e che sia l’espressione di tutti coloro che vi sono coinvolti.

Che portata ha il progetto?

Solo ad un primo livello troviamo circa 25mila laici impegnati direttamente nelle nostre opere salesiane: che siano scuole, Centri di Formazione Professionale, oratori e centri giovanili, parrocchie od opere sociali.

Poi ci sono le migliaia di giovani coinvolti nel Movimento Giovanile Salesiano (MGS), molti dei quali provengono da Ispettorie che hanno già dei percorsi formativi con una certa tradizione; senza dimenticare poi gli incontri dei “Confronto” e le proposte di Esercizi Spirituali per animatori europei, che hanno rafforzato questa dimensione continentale.

Ancora, c’è il campo molto interessante e fiorente del Volontariato Missionario Salesiano: si tratta di centinaia di giovani che già adesso ricevono un’ottima formazione prima, durante e dopo l’esperienza missionaria, e per il quale è stata già messa in campo una buona sinergia tra i Dicasteri di Pastorale Giovanile e Missioni, con il Manuale del Volontariato Missionario. In tal senso, a livello europeo, il terreno è già molto ben preparato.

Pensiamo, poi, a tutti coloro che non sono direttamente impiegati, ma che sono pastoralmente impegnati nelle nostre opere.

E, infine, rientra in questo ambito anche lo sterminato campo dei laici della Famiglia Salesiana. Già ci sono corsi di formazione a livello di gruppi, ma c’è anche il desiderio, da parte del Segretariato della Famiglia Salesiana, di fortificare dei percorsi formativi di portata europea.

Un’ultima cosa: cosa si porta dietro dopo 12 anni come Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile?

Mi sento molto fortunato ad affrontare questa nuova obbedienza dopo la bellissima esperienza di 12 anni come Consigliere per la Pastorale Giovanile. Per prima cosa, mi sento molto grato e debitore verso tutti coloro – salesiani, laici, giovani – che sono impegnati nella Pastorale Giovanile.

In secondo luogo, mi sento molto più ricco oggi, perché in questi anni abbiamo vissuto il metodo del discernimento, tanto caro a Papa Francesco e che è proprio del nostro fondatore, Don Bosco. Credo molto nella dinamica del processo: l’esperienza di un percorso che studia, riflette, riconosce il presente; cerca di interpretare alla luce di Dio e del carisma le sfide che abbiamo; per poter poi decidere quali passi compiere.

E poi mi porto dietro il desiderio dei laici collaboratori di essere formati nel carisma e la sete dei giovani di trovare adulti educatori significativi che li aiutino a scoprire il senso della vita.

Gian Francesco Romano

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