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Avvenire – Sussidio pastorale per la scuola. La Cei: studiare, per cercare un senso nella vita

Il nuovo documento della Commissione CEI per l’educazione cattolica, nel giorno di riapertura delle scuole, incoraggia tutti a “testimoniare, discernere e servire”. Di seguito l’articolo pubblicato da Avvenire a cura di Enrico Lenzi.

Da «una pastorale “della” scuola» a «una pastorale “per” la scuola». Sta tutto in questo cambio di preposizione il senso del nuovo sussidio che lunedì 14 settembre, nel giorno di riapertura ufficiale delle scuole in Italia, viene pubblicato dalla Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università. Si tratta di un documento che in qualche modo si pone al termine del decennio che la Chiesa italiana ha voluto dedicare al tema dell’educazione (gli Orientamenti pastorali 2010/2020 sull’Educare alla vita buona del Vangelo), ma che al tempo stesso intende rivolgere il proprio sguardo al futuro, come sottolinea nella sua presentazione il vescovo Mariano Crociata presidente della stessa Commissione Cei.

Del resto, ribadisce il sussidio – intitolato significativamente «Educare, infinito presente» -, per «la Chiesa la scuola è una realtà da amare in cui stare con passione e competenza, contribuendo alla costruzione del progetto scolastico».

Ma se la presenza e l’attenzione della comunità cristiana al tema della scuola ha radici lontane, quello che deve cambiare secondo il documento della Commissione episcopale, è la modalità di approccio e lo stile di presenza. Un cambio al quale sono chiamati tutti: dai docenti ai genitori, dagli studenti al personale, fino alle realtà educative e alle stesse parrocchie. Insomma «l’attenzione alla scuola deve diventare una responsabilità di tutta la comunità». Proprio per questo, riflettono i vescovi della Commissione, non si può continuare a procedere «a compartimenti stagni», cioè con pastorali che prendano in considerazione solo un unico aspetto senza mettersi a confronto con altre che hanno come destinatari gli stessi ragazzi e giovani.

Il documento della Cei (nella versione integrale) – che si suddivide in tre parti più una quarta che riporta testi, interventi, discorsi sul tema della scuola e dell’educazione – offre una analisi e una osservazione sull’esistente, a cominciare «dalla difficile esperienza vissuta nei primi mesi del 2020 con l’improvvisa e prolungata chiusura delle sedi scolastiche a causa della pandemia». E se il ricordo alla didattica a distanza «ha permesso di limitare le conseguenze sulla crescita e l’apprendimento degli alunni», ha anche «fatto affiorare interrogativi di fondo sul ruolo della scuola nella società, sul valore insostituibile della relazione educativa, sull’apporto integrativo delle tecnologie nella didattica». Secondo il sussidio Cei, infatti, alla base di qualsiasi intervento nella scuola, «non può dimenticare che la relazione educativa è il suo cuore», in un «patto di corresponsabilità che lega in primo luogo insegnanti e alunni, ma si estende anche all’interno del corpo docente, alle famiglie e alle forze vive del territorio in un dialogo che riconosce a ciascuno le proprie responsabilità specifiche e pone tutti in rapporto di rispettosa collaborazione». Proprio la collaborazione è l’approccio auspicato da quel cambio di preposizione – “per” – che il documento propone. Il tutto per «ridare senso alla routine dello studio, perché lo studio serve a porsi domande, a non farsi anestetizzare dalla banalità, a cercare senso nella vita».

Un obiettivo proposto alla scuola e a tutte le sue componenti (a cui il testo riserva singoli spazi), richiamando tutti e ciascuno ai valori della «testimonianza, del discernimento e del servizio». Ovviamente i vescovi italiani indicano questo cammino in primo luogo alle comunità cristiane (parrocchie, associazioni, gruppi professionali e altro), pur ribadendo che nella crescita completa di una persona «non può mancare la dimensione religiosa», che la Chiesa offre con la presenza dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) anche nella scuola statale.

Questo coinvolgimento di tutti vuole portare al superamento «della frammentazione all’integrazione dell’azione pastorale», che vuol dire «realizzare un modo di pensare e un agire pastorale davvero unitario e centrato sulla persona. I giovani hanno bisogno di essere aiutati a unificare la vita» e la «pastorale per la scuola può essere un prezioso banco di prova per sviluppare un agire più integrato e aperto a diverse presenze». Anche per questo il sussidio ribadisce l’importanza di un Ufficio nazionale della scuola e quello dell’Irc, il Centro studi della scuola cattolica e il Consiglio nazionale della scuola cattolica. E un capitolo è dedicato proprio alla scuola cattolica e ai corsi di formazione professionale di area cattolica che «hanno un ruolo primario di promozione e di riferimento nella pastorale per la scuola».

Il sussidio Cei offre a tutta la scuola – cattolica e paritaria – anche alcuni esempi progettuali da mettere in campo: da momenti religiosi offerti alla scuola alla Settimana dell’educazione che diverse diocesi realizzano da qualche anno; dal sostegno allo studio all’attenzione vero l’orientamento, per citarne alcuni.

La profezia dei giovani. Così la Chiesa riscopre la sua vocazione

Da NPG settembre/ottobre 2020

di Michele Gianola

Nel tempo dell’epidemia di COVID-19 tutti siamo stati costretti a confrontarci più o meno duramente con la realtà, tutti «ci siamo resi conto di trovarci tutti sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma allo stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda» (FRANCESCO, Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia, 27 marzo 2020) e tutti abbiamo vissuto lo spaesamento, la paura, il dolore e la speranza.
Laddove è stata sperimentata, questa immersione nella comune umanità ha offerto la possibilità di quella rinnovata postura ecclesiologica e pastorale sancita dal Concilio Ecumenico Vaticano II per il quale «la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e la sua storia» (Gaudium et spes, 1); nella lingua originale del testo, il sapore di questa solidarietà suona con il termine ‘coniugata’, il gusto sponsale del divenire una carne sola.

L’opera di Dio al modo di Dio

Intuisco la fecondità di questa prospettiva nella sua dirompente esigenza di conversione. Essa costringe, infatti, i credenti a non sentirsi ‘fuori’ o ‘di fronte’ al mondo, alla storia, alla società, ma a riconoscersi – umilmente – ‘dentro’. In fondo, è il medesimo sguardo a cui lo stesso papa Francesco ha invitato l’assemblea radunata al Circo Massimo nell’estate di un paio d’anni fa quando ha raccontato questo semplice aneddoto: «Una volta, un sacerdote mi ha fatto una domanda: “Mi dica, qual è il contrario di ‘io’?”. E io, ingenuo, sono scivolato nel tranello e ho detto: “Il contrario di ‘io’ è ‘tu’” – “No, Padre: questo è il seme della guerra. Il contrario di ‘io’ è ‘noi’”. Se io dico: il contrario sei tu, faccio la guerra; se io dico che il contrario dell’egoismo è ‘noi’, faccio la pace, faccio la comunità, porto avanti i sogni dell’amicizia, della pace. Pensate: i veri sogni sono i sogni del ‘noi’. I sogni grandi includono, coinvolgono, sono estroversi, condividono, generano nuova vita. E i sogni grandi, per restare tali, hanno bisogno di una sorgente inesauribile di speranza, di un Infinito che soffia dentro e li dilata» (FRANCESCO, Veglia di preghiera con i giovani italiani, 11 agosto 2018).

 

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Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita: Costituito l’Organismo consultivo internazionale dei giovani – l’MGS c’è!

Su indicazione del Documento Finale del Sinodo 2018, il quale chiedeva che fosse rafforzata “l’attività dell’Ufficio Giovani”, il “Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita” ha costituito nella giornata di ieri, 25 novembre, l’Organismo Consultivo Internazionale dei Giovani, nel quale anche il Movimento Giovanile Salesiano è presente. Si riporta di seguito l’articolo oggi pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

Vaticano – Organismo Consultivo Internazionale dei Giovani: l’MGS c’è!

(ANS – Città del Vaticano) – Nella Solennità di Cristo Re, domenica 25 novembre, il Dicastero vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita ha annunciato con gioia l’istituzione dell’“Organismo consultivo internazionale dei giovani”, composto da 20 giovani provenienti da diverse regioni del mondo e da alcuni movimenti, associazioni e comunità internazionali. Anche il Movimento Giovanile Salesiano (MGS) è rappresentato, grazie a Carina Baumgartner, 28enne austriaca, che ha già partecipato a numerosi incontri internazionali – tra cui l’XI Forum Internazionale dei Giovani dello scorso giugno – e che ha una vasta esperienza in materia di gioventù in tutto il mondo.

Il Documento finale del Sinodo 2018 chiedeva che fosse rafforzata “l’attività dell’Ufficio Giovani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita anche attraverso la costituzione di un organismo di rappresentanza dei giovani a livello internazionale”. L’istituzione di questo nuovo organismo, dunque, è figlia diretta di quel Sinodo, oltre che della volontà di Papa Francesco, che sottolinea spesso come il contributo attivo dei giovani sia essenziale per la Chiesa.

L’organismo lavorerà a stretto contatto con il Dicastero sulle questioni giovanili e i primi 20 ragazzi e ragazze selezionati, nominati per un triennio, sono giovani che sono stati coinvolti in diverse fasi del processo sinodale; ad aprile 2020 avranno il loro primo incontro.

“Non vedo l’ora di ascoltare e discutere le diverse prospettive da tutto il mondo. In particolare, voglio contribuire con la mia esperienza nell’MGS. Mettiamo i giovani al centro, diamo loro la responsabilità, ci fidiamo di loro e prendiamo sul serio le loro preoccupazioni. Sono lieta che Papa Francesco dia questo posto ai giovani ora nella Chiesa!” ha commentato Carina.

La ventottenne viennese ha rappresentato l’Austria nel Movimento Giovanile Salesiano in Europa e Medio Oriente. Ha anche contatti in diversi Paesi africani, asiatici e americani. Una sincera preoccupazione è per lei l’impegno dei giovani nell’iniziativa Generazione Laudato Si’. Quando venne fondata, durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Panama, lei era presente. E all’XI Forum Internazionale della Gioventù a Roma ha avuto anche l’opportunità di incontrare personalmente Papa Francesco.

Nata a Vienna nel 1991, Carina è maestra d’asilo e di doposcuola. Ha studiato Lavoro Sociale e attualmente sta completando il suo Master come insegnante di Teatro. Da tre anni lavora come addetta pedagogica nell’MGS dei Salesiani di Don Bosco; ha svolto numerose iniziative di volontariato, sempre rivolte alla cura di bambini e adolescenti, e con le Figlie di Maria Ausiliatrice e l’ONG VIDES è stata volontaria in Georgia ed Etiopia. Ha messo in scena spettacoli per bambini, dirige un coro di bambini ed è stato responsabile dei chierichetti nella sua parrocchia d’origine.

“Sono molto felice di essere una persona credente e religiosa e di sapere che c’è Dio al mio fianco. La mia fede dà significato alla mia vita. La Santa Messa, il festeggiare, cantare e pregare insieme sono per me come delle stazioni di rifornimento. Con un serbatoio pieno provo nella vita di tutti i giorni a vivere, come Don Bosco, le parole ‘Sii felice, fa’ del bene e lascia fischiare i passeri (Laetare et bene facere… Lasciar cantar le passere!)”.

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