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Italia – Causa della Serva di Dio Vera Grita: chiusa l’Inchiesta diocesana

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Savona) – Nella gioia del tempo pasquale e nel primo giorno della novena di Maria Ausiliatrice si è chiusa domenica 15 maggio, presso il santuario di Nostra Signora della Misericordia a Savona, la fase diocesana della Causa di Beatificazione della Serva di Dio Vera Grita, Laica, Salesiana cooperatrice (1923-1969). Hanno preso parte all’evento parenti della Serva di Dio, membri dell’Opera dei Tabernacoli Viventi e della Famiglia Salesiana, pellegrini e fedeli del santuario. La celebrazione eucaristica e la sessione di chiusura sono state presiedute da Mons. Vittorio Lupi, Vescovo emerito di Savona-Noli e delegato episcopale, che nell’omelia ha ripercorso la vicenda umana e spirituale di Vera, ricordando come “attraverso Vera, Gesù cerca anime piccole, semplici, disposte a mettere al centro della propria vita Gesù Eucarestia per lasciarsi da lui trasformare in Tabernacoli Viventi, anime cioè eucaristiche capaci di profonda vita di comunione e di donazione ai fratelli”.

Maria Rita Scrimieri, Coordinatrice del Centro Studi Opera dei Tabernacoli Viventi, ha sottolineato il significato del Santuario della Madonna della Misericordia e il rapporto con l’esperienza mistica di Vera Grita che qui venne diverse volte pellegrina, ricevette alcuni dei messaggi di Gesù e fece il suo voto di vittima. In particolare, l’8 settembre del 1968 dopo la S. Messa, sostò ai piedi della statua della Madonna “rinnovando tutti i voti e tutte le offerte”. Inoltre, scrisse: “Ho osato mettere le mie povere mani nelle Sue perché con Lei operassero per il Sommo Bene. Ho poggiato ancora i «libretti» (i dettati ricevuti da Gesù) sui Suoi piedi, nelle Sue mani affinché Lei prendesse tutto nel Suo Cuore…”.

Don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale, ha presentato il lavoro svolto sia dal Tribunale nell’ascolto dei testimoni, sia dalla Commissione storica che dai Censori teologi. Tutta la documentazione verrà ora portata a Roma per essere consegnata alla Congregazione delle Cause dei santi. Hanno portato il loro saluto don Joan Lluís PlayàDelegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana e il Signor Domenico Nam Nguyen, salesiano coadiutore, Delegato del Rettor Maggiore per l’Associazione dei Salesiani Cooperatori.

Il sabato sera presso l’Oratorio Don Bosco di Varazze è stata presentata ad un gruppo di giovani animatori ed educatori la vicenda della “Maestrina di Savona”, come famigliarmente era chiamata la Serva di Dio. La domenica pomeriggio un gruppo di persone si è recato in pellegrinaggio presso il Deserto di Varazze, convento carmelitano, dove Vera Grita visse l’ultimo anno della sua vita con un crescendo di sofferenze e di conformazione a Gesù contemplato nel Crocifisso miracoloso custodito in una cappella del Convento.

La Causa di Vera Grita e l’Opera dei Tabernacoli Viventi è un messaggio di speranza sostenuto dall’intercessione della Madonna, Madre di Misericordia, come Vera ascoltò nel messaggio del 22 settembre 1968: “Non temete, non dubitate. Io, Maria Santissima, condurrò l’Opera d’Amore del mio Gesù: dove c’è difetto, io porto la perfezione, ove c’è dubbio, io porto la certezza, dove c’è confusione io, misericordia divina, porto ordine. Non si turbino i vostri cuori, ma confidino in me, Maria santissima sempre Vergine, che sono Madre, e desidero gloria, amore, onore, trionfo per il mio Figliolo Gesù, salvezza e redenzione per tutte le anime”.

La causa di Beatificazione di Mamma Margherita – foglio informativo

Si riporta di seguito il foglio informativo della Causa di Beatificazione di Mamma Margherita a cura dell’Associazione Amici del Museo di Mamma Margherita di Capriglio in Collaborazione con la Postulazione Generale.

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Avviata la causa di beatificazione della Salesiana Cooperatrice Vera Grita

Domenica 22 dicembre 2019, 50° anniversario della nascita al cielo di Vera Grita (1923-1969), è stata ufficialmente avviata la Causa di beatificazione e canonizzazione della Salesiana Cooperatrice laica.

La procedura è stata ufficialmente presentata dal Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, don Pierluigi Cameroni, SDB, al vescovo di Savona-Noli, mons. Calogero Marino, il Supplex libellus, con il quale si chiede l’apertura dell’Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù, la fama di santità e di segni di Vera Grita, laica, Salesiana Cooperatrice.

Vera Grita, insegnante e salesiana cooperatrice, dopo aver contratto una malattia cronica ai polmoni fu chiamata dal Signore a essere nella Famiglia salesiana e nella Chiesa “voce- del Dio vivente”. Gesù Eucaristia, attraverso il dono delle locuzioni interiori, le dettava l’Opera dei tabernacoli viventi- per la salvezza delle anime. Morì il 22 dicembre 1969, a 46 anni, in una cameretta dell’ospedale dove aveva trascorso gli ultimi sei mesi di vita in un crescendo di sofferenze accettate e vissute in unione a Gesù Crocifisso. “L’anima di Vera – scrisse don Borra, Salesiano, suo primo biografo – con i messaggi e le lettere entra nella schiera di quelle anime carismatiche chiamate ad arricchire la Chiesa con fiamme di amore a Dio e a Gesù Eucaristico per la dilatazione del Regno”.

Di seguito, le parole del Salesiano don Silvio Roggia ai propri confratelli in una email invitata oggi proprio riguardante la vita di Vera Grita:

Vorrei condividere solo qualcosa della sua esperienza di vita, tanto semplice, come maestra di scuola elementare nell’entroterra ligure, cooperatrice salesiana, provata da gravi problemi di salute, e tanto straordinaria, grazie al modo in cui la sua fede, speranza e carità sono diventate un “a tu per tu” con il cielo, di cui abbiamo una eco fedele nei 13 quaderni che ha scritto per obbedienza. È stato il suo “compito a casa”, alla scuola del Maestro, la cui presenza è diventata per lei più reale e tangibile di qualunque altra cosa al mondo, soprattutto nell’eucaristia.

Verrebbe da dire: cosa c’è di nuovo? È dai tempi del cenacolo, otto imperatori prima del Traiano che ha condannato a morte Ignazio, quando a Roma comandava ancora Tiberio e il suo procuratore a Gerusalemme si chiamava Pilato, che chi continua a seguire fino alla croce chi nascerà a Betlemme dopodomani, continua anche a dire AMEN, quando si ripetono le parole dell’ultima cena: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue. AMEN = sei proprio tu, corpo e sangue, qui e adesso.

Per saperne di più:

Portami con te

Epistolario